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Grafico 3.2. Spesa per l’istruzione elementare in percentuale sulla spesa totale effettiva, 1873.

5. Il caso delle scuole femminili.

Il terreno sul quale comunque la debolezza dell’intervento pubblico, la sostanziale continuità tra moderati e democratici e lo scontro con le autorità centrali si resero più evidenti fu quello dell’istruzione femminile.

Il progetto di costruzione del sistema scolastico pratese aveva previsto che il Conservatorio delle Pericolanti dovesse diventare, previa una riorganizzazione degli insegnamenti ivi impartiti, il principale istituto di istruzione elementare femminile. Viste le critiche rivolte a questa scelta dalla Prefettura e dalla Delegazione straordinaria all’istruzione pubblica, per il fatto che non si trattava di un’istituzione pubblica42, la scuola femminile venne successivamente identificata nell’asilo pubblico che fu istituito

40 ACP, Protocolli del Consiglio Comunale, registro n° 7, 25 luglio 1871 - 28 maggio 1872, seduta del 28

maggio 1872.

41 ACP, Protocolli del Consiglio Comunale, registro n° 10, 11 dicembre 1873 - 30 dicembre 1874, seduta

dell’8 ottobre 1874. Il comune aveva infatti precedentemente fatto resistenza ad un tale provvedimento con la giustificazione che i maestri percepivano già uno stipendio superiore al minimo legale, dato che venivano retribuiti anche per gli insegnamenti serali.

42 SASP, Comune, filza n° 811, Atti del Consiglio, inserto n. 37, Rapporto sulle scuole comunali

nel 1862 e nel quale sarebbe stata presente, però, soltanto una prima classe in cui si sarebbero dovute insegnare la scrittura e la lettura a bambine di 5-6 anni. Anche questa soluzione non venne ritenuta in alcun modo sufficiente dalle autorità centrali, le quali, per voce del prefetto di Firenze, l’anno successivo si rivolsero al gonfaloniere di Prato nei seguenti termini:

“Manca tuttora la istituzione di qualche scuola femminile, per la quale la comunità non manca di locale, e per la cui istituzione fu assegnato un sussidio di £ 600. A tale oggetto codesto Municipio ha ricevuto continue sollecitazioni dagli egregi Deputati all’ordinamento delle scuole, e dalla Regia delegazione; ma né gli uni né l’altra sono stati per anco secondati nelle loro pur troppo giuste richieste”43. Tre anni dopo, tuttavia, la nuova scuola femminile non era ancora stata istituita e la situazione era diventata insostenibile, visto che, mancando per le bambine classi di istruzione superiore alla prima elementare, nella classe dell’asilo si concentravano 100 bambine delle età più diverse, con gravissime difficoltà didattiche e disciplinari. Soltanto nel 1867 si arrivò all’approvazione di un nuovo regolamento per le scuole femminili che prevedeva l’istituzione delle classi II, III e IV44, la cui attuazione fu rimandata però di altri 3 anni, e solo nel 1870 furono approvate le assunzioni per le nuove maestre45. Le cose non andarono meglio per le scuole di campagna. Il regolamento approvato nel 1861 non prevedeva, come si è visto, l’istituzione di alcuna scuola comunale femminile in campagna, demandando ai privati, eventualmente sostenuti da un sussidio comunale, il compito di farsi carico dell’istruzione delle bambine. Negli anni successivi non mancarono le richieste di sussidio da diverse zone della comunità: Vaiano, S. Lucia, Iolo, Tavola, S. Giorgio a Colonica, per esempio46.

La questione dell’assenza di scuole comunali femminili in campagna venne affrontata per la prima volta in consiglio comunale nel 1868, durante la seduta del 18

43SASP, Comune, filza n° 811, Atti del Consiglio, inserto n. 40, Lettera dalla Prefettura della provincia di

Firenze al gonfaloniere di Prato del 20 gennaio 1863.

44 ACP, Protocolli del Consiglio Comunale, registro n° 2, 31 ottobre 1866 - 13 agosto 1867, seduta del 19

gennaio 1867.

45 ACP, Protocolli del Consiglio Comunale, registro n° 5, 15 novembre 1869 - 8 ottobre 1870, seduta del

30 luglio 1870.

46 SASP, Comune, filza n° 811, Atti del Consiglio, inserti 63 (11 giugno 1864), 65 (11 giugno 1864), n°

72 (12 gennaio 1865); ACP, Protocolli del Consiglio Comunale, registro n° 4, 15 settembre 1868 - 6 novembre 1869, seduta del 26 maggio 1869. Talvolta si trattava di mogli dei maestri comunali che, aiutate dal marito, tenevano scuola alle bambine del paese, come nel caso di Vaiano e Tavola. Altre volte, invece, la aspirante maestra era una persona semi alfabeta, come nel caso di Enrichetta Amerini di S. Lucia che chiedeva un sussidio attraverso una lettera che qualcun altro le aveva redatto e che ella aveva firmato in modo molto incerto.

gennaio che appare altamente significativa e quasi simbolica rispetto alle linee prevalenti nella politica scolastica del comune di Prato per gran parte del XIX secolo47. L’amministrazione era guidata dai democratici che, come si è visto, avevano aspramente criticato l’immobilismo delle giunte moderate in ambito scolastico ed erano riusciti a strappare le redini del potere agli avversari fin dal 1865.

