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Parte II La metodologia e l’analisi dei dispositivi digitali nei muse

4 Il Museo Archeologico di Grenoble, Saint Laurent

4.5 La seconda tribuna

Il secondo dispositivo è caratterizzato da una postazione touchscreen che ha lo scopo di illustrare le presenze archeologiche che sono poste di fronte al visitatore. Sono inoltre presentati alcuni aspetti storici di contesto e indicati elementi architettonici che possono essere facilmente osservati dalla postazione.

La seconda tribuna, posta a un livello inferiore rispetto alla prima e perpendicolare ad essa, è funzionale alla comunicazione della fase più antica dell’edificio e in particolare del mausoleo del V secolo (fig. 13). Il visitatore su questo livello inferiore riacquista la visione della parte precedentemente celata dalla prima tribuna e caratterizzata dall’illuminazione gialla. Il passaggio su questa seconda tribuna è obbligatorio per il visitatore che può da questa usufruire di una visione completa sull’area archeologica musealizzata. Da questa postazione può inoltre riconoscere ancora le illuminazioni sull’area archeologica, senza però l’ausilio dell’audio del video relativo al primo dispositivo. Nella seconda tribuna è presente anche una vetrina in cui è esposta una piccola statua rappresentante un vescovo e un pannello esplicativo con etichetta inclusa. La statua e il pannello non possono essere considerati parte della stessa unità espositiva del dispositivo digitale in quanto incoerenti dal punto di vista degli obiettivi comunicativi.

Il dispositivo è posizionato in perfetta coerenza con la duplice natura della trama dell’esposizione. Su un primo livello, l’esplorazione degli elementi visibili da un punto di osservazione suggerito dal posizionamento del dispositivo rimane l’elemento di forza che struttura la narrazione. Il titolo della seconda interfaccia, “Davanti ai vostri occhi”, e le fotografie degli elementi visibili che introducono a temi di approfondimento, esplicitano le modalità di funzionamento del dispositivo stesso.

Riconosciamo inoltre gli elementi di un secondo livello di trama che unisce in una coerenza narrativa i temi affrontati nell’esposizione: la narrazione storica del sito. Il dispositivo multimediale in questo caso ne rappresenta il primo contributo in quanto si introducono le due prime fasi edilizie del complesso monumentale. Attraverso il codice dei colori, il visitatore ha la possibilità di collocare cronologicamente le due fasi identificate dal giallo e rosso nel dispositivo, ma, in questo caso, anche spazialmente in quanto può ancora riconoscere le proiezioni di luci colorate che definiscono le rispettive aeree occupate dai due edifici antichi. Il racconto si arricchisce anche di contributi che definiscono il contesto storico e sociale in cui si inserisce la microstoria di Saint-Laurent.

Per completare la descrizione dei cambiamenti strutturali che caratterizzano la fase di costruzione della chiesa cruciforme, sono anticipati contenuti che si riferiscono a una differente unità espositiva, la cripta Saint-Oyand, posta alla fine del percorso e non visibile dal secondo ballatoio. In questo caso il secondo livello di trama narrativa interrompe la coerenza percettiva su cui si basa il primo livello. Al contrario, la descrizione della decorazione del soffitto risponde ai criteri del primo livello di trama narrativa ma risulta incoerente rispetto alla narrazione cronologica del sito.

Il dispositivo può essere azionato dal visitatore toccando sullo schermo una delle lingue a disposizione, rappresentate da bandiere, e prevede la selezione dei contenuti attraverso un menu ad albero (fig. 14).

Esistono diversi livelli di indicazioni che guidano all’utilizzo del dispositivo digitale. La prima interfaccia, che precede la selezione dei contenuti attraverso la scelta della lingua, presenta una rappresentazione dell’edificio in assonometria con indicazione del luogo in cui il visitatore si trova e del percorso effettuato a partire dall’ingresso del museo. Questa prima indicazione orienta il visitatore nel suo percorso e fornisce dei punti di riferimento per far comprendere la struttura complessa dell’edificio. Allo stesso tempo la stessa indicazione guida il visitatore nella sua esplorazione dell’esposizione che si caratterizza come un percorso con postazioni fisse. È il museo stesso che fornisce una rappresentazione degli spazi visitabili e un’indicazione puntuale del percorso che il visitatore dovrà svolgere postazione dopo postazione.

