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Parte II La metodologia e l’analisi dei dispositivi digitali nei muse

5 La sezione dedicata al Tempio di Giove Capitolino

5.6 La ricerca archeologica

5.6.3 Il Campidoglio nell’età del Ferro

Nel disegno acquarellato che introduce all’unità espositiva, il Colle appare occupato da alcune capanne sparse sulla parte sommitale. Le strutture abitative sono riprodotte sul modello delle urne cinerarie a forma di capanna utilizzate in deposizioni a incinerazioni prevalentemente nel territorio laziale durante le prime fasi dell’età del Ferro. Si riconoscono inoltre spazi per l’allevamento e la coltivazione. Il punto di osservazione è il medesimo del precedente pannello grafico. Nel testo che segue si fa riferimento solamente ai materiali archeologici che testimoniano la presenza di un abitato sul Colle senza fare riferimento al ritrovamento di strutture capannicole. Pertanto la veduta proposta ha l’intento di fornire un’immagine verosimile di come sarebbe potuto apparire il colle limitativamente alla prima parte dell’età del Ferro. Possiamo rilevare una prima contraddizione tra rappresentazione e altri strumenti di mediazione, poiché nel testo e nell’esposizione sono presenti riferimenti a strutture abitative con copertura a tegole non presenti nel disegno. La didascalia relativa alla rappresentazione grafica riporta solamente la dicitura “Veduta del Campidoglio nell’età del Ferro”.

Al pannello grafico segue un lungo testo suddiviso in quattro paragrafi (all. 3.7). L’analisi narratologica del testo ha portato a riconoscere 37 unità suddivise in sette sequenze, di cui le ultime due corrispondono a paragrafi (all. 7 - tab 5). La struttura appare complessa, poichè alcune sequenze comprendono al loro interno anche più di una funzione nucleo, associata a funzioni catalisi e indizi espliciti. Si registra solamente un solo indizio implicito. Le sequenze che comprendo più unità (2 e 6) si riferiscono all’elencazione delle tipologie funerarie ritrovate negli scavi effettuati nel Giardino Romano.

Paragrafo Sequenza/Unità Argomenti

1

1 (unità 1-3) Uso funerario del colle nella prima età del Ferro

2 (unità 4-13) Tipi di sepolture

3 (unità 14-16) Attività artigianali nella prima età del Ferro 2 4 (unità 17-21) L’abitato nel periodo orientalizzante

5 (unità 22-24) Oggetti legati all’abitato orientalizzante 3 6 (unità 25-32) Deposizioni orientalizzanti

4 7 (unità 33-37) Attività metallurgiche

Se si prende in considerazione il rapporto tra paragrafi, sequenze riconosciute e argomenti trattati per ogni unità, si nota come il testo segua al suo interno un’organizzazione di tipo cronologico: prima sono comunicati i dati relativi alla prima età del Ferro, poi quelli riferibili alla fase successiva Orientalizzante. Questa unità tematica affronta un periodo, l’età del Ferro, che vede l’affermarsi delle grandi civiltà storiche, ricco di grandi trasformazioni sociali ed evoluzioni culturali. È studiando questo periodo che l’archeologia deve rapportarsi con il dato storico fornito dalle fonti sulle fondazioni delle colonia greche, suscitando un grande dibattito sulle metodologie di datazione. Il testo tende dunque a distinguere due fasi all’interno di questa età, che, nell’evoluzione dell’abitato, possono essere testimoniate da un radicale cambiamento nel modo di abitare.

Sono messe ben in evidenza le tracce che contraddistinguono la presenza dell’uomo in questo periodo: l’abitato, le sepolture e l’attività metallurgica. Grande spazio è dedicato alla descrizione delle tipologie funerarie, sia per la maggiore portata delle informazioni che possono derivare da contesti non manomessi, sia per l’eccezionalità del dato: non esistono molti confronti che testimoniano la compresenza in uno stesso luogo di insediamenti abitativi e necropoli per questo periodo.

Lo stile del testo è di tipo descrittivo, nel quale si privilegia l’elencazione puntuale e ordinata delle informazioni fornite senza particolari intenti di coinvolgere il visitatore. I riferimenti ai reperti esposti si concentrano nella seconda sequenza, dove abbondano elementi enciclopedici alti derivanti dal gergo specialistico di settore. Infine nel testo è presente un richiamo all’esposizione del calco della tomba 4 posizionato sul lato opposto del corridoio.

La grande vetrina è suddivisa in due parti espositive introdotte in alto da due pannelli grafici: il primo è dedicato alle attività in abitato, il secondo ai contesti funerari (fig. 67). Il primo pannello contiene un disegno acquarellato che riproduce in assonometria un nucleo abitativo con copertura a tegole, in cui si riconosco una donna che fila al telaio sul retro e un uomo situato fuori la porta nei pressi di un fornello e di altri strumenti per la produzione di utensili. Il telaio e gli strumenti di produzione e cottura sono racchiusi da due linee arancioni che si raccordano alle seguenti didascalie: “La filatura”, “La cottura degli utensili”. Accanto a quest’ultima didascalia sono riportati i profili di alcune forme ceramiche, tra le più comuni nel periodo orientalizzante. La porzione d’abitato non corrisponde a quella nel pannello introduttivo, nel quale non sono presenti edifici a capanna. Probabilmente l’illustratore ha voluto mostrare due fasi diverse dell’età del Ferro, anche se questa distinzione non è presente nelle didascalie.