Nella riunione del Consiglio del 18 gennaio 1868 venne dapprima approvata la proposta avanzata dalla II commissione e presentata dal leader democratico Giuseppe Mazzoni per l’istituzione di una nuova scuola maschile nella località di S. Giusto, che si trovava esattamente nel mezzo della piana a sud di Prato, a una distanza superiore ai 2 km rispetto ai borghi nei quali era presente una scuola comunale. La stessa II commissione aveva contemporaneamente dato parere sfavorevole alla proposta di un consigliere dello schieramento avversario sulla istituzione di una scuola comunale femminile a Tavola, con la motivazione che non se ne riscontrava l’urgenza poiché “in quasi tutti i luoghi più popolati del comune vi erano scuole private sussidiate dal Municipio che provvedevano bastantemente al bisogno”48.

Il sindaco appoggiò il parere della commissione, aggiungendo, secondo un’argomentazione per certi aspetti bizzarra, che non era il caso di aprire una scuola nel borgo di Tavola quando ne erano prive tutte le altre località più importanti del territorio pratese. Immediatamente dopo, però, il sindaco propose l’istituzione di una classe di lingua francese nelle scuole comunali maschili cittadine, che avrebbe dovuto essere finanziata con i fondi rimasti inutilizzati dopo la soppressione della classe di disegno, in seguito alla morte dell’insegnante. Il consigliere moderato Pampaloni, ergendosi in quell’occasione a difensore delle sorti dell’istruzione popolare, fece allora notare l’intempestività e l’incongruenza della proposta del sindaco, sostenendo che occorreva prima di tutto pensare “alla soddisfazione dei bisogni di prima necessità, quindi agli altri che tali non erano”49. Il sindaco replicò dicendo che innanzitutto non era opportuno fare confronti tra campagna e città, creando nei cittadini “un antagonismo sotto ogni rapporto inammissibile”50; in secondo luogo per Prato, città di commerci e industrie che per le sue attività doveva sempre più intrattenere rapporti con i paesi europei, una scuola

47ACP, Protocolli del Consiglio Comunale, registro n° 3, 31 ottobre 1867 - 7 luglio 1868, seduta del 18

gennaio 1868.

48 Ivi. 49 Ivi. 50 Ivi.

di francese era un bisogno primario tanto quanto lo erano le scuole elementari per il contado; infine concludeva affermando: “Quest’affare dell’istruzione non è stato trascurato ma è stato condotto innanzi quanto poteva desiderarsi nello stato delle cose”51. La proposta del sindaco venne alla fine messa ai voti e approvata con 19 voti contro 8 per alzata e seduta. La vicenda si chiuse definitivamente e significativamente 5 anni dopo con la soppressione della classe di francese, che era stata frequentata poco e con poco profitto.

I ritardi e le resistenze del comune di Prato suscitarono ancora una volta, alla fine degli anni ’70, l’intervento diretto delle autorità centrali. Nel 1870 il consiglio comunale aveva infine votato a favore dell’istituzione di quattro scuole femminili, la cui distribuzione ricalcava quella adottata originariamente per i maschi: esse dovevano infatti essere aperte a Tavola, a Galciana, a Figline e a Vaiano52. A queste si aggiunse tre anni dopo la scuola di Iolo53. Dopo tali provvedimenti le iniziative del comune per l’istruzione femminile si bloccarono nuovamente, anche perché se si decideva di stanziare una parte del bilancio a favore delle scuole comunali, i fondi venivano accordati di preferenza alle maschili, come avvenne, senza che la cosa suscitasse alcuna discussione, quando nel 1875 si decise di dare la priorità alla scuola maschile di Cafaggio rispetto a quella femminile di Casale, benché i bambini potessero già usufruire di un numero maggiore di istituti rispetto alle bambine54.

A questo si doveva aggiungere la tattica del gradualismo, prevalente tra tutti gli schieramenti politici, ovvero la propensione ad accordare l’istituzione di una sola nuova scuola per volta, anche nel caso vi fossero richieste che venivano contemporaneamente da più parti e anche se la consapevolezza dell’insufficienza di fondo del sistema scolastico rispetto alla dimensione della popolazione era chiara e diffusa. Così si esprimeva, ottenendo il consenso generale del consiglio, il consigliere democratico Guasti riguardo al fatto che mentre veniva approvata l’apertura della scuola maschile di

51 Ivi.

52 ACP, Protocolli del Consiglio Comunale, registro n° 6, 25 ottobre 1870 - 20 luglio 1871, seduta del 1

dicembre 1870.

