Parte II La metodologia e l’analisi dei dispositivi digitali nei muse
3 Metodo di analisi dell’integrazione topologica e narrativa dei disposit
3.6 Integrazione topologica e narrativa dei dispositivi digitali all’interno
esposizioni in rapporto ad altri strumenti di mediazione, si è cercato di identificare analogie e differenze nelle strategie di comunicazione cui essi rispondono. L’obiettivo di questo tipo di analisi è di comprendere l’esistenza di un disegno coerente nella scelta di disporre di strumenti di mediazione culturale diversi, o meglio di sostanze semiotiche diverse, che non è possibile considerare come parti di un unico dispositivo.
Per individuare caratteristiche comunicative degli strumenti di mediazione si è scelto di considerare e adattare il modello comunicazionale di analisi dei prodotti multimediali proposto da Nicole Pignier e Benoît Drouillat (2004).
Attraverso questo approccio è possibile scomporre e individuare alcuni elementi comunicazionali per comprendere come essi concorrano a caratterizzare il messaggio e a orientare la sua interpretazione in un contesto reale di applicazione.
Anche se il modello proposto da Pignier e Drouillat è orientato principalmente all’analisi della costruzione e alla struttura di siti internet e prodotti multimediali, è possibile prendere in considerazione alcuni aspetti che sono adattabili al contesto specifico dell’applicazione di dispositivi digitali nell’ambito museale. Si tratta di strumenti che, con diverse modalità, utilizzano canali multimodali di comunicazione e che rispondo al principio di virtualità digitale, cioè possono disporre di elementi che, non essendo vincolati dalle reali categorie di spazio e di tempo, permettono la creazione di infinite tipologie di contenuto.
Per indagare le strategie comunicative all’interno delle unità espositive attraverso uno strumento che trovasse la sua applicazione anche nell’analisi di dispositivi analogici, si è scelto di adattare la metodologia di analisi concorrenziale proposta da Pignier e Drouillat selezionando aspetti che potessero essere rilevati in un contesto espositivo museale.
Alcuni aspetti della comunicazione osservati durante l’analisi sul campo, si riferiscono in modo specifico a caratteristiche proprie dei dispositivi digitali, come ad esempio l’adattabilità dell’interfaccia di navigazione o la possibilità di scegliere tra contenuti diversi. In questo caso le riflessioni si sono concentrate nell’individuare il reale impatto di queste potenzialità esclusive dei dispositivi digitali nel processo di produzione di significato da parte del visitatore.
Altre ricerche hanno adattato questa metodologia di analisi comunicazionale in contesti museali per indagare l’applicazione di diverse tipologie di strumenti di
mediazione63.
Si propone dunque di seguire questo stesso approccio, tenendo in considerazione elementi che potrebbero essere significativi per il contesto specifico di riferimento della ricerca in atto: musei archeologici che integrano fisicamente o che si riferiscono a monumenti o ad aree archeologiche indagate attraverso la metodologia della ricerca archeologica sul campo.
Pigner e Drouillat identificano quattro tipi di siti internet che rispondono ad altrettante strategie di comunicazione (2004, pp. 73-76) rielaborando lo studio effettuato da Fontanille (1999) sul discorso scritto: les sites persuasifs, les sites incitatifs, les sites informatifs, les sites de réalisation. Possiamo dunque tentare di applicare queste categorie di strategie di comunicazione nell’ambito specifico dei musei su sito archeologico, oggetto della nostra ricerca:
− Strategia di comunicazione persuasiva. Questa strategia ha lo scopo di presentare un sistema di valori ai quali il visitatore è invitato ad aderire. Si tratta per lo più di suscitare un atteggiamento di adesione attraverso lo sviluppo di argomentazioni quali, ad esempio, il valore della ricerca archeologica, l’importanza di una determinata scoperta, l’eccezionalità di un ritrovamento. Nel caso di presentazione di un contesto socio-culturale del passato, è possibile considerare una strategia che faccia avvicinare il visitatore a sistemi di valori di altre epoche sui quali è possibile svolgere delle inferenze, grazie anche al valore indicale delle testimonianze archeologiche.
