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Anna Laura Palazzo

I territori lungo l’asta valliva dell’Aniene tra Roma e Tivoli contengono “in sedicesimo” la complessità di un più ampio sistema metro- politano. Si tratta di una città lineare vera e propria che, volgendo le spalle al fiume che pur ne ha determinato l’assetto, rinserra al proprio interno eccellenze produttive - il Polo della Tiburtina Valley - insieme a qua- lità naturalistiche insospettate e a detrattori ambientali di grande evidenza, esibendo va- rie modalità di diluizione e dissoluzione tra urbano e rurale.

Ulteriori elementi di specificazione riguar- dano la storica interdipendenza tra Roma e Tivoli favorita dai diversi impieghi del fiume e lungo il fiume: captazione per i fabbiso- gni idrici ed energetici della Capitale, atti- vità proto-industriali legate alla presenza di cartiere e ferriere, estrazione di travertino e altri materiali di costruzione, importazione dell’olio tiburtino. Numerosi impianti di archeologia industriale di varia qualità edi- lizia, anche ai margini del centro storico di Tivoli, versano in stato di abbandono. Una fruizione estesa e disordinata della Cit- tà Tiburtina ha offuscato ogni sintassi pree- sistente legata al fiume e alle sue molteplici utilità. L’urgenza di una inversione di rotta incontra una fase particolarmente propizia nella agenda programmatica della Regione Lazio per il settennio 2014-2020, della Cit- tà Metropolitana di Roma e del Comune di Tivoli che sta avviando il nuovo piano rego- latore.

Qui la continuità degli spazi aperti, incor- porata da diversi strumenti di area vasta, può essere concretamente sperimentata come Green and Blue Infrastructure in ap- poggio alle attrezzature di livello metro- politano per la costituzione di una rete strategicamente pianificata e fruibile: spazi variamente nominati e tematizzati per politiche indirizzate alla biodiversità, alla salvaguardia dei valori naturali e pae- saggistici, alla difesa del suolo e messa in sicurezza del territorio, alla rigenerazione delle risorse ambientali e al miglioramen- to delle loro prestazioni1.

Da tali constatazioni e dalle “ragioni del presente” occorre partire per la costruzione di obiettivi di qualità paesaggistica e di re- gole di trasformazione dei contesti insedia- tivi e dei paesaggi, fondamentali risorse del- la continuità ecologica e della biodiversità, contesi tra regimi di pianificazione sempre più articolati e complessi: il Piano Paesaggi- stico (Ptpr), il Piano Territoriale Provinciale (Ptpg), il Piano di Bacino Pdb), il Piano di gestione della Riserva dell’Aniene, limitata peraltro al territorio compreso all’interno del GRA.

La rete ecologica figura in un elaborato del Ptpg in scala 1:50.000, le cui componenti principali sono gli Habitat prioritari di in- teresse comunitario, considerati a tutti gli effetti previsioni strutturali del piano come invarianti ambientali a tempo indetermi- nato; il Ptpr rileva diversi paesaggi agrari, o più propriamente dei lacerti di paesaggio, in differente stato di salute e conservazio- ne; il Piano della Riserva, nel rimarcare la prevalenza delle attività fruitive sui temi della tutela, riconosce una vasta gamma di beni culturali e ambientali, tra cui “lo spa- zio ibrido e frammentato della pianura allu- vionale”, e le reti verdi e le “percorrenze che danno struttura”. Il Pdb sottolinea gli spazi di pertinenza del fiume e il suo paleo-alveo come elementi di particolare fragilità. La stessa programmazione europea fornisce strumenti idonei, come le misure di Gree- ning introdotte dalla nuova Politica agricola comune per il settennio 2014-2020 che po- trebbero rappresentare un formidabile ag- gancio per un impiego mirato, e quindi pro- gettuale, di risorse aggiuntive. Il Greening, concepito per unità produttive di dimensio- ni rilevanti (oltre i 10 ettari), è lo strumento con cui la PAC persegue l’obiettivo di remu- nerare economicamente gli agricoltori per la produzione di beni pubblici ambientali, in linea con la strategia Europa 2020: riten- zione del carbonio nel suolo, mantenimen- to degli habitat erbosi presenti nel pascolo permanente, protezione delle acque e degli habitat attraverso aree di interesse ecologi- co, miglioramento della resilienza dei suoli e degli ecosistemi con la diversificazione delle colture.

L’accesso degli agricoltori al cosiddetto “pa- gamento unico” è subordinato, oltre che alla diversificazione delle colture a semina- tivo e al mantenimento dei prati permanen-

ti, all’obbligo di destinare a “focus ecologico” il 5% delle superfici aziendali: superfici la- sciate a riposo, terrazzamenti e altri elemen- ti caratteristici del paesaggio, fasce tampo- ne, aree a colture permanenti, ecc. Nelle applicazioni più virtuose, il Greening è parte di una strategia di territorializzazione, di un disegno della Green Infrastructure in cui vie- ne a costituire una struttura di paesaggio, una morfologia e una connessione materia- le. Ciò suggerisce la concreta opportunità di incrociare la programmazione della rete ecologica riportata nel Ptpg con un’applica- zione su base volontaria di un Greening “in sedicesimo”, adattato alla realtà produttiva frammentata dell’Agro Tiburtino, cui sia de- dicata una apposita linea di finanziamento, ad esempio nell’ambito del Piano di svilup- po rurale.

