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Parte II La metodologia e l’analisi dei dispositivi digitali nei muse

5 La sezione dedicata al Tempio di Giove Capitolino

5.4 La struttura dell’esposizione

La sezione dei musei Capitolini è suddivisa in tre sotto-sezioni indicate con grandi scritte verticali (fig. 53), nell’ordine di percorso:

− Il tempio di Giove Capitolino; − La grande Roma dei Tarquini; − La ricerca archeologica.

All’interno di queste è possibile riconoscere cinque unità tematiche che sono segnalate da un titolo di dimensioni maggiori in senso orizzontale tra quelli inseriti nell’esposizione:

− Le fondazioni del tempio di Giove; − L’area sacra del Foro Boario; − Il Campidoglio in età arcaica; − Il Campidoglio nell’età del Ferro − Il Campidoglio nell’età del Bronzo.

Le ultime tre unità costituiscono una terza sotto-sezione identificata con la scritta molto eloquente “La ricerca archeologica”. Il grande titolo verticale su pilastro che segnala le sotto-sezioni è ripreso da un pannello introduttivo che presenta un testo a volte associato a una o più immagini. L’ultima sotto-sezione ha l’obiettivo di raccontare l’evoluzione della presenza antropica sul Colle Capitolino dalla media età del Bronzo fino alla costruzione del tempio di Giove, chiudendo il percorso espositivo e presentando caratteriste museografiche peculiari che la distinguono dalle altre.

Possiamo dunque sintetizzare con uno schema la relazione tra sotto-sezioni e unità tematiche:

Sotto-sezioni Unità tematiche

Il Tempio di Giove Capitolino Le fondazioni del Tempio di Giove Capitolino

La ricerca archeologica Il Campidoglio in età arcaica Il Campidoglio nell’età del Ferro

Il Campidoglio nell’età del Bronzo

La trama narrativa dell’esposizione non si basa pertanto sulla dimensione cronologica, proprio perché le ultime unità presentano dati che sono cronologicamente anteriori alle precedenti. La narrazione parte da ciò che è visibile e percettibile al primo impatto durante il percorso, cioè dalle rovine del tempio di Giove Capitolino, si articola successivamente con la rappresentazione del contesto culturale e sociale in cui si inserisce la sua realizzazione al fine determinarne la rilevanza storica e si conclude con la documentazione dei periodi che hanno preceduto la sua costruzione. Pertanto è possibile riconoscere un discorso orizzontale che coinvolge tutto il percorso espositivo attraverso una trama di tipo documentario.

La prima unità è costituita dalle fondazioni orientali del tempio, dal Muro Romano, da alcuni pannelli con elementi testuali e grafici e da un plastico del tempio. Non ci sono altri elementi dell’allestimento che determinano l’unità se non la continuità spaziale. Il percorso espositivo risulta comunque molto vincolato dalla presenza del Muro Romano che ne indica la direzione. L’organizzazione spaziale dell’allestimento originale prevede infine la posizione del plastico tra i due muri di fondazione visibili, in una stretta connessione percettiva.

La seconda unità è introdotta dal titolo della sotto-sezione “La grande Roma dei Tarquini” in verticale su due pilastri che sostengono la struttura. Questo titolo richiama un’esposizione temporanea organizzata presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 1990 (Cristofani, 1990). La mostra ha rappresentato un importante momento di confronto per la ricerca storica e archeologica sull’evoluzione urbana di Roma nel periodo degli ultimi re di origine etrusca. Questo riferimento rimane comunque esclusivo per esperti che affrontano particolari studi di settore, in quanto nell’esposizione non è esplicitata nessuna indicazione diretta. L’unità espositiva si sviluppa lungo la parete opposta al Muro Romano ed è costituita da pannelli con elementi testuali e grafici, due vetrine con esposizione di reperti, una ricostruzione di un frontone di un tempio ritrovato ai piedi del Colle Capitolino. Nella seconda sotto-

sezione si presenta il contesto di forte trasformazione socio-culturale della città di Roma a cui ha corrisposto, proprio nell’ultima fase regale, un incremento nell’organizzazione e pianificazione urbanistica. Anche in questo caso la comunicazione non perde mai la connessione al luogo in cui il visitatore si trova, anche se il riferimento si allarga dai resti integrati nell’esposizione all’intero colle Capitolino. In particolare l’unità tematica che caratterizza questa sotto-sezione presenta l’area sacra del Foro Boario situata ai piedi del Campidoglio, in cui furono ritrovati i resti di due templi e di un grande deposito votivo. L’unità tematica si concretizza attraverso l’esposizione di alcuni oggetti provenienti dal deposito votivo, presentati per tipologia all’interno di vetrine, e dalla ricostruzione del frontone di uno dei due templi del Foro Boario probabilmente attribuito alle dea Mater Matuta.

La terza sotto-sezione, denominata “La ricerca archeologica”, si articola attraverso tre unità tematiche e risulta essere localizzata principalmente su una parete al termine del percorso. L’esposizione occupa tutta la superficie della parete, divisa per unità tematiche secondo uno stesso modulo: a un pannello testuale introduttivo con riproduzione grafica acquarellata, che propone dalla stessa prospettiva la rappresentazione del Colle in determinati periodi storici, segue una grande vetrina che espone reperti rinvenuti in seguito a diverse campagne di scavo effettuate. Al fine di segnalare l’inizio di una nuova unità tematica, gli elementi testuali e grafici sono incorniciati da immagini che ripropongono in grande alcune parti delle ricostruzioni grafiche annesse. Le vetrine si distinguono oltre che per le dimensioni maggiori, anche per il colore bianco dello sfondo e per l’integrazione di elementi grafici nell’esposizione dei reperti. In questa sotto-sezione la museologia prevalente si fonda sulla trasmissione di conoscenza utilizzando i reperti esposti per comunicare aspetti e sviluppi socio-culturali delle comunità antiche che abitavano il Colle, presentati attraverso sotto-unità argomentative riconoscibili in ogni vetrina. Fa parte della seconda unità, “Il Campidoglio nell’età del Ferro”, anche il calco di una tomba in fossa con scheletro di bambina deposta e corredo funerario esposto in primo piano su una base di plexiglass. Un pannello descrive il ritrovamento e la disposizione originaria degli oggetti del corredo. Sempre nella parete di fronte rispetto alle vetrine, sono presenti quattro postazioni multimediali, divise in due gruppi da una seduta e da copie delle ricostruzioni acquerellate integrate nell’esposizione. Inoltre, a un livello più alto, è presente una ricostruzione acquarellata che ricostruisce in senso orizzontale, da destra verso sinistra, la trasformazione di una

stessa porzione di terreno dalle prime occupazione della media età del Bronzo alla fondazione del tempio di Giove Capitolino.