Sotto il pannello, sono presenti due nuclei espositivi, distinti ma posti alla medesima altezza. In corrispondenza dell’immagine sulla filatura, sono racchiusi in una teca alcuni oggetti che rimandano a questa pratica, come fuseruole, pesi da telaio e rocchetti. Sotto l’immagine relativa alla cottura degli utensili, sono disposti su un piano alcuni frammenti non integrati di vasellame. Questi frammenti sono posti volutamente in modo apparentemente disordinato, senza una volontà di ricostruirne le forme. Questo allestimento rimanda da una parte alla presenza del disegno, posizionato appena sopra, dei tipi vascolari più comuni, dall’altra alla volontà di richiamare lo stato frammentario degli oggetti nel momento della loro scoperta e il loro valore prevalentemente documentario della presenza di un abitato nella porzione di Colle indagato. Su una base di colore bianca, in basso, sono adagiati alcuni frammenti di tegole e di grandi contenitori, forme aperte e chiuse, di cui si propone il disegno dell’intero profilo. Ancora una volta il colore bianco dei supporti espositivi sembra segnalare uno spazio dedicato alle ricostruzioni interpretative e documentarie della ricerca archeologica.

Nella seconda parte della vetrina, il pannello grafico illustra una scena di deposizione funeraria in fossa: ai margini dell’abitato alcuni uomini sorvegliano il defunto deposto in una fossa rivestita da blocchi di pietra. Questa scena viene messa in evidenza da una linea circolare arancione che la racchiude e che si collega alla didascalia “Il culto dei morti”. Nel disegno è riconoscibile anche una seconda deposizione, in cui è presente solamente il defunto in una fossa rivestita da grandi lastroni di pietra. Quest’ultima immagine potrebbe rimandare o alla possibilità che per la tomba fosse utilizzato un

sarcofago in cappellaccio, come per la tomba 1 di cui parla il testo introduttivo. Al di sotto dei pannelli sono presenti alcuni oggetti di corredo provenienti dalle tombe individuate. Essi sono posti su sfondo bianco, raggruppati per numero di tomba. La didascalia a sfondo arancione ne indica le caratteristiche e ne specifica la provenienza. Nella parte inferiore, adagiati sulla base, sono esposti grandi contenitori utilizzati, nel periodo Orientalizzante, per la deposizione di infanti al loro interno. Associato all’esemplare più grande è presente una didascalia, anche in lingua inglese, su sfondo arancione, con una riproduzione molto schematizzata della sezione del vaso al cui interno è inserto il profilo di un bambino defunto in fasce.

L’unità tematica si completa con l’esposizione del calco della tomba 4, coperto da una teca nella parete opposta alla vetrina (fig. 68). Il calco è disposto in modo parallelo al corridoio a circa un metro di altezza e illuminato dalla luce naturale proveniente dalla vetrata a cui è accostato. Il punto di osservazione, lungo un lato corto, è suggerito dall’esposizione degli oggetti di corredo messi in primo piano su un piccolo supporto trasparente e dalla posizione di una didascalia su sfondo nero.

Il testo descrive in modo molto preciso il contesto di ritrovamento della tomba fornendone una descrizione dettagliata (all. 3.7.2). Lo stile si discosta da quello preso in esame negli elementi peritestuali dell’esposizione, poiché si privilegia l’uso di un linguaggio prevalentemente tecnico con riferimenti al gergo scientifico. La descrizione degli oggetti è accompagnata dall’indicazione numerica presente nell’esposizione. Solamente un vaso è integrato nel calco a suggerire l’esatta collocazione nel momento del ritrovamento; per gli altri, forse recuperati molto frammentari, ci si affida alle informazioni fornite dalla didascalia.

Se si analizza l’unità espositiva a livello di coinvolgimento percettivo del visitatore, oltre alla connessione che si stabilisce tra testo e oggetti esposti nella vetrina, sono da rilevare i rimandi tra rappresentazioni grafiche della vita quotidiana e gli oggetti espositive il rapporto tra vetrina e calco della tomba 4.

Nel primo caso la relazione spaziale con direttrice verticale della vetrina stabilisce una forte relazione indicale tra gli elementi che caratterizzano la scena di vita quotidiana (casa con tegole, lavorazione tessile, produzione di utensili in ceramica) e i reperti che le documentano. Meno forte la suddetta relazione nella parte destra della vetrina perché nella ricostruzione d’ambiente è data meno enfasi agli oggetti esposti al di sotto del pannello grafico quanto invece alla tipologia tombale. Inoltre, nella parte destra dedicata

al culto dei defunti, nell’immagine non è presentata la tipologia di sepoltura in anfora per gli infanti, riportata nel testo e documentata nella parte bassa della vetrina. Proprio per questo motivo è stato necessario aggiungere una riproduzione simbolica di questa tipologia di sepoltura per comprendere la funzionalità dei vasi esposti.

Questo tema ci riporta al rapporto tra immagine di pratica funeraria e riproduzione del calco della tomba 4. La posizione del calco nella parete opposta all’esposizione, contro la vetrata verso il giardino esterno, sembra interrompere il discorso espositivo. La relazione con la vetrina appare distante e l’effetto comunicativo sembra perdere la sua efficacia. Per opposizione è possibile comprendere quale ruolo giochi la relazione spaziale nell’organizzazione della vetrina e l’importanza della rappresentazione grafica come operatore di integrazione.

In tutta l’unità espositiva prevale una strategia comunicativa informativa. Si riconosce una maggiore incidenza della strategia realizzante nella presentazione della vetrina: gli oggetti esposti sono contestualizzati e in un certo senso resi attuali grazie alla narrazione rappresentata nelle illustrazioni poste in alto. Una strategia persuasiva incentrata sul valore della ricerca archeologica è costantemente presente. Nel caso specifico si sottolinea il riferimento nel testo del pannello all’inequivocabilità dei dati raccolti dalla ricerca sul campo.