Negli ambiti di interfaccia urbano-rurale, esperienze legate all’agricoltura sociale, alla cessione di orti urbani in comodato d’uso, o ancora fattorie didattiche e iniziative di re- cupero anche temporaneo di spazi verdi ab- bandonati, chiamano direttamente in causa le possibili componenti di “completamen- to” della rete ecologica. Il caso tiburtino potrebbe rappresentare un ambito di speri- mentazione di grande interesse anche per la riconversione dei tessuti produttivi esisten- ti in aree ecologicamente attrezzate (APEA), da considerare congiuntamente alle misure per la messa in sicurezza dal rischio idrau- lico, con la finalità di un incremento com- plessivo delle prestazioni urbane, paesaggi- stiche ed ambientali.

Come valutare le interazioni, coerenze e interferenze tra opzioni espresse dagli stru- menti di pianificazione vigenti? E’ possibile immaginare un riallineamento sulla di- mensione del “paesaggio” tra destinazioni e regolamentazioni degli usi del suolo incor- porando la più ampia gamma di spazi aperti e utilità ambientali?

Questa reductio ad unum, non immune da rischi di labilità interpretativa, equivale ad affermare che le politiche per il paesaggio sono inscindibili da quelle di promozione territoriale che spettano ai poteri locali, ri- chiamando “le percezioni e le aspirazioni delle collettività per quanto riguarda le ca- ratteristiche paesaggistiche del loro conte- sto di vita” (Convenzione europea del Pae- saggio, art. 1).

In termini di opzioni strategiche, la vision

dovrebbe fare perno sui grandi segni della natura e della storia, per attivare interventi di recupero diffuso con particolare atten- zione agli aspetti gestionali del processo. L’Aniene, la via Tiburtina e la viabilità su ferro tra Roma e Tivoli forniscono all’intero sistema una spina dorsale in grado di distri- buire percorrenze minori che si inoltrano nei tessuti insediativi, non assistiti da una progettualità pubblica e tuttavia non meno bisognosi di interventi di riqualificazione urbana e ambientale. La promozione pub- blica potrebbe riguardare in tali contesti un abaco di soluzioni possibili e compatibili per sostenere l’iniziativa privata, in associa- zione a forme di incentivo.

Se assumiamo per la Città lineare dell’A- niene una metrica retta dalle ragioni del paesaggio, dai rispettivi obiettivi di qualità che si confrontino con traguardi condivisi di sostenibilità e resilienza e da misure di pianificazione, salvaguardia e gestione che lavorino simultaneamente sui diversi regi- stri regolamentari della strumentazione vi- gente, risulta fondamentale una “tabella di conversione” che metta ordine nella attuale stratificazione normativa.

Alle diverse scale dell’indagine, la sosteni- bilità porta in conto provvedimenti relativi ai caratteri visibili e sensibili del territorio che trattano anche il tema della buona for- ma, della conformance, tanto per le coerenze tra specie di spazi aperti differenti che per soluzioni applicabili capillarmente dal bas- so, anche su iniziativa privata. La resilienza pone in gioco un concetto di performance, di prestazione legata tanto all’equilibrio ome- ostatico del sistema insediativo che alla sua capacità di riprodurre le diverse risorse pa- esaggistiche, ambientali ed agro-alimentari. Il momento attuale è particolarmente deli- cato, chiamando in causa nella Città Metro- politana e nei suoi sotto-ambiti una gover- nance di processo che faccia fronte al grave deficit pregresso. In questo campo di speri- mentazione, ogni livello di governo è chia- mato a cooperare per gli aspetti che più da vicino intercettano il suo spazio di azione. In tal modo, le opportunità offerte dalle varie modalità e gradazioni della valorizza- zione ambientale fornirebbero l’impalcatu- ra concettuale alla implementazione della connettività ecologica, affidata a tradizio- nali modalità discendenti per le sue compo- nenti principali già assistite da dispositivi

di qualche efficacia (Riserva dell’Aniene, Riserva del Monte Catillo, ecc.), anche dal basso, con modalità ascendenti affidate a iniziative locali dei Municipi della Capitale e dei Comuni di Tivoli e Guidonia.

Sotto questo profilo, l’istituto del Contratto di Fiume, dispositivo di programmazione partecipata che agisce mediante accordi vo- lontari tra pubbliche amministrazioni, sta- keholder e cittadinanza attiva, potrebbe costi- tuire lo strumento più indicato per integrare le tematiche propriamente ambientali con questioni legate alla valorizzazione dei siste- mi di permanenze storiche e dei paesaggi2.

1. “Green Infrastructure is seen as a strategically planned and delivered network comprising the broadest range of high quality green spaces and other environmental features”. Cfr. EU Commission, Communication from the

Commission to the European Parliament, the Council, the European economic and social Committee and the Committee of the Regions, Green Infrastructure. Enhancing Europe’s Natural Capital, May 2013.

2. La Regione Lazio ha aderito alla Carta Nazionale dei Contratti di Fiume, che reca indirizzi per il contenimento del degrado e la riqualificazione lungo le aste fluviali, e l’amministrazione capitolina ha istituito un Osservatorio per il Contratto territoriale dei Fiumi di Roma Capitale.

Territorio antropizzato e

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