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Grafico 4.3. Classificazione per età degli iscritti alle scuole elementari (%): 1883/84 – 1901/02.

5. Il sovraffollamento delle aule scolastiche.

Alla luce di queste considerazioni, se la stessa frequenza saltuaria poteva essere considerata, come si è già osservato, espressione della presenza di una domanda popolare di istruzione, a maggior ragione i casi, sempre più frequenti, di sovraffollamento delle aule scolastiche erano il segno di un desiderio di istruzione che oltrepassava l’offerta pubblica.

La rilevanza cruciale della questione del sovraffollamento delle aule, su cui mi sono soffermata anche nel capitolo precedente, nella determinazione della domanda popolare di istruzione richiede di aprire una piccola parentesi metodologica su questo punto. Un’analisi sistematica del rapporto tra la dimensione dell’offerta pubblica, e specificamente degli spazi fisici destinati all’istruzione, e quella della popolazione scolastica richiederebbe di conoscere non solo il numero degli iscritti, o meglio dei frequentanti, ma anche le misure delle aule scolastiche. Le fonti non consentono purtroppo di raggiungere un tale livello di precisione. Se infatti le statistiche ufficiali e i

45 ACS, MIP, DSPN 1860-1896, titolo XVI busta 178, fascicolo Firenze, il provveditore di Firenze al

ministro della pubblica istruzione, 16 novembre 1883.

46 ACS, MIP, DSPN 1860-1896, titolo XVI, 1895-96, busta 614, l’ispettore scolastico del circondario

resoconti degli ispettori e dei direttori scolastici permettono di ricostruire un quadro più o meno preciso sul numero degli iscritti, ed in parte anche su quello dei frequentanti, lo stesso non vale per i locali scolastici, dei quali esistono al più descrizioni pittoresche o impressionistiche, mentre le indicazioni quantitative sono assolutamente eccezionali, almeno sino alla fine del XIX secolo. A partire dal 1898 qualche informazione in più è ricavabile dal fondo “ufficio tecnico” dell’archivio storico del comune di Prato; tuttavia anche in questo caso si tratta per lo più di indicazioni e misure relative a progetti di edifici scolastici, più che a rilevazioni su edifici esistenti. Anche quando si sono potute ricavare informazioni precise sulla dimensione di alcune aule, solo eccezionalmente è stato possibile confrontarle con il numero degli iscritti. Dato infatti che i locali scolastici, soprattutto nel contado, erano nella maggior parte dei casi presi in affitto dal comune e potevano cambiare di anno in anno, sarebbe stato necessario poter mettere a confronto misure dei locali e numero degli iscritti relativi allo stesso anno scolastico, cosa che ha ristretto ancora di più il campo delle rilevazioni utilizzabili. Nella valutazione dell’affollamento delle aule è stato quindi necessario affidarsi in via quasi esclusiva alle osservazioni e alle impressioni degli osservatori dell’epoca, che comunque si sono rivelate sufficientemente precise e numerose da fornire indicazioni abbastanza certe, ancorché approssimative, sulle condizioni in cui le lezioni si svolgevano.

Segnali di sovraffollamento delle aule vi erano stati, come si è visto, nella prima metà degli anni ’60. Successivamente la popolazione scolastica aveva continuato nel suo complesso ad aumentare lentamente, soprattutto grazie all’istituzione di nuove scuole o nuove classi, ma l’afflusso per ciascuna singola scuola o classe47 non era cresciuto ed in alcuni casi, come si è osservato, era diminuito. Le statistiche sul numero