53 ACP, Protocolli del Consiglio Comunale, registro n° 9, 18 gennaio 1873 - 11 dicembre 1873, seduta

del 19 giugno 1873.

54 ACP, Protocolli del Consiglio Comunale, registro n° 11, 30 dicembre 1874 - 15 febbraio 1876, seduta

del 30 settembre 1875. Che l’investimento iniziale in istruzione andasse all’inizio a favore dei maschi era un fatto comune a molti paesi europei. Soltanto col progredire della scolarizzazione elementare la diseguaglianza di trattamento andava poi lentamente diminuendo. Cfr. Vincent D. 2000, p. 60

Cafaggio si rimandava l’istituzione, oltreché di quella femminile di Casale, anche di quella maschile di Mezzana:

“E’ buono sistema quello di accrescere ogni anno il numero delle scuole, perché così a poco per volta si dà al comune quello di cui abbisogna, senza far risentire tutto in una volta l’onere sui contribuenti, e si contentano le popolazioni”55.

Così facendo la comunità pratese era arrivata alla fine degli anni ’70, ovvero a quasi 20 anni di distanza dalla riforma del 1860, con sole cinque scuole femminili nel contado (e si deve ricordare che quando si parla di scuole nel contado si intendono scuole uniche pluriclassi, dove gli allievi di diverse età ed esperienza partecipavano insieme ad unica comune lezione) per una popolazione di bambine dai 6 ai 10 anni che nel 1871 era composta da più di 1500 unità56, senza contare il fatto che, come si vedrà più avanti, le scuole elementari venivano di norma frequentate anche da ragazze tra gli 11 e i 15 anni.

Ciò significa che, ammesso che tutte le bambine fossero state disposte o avessero potuto spostarsi anche per diversi chilometri per frequentare le scuole nelle località dove erano presenti, ogni classe avrebbe dovuto contenere almeno 300 alunne. La situazione risultava pertanto insostenibile, a maggior ragione nel momento in cui lo stato centrale emanava una nuova legge, la Coppino del 1877, che tentava di dare applicazione alle normative sull’obbligo scolastico contenute nella legge Casati, che a Prato, come si è visto, non erano state neanche prese in considerazione, dal momento che era stata considerata valida soltanto la legge toscana del 1860.

Nel marzo del 1878 il consiglio comunale discusse i provvedimenti che il Consiglio Provinciale Scolastico aveva ingiunto di prendere in seguito all’approvazione della nuova legge sull’istruzione obbligatoria57. Il comune di Prato avrebbe dovuto istituire urgentemente almeno tre nuove scuole rurali femminili a S. Giusto, Pizzidimonte e S. Giorgio a Colonica. In questo caso il sindaco, a capo di una giunta di colore democratico, si dichiarò favorevole a seguire le indicazioni del Consiglio Provinciale Scolastico, ma i consiglieri moderati Bacci e Pampaloni intervennero sollevando, come spesso era avvenuto anche in passato, questioni di bilancio. L’ingegnere Bacci, futuro

55 ACP, Protocolli del Consiglio Comunale, registro n° 11, 30 dicembre 1874 - 15 febbraio 1876, seduta

del 30 settembre 1875.

56 ACP, Censimento del 1871, busta n° 7, Classificazione delle persone secondo i modelli K.I.L.M. (età,

sesso, professione, origine, stato civile, istruzione, religione e infermità).

57 ACP, Protocolli del Consiglio Comunale, registro n° 13, 30 maggio 1877 – 19 ottobre 1878, seduta del

sindaco della città a capo di una giunta moderata nonché direttore, sul finire del secolo, dell’Ufficio tecnico del comune preposto al controllo delle condizioni degli edifici scolastici, sostenne che l’istituzione della scuola a S. Giorgio a Colonica non era necessaria poiché in quel borgo esistevano già due iniziative private sussidiate dal comune. Inoltre sottolineava, con un argomento divenuto ormai classico, la pericolosità di aprire contemporaneamente un eccessivo numero di istituti, poiché i borghi vicini si sarebbero fatti avanti “per richiedere un eguale benefizio, al quale la finanza comunale non sarebbe stata in grado di provvedere”58. Il consigliere Pampaloni, che in passato si era sollevato in difesa dell’istruzione femminile come bisogno primario della popolazione, propose questa volta di sospendere e rimandare del tutto la questione ad una sessione futura. Nonostante l’opposizione del sindaco alla sospensiva, la posizione di Pampaloni ottenne la maggioranza in consiglio e delle tre scuole non ne fu istituita neppure una. Nell’ottobre di quello stesso anno il consiglio comunale dovette infine procedere all’istituzione delle tre scuole, dietro la minaccia del provveditorato di passare a sanzioni amministrative nei confronti del municipio pratese se non avesse adempiuto ai suoi obblighi59.

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