Una volta selezionata la lingua di navigazione, l’interfaccia si presenta suddivisa in due aree: nel lato sinistro sono presenti i titoli delle diverse sezioni di cui si compone il dispositivo digitale e, in scala minore, la stessa rappresentazione planimetrica dell’interfaccia; nella restante parte centrale, lo schermo si divide in immagini

fotografiche, in numero equivalente a quello dei titoli delle sezioni, al di sotto del titolo generale che campeggia nella parte superiore dello schermo “Davanti ai vostri occhi” (fig. 15). Le foto dunque sono esemplificative di ciò che è possibile vedere al di sotto o davanti alla postazione dove il visitatore si trova durante la consultazione del dispositivo. Nel caso specifico le immagini sono: una visione aerea del primo mausoleo in cui si riconosco alcuni sarcofagi; una visione dell’area centrale della chiesa; un dettaglio della decorazione a svastiche che ricopre il soffitto dell’edificio. Selezionando le singole foto è possibile accedere agli stessi contenuti del menu riportato sul lato sinistro. La relazione tra i due menu (testo e immagini fotografiche) non è di immediata comprensione proprio perché non esiste alcuna relazione tra questi elementi, separati da una linea verticale che divide in due lo schermo. Una volta selezionata una voce, il menu si ramifica offrendo la possibilità di selezionare altri argomenti di approfondimento.

4.5.1

Modalità di presentazione dei contenuti

Il dispositivo integra testi, immagini fotografiche e ricostruzioni digitali in movimento. Le immagini sono per lo più fotografie dell’edificio e delle presenze archeologiche prese da diversi punti di vista, disegni a mano libera per ricostruire contesti di utilizzo, piante archeologiche di fase. Le immagini sono sempre associate ad apparati testuali.

Sono presenti tre tipologie di video proposti: 1) ricostruzioni digitali in movimento; 2) sequenza di immagini fotografiche;

3) sequenza di ricostruzioni e immagini fotografiche con progressivo ingrandimento.

Per quanto riguarda la tipologia 1) le ricostruzioni includono i seguenti passaggi: a) partono sempre dalla visione angolare dell’edificio in assonometria da cui si evidenziano i contorni della pianta con gli stessi colori delle illuminazioni, per poi arrivare con rotazione a una visione completa della pianta sfumando i contorni dell’edificio attuale (fig. 16); b) ricostruzione progressiva dell’alzato che può partire dalla pianta verso l’alto con la visione in sezione (il caso del mausoleo) o da destra verso sinistra sulla sezione orizzontale all’altezza della cripta (chiesa cruciforme) (fig. 17). In quest’ultimo caso è da notare che la ricostruzione dei soli volumi dell’alzato in sezione verticale è anticipata da

linee che sembrano, volutamente, realizzate con un tratto a matita. In questo caso si potrebbe riconoscere un duplice riferimento: da una parte l’intenzione di sottolineare la continuità del processo di ricostruzione dell’archeologo (prima la ricostruzione dei volumi, successivamente l’aggiunta dei dettagli), dall’altra il tratto della matita suggerisce l’indeterminatezza della ricostruzione che in quanto tale rimane ipotetica nonostante sia frutto di ricerche sul campo. Le ricostruzioni coinvolgono solamente i volumi degli edifici che risultano comunque privi di dettagli specifici. Solamente per la fase più antica si aggiunge un passaggio c) che suggerisce una ricostruzione acquarellata della parte interna dell’edificio con ambientazione che coinvolge personaggi del passato la cui fisionomia è caratterizzata dal solo tratto dei contorni sul modello delle pitture dell’epoca (fig. 18). Il fattore trasparenza qui suggerisce un possibile utilizzo del luogo senza inficiare la percezione dalla ricostruzione a colori che si basa su dati archeologici certi.

Nei dispositivi digitali si nota generalmente un minore coinvolgimento a livello comunicativo con l’abbandono dell’uso della prima persona. Nel testo di approfondimento relativo all’archeologia del primo mausoleo ci si rivolge nuovamente in seconda persona al visitatore che è chiamato a riconoscere alcuni elementi decorativi in altre parti del museo.

Il titolo del menu “Davanti ai vostro occhi” rappresenta una chiara indicazione di coinvolgimento del visitatore a livello percettivo. Questa indicazione è strutturale al funzionamento del dispositivo stesso perché mostra al visitatore la traiettoria di osservazione per meglio comprendere le informazioni comunicate: il visitatore è invitato, infatti, a utilizzare il dispositivo tenendo sempre costante il riferimento all’aerea archeologica che ha di fronte. Inoltre questa indicazione definisce la trama stessa del dispositivo poiché la natura delle informazioni e le modalità con le quali sono comunicate sono in funzione del visitatore e del punto di osservazione suggerito e anticipato in parte dalle foto presentate nella seconda interfaccia, una per ogni argomento affrontato. L’intento è di permettere al visitatore di riconoscere dalle foto la posizione degli elementi che saranno approfonditi durante l’esplorazione del dispositivo. A una prima analisi è proprio la posizione del dispositivo che impedisce un immediato riconoscimento dell’area che viene oscurata dallo schermo stesso di cui si compone. Il visitatore deve dunque scostarsi di qualche passo per stabilire un contatto visivo con l’area archeologica rappresentata. Questa stessa incoerenza si ritrova nel caso dell’area

relativa alla chiesa cruciforme posizionata alla destra del visitatore, come è bene evidenziato dall’immagine fotografica proposta. Ancora meno lineare è il riferimento all’immagine della decorazione con motivi a svastiche che si trova sul soffitto e dunque, anche in questo caso, distante dalla traiettoria di osservazione.

