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Le politiche per i rifugiati in Svezia

4) Le politiche in materia di diritto d’asilo nell’Unione Europea

4.3 Le politiche per i rifugiati in Svezia

Fino al 1989 la Svezia ha avuto un approccio politico più liberale, rispetto al resto d'Europa, nei confronti dei richiedenti asilo e dei rifugiati. Questa politica liberale veniva estesa, non solo a quelli che erano minacciati in patria e per i quali era pericoloso vivere in quel paese, ma anche ai disertori dell'esercito e ai pacifisti. Dopo questa data, la Svezia ha cominciato ad accogliere i rifugiati rigorosamente sotto i principi della Convenzione delle Nazioni Unite del 1951 relativa allo status dei rifugiati, altrimenti nota come la Convenzione di Ginevra. Una decisione presa anche per smorzare le critiche di chi riteneva la politica svedese troppo liberale, soprattutto nei confronti di quelli che non erano considerati dei veri rifugiati. Dopo la firma dell’accordo di Schengen del 1996, con il quale i paesi si impegnano a garantire la libera circolazione delle persone nell’eurozona, il governo ha cercato inasprire la legislazione sull’immigrazione a lungo termine con la creazione di misure che introducono i permessi di soggiorno temporanei, piuttosto che quelli permanenti fino ad allora concessi ai richiedenti asilo, con l'intenzione di far tornare profughi nei loro paesi d'origine, una volta fosse stato dichiarato sicuro di farlo. Nonostante la necessità di limitare l’immigrazione e in particolare quelle per l’asilo politico, la Svezia è sempre stata uno dei paesi più accoglienti e tra le nazioni con il più alto tasso di rifugiati ospitati. Nel 2011, 29.670 richiedenti asilo sono arrivati in Svezia, con un calo del 7% rispetto al 2010. Di questi, 2.657 erano bambini non accompagnati, provenienti soprattutto da Somalia e Afghanistan163. Negli ultimi anni c’è stato un ulteriore aumento delle domande di asilo, come dimostrano i dati dell’anno scorso che parlano di 54.259 persone che hanno cercato asilo in Svezia (Fonte SCB). Uno su tre di questi richiedenti asilo erano cittadini siriani. Inoltre, sono immigrate in Svezia 115.845 e la ragione più comune per la richiesta di residenza per i cittadini non-nordici era quella di ricongiungersi con i familiari164.

                                                                                                                163The European Migration Network 2011. 164 Swedens population 2013, http://www.scb.se/.

Figura 17: richiedenti asilo per nazionalità e sesso nel 2012-2013 in Svezia, fonte SCB.

Una volta arrivato in Svezia, il richiedente asilo può presentare la sua domanda in uno degli sportelli informativi del Migration Board dedicati ai a questo tipo di richieste, presenti nelle maggiori città svedesi, oppure presso la polizia di frontiera. Una delle prerogative è che la pratica sia presentata entro i confini svedesi, non si accettano domande pervenute dall’estero. L’istituzione cui spetta il “compito dell’accoglienza, del supporto e dell’accompagnamento nella procedura di asilo di tutti i richiedenti presenti sul territorio nazionale nonché della decisione sulle domande di asilo”165 è lo Swedish Migration Board (Migrationsverket), ovvero l’Ufficio Immigrazione Svedese. A questo organo spetta, al fine di stabilire l'identità del richiedente, il prelievo delle impronte                                                                                                                

