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63 3.12 Barriere all’attuazione di misure ed azioni per il raggiungimento degli obiettivi di efficienza

energetica

R. Moneta, I. Bertini

I meccanismi di incentivazione alla base degli adempimenti previsti dall’articolo 7 della Direttiva costituiscono degli strumenti efficaci e consolidati. Gli strumenti presentano tuttavia un rapporto tra costo di sistema e risparmio energetico prodotto molto diverso tra di loro, mentre dal punto di vista della quantificazione dei risparmi energetici conseguiti, permane la complessità nell’identificare e/o aggiornare costantemente e tempestivamente la baseline tecnologica e normativa rispetto alla quale calcolare (e riconoscere) i soli risparmi energetici addizionali. A livello settoriale, il trasporto pubblico è toccato in modo soltanto marginale dal meccanismo dei Certificati Bianchi.

I citati meccanismi possono sicuramente costituire la leva principale grazie alla quale reindirizzare la domanda degli interventi di efficienza energetica verso quelli caratterizzati dal migliore costo efficacia. Infatti, in ambito industriale si prediligono quegli interventi caratterizzati da brevi tempi di ritorno degli investimenti (tipicamente 2 anni, orizzonte temporale adottato come soglia massima per un imprenditore), mentre per gli edifici residenziali esistenti sono attuati in gran parte quelli a livello di singola unità immobiliare (in particolare la sostituzione degli infissi e della caldaia), senza intervenire sull’involucro e in un’ottica di riqualificazione profonda. Le difficoltà nell’effettuare interventi sull’involucro non sono soltanto di natura tecnica, ma anche di natura finanziaria, legate alla disponibilità delle maggiori risorse necessarie, e sociale, per via delle difficoltà di raggiungere un accordo sulla decisione in sede di assemblea condominiale.

Per quanto riguarda la componente finanziaria, tale problematica è sicuramente connessa ad una generale scarsa propensione all’utilizzo di schemi innovativi di finanziamento o gestione: ciò spiega, almeno in parte, la modesta penetrazione delle ESCo nel settore residenziale privato, che al contrario, come è stato stimato anche da ENEA, potrebbe aggregare una domanda potenziale di tali servizi di notevoli dimensioni. Anche l’attuale sistema di accreditamento e certificazione può senza dubbio concorrere alla creazione e al rafforzamento di competenze specifiche in tema di efficienza energetica. Si rileva, da una valutazione preliminare delle diagnosi energetiche implementate ai sensi dell’articolo 8 del D.lgs. 102/2014, che tuttavia la certificazione ISO 50001 risulta ancora relativamente poco diffusa e non legata ad elevate quote di consumi energetici, sia a livello assoluto sia per unità di prodotto. Parimenti, nell’ambito della compravendita di immobili l’Attestato di Prestazione Energetica non risulta essere ancora uno strumento in grado di indirizzare le scelte dei compratori e, di conseguenza, di aggiungere valore all’immobile nel caso di attribuzione di un’elevata classe energetica.

Nel quadro generale delle criticità descritte va sicuramente annoverata la carenza di dati articolati per comparti economici e tipologie di edificio; la disponibilità di tali informazioni permette la tempestiva identificazione e condivisione di progetti standardizzati. In considerazione dell’ampio potenziale ancora non sfruttato (due terzi degli edifici residenziali costruiti prima dell’entrata in vigore della Legge 373 del 1976 per il contenimento del consumo energetico per usi termici negli edifici), nonché del ruolo esemplare previsto per il settore pubblico, le nuove linee guida EPC potranno dare impulso allo sviluppo delle ESCo, anche per mezzo di nuovi ed innovativi modelli contrattuali

in cui contemplare anche la presenza di un facilitatore EPC, mediatore in grado di conciliare gli interessi degli attori

coinvolti nelle fasi del progetto: sviluppo, ricerca del contraente, realizzazione e monitoraggio.

In questo contesto, accanto ai sistemi di sostegno finanziario pubblico si deve segnalare la diffusione di alcune iniziative innovative che mirano a stimolare ed incanalare gli investimenti del capitale privato nel rendere più energeticamente efficienti gli immobili, attraverso lo sfruttamento delle potenzialità mutuatarie (EeMAP, ecc.). In quest’ottica si segnala anche la nascita di “nuovi servizi” finalizzati alla riqualificazione energetica profonda (“deep renovation”) degli edifici condominiali per ridurre drasticamente le dispersioni termiche degli immobili e i consumi energetici correlati venendo incontro alle difficoltà economiche dei condòmini che spesso non hanno la diponibilità di risorse per affrontare le spese. La novità di queste iniziative consiste nel fatto che gli interventi vengono svolti da organismi privati, che contengono al loro interno competenze di tipo tecnico (ESCo, società del settore edilizio), competenze nel settore della distribuzione e vendita di vettori energetici, e competenze finanziarie.

