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101 7.2.1 L’azione di de-risking sul finanziamento delle riqualificazioni energetiche profonde

Dal punto di vista tecnologico, di materiali e di tecniche avanzate a disposizione del comparto edile, il rispetto dei requisiti minimi di efficienza energetica degli edifici è sicuramente raggiungibile, e il mercato offre una vasta offerta; il problema rimane però la mancanza della domanda ad attuare le riqualificazioni profonde, poiché i costi di investimento e i relativi tempi di ritorno risultano ancora molto elevati e poco appetibili ai privati113. I contributi previsti a livello nazionale e locale rappresentano sicuramente uno stimolo ad aumentare la domanda, ma non basta: è necessario un forte supporto anche da parte dei soggetti finanziari. La criticità maggiore risiede nel fatto che, rispetto agli schemi economici fino ad ora utilizzati per le normali ristrutturazioni, le riqualificazioni energetiche profonde degli edifici comportano un rischio molto elevato di “fallimento” dell’investimento da parte delle banche.

113 La Direttiva dell’Unione Europea 2010/27 sull’Efficienza Energetica indica le “ristrutturazioni profonde ed efficaci in termini di costi” come interventi di ammodernamento degli edifici, di entità tale da ridurre il consumo energetico finale in quantità percentuali significative rispetto alla situazione precedente la ristrutturazione, portando così gli edifici ad un livello elevato di prestazione energetica. La Direttiva invita gli Stati Membri ad inserire le ristrutturazioni profonde nelle proprie strategie nazionali, anche al fine di cogliere le opportunità di crescita e occupazione nei settori qualificati del commercio e dell'edilizia, nonché nella produzione di prodotti edili e nelle attività professionali. A livello nazionale lo strumento tecnico che consente di definire in dettaglio l’entità dell’intervento di riqualificazione (quanto possa essere profonda) è il Decreto sui requisiti minimi del 26 giugno 2015, laddove declina i parametri relativi al fabbricato ed agli impianti tecnici specifici per gli edifici sottoposti a ristrutturazione importante, nonché nelle definizioni di edifici NZEB (edifici ad energia quasi zero) che entreranno in vigore dal 2019 per gli edifici pubblici e dal 2021 per tutti gli altri.

PROGETTO - Sharing Cities: One-Stop-Shop per la città di Milano

F. Hugony

Il progetto è finanziato nell’ambito del programma quadro di ricerca e innovazione Horizon 2020 ed ha il principale obiettivo di realizzare dei distretti “smart ad energia quasi zero” nelle tre città lighthouse del progetto: Londra (capofila del progetto), Milano e Lisbona. Gli ambiti attraverso i quali si snoda il progetto sono tre: People/Place/Platform e definiscono le attività principali da realizzare: people, ovvero, la partecipazione attiva degli abitanti anche attraverso la co-progettazione dei servizi; place, ovvero, la realizzazione di interventi di “deep renovation” degli edifici, l’implementazione della mobilità condivisa (car sharing e bike sharing) e l’installazione di lampioni intelligenti e infine platform, ovvero la realizzazione di una piattaforma urbana di condivisione per la gestione dei dati provenienti dai sensori installati in tutta l’area.

Il progetto è iniziato il 1° gennaio 2016 e terminerà il 31 dicembre 2020: i primi 3 anni sono dedicati all’implementazione degli interventi e gli ultimi 2 al monitoraggio e alla verifica dell’efficacia delle azioni intraprese.

A Milano, dove l’area del progetto è quella di Porta Romana – Vettabbia, i partner locali sono: Comune di Milano, Fondazione Politecnico di Milano, AMAT, ATM, Politecnico di Milano, Poliedra, Cefriel, Teicos UE S.r.l., Future Energy s.r.l., Kiunsys S.r.l., NHP S.r.l, Legambiente Onlus, Ricerca sul Sistema Energetico (RSE SPA), A2A S.p.A., A2A Reti Elettriche, Unareti, Siemens Spa.

Per la riqualificazione energetica profonda degli edifici gli obiettivi che il progetto deve raggiungere consistono nella riqualificazione di 21.000m2 di condomini privati e 4.000m2 di case popolari.

Per quanto riguarda le proprietà private, il contributo europeo copre soltanto una piccola percentuale degli interventi, i cui costi devono di fatto essere sostenuti dai proprietari degli appartamenti. Per questo, è stata sperimentata una metodologia di “one stop shop”, partita proprio dal coinvolgimento dei condomini e giunta ad oggi alla realizzazione di 4 condomini per totali di 15.496 m2.