digitali e delle fotografie di un richiedente asilo. I candidati possono anche essere oggetto di un test di lingua al fine di accertare la loro nazionalità o etnia. I compiti di questo dispositivo sono disciplinati dal Reception of Asylum Seekers and Others Act del 1994, che gli affida anche la sistemazione dei richiedenti asilo in un alloggio adeguato, per coloro che non hanno la possibilità di organizzarsi autonomamente. Solitamente, alle famiglie dei richiedenti asilo sono offerti alloggi per conto proprio, mentre i single devono condividere l'appartamento con altri immigrati dello stesso sesso. L’alloggio fornito dal Swedish Migration Board per i richiedenti asilo (si tratta di «centri di accoglienza» sparsi tra diverse aree residenziali nei comuni e consiste principalmente in appartamenti con angolo cottura)166. I richiedenti dispongono inoltre di un’indennità giornaliera che serve per coprire i costi di cibo, vestiti e scarpe, le attività per il tempo libero, prodotti per l'igiene e altro. Serve inoltre per coprire le spese per la salute e le cure mediche, cure dentistiche e medicinali. I richiedenti asilo che hanno un reddito o possibilità economiche proprie, devono pagare sia per il cibo che per l’alloggio. Il Consiglio per la Migrazione Svedese ha, tra gli altri compiti, quello di organizzare attività per i richiedenti asilo tra i 18 e i 64 anni. Per esempio si tratta di programmare corsi di lingua svedese, lezioni d’inglese e d’informatica. Queste iniziative vengono predisposte con lo scopo di contribuire a rendere più positivo il periodo di attesa della richiesta di asilo, e per facilitare quindi un eventuale sistemazione in Svezia nel caso venisse concesso un permesso di soggiorno. Oppure per agevolare comunque il ritorno in patria nel qual caso fosse respinta la richiesta. Qualora la domanda di asilo dovesse essere negata, il migrante ha due possibilità: o accetta la decisione e decide di rientrare in patria, con il supporto delle istituzioni che lo aiuteranno nell’organizzazione del ritorno a casa (per alcuni è previsto anche un contributo economico). Altrimenti, qualora non accettasse, “il richiedente può presentare ricorso alla Migration Court, che riesaminerà la domanda e prenderà a sua volta una decisione. E’ possibile un ulteriore grado di appello, alla Migration High Court”167. A differenza di quanto accade in Francia o in Inghilterra, i richiedenti asilo hanno l'opportunità di lavorare dal primo giorno dopo il loro arrivo in Svezia,. Tuttavia, l'esenzione dal requisito del permesso di lavoro per i richiedenti asilo non comprende coloro che non aiutano a chiarire la loro identità. Dal 2012 sono i comuni in Svezia i responsabili per l’assistenza e                                                                                                                

166http://www.government.se/, Reception of asylum seekers. 167 Op. cit., Ansaldi 2013.

l’integrazione dei rifugiati. Ricevono un contributo pubblico per ogni rifugiato accolto nel proprio territorio e in cambio offrono contatti con posti di lavoro, scuole e strutture per l’assistenza all’infanzia. L’orientamento dato dallo stato è quello di immettere i rifugiati il prima possibile nel mondo del lavoro. Per fare questo sono state predisposte delle iniziative per i nuovi arrivati da parte del governo, come lo Step-in Jobs. Si tratta di sovvenzioni date alle imprese per facilitare l’occupazione e un rendere più veloce l’ingresso nel mondo del lavoro. Questi incentivi possono essere offerti per disoccupati immigrati appena arrivati nei posti di lavoro che devono essere combinati con corsi di lingua svedese. La sovvenzione che si impegna a garantire il governo è pari al 75 per cento dei costi salariali del datore di lavoro. Il Migration Board si occupa anche di esaminare l'istruzione e l'esperienza di lavoro di queste persone al momento del loro arrivo in Svezia. L'obiettivo è quello di consentire al servizio pubblico svedese per l'occupazione di fornire un adeguato supporto una volta che il permesso di soggiorno è stato concesso. Questa indagine può anche servire per migliorare le opportunità di occupazione durante il periodo in cui un caso di asilo viene preso in considerazione168. Una nuova legge nel dicembre 2010 ha modificato le attività di accoglienza per i profughi, per coloro che hanno bisogno di protezione e per i loro familiari. La responsabilità del coordinamento complessivo è stata assegnata al Public Employment Service (PES). “Una valutazione della riforma da parte della Swedish Agency for Public Management nel 2012 ha prestato sostegno a una maggiore prospettiva del mercato del lavoro in attività per i nuovi arrivati. Inoltre, la mappatura delle qualifiche dei nuovi arrivati da parte del PES e del Consiglio per l'immigrazione è stata identificata come una buona base offrire attività su misura”169. Questo ufficio per il pubblico impiego, è inoltre incaricato di creare un piano di integrazione professionale e sociale per i rifugiati con difficoltà di inserimento del mondo del lavoro. “Non può usufruire di tale piano chi studia, chi ha già un lavoro full time, che ha più di 65 anni o è totalmente inabile al lavoro”170. Per un rifugiato è possibile richiedere la cittadinanza svedese dopo quattro anni di residenza. Per ciò che concerne l’accoglienza dei minori, attualmente i Comuni                                                                                                                

