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Strumenti di sviluppo locale: un Sistema Informativo Territoriale aperto e interattivo

per le comunità dei monti Lepini

145.000 abitanti, solo 6 presentano un declino demografico3, mentre ben 14 hanno un anda-

mento crescente, di cui 3 un forte incremento (Sermoneta, Sezze ed Artena). Dunque, nel caso dei monti Lepini possiamo parlare di una marginalità limitata solo ad alcuni casi mentre nel complesso l’insieme dei Comuni risultano sufficientemente dinamici, con al- cuni che si distinguono per un particolare in- cremento demografico legato soprattutto alle condizioni di accessibilità con l’area centrale di Roma, in particolare Sermoneta4. Si può

affermare che la mancanza di una capacità di costruire e portare avanti politiche coordinate di sviluppo locale sia ascrivibile più ad aspetti culturali e di crisi della rappresentanza politi- ca che non alle condizioni economiche ed am- bientali pur ricche di problemi da risolvere5.

In particolare, a tale crisi della rappresentanza si lega strettamente la debolezza delle struttu- re tecniche dei piccoli Comuni. Dei 26 Comu- ni delle Comunità Montane dei monti Lepini solo due oltrepassano la soglia dei 15.000 abi- tanti mentre 19 non superano i 5.000 abitan- ti. Le amministrazioni comunali, oltre alla carenza di organico, spesso sono prive di per- sonale tecnico di ruolo in grado di poter diri- gere un ufficio tecnico e devono supplire con soggetti esterni a contratto che non possono garantire un’efficace continuità e soprattutto un’azione che vada al di là dei compiti ordina- ri, di fatto straordinari nelle condizioni in cui operano. In generale, la capacità di analisi sul territorio e di progettazione in termini di de- finizione di scenari di assetto, aggiornamento del piano comunale, con varianti generali o rinnovo, sono del tutto insufficienti e affidati normalmente a professionisti esterni, desti- nati ad essere cambiati se l’amministrazione comunale cade e viene sostituita da un’altra di diverso orientamento politico. Come noto, tutto ciò genera un invecchiamento patologi- co della strumentazione urbanistica, in cui il Lazio purtroppo eccelle. Tale problema è spes- so affrontato, nei comuni dotati di maggiori capacità tecniche, con l’elaborazione di pro- grammi complessi, strutturalmente incapaci di sostenere progetti di futuro del territorio alla scala comunale. Affrontare la progettazio- ne e la pianificazione a questa scala diventa sempre più difficile sia perché scomodo poli- ticamente in termini di gestione dei conflitti e spendibilità dei risultati sia per le tendenze in atto a livello europeo oltre che nazionale ad incentivare la pianificazione di settore, in

particolare quella energetica e della mobilità, con specifici piani o con bandi per progetti su queste tematiche6. Del resto, «Nel contesto

italiano la pianificazione non è la forma della politica, conseguentemente la pianificazione territoriale non guida la formazione delle po- litiche» (Magnaghi, 2014) e così la conoscenza integrata del territorio si impoverisce e rende i piccoli Comuni sempre più incapaci di affron- tare i problemi in modo lungimirante e quin- di realmente efficace.

Pur a fronte di questa difficile condizione che potremmo definire strutturale, alcuni Comuni dei Lepini, stimolati anche dalle sollecitazioni della Regione, hanno ripreso ad impegnarsi per una maggiore ampiezza di obiettivi territoriali e una più produttiva collaborazione tra enti locali. La Compagnia dei Lepini, società pubblica partecipata dai 16 Comuni delle Comunità Montane XIII e XVIII del territorio dei monti Lepini e dalle stesse Comunità Montane, dalla Provincia di Latina, dalla CCIAA di Latina, dall’Unione delle Ca- mere di Commercio del Lazio e dal BIC Lazio, da marzo 2015 è stata rinnovata, rilanciando- ne la missione: mantenere un livello adegua- to di cooperazione tra i Comuni del territorio dei monti Lepini (soci della Compagnia dei Lepini) stimolando e promuovendo azioni finalizzate allo sviluppo locale e sostenibile del territorio7. La società è impegnata su tre