47 E’ opportuno a questo punto fare qualche precisazione sulla definizione di scuola e classe. Nelle

statistiche anteriori al 1883-84 per scuola s’intendeva esclusivamente l’aula scolastica, in quelle posteriori, sino al 1886, quel complesso o aggregato di classi o sezioni che costituivano un corso completo d’insegnamento elementare e si trovavano riunite nello stesso edificio; dal 1886 si tornò al significato di “aula” (De Fort E., 1995, p. 12). E’ evidente che le variazioni nei significati di “scuola” dipendevano dalla difficoltà di unificare due esperienze didatticamente e istituzionalmente diverse come le scuole uniche rurali, dove più “classi” di alunni si trovavano riunite allo stesso tempo sotto il medesimo insegnante, in una medesima aula che coincideva con la scuola, e le scuole urbane dove diverse classi di alunni avevano più o meno ciascuna il proprio insegnante e seguivano le lezioni in aule distinte tutte generalmente raggruppate nello stesso edificio scolastico. Quindi in campagna, almeno fino ai primi anni del 1900 quando anche nel contado cominciarono ad essere formate classi con distinti insegnanti, a ciascuna scuola corrispondeva una sola “unità didattica” (al massimo due, nel caso delle scuole miste dove bambini e bambine seguivano le lezioni in orari diversi) con un solo insegnante, mentre in città a ciascuna scuola corrispondevano diverse “unità didattiche” con distinti insegnanti.

degli iscritti tra la seconda metà degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’80 concordano con le relazioni di deputati, ispettori, e direttori delle scuole comunali che per quello stesso periodo non parlano mai di situazioni di sovraffollamento e semmai lamentano la disaffezione della popolazione alla scuola48.

Dalla metà degli anni ’80 riprese la tendenza ad una crescita più rapida delle iscrizioni scolastiche, come si è osservato nei paragrafi precedenti, e negli stessi anni le fonti segnalano nuovi casi di sovraffollamento delle aule, da prima in città e poi anche in campagna. Nel 1884 il direttore Giani suggeriva, per esempio, lo sdoppiamento della classe preparatoria urbana, frequentata da circa 120 alunni per motivi didattici e disciplinari:

“perché con un aula sola non può più nella classe preparatoria aversi un insegnamento adatto ed efficace. Infatti questa classe recluta i suoi alunni in due modi: una parte provengono ogni anno dall’Asilo, dopo un esame ed hanno l’età di circa sei anni; l’altra parte proviene dagli asili o scolette private o non è mai stata ad alcuna specie di scuola ed ha varia età (fino ad arrivare a dieci e talora 11 anni) e nessuna o quasi nessuna cultura, e debole abito della disciplina scolastica. Avviene per conseguenza nella preparatoria un amalgama dannoso per un profitto rapido e serio, per un contegno costantemente e generalmente regolare, trovandosi insieme giovanetti troppo tra loro differenti, come ho notato, di età, di educazione, di cultura”49

Anche se il provvedimento proposto dal direttore delle scuole comunali fu adottato50, qualche anno dopo la situazione non risultava migliorata, ma semmai ulteriormente aggravata. Nel 1891 Giani pregava il sindaco di voler aggiungere una nuova classe nelle scuole urbane maschili, poiché l’anno successivo sarebbe stato “veramente impossibile, senza gravissimo danno, il farne a meno. Altre classi sono già sovraccaricate di alunni e poco è il profitto quando un maestro ha da tenere 80 e 90 alunni”51. Ma ancoranel 1893 il regio ispettore scolastico scriveva al sindaco di Prato, dopo aver visitato le scuole

48 Nella relazione agli esami finali dell’anno scolastico 1881-82, per esempio, i tre componenti della

commissione esaminatrice, Lazzerini, Pelagatti e Fossi, lamentavano lo scarso numero di alunni delle scuole rurali “E’ vero che ogn’anno trovasi un piccolo aumento di alunni, ma siamo sempre ben lontani da quel numero che dar potrebbero i popoli che godono del benefizio della scuola”, ACP, Carteggio degli

affari comunali, Istruzione, filza n° 212, fascicolo 5, Esami finale dell’anno 1881-82. Risultati e

relazione.