È evidente che l’abbinamento di ecobonus e sismabonus favorisce la riqualificazione energetica e la messa in sicurezza di interi quartieri spesso immersi nel degrado; in questo modo si può intervenire su grandi condomìni edificati tra gli

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Figura 3.10 – Barriere e opportunità per il raggiungimento degli obiettivi al 2020 – Analisi SWOT

Fonte: Elaborazione ENEA

anni Cinquanta e Settanta, sui quali non sono mai stati effettuati interventi di efficientamento energetico e che potrebbero generare risparmi fino al 60% dei consumi.

Per quanto riguarda il settore dei trasporti, l’ammodernamento dello stock esistente, anche in chiave green, è stato rallentato dalla crisi attraversata dal settore automotive negli anni più recenti. La ripresa del numero delle immatricolazioni osservata dal 2015, associata sia ai recenti provvedimenti normativi nazionali in tema di infrastrutturazione per combustibili alternativi, sia alle indicazioni derivanti dal Winter Package in tema di mobilità elettrica e alla revisione della Direttiva EPBD, lasciano supporre un rinnovato impulso da parte del settore ai fini del raggiungimento degli obiettivi attesi al 2020 e, in prospettiva, di quelli al 2030.

Dal punto di vista della governance, l’elevata adesione dei comuni italiani all’iniziativa del Patto dei Sindaci, anche nella rinnovata veste del Patto dei Sindaci per il clima e l’energia, rappresenta una ampia base per un monitoraggio integrato “dal basso” delle azioni intraprese a livello nazionale e, in particolare, regionale, nell’ambito del già definito quadro delle risorse dei Fondi Strutturali assegnate, ai fini di un più generale coordinamento e razionalizzazione delle misure attuate e programmate verso gli obiettivi attesi al 2020.

Nell’ambito appena delineato, il rafforzamento di azioni coordinate e programmate dirette all’informazione e formazione degli utenti, come ad esempio il citato Programma triennale di Informazione e Formazione predisposto dal Ministero dello Sviluppo Economico e realizzato da ENEA, costituiscono lo strumento ottimale, condiviso e auspicato da tutti gli operatori del settore e le associazioni di consumatori, in grado di accelerare il behavioural change necessario per sfruttare appieno le opportunità a disposizione, anche in considerazione della bassa partecipazione al

life long learning che caratterizza il nostro Paese.

La Figura 3.10 sintetizza l’analisi SWOT appena delineata.

Circa le azioni da intraprendere per gli edifici, è evidente la necessità di intervenire radicalmente sugli stessi affrontando il sistema edificio-impianto, tipologia di intervento caratterizzata da un miglior rapporto tra costo ed efficacia. A tal fine, è necessario un sistema coordinato di misure che, in funzione delle principali tipologie edilizie, delle zone climatiche, dei materiali presenti sul territorio, individui ed incentivi dei “pacchetti” standard di soluzioni, mirati anche ad integrare maggiormente le fonti rinnovabili nel sistema edificio-impianto, e a ricorrere in modo sistematico all’uso di componenti prefabbricati. Soluzioni “estreme”, difficilmente percorribili su larga scala, sono quelle legate alla demolizione e ricostruzione dell’edificio.

Misure che possono essere prese in considerazione in forma integrata, e in parte già presenti all’interno delle nuove disposizioni della Legge di Stabilità del 2017 e del 2018, riguardano:

Punti di forza

Meccanismi di incentivazione consolidati Settore delle ESCo sviluppato

Sistema di accreditamento / certificazione sviluppato

Programmazione Fondi Strutturali a livello regionale Elevata adesione al Patto dei Sindaci

Debolezze

Richiesta di competenze specializzate per ESCo e settore bancario

Difficoltà nel realizzare interventi di lungo termine, caratterizzati dal miglio rapporto costo/efficacia Bassa partecipazione al life long learning

Congiuntura economica e crisi settore costruzioni e automotive

Opportunità

Potenziale ancora elevato in diversi ambiti, con effetti di lungo periodo

Flessibilità EPC

Condivisione informazioni e standardizzazione progetti

Orientamento misure verso obiettivi al 2020 Diffusione della cultura di risparmio energetico

Rischi

Difficoltà accesso al credito

Vincoli alla spesa pubblica per interventi nel settore pubblico

Visione di breve periodo degli imprenditori Scarsa attrattività di alcuni interventi/investimenti Instabilità normativa

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