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Progettare per il paesaggio

E oggi, con l’aggiornamento della propria pianificazione paesaggistica, la Regione Emilia-Romagna sta avviando un processo di innovazione nella prospettiva di dare origine a nuove e più efficaci modalità di governo del paesaggio per la qualificazio- ne dei paesaggi ordinari. In questa dire- zione è stato elaborato l’Atlante che opera una descrizione per sistemi strutturanti, con attenzione ai processi trasformativi (urbanizzazione; sistemazioni agrarie e dei boschi; i processi di riduzione della com- plessità e di banalizzazione del paesaggio).

L’Atlante definisce un quadro valutativo e strutturale volto a fornire una rappre- sentazione olistica o almeno integrata dei territori, che evidenzia nelle loro relazio- ni i caratteri e i valori di rilevanza per il processo di trasformazione, consentendo di confrontarli e di valutare e scegliere le alternative migliori per valorizzare le com- ponenti strutturali del sistema paesaggisti- co (Peano, 2011).

Nell’Atlante la Via Emilia e la Costa o me- glio il “rurbanizzato” costiero1, sono siste-

mi strutturanti il paesaggio, ambiti lineari

riconoscibili e privilegiati per osservare la trasformazione, la diffusione insediati- va, la metropolizzazione e i loro effetti sul paesaggio dal punto di vista ambientale, culturale e percettivo. Sono letture quelle dell’Atlante per costruire scenari del mu- tamento, come lenti di osservazione del processo di trasformazione, in tempi diver- si (paesaggi lenti, dinamici e differenziati, dove velocità del mutamento è parametro) (Voghera, 2016). Questi quadri interpreta- tivi e valutativi forniscono indicazioni per un progetto transcalare che ricerca coeren- za tra grande e piccola scala (direbbero Ber- ger, 2008; Waldheim C., 2006), legando per l’efficacia politiche, piani e progetti paesi- stici, urbani, locali o puntuali.

Questo è il tema su cui è concentrata la Commissione in questi anni: il progetto di paesaggio che è solo in alcuni casi capace di rendere concreti gli orientamenti strate- gici del piano e che, per sua stessa natura, opera attraverso strategie e scenari ad am- pia scala e azioni ed interventi puntuali. Il progetto di paesaggio necessita, da un lato, della dimensione di sistema, d’area vasta, per coordinare in strategie più ampie le po- litiche paesaggistiche riferite all’intero ter- ritorio, integrando (come nei casi emiliani)

te m i di rifle ss io ne

casi studio localizzazione obiettivi stato strumento ambito paesaggistico regionale

Nuove connessioni urbane, tra verde, acqua, boschi e

campagna Ravenna

Dall'idea di cintura verde ad un sistema integrato e multifunzionale di spazi verdi e agricoli dentro la città e nella sua corona

in parte realizzato piano urbanistico Rurbano costiero

Agricoltura custode del paesaggio rurale Reggio Emilia

La "cura" delle attività agricole e del paesaggio agrario quale nuova priorità nella pianificazione urbanistica e territoriale

da realizzare piano urbanistico Continuum urbanizzato sulla Via Emilia

Il paesaggio della rigenerazione Bologna Molteplicità di intendimenti ed esperienze di rigenerazione dei servizi

urbani nel capoluogo regionale in parte realizzato piano

urbanistico Conurbazione bolognese Il Parco del Mare. La nuova storia di Rimini Rimini Creare un nuovo (e condiviso) paesaggio del waterfront, per il

cambiare il futuro della città da realizzare

Progetto

urbano Metropoli costiera Tra l’antico ponte e la vecchia fornace, un nuovo parco ed

un moderno paesaggio: Paesaggi urbani in divenire lungo il torrente Riccione

Riqualificazione fluviale e recupero di archeologia industriale per ricucire il

paesaggio e la memoria collettiva in parte realizzato Progetto

urbano Metropoli costiera

Progetto di riqualificazione dell’Ospedale Psichiatrico

dell’Osservanza Imola

Spazi pubblici, funzioni plurime e usi temporanei per le aree dell'attesa quale esito della riqualificazione urbana di un ospedale a padiglioni

in parte realizzato Progetto di riqualificazione urbana

Città poli sulla Via Emilia

EX AMCM – Parco della creatività Modena

Un'area centrale dismessa da dedicare all'innovazione e alla ricerca nel campo della cultura: nuovi processi sfidanti perinnovative una sfida per le partnership pubblico/privato

da realizzare Progetto di riqualificazione urbana

Continuum urbanizzato sulla Via Emilia

La riqualificazione urbana attraverso l’arte pubblica Faenza Arte pubblica nelle aree periferiche, quale fattore identitario e di rigenerazione degli spazi urbani

in corso di

realizzazione RUE Città poli sulla Via Emilia

Pi an ifi car e i l P aesag gi o Proge tta re il pa es agg io de lla c itt à R iqu al ifi ca re il pa es agg io urba no

Obiettivi di qualità negli ambiti paesaggistici della Via Emilia e della costa

In questa direzione, i “territori” della via Emi- lia e della Costa, sono un paesaggio attivo, dinamico, “in rete”, parte di un sistema inte- grato e interconnesso, di cui la pianificazio- ne territoriale e paesaggistica deve essere un telaio, a geometrie e a dimensione variabile, capace di produrre politiche e progetti per orientare il cambiamento.