49 ACP, Atti del consiglio comunale, filza n° 61, affare 30, lettera di Giani al sindaco del 4 gennaio 1884.

Per inciso Giani tentava di convincere il consiglio comunale dimostrando come l’istituzione di una nuova classe avrebbe comportato un aggravio fisso di sole 70 lire, dal momento che nella classe preparatoria era già presente un aiuto-maestro stipendiato che avrebbe potuto diventare il maestro della nuova classe.

50 ACP, Protocolli del consiglio comunale, registro n° 19, 24 giugno 1884 - 3 dicembre 1885, seduta del

23 ottobre 1884.

urbane, dicendosi molto meravigliato del provvedimento che era stato preso per la I classe inferiore della scuola maschile, del tutto in contraddizione con il regolamento del 16 febbraio 1888. La prima classe era stata infatti divisa in due classi parallele, una di 142 e l’altra di 140 alunni, che non facevano orario regolare, bensì venivano convocate ciascuna tre volte alla settimana dallo stesso maestro, con grave danno dell’insegnamento. Diceva l’ispettore:

“Se codesti locali scolastici non trovansi nelle condizioni indicate dall’art. 102 del citato regolamento e sono mancanti della dovuta ampiezza per contenere anche più di 70 alunni per classe (art. 14) non vi è chi non veda quanto sia necessario sfoltire le classi, facendo quante parallele occorrano. Poiché se l’obbligo scolastico è sancito dalla legge, la logica vuole che in fanciulli trovino posto nelle scuole, né il Regolamento permette assottigliamenti d’orari e di lezioni” 52.

Aggiungeva poi che anche la classe femminile contava più di 90 alunne, e aveva bisogno di un’aiutante per la maestra. Cinque anni dopo il provveditore scriveva al sindaco di Firenze per chiedere provvedimenti urgenti per le numerose classi femminili urbane, che stando alla relazione del Regio Ispettore, risultavano eccessivamente affollate (le due prime, la seconda, la quarta e la quinta)53.

Sul finire degli anni ‘80 l’aumento degli alunni aveva cominciato a causare disagi anche in alcune scuole di campagna. Nel 1888, come si è già osservato, Giani sottolineava i problemi che sarebbero derivati dall’applicazione della legge sull’obbligo scolastico dal momento che, pur essendo ancora elevatissima l’evasione, alcune scuole, come la femminile di Galciana, erano già “traboccanti di popolazione”54. Alla fine degli

52 ACP, Carteggio degli affari comunali, Istruzione, filza n° 215, fascicolo 1, Lettera del regio ispettore

scolastico al sindaco del 12 ottobre 1893. L’intervento del regio ispettore seguiva d’altronde una diretta protesta dei genitori dei bambini della prima classe elementare che così si erano espressi nei confronti del comune: “Ill.mi Signori Cav. Sindaco e Componenti la Onorevole Giunta Municipale di Prato. I sottoscritti Padri di famiglia a nome anche di molti altri da cui hanno ricevuto incarico, persuasi che niuna legge scolastica può permettere né tollerare che s’impartisca l’istruzione nelle Scuole Elementari, massimo nella prima Classe, nel modo che si pratica nelle nostre Scuole a causa dell’esuberanza del numero degli alunni, e cioè per tre soli giorni la settimana, si rivolgono alle SS. VV. Ill.me affinché vengano presi quei provvedimenti che saranno creduti opportuni, perché i fanciulli che frequentano la prima Classe Elementare abbiano la lezione quotidianamente come quelli delle altre classi. Ed intanto per debito di lealtà credono doveroso di manifestare fin d’ora alle SS: VV. Ill.me la loro intenzione di rivolgersi cioè alla Regia Provveditoria degli Studi qualora riuscissero infruttuose le preghiere che alla presente domanda rivolgono a codesta onorevole Giunta. Delle SS: VV: Ill.me devotissimi....” (ACP, Atti

del Consiglio comunale, filza n° 96, affare 61, Petizione di alcuni genitori al sindaco, 5 ottobre 1893).