principali linee di azione integrate tra loro che riguardano la valorizzazione turistica dei monti Lepini, lo sviluppo rurale attraver- so la costituzione del GAL dei monti Lepini nell’ambito della strategia LEADER, l’istitu- zione del Parco regionale dei monti Lepini per coniugare sviluppo socioeconomico e tutela della biodiversità e del paesaggio. A sostegno di queste linee di azione la Compagnia dei Le- pini ha sottoscritto un protocollo d’intesa con il Ce.R.S.I.Te.S. (Centro di Ricerca e Servizi per l’Innovazione Tecnologica Sostenibile), strut- tura di riferimento per le attività didattiche e di ricerca di Sapienza Università di Roma nel territorio della provincia di Latina. Il protocol- lo si prefigge di sviluppare una collaborazione su diversi aspetti tra cui approfondire e siste- matizzare le conoscenze riguardanti i caratte- ri del territorio, contribuire all’incremento e alla riorganizzazione delle strutture museali del territorio dei Lepini, attivare processi par- tecipativi degli abitanti del territorio orientati all’istituzione del Parco regionale dei monti Lepini, al mantenimento dell’identità loca-

le ed all’incremento della cooperazione tra i Comuni. La collaborazione con il Ce.R.S.I.Te.S attraverso il Laboratorio di Progettazione del Territorio8 è stata avviata con la realizzazione

di un Sistema Informativo Territoriale (SIT) aperto e interattivo. Il SIT dovrà in primo luogo consentire la sistematizzazione del no- tevole patrimonio di studi e dati esistenti sul territorio dei monti Lepini che necessita di essere condiviso non solo da studiosi e tecnici ma anche dagli abitanti.

Sistematizzare questo patrimonio significa poterne disporre in modo efficace per elabora- re studi e progetti che sempre più spesso sono richiesti in modo scarsamente prevedibile e con tempi strettissimi per ottenere finanzia- menti in vari settori della pianificazione. Il sistema sarà aperto con un’impostazione open data, open access e open content. Si inseriranno e pubblicheranno contenuti prevalentemente attraverso l’uso di licenze creative commons e si utilizzerà il software open source QGIS. Questo software, completamente gratuito, nonostante presenti ancora delle instabilità nell’esecuzio- ne di operazioni complesse, ha raggiunto per le procedure di base una notevole affidabilità. Quest’ultima è in costante e rapido incremen- to grazie ad una grande comunità di utenti in- centivata da un’interfaccia grafica intuitiva e non dispersiva che consente, anche a persone non laureate, tempi di apprendimento molto contenuti per un uso di base. Tale caratteri- stica risulta fondamentale per consentirne la diffusione all’interno degli uffici tecnici dei piccoli comuni e creare in questo modo la rete primaria per l’uso del SIT nel territorio. L’aper- tura del sistema è però legata anche all’uso di un webGIS in grado di restituire al pubblico i dati e la cartografia inserita nel SIT non solo in forma unidirezionale ma anche attraver- so modalità interattive che consentano alle diverse tipologie di utenti di inserire propri commenti, informazioni, elaborazioni. Que- sto tipo di strumenti hanno subito una rapida evoluzione a partire dalle esperienze pionie- ristiche nordamericane e britanniche inscri- vibili nei Public Participation GIS e grazie al diffondersi del webmapping legato anche all’u- tilizzo di informazioni spaziali via smartphone. In Italia regioni ed enti locali si stanno via via dotando di sistemi webGIS ma l’impostazione appare ancora fortemente unidirezionale con limitate possibilità dell’utenza di inserire pro- pri contenuti e comunque lontana dal con- sentire degli ambienti collaborativi. Questi

ultimi rappresentano invece uno degli obiet- tivi del nostro SIT che si intende raggiungere attraverso una progressiva costruzione di ap- plicazioni informatiche e di fasi di interazione con gli abitanti via rete e non. All’interno di questo percorso si inseriranno opportune me- todologie di valutazione economiche ed am- bientali per sostenere una discussione pubbli- ca sull’efficacia di piani, progetti ed interventi che hanno interessato o si intende attuare nel territorio dei Lepini9. In questo modo si potrà

migliorare il processo di apprendimento col- lettivo che connota la discussione pubblica sulle scelte territoriali, attualmente impoveri- to e deformato dal conflitto politico e dall’uso burocratico di VIA e VAS.

