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Alcuni dati sull’immigrazione in Svezia

2) Le politiche d’ingresso in Francia, Inghilterra e Svezia.

2.3 La politica svedese e l’ambizione dell’uguaglianza sociale

2.3.3 Alcuni dati sull’immigrazione in Svezia

Le fluttuazioni d’immigrazione ed emigrazione da e per la Svezia sono state significative negli ultimi decenni. Fino al 1980 l’immigrazione da lavoro è stata dominante, con fasi di ripresa e flessioni nella migrazione che variavano con il ciclo economico. Dal 1980 in poi, l’immigrazione per motivi di lavoro è stata insignificante rispetto ad altre forme di immigrazione.

Figura 8: numero di immigrati e emigranti dal 1851-2012 fonte SCB

L'espansione europea nel 2004 e una nuova legge nel 2009, che ha facilitato immigrazione di manodopera dai paesi al di fuori dell'Unione Europea, hanno portato ad un aumento della forza lavoro straniera negli ultimi anni. Dopo la riforma del lavoro del 2009, infatti, il numero di lavoratori migranti non stagionali per la Svezia è aumentato. Anche se dopo un picco di 12.300 ingressi nel 2011, l'afflusso di lavoratori migranti non stagionali è sceso a 11.300 lavoratori nel 2012. I paesi più comuni di origine di questa tipologia di manodopera sono stati l'India, la Cina e la Turchia, i lavoratori stagionali invece provenivano prevalentemente dalla Thailandia. Quando la forza lavoro è diminuita, l’ingresso di profughi e l’immigrazione per motivi familiari

hanno invece dominato. Durante la fine del 1980, l'immigrazione è stata notevole da Iran, Cile, Libano, Polonia e Turchia, nel corso del 1990 dalla Ex Jugoslavia e nel 2000 da Iraq, Somalia, Afghanistan ed Etiopia,. Una delle cause importanti è stato l’insorgere di conflitti scoppiati in quei paesi e che hanno costituito una spinta per l’emigrazione.

Figura 9: percentuali delle dieci nazionalità sul totale degli stranieri

Di quelle persone nate all'estero che emigrarono nel 1997, in particolare le persone provenienti dalla ex Jugoslavia sono il gruppo più numeroso. La maggior parte di queste persone è emigrata in Svezia in cerca di asilo. Da una ricerca dell’Istituto di Statistica svedese, che ha approfondito la capacità degli stranieri ad integrarsi e a inserirsi nel mercato del lavoro, emerge che: dopo cinque anni in Svezia, il 58 per cento di quelli appartenenti a questo gruppo (provenienti dalla ex Jugoslavia) hanno trovato lavoro, e dopo dieci anni la percentuale è salita al 70 per cento. Al contrario, il tasso di occupazione per le persone provenienti dall'Iraq è stata del 31 per cento dopo cinque anni e del 47 per cento dopo dieci anni (Fonte SCB). Da questi dati emerge come la quantità del tempo trascorso in Svezia influisce positivamente sulle possibilità di trovare lavoro. Nonostante questo, le persone che risiedono in Svezia da più di 20 anni

hanno un tasso di occupazione più basso rispetto alle persone nate in Svezia. Le statistiche indicano un livello particolarmente basso di occupazione tra le persone nate al di fuori dell'Europa e tra le persone con un basso livello d’istruzione. Queste tipologie di persone trovano solitamente occupazioni temporanee e quindi sono maggiormente esposte al rischio di diventare disoccupati.