Anche le ricostruzioni digitali del mausoleo e della chiesa cruciforme sono orientate secondo il punto di osservazione del visitatore: entrambe partono dalla rappresentazione assonometrica della chiesa, la stessa presente nell’interfaccia grafica di ogni dispositivo multimediale touchscreen, in un primo momento per disegnare la pianta di fase utilizzando il colore scelto sulla base del codice precedentemente esplicitato, in un secondo momento per evidenziare con lo stesso colore le parti che il visitatore è impossibilitato a riconoscere, in quanto esterne al campo visivo, per poi su quest’ultima pianta proporre le ricostruzioni in alzato.

Per quanto riguarda la possibilità del visitatore di ricollegare visivamente elementi presenti nell’area archeologica alle informazioni fornite, è necessario distinguere le diverse tipologie di strumenti di mediazione. Le immagini fotografiche della seconda interfaccia riprendono per lo più ciò che il visitatore è in grado di osservare. Le luci proiettate sulle presenze archeologiche possono essere collegate alla pianta di fase degli edifici di cui si propone la ricostruzione digitale degli alzati, anche se viene a mancare la sincronia tra immagini e proiezione come nel primo ballatoio. La posizione della seconda tribuna consente di identificare con maggiore chiarezza l’area occupata dal primo mausoleo, precedente nascosta dal pavimento del primo ballatoio.

Le ricostruzioni digitali non presentano chiari riferimenti di ciò che è possibile osservare. Soprattutto nelle scene di ambientazioni non è possibile riconoscere alcun riferimento specifico che consenta di collegare a livello percettivo ciò che è rimasto visibile nell’area archeologica.

Le altre fotografie, presenti nelle parti dedicate all’approfondimento, riprendono angoli dell’area archeologica visibili dal visitatore anche se in alcuni casi orientate in modo differente. Un’eccezione è rappresentata dalla parte dedicata all’evoluzione della chiesa cruciforme e alla cripta Saint-Oyand dove le immagini fotografiche e le ricostruzioni digitali si riferiscono esclusivamente a questo luogo non visibile dalla seconda tribuna.

Gli apparati testuali descrittivi si riferiscono solo in parte agli elementi realmente visibili nella penombra dell’area archeologica. Escludendo la parte testuale che descrive

la cripta Saint-Oyand, in alcuni casi i testi rimandano, con formule che richiamano l’attenzione del visitatore, a elementi che non è possibile riconoscere, come nel caso della segnalazione di pitture su pareti nel mausoleo o del braccio ovest della navata della chiesa cruciforme.

Gli apparati testuali possono essere classificati come espositivi e in alcuni casi descrittivi quando si fanno espliciti riferimenti a ciò che il visitatore è in grado di osservare. A un primo livello di informazioni si predilige il racconto della storia del complesso monumentale con pochi elementi di descrizione.

In generale i contenuti sono organizzati secondo un menu con struttura ad albero. A un primo livello le informazioni si riferiscono a brevi didascalie che accompagnano le ricostruzioni digitali e che prediligono il racconto della storia del complesso monumentale con pochi elementi di descrizione, ad un secondo livello sono presenti elementi di descrizione delle presenze archeologiche o delle parti del complesso monumentale con approfondimenti su diversi aspetti tra i quali: contesto storico, archeologia, architettura e sua evoluzione (fig. 19).

Nel primo livello di contenuti le ricostruzioni digitali in formato video sono predominanti. Il testo che le accompagna riporta solamente le informazioni essenziali che determinano la datazione e le maggiori trasformazioni realizzate. Il breve testo accompagna in basso il video e rimane sullo schermo anche al suo termine. I contenuti essenziali sono rappresentati per lo più dalle ricostruzioni digitali, tranne che nella terza parte relativa alla descrizione della decorazione del soffitto dove si preferisce una serie di riproduzioni fotografiche da diverse angolazioni, accompagnate da una didascalia. Le parti di approfondimento lasciano maggiore spazio a contributi testuali corredati da rappresentazioni grafiche, soprattutto nelle parti dedicate ai contesti storici, sequenze di foto che possono, in alcuni casi, alternarsi a ricostruzioni digitali di parti degli edifici (fig. 20). In questo secondo livello di informazioni l’apparato testuale mantiene sempre una maggiore rilevanza essendo posizionato in alto dello schermo e le immagini sono a sostegno del testo stesso.

La strategia comunicativa prevalente è quella informativa. Solamente il titolo “Davanti ai vostri occhi” può essere considerato un’indicazione di natura conativa, in quanto si invita il visitatore a prendere in considerazione alcuni elementi visibili dal punto di osservazione suggerito dalla postazione multimediale. Le ricostruzioni digitali che si sviluppano dalla pianta della chiesa attuale per poi rappresentare ipoteticamente gli alzati

dei rispettivi monumenti e le ambientazioni di vita quotidiana in un processo graduale di astrazione, proiettano il visitatore nel passato attraverso una strategia comunicativa di tipo realizzante.