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V. 2 (Due?) Romanzi allo specchio

V. 4. L’autotraduzione e il personaggio: il caso della parola ‘eidolon’

Se nel titolo si assiste ad una sorta di ‘riduzione’, nel tessuto testuale si può in certi casi ravvisare una maggior ricercatezza terminologica; ciò avrà significative

22 Trad. It.: “[l]a pupilla svolge [...], metaforicamente, il ruolo di specchio trasparente, in cui si vedono sia l’immagine riflessa [...], sia ciò che sta ‘oltre’ lo specchio [...]; questa ‘inconcepibile unione’ crea un’originale esempio di doppia esposizione ” (Levin 1997: 141). Questo effetto è anche noto come ‘effetto Schlemihl’.

ricadute sulla costruzione stessa del protagonista Smurov. Ad esempio, al posto del più comune “image” che nel breve romanzo di solito traduce l’altrettanto consueto vocabolo russo “образ” (Nabokov 1978: 48), ovvero ‘immagine’, ‘aspetto’, ‘personaggio’, nella versione inglese, solo per una volta, in una posizione marcata dal punto di vista dello sviluppo della trama, viene usata la parola “eidolon” (Nabokov 2010: 56), che corrisponde all’italiano “immagine eidetica” (Nabokov 2006: 60): “Больше ничего нельзя было из нее вытянуть, и образ получался довольно бледный, малопривлекательный”24. Nella versione inglese, invece, si legge: “[t]here was nothing more to be wheedled out of her, and the resulting eidolon was rather pale and not very attractive”. Il contesto fornisce un indizio di fondamentale importanza: il narratore sta qui perseguendo la “classification of Smurovian masks […] as [a] scientist […] interested only in taxonomic characters” (Nabokov 2010: 54). Qui viene infatti descritto il primo, insoddisfacente risultato di questa ricerca volta a scoprire la reale identità dello sconosciuto Smurov. L’inglese “eidolon”, lemma letterario e sicuramente non di uso corrente25, ricalca, nei suoi significati di ‘persona o cosa idealizzata’ e di ‘spettro’, l’antica parola greca ‘εδωλον’ (‘eidōlon’), che significa appunto ‘figura’,

‘rappresentazione’, ‘immagine mentale’, ‘fantasma’, ‘cosa incorporea’, ‘fantasia’, ‘simulacro’, ‘simulacro di divinità’. Ma ai fini dell’analisi testuale sono ancor più rilevanti i significati di ‘immagine riflessa in uno specchio’ (nel senso utilizzato da Platone) e di ‘immagine riflessa nell’acqua’. Non sfuggirà poi il fatto che ‘eidōlon’ deriva da ‘εδος’ (‘eidos’), ‘vista’, e da ‘εδω’ (‘eidō’), ‘io vedo’26. Il senso della vista, il vedere, e l’oggetto della percezione stessa, ovvero l’immagine, mentale o creata materialmente, convivono dunque in questo unico termine, ‘eidolon’, introdotto da Nabokov nella sua versione inglese di un romanzo che costituisce una magistrale variazione sul tema del Doppio e degli specchi. Prestare attenzione a questo dettaglio è decisamente importante; come spiega Dale Peterson, “Nabokov employs arcane words when he has something rare to say” (2008).

Alla stratificazione semantica, che vede sedimentarsi i significati di ‘immagine’, ‘rappresentazione’, ‘vista’, ‘specchio’, ‘fantasma’, va aggiunta anche l’accezione tassonomica vicina al concetto di ‘specie’, a cui l’autore stesso accenna nel brano sopra

24 Trad. It.: “Non fu possibile carpire altro da lei, e l’immagine risultò molto pallida, non molto affascinante”.

25 La parola compare in pochi dizionari; il vocabolario Hazon Garzanti (2010: 391) riporta la dicitura “non com.”, mentre l’Oxford Dictionary of English (2003: 563) contrassegna la parola come “literary”. 26 Per non parlare della somiglianza morfologica tra ‘ei’ di ‘eidō’ e ‘eye’. Per quanto riguarda definizioni

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citato27 e che mostra notevoli somiglianze con il metodo di riduzione eidetica elaborato da Edmund Husserl (1859-1938). Nell’ambito della fenomenologia questo procedimento prevede infatti di ridurre l'idea di un fenomeno alla sua essenza percettiva prima e originale, privata di tutti gli elementi complementari e accessori:

»In« der reduzierten Wahrnehmung (im phänomenologisch reinen Erlebnis) finden wir, als zu ihrem Wesen unaufhebbar gehörig, das Wahrgenommene als solches, auszudrücken als »materielles Ding« [...]. Alles, was dem Erlebnis rein immanent und reduziert eigentümlich ist, was von ihm, so wie es in sich ist, nicht weggedacht werden kann und in eidetischer Einstellung eo ipso in das Eidos übergeht, ist von aller Natur und Physik und nicht minder von aller Psychologie durch Abgründe getrennt28 (Husserl 1913, Parte Terza, § 89, p. 184).

Per arrivare all'oggetto eidetico Husserl avanza il metodo della variazione: presi tutti gli aspetti relativi alla percezione di un dato fenomeno, si sottopongono a variazione. Ciò che non modifica il significato del fenomeno ne costituirà la struttura invariabile, mentre invece ciò che mutando cambierà il significato del fenomeno verrà escluso, essendo in rapporto ad esso contingente e accidentale. Similmente, il narratore in Соглядатай - The Eye manifesta la precisa volontà di voler cogliere la vera essenza di Smurov: per raggiungere tale scopo inizia a ‘collezionare’ le impressioni, spesso profondamente differenti, che gli altri personaggi ne hanno.

Si aggiungerà poi che in neuroscienza e in psicologia l'immagine eidetica consiste nella “percezione di cose non presenti […], nitida come un'allucinazione, ma della cui natura puramente mentale il soggetto è consapevole”29, e che similmente, nel ramo della psichiatria, la memoria eidetica contraddistingue un particolare tipo di memoria, comunemente intesa come fotografica o visiva, caratteristica tipica dell’infanzia e della preadolescenza. Un tipo di memoria che sembra inoltre essere associata alla sindrome di Asperger, malattia non rara in soggetti affetti da ritardo mentale30. Come spiega Attwood (1998), i portatori di questa sindrome (la cui eziologia è ancora ignota) sono caratterizzati dall'avere una scarsa capacità di empatia, che

27 Il discorso sulla specie è ulteriormente tematizzato nella lunga digressione riguardante l’entomologia posta al centro del romanzo (Nabokov 2010: 53-54).

28 Trad. It.: “Nella percezione ridotta (nell’Erlebnis fenomenologicamente puro) noi troviamo, come ineliminabilmente appartenente alla sua essenza, il percepito come tale, ossia la ‘cosa materiale’ [...]. Tutto ciò che, in maniera puramente immanente e ridotta, è proprio dell’Erlebnis, ciò che ad esso, così come è in sé, non può essere tolto via col pensiero e si solleva eo ipso a eidos, è separato da un abisso da ogni natura e scienza fisica, e non meno da ogni psicologia” (Husserl 1976: 203).

29 Dizionario Garzanti della lingua italiana (2009). La voce si può consultare online all’indirizzo: http://garzantilinguistica.sapere.it/it/dizionario/it/lemma/4604f552b2a9629da00cd6673bdd66cc94 4baaa4.

comporta una persistente compromissione delle interazioni sociali (generalmente molto limitate), schemi di comportamento ripetitivi e stereotipati, attività e interessi molto ristretti. Nonostante sia dimostrata una stretta correlazione con l'autismo classico, non si riscontrano significativi ritardi nello sviluppo del linguaggio o cognitivo. Tra i disturbi associati a questa malattia della personalità vale la pena ricordare quello schizoide della personalità, depressione, ansia e disturbo ossessivo- compulsivo. Gli individui affetti da questa sindrome affrontano un’ulteriore difficoltà: quella di non saper ‘leggere tra le righe’, interpretando le informazioni quasi soltanto ad un livello letterale.

È stato anche scientificamente dimostrato31 che molte persone affette dalla sindrome di Asperger sono dotate di grande intelligenza, addirittura superiore alla norma, manifestando ragionamenti estremamente sofisticati e un’abilità non comune per i doppi sensi o i giochi linguistici. Possiedono inoltre una spiccata facilità di lettura e scrittura, tanto da poterli definire ‘iperlessici’ o grafomani. Infine, è importante sottolineare che queste persone sono attratte da attività in cui si possa ritrovare un certo ordine, una determinata logica, come per esempio le classificazioni.