− Strategia di comunicazione conativa. In questo caso l’obiettivo della comunicazione è di coinvolgere attivamente il visitatore attraverso una serie di indicazioni più o meno dirette. Questa strategia si prefigge lo scopo di suscitare un desiderio che si realizzi attraverso un comportamento positivo da parte del visitatore. Possono essere presi in considerazione diversi gradi di interazione implicando una richiesta di coinvolgimento più o meno diretta: il dispositivo può guidare l’osservazione del visitatore, può invitarlo ad assumere determinate posizioni
63 Ad esempio lo studio effettuato per conto de la Direction générale des Patrimoines – département de la
Politique des publics (ministère de la Culture et de la Communication) sulle audioguide utilizzate in circa trenta musei francesi (inserire nota bibliografica). In questo ultimo studio gli autori hanno adattato la metodologia di analisi da Pignier e Drouillat, e hanno hanno cercato di immaginare le possibili influenze nel processo di interpretazione del visitatore determinate dall’utilizzo di audioguide.
nello spazio o a prendere in considerazione specifiche caratteristiche dell’oggetto del patrimonio per agevolarne l’interpretazione. In modo più indiretto, può suscitare il desiderio di approfondire determinati aspetti dell’esposizioni o di richiamare esperienze o conoscenze maturate durante la visita in museo.
− Strategia comunicativa informativa. Si tratta della strategia più comunemente applicata in ambito museale. Essa ha lo scopo di fornire competenze e conoscenze per favorire la corretta comprensione dei messaggi comunicati. La sua funzione è di rendere autonomo il visitatore nell’interpretazione dello spazio espositivo fornendo, ad esempio, una rete di contesti storici e ambientali che gli permettano di comprendere le ragioni per le quali il reperto o la presenza archeologica esposta sia stata riconosciuta socialmente come oggetto del patrimonio, o un sistema di codici, come quello iconografico, che faciliti la traduzione di significati non espliciti (Antinucci 2004).
− Strategia di comunicazione realizzante. L’obiettivo di questa strategia è di proiettare il visitatore in un “mondo altro”, o, per definirlo secondo Davallon (1999), “un mondo utopico”. Si tratta di far vivere un’esperienza al visitatore attraverso il suo coinvolgimento in un mondo simbolico da esplorare. Possiamo riconoscere in questa strategia gli elementi che identificano una museologia “del punto di vista” (Flon 2012) che ha lo scopo far coincidere lo spazio sintetico dell’allestimento espositivo con il mondo utopico che deriva dalla ricostruzione da parte del visitatore di un mondo simbolico di rappresentazioni, attraverso l’organizzazione dei significati prodotti nel corso della visita.
Adattando lo schema proposto da Pignier e Drouillat per la categorizzazione dei siti, possiamo riassumere in una tabella le precedenti strategie di comunicazione:
Strategia: Persuasiva Conativa Informativa Realizzante Effetto
previsto Suscitare un atteggiamento Suscitare un comportamento Dare delle competenze Far vivere un’esperienza
Competenze messe in atto dalla strategia
Far credere Far fare Far sapere Far essere
Effetto sul
visitatore Essere convinto Aver voglia di Comprendere Identificarsi Esempio di
tipologia di messaggio proposto
Argomentazione per far aderire a dei valori (esempio: il valore della ricerca archeologica),
Guida per svolgere attività (esempio: invitare a prendere in considerazione elementi esposti). Informazioni per far conoscere (esempio: comunicare i vari aspetti di un oggetto esposto) Coinvolgimento in un mondo simbolico da esplorare (esempio: ricostruzione sul modello della museologia del punto di vista)
Nei processi di comunicazione non è possibile identificare chiaramente singole strategie messe in atto per singoli dispositivi analizzati. È necessario, pertanto, considerare questa classificazione come uno strumento che ha l’intento di agevolare il riconoscimento di obiettivi di comunicazione e di immaginare gli effetti sul processo di costruzione del significato da parte del visitatore. Diverse strategie di comunicazioni generalmente si combinano tra loro all’interno dello stesso dispositivo.