53 ACP, Carteggio degli affari comunali, Istruzione, filza n° 217, fascicolo 1, Lettera del provveditore al

sindaco del 4 gennaio 1898.

54 ACP, Atti della Giunta Municipale, filza n° 73, affare 28, Relazione di Giani al sindaco del 21 agosto

anni ’90, lo “sconcio” delle aule sovraffollate, come lo chiamava Giani55, non solo non era ancora stato risolto, ma semmai, sull’onda dell’aumento delle iscrizioni alle scuole, si andava aggravando. Il provveditore, su indicazione del regio ispettore in visita alle scuole di Prato, chiedeva che a Iolo venisse istituita una nuova scuola perché sia quella maschile che quella femminile erano incapaci di contenere tutti coloro che vi si recavano56. Nello stesso anno il direttore delle scuole descriveva nel modo seguente la situazione trovata nella scuola di Chiesanuova, istituita tre mesi prima:

“La scuola della Chiesanuova aperta all’insegnamento il 18 aprile ebbe 42 alunni. Facendo un esamino il 27, trovai nella piccola e bassa stanza 39 fanciulli, de’ quali 14 ritti accanto a due pareti e 25 seduti sui 5 banchi, 5 per banco. […] Fra un’aria asfissiante essendo i ragazzi accatastati gli uni sugli altri in quel piccolissimo spazio che ha due finestrini in alto ed esposta al sole la porta d’entrata, scrutai ciò che ciascun alunno avesse appreso nel corso dei tre mesi circa d’insegnamento”57

Anche quando le scuole comunali rimanevano deserte, come nel caso già citato della scuola femminile di S. Giorgio a Colonica, erano affollatissime le scuole private. Giani ne aveva identificato un numero molto alto, proprio a S. Giorgio:

“Molte sono le scolette private a S Giorgio, abusive e dannose alla scuola comunale. Passandomi di quelle peggiori, ove si piglia un centesimo per ogni mezza giornata che ci si va, dirò di quelle più accreditate. Queste furono sempre quelle della moglie del maestro comunale e quelle d’una tal Rossi Rosa. Fra tutte e due queste scolette ebbero sempre più di 80 alunne, varie delle quali erano e sono di quelle iscritte alla scuola comunale, che vi si recano, finita la lezione pubblica a far treccia, sinché non lasciano del tutto la scuola del comune.

In questo anno è sorta, ed è frequentatissima una nuova scoletta, non autorizzata neppure essa, tenuta da certa sorelle Gheri, una delle quali credo sia ex- monaca” 58.

D’altronde, sul finire degli anni ’90, anche la scuola comunale di S. Giorgio ricominciò ad essere frequentata con più costanza, e problemi di sovraffollamento si presentarono anche lì. Nel 1896 la maestra Valeria Crocini scriveva al Direttore delle scuole per chiedere nuovi sedili:

55 Ivi.

56 Per esempio in ACP, Carteggio degli affari comunali, filza n° 217, fascicolo 1, lettera del provveditore

al sindaco del 4 gennaio 1898.

57 ACP, Carteggio degli affari comunali, filza n° 217, fascicolo 1, Rapporto di Giani al sindaco sulle

scuole miste di Chiesanuova e di Schignano, 2 agosto 1898.

58 ACP, Atti della Giunta Municipale, filza n° 72, affare 113, Relazione di Giani al sindaco sulla scuola

“Quest’anno è aumentato notevolmente il numero delle alunne; sono iscritte 57 e non ho che 36 sedili. Non so come fare onde poter accomodarle, mi son fatta imprestare delle tavole e delle sedie, ma non potendo ben ordinarle né averle tutte di fronte non può essere osservata abbastanza la disciplina scolastica, e debbo anche quanto prima restituirle. Quindi se ella potesse in qualche modo farmi avere delle panche, mi farebbe cosa immensamente gradita”59.