168 Swedish integration policy, Facht Sheet, Ministry of Integration and Gender Equality, December

2009, http://www.government.se/.

169 International Migration Outlook 2013, http://www.oecd.org/ 170 Op. cit., Ansaldi 2013.

possono accettare anche minori non accompagnati su base volontaria e, come tale, vi è stata una carenza di posizionamenti per questo gruppo di richiedenti asilo. Dal 1 ° gennaio 2002, i bambini richiedenti asilo e i giovani hanno diritto alla formazione, e ad attività di pre-scolastiche alle stesse condizioni dei bambini che sono registrati come residenti in Svezia. A differenza della Francia, i minori richiedenti asilo non sono obbligati a frequentare la scuola. C'è stato dibattito in Svezia per quanto riguarda la possibilità che i comuni dovessero essere legalmente tenuti ad offrire posti per minori non accompagnati, questo tema rimane ancora senza soluzione nei dibattiti sull’argomento. La salute, le cure mediche e dentistiche per i richiedenti asilo, sono disciplinate dall’Health and Medical Care for Asylum Seekers and Others Act del 2008. Questa legge disciplina l'obbligo per i consigli di contea, di offrire i richiedenti asilo le prestazioni sanitarie, le cure mediche e dentistiche, anche per quanto riguarda i minori richiedenti asilo ai quali deve essere offerta la stessa assistenza sanitaria dei bambini che risiedono nel paese. Agli adulti richiedenti asilo devono essere offerte cure che non possono essere rinviate, come l’assistenza alla maternità, all’interruzione di gravidanza e i consigli sulla contraccezione171. La Svezia rimane uno dei sistemi di accoglienza e di protezione, tra quelli esposti, più inclusivo ed accogliente, con le migliori politiche e percorsi integrativi per rifugiati e richiedenti asilo. Uno dei problemi che in realtà affliggono la Svezia e che toccano da vicino i richiedenti asilo è quello delle discriminazioni razziali e del razzismo strutturale. Un fenomeno questo che preoccupa molto le organizzazioni internazionali, come Amnesty International, che nel suo rapporto del 2013 mette in evidenza un preoccupante aumento di tensioni provocate da episodi razzisti172. Pesanti critiche sono state mosse alla Svezia anche dalla Swedish United Nations Association, che insieme ad altre cinquanta organizzazioni ha presentato un rapporto alternativo all’UN Racial Discrimination Committee. Questo resoconto mette in luce, in particolare, la situazione di cinque minoranze nazionali della Svezia, dei musulmani, degli afro- svedesi, dei richiedenti asilo e delle persone senza documenti, che soffrono più di altre di discriminazioni razziali e di crimini ispirati

                                                                                                               

171 Reception of asylum seekers, http://www.government.se/.

all’odio173. Il rapporto prende in considerazione le manifestazioni di discriminazione in una serie di settori tra cui l’occupazione, l’alloggio, l’istruzione, la sanità e la polizia, l'amministrazione della giustizia e l'accesso a beni e servizi. Tra le proposte avanzate per cercare di arginare il razzismo strutturale della Svezia, c’è quella di una legge contro le discriminazioni che garantisca la parità di diritti e di opportunità. Si chiede inoltre l’introduzione di misure volte ad aumentare la qualità della procedura di asilo e di garantire una corretta valutazione delle esigenze in materia di asilo. Un maggiore impegno verso i diritti delle minoranze e l’effettiva applicazione della legislazione dei crimini ispirati dall’odio razziale.

                                                                                                               

173 Alternative Report to Sweden’s 19th, 20th, and 21st periodical reports to the Committee on the