Leggendo queste informazioni, sembra di trovarsi di fronte al caso clinico di Smurov: non ha una vita sociale particolarmente attiva, le sue attività seguono uno schema ripetitivo (la scrittura, le relazioni con la stessa tipologia di donna, l’impossibilità di rompere il cerchio della sua routine), non è capace di interpretare correttamente le impressioni che riceve dagli altri personaggi, ma al contempo fa sfoggio di un linguaggio ricco di sfumature e giochi interlinguistici, segue d’istinto il forte impulso alla scrittura, ed è attirato in maniera incontrollabile dal principio di osservazione finalizzata alla classificazione, di se stesso. Non di rado The Eye è stato definito come il prodotto di una mente disturbata dalla personalità dissociata; mi riferisco, ad esempio, alle affermazioni di Field (1967). Il narratore ha un evidente problema con la propria identità, ed è questa incertezza a mettere in moto la macchina narrativa: Smurov non è soddisfatto della propria vita, perciò, secondo diversi critici, si inventa un doppio. Connolly, ad esempio, sostiene che:

the central character perceives a devastating blow to his self-esteem in front of others. This rebuff then precipitates a kind of extinction of the basic, integrated personality, and this is then followed by a strange new sensation of something like life after death, during which the core personality is reproduced or multiplied (Connolly 1991: 133).

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Secondo Connolly, l’espediente della malattia mentale fornisce a Nabokov l’opportunità di esplorare la complessa relazione tra immaginazione e realtà: “[f]or Nabokov, the very same concept provides an opportunity to explore how mental instability and inspired imagination can lead to a possible defense against the vicissitudes of ‘real’ life” (Connolly 1991: 135). Come si vedrà in seguito, l’applicazione di un modello ‘liquido’ di personaggio consentirà di interpretare la questione in termini diversi, che enfatizzino l’elemento ‘unnatural’ della narrazione senza cercare di naturalizzarla. Gli esiti saranno discordi rispetto a quelli qui esposti.

E dunque, come un ricco scrigno, la parola inglese ‘eidolon’, perfetto calco dal greco, sembra racchiudere la multiforme chiave di volta di Соглядатай che, in sé, può esser considerato un vero e proprio roman-à-clef. La tensione dell’autotraduzione inglese verso una resa formale più sofisticata, semanticamente più densa ed evocativa (anche di rimandi intertestuali) viene quindi testimoniata en abyme in questo piccolo ma significativo termine32. Termine che peraltro mostra un altro significato, quello di ‘doppio astrale’. Nel Webster's Online Dictionary è infatti riportata la seguente definizione:

In Theosophy, an eidolon [...] is the astral double of a living being; a phantom-double of the human form; a shade or perispirit; the kamarupa after death, before its disintegration. The phantom can appear under certain conditions to survivors of the deceased33.

Questa accezione del termine indirizza l’interpretazione verso una comprensione del protagonista ben diversa da quello di grafomane malato mentale affetto dalla sindrome di Asperger. Si tratta piuttosto di uno spirito, ovvero del doppio incorporeo della forma umana, che continua tranquillamente a vivere dopo la morte svolgendo le azioni di sempre. Una simile lettura concepisce il personaggio come un morto, impegnato in una gestualità impossibile, poiché avviene in condizioni del tutto innaturali. Una di queste azioni è la narrazione post-mortem.

32 Alcuni critici tuttavia ritengono che l’autotraduzione abbia in realtà impoverito l’originale. A proposito di certe allusioni letterarie che potevano essere chiare al lettore russo dell’epoca, Johnson parla di “loss of one of the novella’s original dimensions” (Johnson 1985b: 402). Johnson sostiene infatti che “[t]heir effectiveness has been badly eroded with the passage of time and by the translation of the novella into a new language with a readership of very different cultural background. These factors account for some of the obscurity into which the book has fallen” (Johnson 1985b: 402).

33 Dizionario consultabile online: http://www.websters-dictionary- online.com/definitions/Eidolon+%28astral+double%29?cx=partner-pub-

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