Il fenomeno del sovraffollamento, già diffuso negli anni ’90 del 1800, divenne poi la prassi nel primo decennio del ‘900: in città le classi sia maschili che femminili venivano sdoppiate quasi ogni anno60, mentre in campagna si dovette in alcuni casi procedere all’istituzione di nuove scuole miste (in particolare Vaiano e Galciana) dopo che i provvedimenti di sdoppiamento delle classi si erano rivelati insufficienti61.

59 ACP, Carteggio degli affari comunali, filza n° 217, fascicolo 1, Lettera della maestra Valeria Crocini a

Giani, 23 novembre 1896.

60 Nel giugno del 1900 furono raddoppiate la IV e la V femminili (ACP, Protocolli del consiglio

comunale, registro n° 31, maggio 1900 - giugno1901, seduta del 21 giugno 1900); nel novembre del 1902

fu sdoppiata la seconda femminile che era arrivata a contare 132 alunne (ivi, registro n° 33, 5 novembre 1902 - 8 febbraio 1904, seduta del 5 novembre 1902); nel novembre 1903 furono istituite due nuove prime classi, una maschile e una femminile (ivi, registro n° 33, 5 novembre 1902 - 8 febbraio 1904, seduta del 3 novembre 1903); nel novembre 1904 fu istituita una terza sezione per la seconda classe maschile (ivi, registro n° 34, 8 febbraio 1904 - 11 gennaio 1905, seduta del 22 novembre 1904); nel giugno 1906 fu istituita una terza sezione per la IV maschile (ivi, registro n° 35, 11 gennaio 1905 - 31 luglio 1906, seduta del 12 giugno 1906), etc... Si ritornerà su questo punto nel prossimo capitolo.

61 Al provvedimento si arrivò in entrambi casi nel 1908, dopo che negli anni precedenti le classi delle

scuole maschili e femminili di entrambe le località erano state più volte sdoppiate (ACP, Protocolli del

consiglio comunale, registro n° 37, 24 dicembre 1907 - 10 febbraio 1909, seduta del 22 aprile 1908).

Osservando l’andamento delle iscrizioni scolastiche, che prima è stato presentato nella tabella 4.3 e che viene riproposto per alcune località di campagna nel grafico 4.4, in nota, si può ipotizzare che proprio il sovraffollamento fosse la causa della riduzione delle iscrizioni scolastiche che si registrava in alcune scuole dove erano stati raggiunti dei livelli di partecipazione probabilmente insostenibili per le capacità dei locali scolastici. A Figline, Galciana e Iolo, dove all’inizio degli anni ’90 le iscrizioni avevano raggiunto il numero di 80 – 90 alunni, negli anni successivi vi fu una sensibile riduzione della partecipazione. Si tratta chiaramente solo di un’ipotesi, tutta a verificare, cui andrebbe aggiunta quella degli eventuali effetti della congiuntura economica sulla richiesta di lavoro minorile.

Dalle pagine del quotidiano “La luce” il maestro Agostino Castagnoli descriveva sarcasticamente i disagi disciplinari e didattici di un vecchio maestro nell’insegnare ad una classe troppo numerosa, in un articolo scritto in forma di piccolo brano teatrale: nell’aula entra a sorpresa un ispettore didattico il quale fa domande sia difficili (di storia, su Garibaldi) che semplici (il capoluogo della Toscana o quanto fa 4 volte 5) a cui gli alunni non sanno rispondere e commenta: “Io constato con dispiacere, signor maestro, che i suoi alunni non sanno assolutamente nulla, e che sono anche irrequieti”. Il maestro risponde: “Perdoni, egregio Ispettore, essi invece sanno qualcosa”. L’ispettore: “Che cosa, dunque?”. Il maestro: “Essi sanno che sono SESSANTA [in maiuscolo nel testo] nella classe e che io son solo per mantenere la disciplina e per fare di essi 60 piccoli PICO DELLA MIRANDOLA [in maiuscolo nel testo]”62.

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