Il sistema di coinvolgimento dei condomini è partito da una campagna di informazione e comunicazione sul progetto e dalla pubblicazione di una manifestazione di interesse lanciata dal Comune di Milano (AMAT) che ha portato alla candidatura di 52 Condomini. La proposta di partecipare al progetto Sharing Cities e di avviare un percorso di diagnosi partecipata è stata approvata in sede di Assemblea da 20 Condomini che hanno partecipato per tramite dei loro ‘energy champions’ ad un percorso di co-progettazione degli interventi messo a punto dai partner tecnici, scientifici e da esperti di comunicazione del progetto.

Gli scenari di intervento identificati al termine del percorso (3 incontri di gruppo avvenuti nelle sedi del Municipio 4 e 5 di Milano e 1 incontro dedicato al singolo condominio), sono presentati con i relativi piani economici e finanziari e vengono di volta in volta perfezionati sulla base delle richieste degli abitanti, grazie alla presenza costante di un facilitatore tecnico ed esperto in comunicazione, per arrivare all’Assemblea Condominiale di delibera con una proposta veramente condivisa. I partner tecnici del progetto Sharing Cities (Teicos UE S.r.l., Future Energy s.r.l.) assistono il Condominio durante tutto il percorso, costruiscono le proposte di intervento e realizzano gli interventi. Inoltre, preparano dei piani finanziari ad hoc rispetto alle condizioni dei condomini in generale e dei singoli proprietari, combinando il meccanismo delle detrazioni fiscali in tutte le sue forme (compresa la cessione del credito), con il contributo derivante dal progetto, con pacchetti agevolati di finanziamento provenienti da soggetti finanziari privati.

I punti di forza della metodologia sono: la collaborazione di enti pubblici, privati e ONG, la multidisciplinarità dei facilitatori con competenze tecniche e di comunicazione, in grado di supportare la complessità delle dinamiche di Condominio e il concetto di opportunità creato dall’incentivo europeo, limitato nel tempo e non per tutti (l’incentivo è garantito solo ai primi 21.000 m2 di edifici), che ha innescato una

competizione virtuosa tra condomini.

Alcuni numeri del progetto: 52 studi di fattibilità, 20 diagnosi partecipate, 924 famiglie coinvolte, 24.000 m2 di slp di interventi di “deep

renovation” approvati entro la fine del 2018, 470.000 kg di mancate emissioni di CO2.

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Per attrarre gli investimenti è dunque necessaria un’azione di “de-risking” dei finanziamenti, lasciando spazio alla convenienza di un progetto di riqualificazione energetica che, oltre a diminuire i consumi energetici e ad aumentare il valore dell’immobile, migliora la qualità dell’aria e il benessere di chi ci abita oltre, ovviamente, ad aumentare i posti di lavoro e la domanda nel settore dell’edilizia. Il gruppo EEFIG (Energy Efficiency Financial Group) ha individuato due fattori principali che comportano la scarsa fiducia negli investimenti114:

• I pacchetti finanziari vengono predisposti non mettendo a bilancio i benefici indiretti (non strettamente legati alla riduzione dei consumi di energia) di un edificio riqualificato come, per esempio, la rivalutazione dello stabile, i minori costi di manutenzione, il benessere degli abitanti.

• La mancanza di protocolli che definiscano, tramite parametri standardizzati, i diversi interventi, obbliga a creare per ogni caso dei pacchetti di finanziamento ad hoc con il conseguente aumento dei costi per i soggetti finanziari che li predispongono e la difficoltà di aggregare i progetti per arrivare a budget più interessanti per gli investitori. Gli strumenti finanziari che le banche private mettono a disposizione degli utenti sono in forma di prestiti o mutui. I prestiti a tasso agevolato sono concessi nel caso di manifesta fiducia nella qualità del progetto e anche rispetto all’entità complessiva dell’intervento. È il caso, per esempio, del Comune di Milano che, all’interno del bando BE2, pubblicato a maggio 2018, per incentivare interventi di efficienza energetica negli edifici privati, garantisce un pacchetto finanziario

114 Per approfondimenti, si veda: www.eefig.com/index.php/underwriting-toolkit. CASO STUDIO - L’Audit energetico di Città Metropolitana di Milano

F. Hugony

Il Servizio Efficienza Energetica della Città Metropolitana di Milano è incaricato all’ispezione degli impianti termici civili dei Comuni del territorio di competenza con una popolazione minore di 40.000 abitanti e per il Comune di Rozzano (con più di 40.000 abitanti), che ha stipulato una specifica Convenzione con l’Ente.