Nei progetti discussi il paesaggio è obiettivo delle trasformazioni urbanistiche ed è ca- pace di proiettare i sistemi territoriali fuori da una dimensione localistica, aprendo allo sviluppo, alla sicurezza, alla resilienza, alla qualità della vita e a sinergie innovative tra sistemi territoriali, attori e piani alle diverse scale.

1. Ovvero il “sistema costiero e dell’arenile” che era considerato nel Ptpr del 1986 tra i “sistemi strutturanti la forma del territorio”, limitazione incisiva sugli ambiti territoriali della costa già fortemente urbanizzati e individuati come “zone di salvaguardia della morfologia costiera”. 2. In particolare dobbiamo considerare che i siti

della Rete Natura 2000 e le aree protette, tra loro in parte sovrapposti, hanno un’incidenza sul territorio nazionale rispettivamente del 19% e dell’11%, e svolgono un ruolo chiave nella conservazione e gestione del paesaggio ordinario (CED PPN 2015 database).

la rigenerazione ambientale per rafforzare la qualità ecologica, con la valorizzazione di beni e sistemi per la fruizione e l’uso turi- stico, e con la riorganizzazione delle reti e degli spazi naturali e agricoli marginali o in abbandono. Dall’altro, come appare dai casi, la scala locale è essenziale per cogliere e pro- iettare in una dimensione di cambiamento i processi legati all'identità e alla comunità locale (come ci richiede la CEP); in questa direzione può assolvere un importante con- tributo anche l’Osservatorio.

L’azione progettuale, che ha un ruolo cru- ciale per andare incontro alle sfide che la Convenzione ci pone, richiede interazione tra natura e cultura, tra permanenza e cam- biamento, tra bisogni dell'individuo e delle comunità. Sfide che necessitano di azioni politiche, piani e progetti capaci di costru- ire un'alleanza tra politiche per il sistema ecologico e del paesaggio2 e tra politiche per

i paesaggi e politiche per i centri e beni sto- rico-culturali (Raccomandazione UNESCO 2013). Alleanze queste che sono fortemente presenti nei casi discussi e nello stesso Ptpr in revisione dell’Emilia-Romagna, che fin dalla stagione Galasso, sperimentava “pro- getti integrati di tutela e valorizzazione”, figura allora innovativa dell’azione proget- tuale in attuazione della piano paesaggisti- co per la capacità di intrecciare dimensione strategica e operativa.

I progetti emiliani sono capaci di uno sguardo transcalare, sempre necessario quando si progetta a scala di paesaggio, con attenzione alle dimensioni ambientali e socio-economiche dei processi paesaggi- stici, oltre che precondizione per avviare sinergie anche pubblico-private, tra azioni top-down e bottom-up, come ci richiede la CEP.

Sono progetti quelli discussi in cui il pa- esaggio “nasce entro e dal territorio”, avrebbe detto Gambi (1986). Territorio e paesaggio sono categorie “geneticamen- te allacciate e fortemente interconnesse”; sono territori che diventano paesaggio non solo quando le relazioni che lo hanno cre- ato iniziano a scomparire, come descrive Claude Raffestin (Raffestin, 2005, p.58) con riferimento ai paesaggi rurali del passato o alle aree industriali dismesse; occorre quindi che pensiamo il paesaggio creando il territorio, costruendo dunque un forte legame tra le pratiche che li interessano.

Riferimenti bibliografici

• Berger A., 2008, “Conversazione sul Landscape Ur- banism”, in Viganò P. (ed.) Landscape of Urbanism, Officina Edizioni, Roma.

• Bianchetti C., Il Novecento è davvero finito, Donzelli, Roma, 2011.

• Gambino R., 1988, “Piani paesistici: uno sguardo d'insieme”, in Urbanistica n. 90/88.

• Gambi L., “La costruzione dei piani urbanistici”, in

Urbanistica n.85/1986.

• Mazza L., 1988, “Piani paesistici: note in margine ad un intervento di Lucio Gambi”, Urbanistica, n° 91, INU edizioni, Roma, pagg. 107-109.

• Peano A., Voghera A., 2008, “I nuovi piani paesag- gistici”, in Rapporto dal territorio INU 2007, INU Edi- zioni, pp. 112-127.

• Peano A., 2011, “Uno strumento per la valutazio- ne”, in Urbanistica, 148, pp. 65-67.

• Raffestin C., 2005, Dalla nostalgia del territorio al de-

siderio di paesaggio. Elementi per una teoria del paesag- gio, Alinea editrice, Firenze.

• Voghera A., 2106, (a cura di) Progetti per il paesaggio, INU Edizioni, Roma.

• Voghera A., La Riccia L., 2016, Rapporto dal Territo-

rio INU 2016, Inu Edizioni, Roma.

• Waldheim C., 2006, The landscape urbanism reader, Princeton Architectural Press, New York.

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