A partire dalla metà degli anni 90, l’immigrazione per motivi familiari ha rappresentato una parte significativa degli ingressi in Svezia. Le eccezioni sono il 2006 e il 2009, quando l’immigrazione dei rifugiati ha raggiunto il picco più alto, superando la migrazione familiare. Il numero di studenti stranieri che scelgono la Svezia come meta di studio è fortemente aumentato nel periodo 2007-2010. Nell'autunno del 2011 l’aumento degli studenti stranieri ha subito una battuta d’arresto a causa dell’introduzione di tasse universitarie per gli studenti che sono cittadini in un paese al di fuori dell'UE. Il tasso di occupazione tra le persone straniere con alto livello d’istruzione è comunque inferiore a quello delle persone nate in Svezia, situazione già evidenziata per altre tipologie di lavoratori. Per un paio d’anni l’immigrazione in Svezia è diminuita per una serie di fattori: una situazione più stabile in Iraq, meno migrazioni familiari provenienti da Somalia, che si spostavano per ricongiungersi a parenti già migrati in Svezia, e a seguito del risultato di due sentenze della Corte d'Appello di migrazione nel 2010. Queste due sentenze hanno aumentato il numero di documenti necessari per la richiesta d’identificazione che in pratica segnalava che nessuno dalla Somalia aveva ricevuto un permesso di soggiorno come familiare di immigrati nel corso del 2011. Solo nel 2012, è stato possibile determinare le identità tramite analisi del DNA.

Come evidenziano i dati delle statistiche nazionali e di quelle dell’OECD, la Svezia rimane uno dei principali paesi UE di destinazione per quanto riguarda i richiedenti asilo. Con il precipitare della situazione in Siria e lo scoppio della guerra civile, si è invertita la tendenza in atto negli ultimi due anni e l’arrivo di rifugiati e profughi ha segnato un’immigrazione record. La componente di questa immigrazione è prevalentemente maschile, circa il 60% sono uomini, mentre il restante 40% sono donne. Emigrano principalmente giovani con un'età media per le donne di 27 anni e per gli uomini di 29 anni. La previsione dello Swedish Migration Board è che nel 2013 le domande dei richiedenti asilo aumenteranno ancora. Il tasso di approvazione di primo

grado da parte del Consiglio svedese per le domande di asilo è stato intorno al 34 % nel 2012 (rispetto al 30 % nel 2011)71. La popolazione della Svezia è aumentata di 73.038 unità nel corso del 2012 e pari a 9.555.893 persone alla fine dell'anno.72 Dopo alcuni anni di riduzione dell'immigrazione, i dati per il 2012 mostrano un nuovo incremento, per un totale di 103.059 persone immigrate, il livello più alto mai raggiunto. Allo stesso tempo nel corso del 2012 è aumentata anche l’emigrazione, 51.747 sono le persone che hanno scelto di emigrare, superando la già elevata cifra del 2011 (Fonte SCB). C’è anche una particolare situazione che si evidenzia dai dati sugli ingressi, i cittadini svedesi che decidono di re-immigrare compongono la maggior parte del gruppo di immigrati. Essi rappresentavano il 20 per cento di tutti gli immigrati, mentre i cittadini provenienti dalla Siria sono il gruppo più numeroso.

Figura 10: Numero di cittadini svedesi che sono re-immigrati durante il 2012, fonte SCB Per quanto riguarda l’emigrazione, a partire dal 2011 i dati rimangono alti, addirittura si evidenzia un leggero aumento. Nel 2012 sono emigrate 51.747 persone, con un                                                                                                                

71  International Migration Outlook 2013, http://www.oecd.org/els/mig/SWEDEN.pdf 72 Population statistics 2012, http://www.scb.se/

incremento di 568 persone rispetto all'anno precedente. Di queste persone, 23.337 erano donne e 28.410 uomini. Le persone emigrano in particolare verso i paesi nordici e quelli anglosassoni. Cittadini svedesi emigrano soprattutto in Norvegia, anche se per la prima volta dal 2004 c’è una diminuzione dell’emigrazione verso questo paese. In totale, l'emigrazione in Norvegia è sceso di un quarto e per i cittadini svedesi del 30 per cento. Uno dei paesi di emigrazione più comune è l'Iraq, due terzi di questi emigranti sono nati li e di quelli del rimanente terzo, la maggior parte ha almeno uno dei genitori nati in Iraq.