La Città metropolitana ha sempre condotto con grande ambizione ed elevate competenze tecniche l’attività ispettiva, fino ad arrivare nel 2015 ad accreditarsi alla norma ISO 9001:2008 con il supporto di ENEA.

Ha così accolto la sfida lanciata a livello europeo, nazionale e regionale, dando un concreto seguito a ciò che viene richiesto dai nuovi rapporti di ispezione: offrire agli utenti un elenco di interventi migliorativi in termini di efficienza energetica delle proprie abitazioni. Organizzandosi internamente e avvalendosi dell’appoggio tecnico dei propri ispettori, la Città metropolitana ha avviato e implementato, a livello sperimentale, una procedura per l’effettuazione di Diagnosi Energetiche degli edifici con impianto termico centralizzato, di potenza non inferiore ai 35 kW, e che non ricadano nella casistica della Relazione Tecnica Asseverata (impianti ≥ 116,3 kW e > 15 anni). Per questi specifici impianti Città metropolitana di Milano ha inserito nel rapporto di ispezione, alla sezione “5b) Interventi atti a migliorare il rendimento energetico”, il rilascio da parte dell’ispettore al responsabile di impianto di una “check list”. Questo documento deve essere compilato in tutti i suoi campi e rimandato all’autorità competente e raccoglie tutti i dati utili al fine di effettuare una diagnosi energetica. La “check‐list” che gli ispettori rilasciano al termine della verifica è la “Documentazione per Audit Energetico”, nella quale si richiede al responsabile impianto di fornire qualsiasi documentazione utile a ricostruire le caratteristiche dell’edificio (Relazione ex L. 10/91, la diagnosi energetica, l’Attestato di Prestazione/Certificazione Energetica) o, in assenza di questa, una descrizione dell'impianto (generazione, distribuzione, emissione e regolazione), la segnalazione di eventuali fonti rinnovabili installate, la stima dei consumi e la descrizione dell’immobile (tipologia, volume lordo riscaldato, anno di costruzione, caratteristiche involucro).

Una volta raccolti tutti i dati la procedura è stata articolata in 4 fasi:

• FASE1: ANALISI PRELIMINARE. È finalizzata a suddividere i sistemi edificio/impianto in categorie energetiche, per individuare gli edifici maggiormente energivori, tramite l’elaborazione dei dati provenienti dalla “Documentazione per Audit Energetico”.

• FASE2: VERIFICA DATI E PROPOSTA DI INTERVENTI. Per il singolo sistema edificio/impianto si verifica la congruità dei dati pervenuti e si effettua una modellazione di massima, per consentire di identificare gli interventi di miglioramento energetico più convenienti e di stimare i tempi di ritorno. Nell’analisi dei costi si considerano i contributi provenienti dalle detrazioni fiscali gestiti da ENEA. La modellazione viene effettuata con il supporto di ENEA e tramite il software gratuito SEAS, sviluppato da ENEA in collaborazione con l’Università di Pisa.

• FASE3: DIAGNOSI DI DETTAGLIO. Si effettua una diagnosi di dettaglio con SEAS di casi specifici, per esempio per i sistemi edificio/impianto particolarmente energivori e/o quelli per i quali un’analisi di massima non risponde sufficientemente ai dati reali. • FASE4: RELAZIONE DI DETTAGLIO. Si redige la relazione di dettaglio prevista dai nuovi rapporti di ispezione, che contiene le indicazioni

relative agli interventi economicamente convenienti, finalizzati al raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico e di miglioramento della qualità dell’aria.

Nell’ambito della sperimentazione, durante la fase di dettaglio Città metropolitana di Milano ed ENEA hanno redatto un manuale che fornisce precise indicazioni su come compilare i campi del SEAS, per la modellazione di massima di un edificio tipico del territorio metropolitano.

Ulteriori dettagli sulle attività del Servizio Efficienza Energetica sono reperibili al sito:

http://www.cittametropolitana.mi.it/ambiente/controllo_impianti_termici/index.html.

Per maggiori informazioni si veda gli atti del convegno Efficienza energetica degli edifici - maggio 2017 dal sito:

http://www.cittametropolitana.mi.it/ambiente/progetti_per_l_ambiente/community/Lifelonglearning/archivio/Efficienza-energetica-degli- edifici-maggio-2017/.

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