Il SIT sarà dunque un sistema dinamico di proprietà pubblica, gestito in misura crescen- te dagli attori del territorio; l’Università ha il ruolo di impostare l’architettura del SIT e di innescarne il processo di costruzione, fornen- do le conoscenze per consentirne la gestione alle strutture istituzionali ed evitando la pro- duzione di SIT spesso inutili o rapidamente obsoleti. L’obiettivo di fondo è quello di favo- rire quanto più possibile l’autogoverno delle comunità, condizione necessaria per uno svi- luppo autosostenibile.

1. L’Amministrazione Zingaretti della Regione Lazio ha inserito l’istituzione del Parco all’interno del suo programma di interventi ma non è certo che riesca a realizzarla. 2. Tra gli elementi di grande rilevanza la ZPS

Monti Lepini di circa 47.000 ha in cui sono ricompresi 5 SIC. Per un approfondimento sulla ricchezza di risorse ambientali presenti nel territorio dei Lepini si veda Corsetti et al., 2015. 3. Tra questi, l’unico in forte decremento

è Vallecorsa, un Comune che, peraltro, insieme a Castro dei Volsci, anch’esso in decremento, appartiene ai monti Ausoni piuttosto che ai Lepini.

4. La linea ferroviaria Roma-Napoli via Latina consente ormai di raggiungere il centro di Roma con tempi più brevi di quanto si possa ottenere sia con il mezzo pubblico che con quello privato da molte periferie della capitale. Sermoneta ha avuto una crescita demografica tra il 2001 e il 2015 di circa il 49% diventando la manifestazione più evidente di un fenomeno di trasformazione in periferia romana della parte settentrionale del territorio Pontino. 5. Confrontando i dati relativi al reddito medio

pro capite 2014 dei comuni italiani resi disponibili dal Ministero dell’Economie e delle Finanze nel 2016, dei 26 comuni delle tre Comunità Montane nessuno si colloca

nella fascia tra 0 e 10% dei comuni più poveri, 4 nella fascia 10-20%, 8 nella fascia 20-30%, 7 nella fascia 30-40%, 3 nella fascia 40-50%, 1 nella fascia 50-60%, 3 nella fascia 60-70% (http://www.infodata.ilsole24ore.com/). 6. Significative in questo senso le indicazioni

dell’Agenda urbana della UE che, con il recente Patto di Amsterdam (30 maggio 2016) definisce un coordinamento di politiche settoriali piuttosto che un approccio di pianificazione integrata. 7. La società è stata costituita nel 2002 con il fine

di coordinare la realizzazione del programma S.T.I.Le. (Sviluppo Turistico Integrato dei Lepini), un piano di sviluppo locale approvato dalla Regione Lazio e finanziato con i Fondi comunitari di Agenda 2000 (Programmazione comunitaria 2000-2006), in attuazione della Legge regionale 40/99: Programmazione integrata per la valorizzazione ambientale, culturale e turistica del territorio.

8. Il Laboratorio svolge attività didattica e di ricerca presso la sede di Latina della Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale con la responsabilità scientifica dell’autore, il coordinamento tecnico dell’ing. Patrick Maurelli, la collaborazione dell’ing. Paolo Bellato, dell’ing. Enrica Felici, dell’ing. Valerio Mazzeschi, dell’ing. Gianluca Vavoli.

9. Le metodologie di valutazione economica ed ambientale saranno elaborate ed applicate in collaborazione con la prof.ssa Cristina Simone, docente di Economia e gestione d’impresa presso la sede di Latina della Facoltà di Economia di Sapienza Università di Roma.

Riferimenti bibliografici

• Corsetti L. - Angelini C. - Copiz R. - Mattoccia M. - Nardi G. a cura di (2015), Biodiversità dei Mon-

ti Lepini, Atti del convegno, Carpineto Romano

(RM), 17 maggio 2014, Edizioni Belvedere, Lati- na.

• Magnaghi A. a cura di (2014), La regola e il proget-

to Un approccio bioregionalista alla pianificazione territoriale, University Press, Firenze, p.IX.

• UVAL (2014), Strategia Nazionale per le aree in-

terne: definizione, obiettivi, strumenti e governance,

Collana Materiali UVAL n.31, anno 2014 http:// www.dps.gov.it/it/pubblicazioni_dps/materia- li_uval

> errata corrige

Nel n. 267-268 di Urbanistica

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