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Le compatibilità finanziarie

Nel documento IlSettoreBancario PaoloBiffis (pagine 61-66)

2.3 Le variabili di decisione della banca

2.3.3 Le compatibilità finanziarie

La questione finanziaria riguarda sia i valori di stock delle attività finanziarie e delle passività, sia i processi che influiscono sulla formazione di tali consistenze: nel primo caso si tratta di mettere a fuoco le relazioni fra fabbisogno e struttura finanziaria (cioè fra attivo finanziario e passivo) oltre che le relazioni fra gli ele-menti del fabbisogno (cioè dell’attivo) e fra gli eleele-menti della struttura (cioè del passivo); nel secondo caso, si tratta invece di capire i processi che generano quelle consistenze.

La questione assume rilievo particolare per le banche proprio per i connotati tipici della loro gestione caratteristica: negoziare prestiti monetari. Essa discende dalla particolare interdipendenza fra attivo finanziario e passivo. La struttura finanziaria, infatti, è solo parzialmente autonoma e deriva, per la massima parte, da una variazione quantitativa del fabbisogno perché i prestiti creano i depositi (v. ultra, § 3.5).

Le condizioni di compatibilità di cui si discute si possono riassumere descri-vendo dapprima quantità e qualità del credito concesso e del credito ottenuto e poi individuando posizioni convenienti di liquidità.

L’estrema diversità delle condizioni alle quali vengono negoziate attività fi-nanziarie e passività accentua la questione della ricerca della struttura finanziaria ottima pro–tempore sulla quale è anche abbastanza difficile incidere, essendo essa determinata, in sintesi, dalla propensione del pubblico per la moneta bancaria. Si tratta di un problema corrente in quanto crediti concessi e crediti ottenuti

de-terminano fabbisogni di cassa ‘immediati’. La struttura finanziaria della banca sorge dai crediti concessi (sotto il duplice aspetto del loro ammontare e della loro forma tecnica) soprattutto perché essi determinano un fabbisogno di scorte mo-netarie necessarie a fronteggiare le richieste provenienti direttamente dai clienti (depositanti e affidati) a seguito dei pagamenti da essi stessi ordinati.

Per le banche, infatti, attività in attesa di realizzo e ammontare dei fondi di-sponibili per equilibrare le asincronie di ‘Cassa’ sono sottoposti entrambi ad una importante variabile esterna, cioè all’iniziativa della clientela che incide sulla si-tuazione di liquidità ordinando pagamenti. La gestione corrente deve cercare di fronteggiare questo aspetto. In definitiva, perciò, gran parte di queste questioni sono connesse con la funzione monetaria esercitata dalle banche, che vedono au-mentare il volume dei mezzi a disposizione in parallelo con i prestiti negoziati che transitano attraverso i conti correnti. Il volume dei prestiti concessi e utilizzati tramite moneta scritturale consente alla banca di disporre dei mezzi impiegati fino a che il flusso della moneta scritturale prodotta non dia luogo ad un eguale flusso di base monetaria in uscita nei confronti delle altre aziende di credito, per effetto della compensazione (v. ultra, § 3.8.1) e, in misura trascurabile, nei confronti della clientela.

Il volume dei mezzi di pagamento generati dal sistema bancario sarà quindi tanto maggiore quanto maggiore sarà la circolazione dei prestiti in conto corrente rispetto alla richiesta di loro conversione in base monetaria; analogamente, ogni singola banca vedrà aumentare i propri mezzi a disposizione all’aumentare della capacità di riattrarre presso i propri sportelli la moneta scritturale propagata dai propri affidati.

L’interconnessione fra compatibilità finanziarie e compatibilità patrimoniali si ha per due motivi: anzitutto perché attività finanziarie e passività sono gli elementi prevalenti dell’attivo e del passivo bancario; in secondo luogo perché il volume di affidamenti alla clientela rappresenta esclusivamente un impegno della banca a riconoscersi quale debitore nel momento prescelto dall’affidato, e tale rimane fino a che quest’ultimo non si decida ad utilizzare il credito, permettendo alla banca, in questo lasso di tempo, di non subire variazioni quali–quantitative dell’attivo10.

Possiamo dunque concludere che la struttura finanziaria delle banche dipende dal processo che vede la possibilità di concedere credito dal nulla (v. ultra, § 3.3), nel senso che sarà necessario e sufficiente che la banca disponga di adeguati livelli patrimoniali minimi (v. ultra, § 4.4) e di adeguate risorse liquide (v. ultra, § 3.9).

10Le convenzioni contabili infatti censiscono i crediti utilizzati: aumentando gli affidamenti non si manifestano né fabbisogni finanziari, né mutamenti nella struttura finanziaria; è tuttavia probabile che quando la quota degli utilizzi permane anormalmente al di sotto degli affidamenti, essi possano pesare nelle scelte allocative, nel senso che gli impegni assunti pregiudicano, in assenza di adeguati limiti di sicurezza, la possibilità di negoziare nuovi prestiti. Le differenze fra credito concesso e credito utilizzato non si evincono dai conti patrimoniali; tuttavia, esse dovrebbero desumersi dai conti impegni e rischi, in modo da mantenere la struttura finanziaria adeguatamente elastica.

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I problemi di compatibilità finanziaria riguardano allora:

— le questioni connesse con la capacità di concedere credito che dipende dallo stock di patrimonio;

— l’‘asincronia’ fra scadenze originarie (o contrattuali) e fra volumi dei crediti e dei debiti: sia perché gli elementi dell’attivo (crediti e strumenti finanziari) han-no scadenze diversificate, e quindi giungohan-no a maturazione in tempi diversi; sia perché le passività hanno anch’esse scadenze diversificate (depositi e obbligazioni) che ne determinano tempi diversi di esigibilità; sia, infine, perché molte passività (gli strumenti finanziari emessi) hanno, per l’emittente, scadenze di regola pre-determinate mentre le attività (gli strumenti finanziari detenuti) possono essere liquidate prima della scadenza;

— la diversa cadenza della liquidazione (o della smobilizzazione) delle attività finanziarie rispetto al pagamento delle passività che possono susseguirsi in tempi diversi rispetto alle aspettative, dando luogo a flussi di cassa che non necessa-riamente si compensano o si susseguono ordinatamente fra loro: ciò accade sia perché normalmente, come appena richiamato, il formarsi dei debiti e dei crediti implica volumi e scadenze fra loro diverse, ma anche perché una grande quantità di crediti, giunti a scadenza, vengono rinnovati.

Tutto ciò richiede un’attenta analisi dei flussi di fondi per cercare di giungere a determinare il livello più conveniente di riserve disponibili (v. ultra, § 3.9) dato che sarà sempre arduo sincronizzare i flussi di circolante in entrata e in uscita, generati indifferentemente dai crediti e/o dai debiti (v. ultra, Cap. 6).

Queste problematiche sono rilevanti perché sincronizzare le scadenze dei debiti con quelle dei crediti non è sufficiente per sincronizzare i flussi delle entrate e delle uscite: queste ultime, infatti, vengono generate dalle attività e dalle passività, anche indipendentemente dalle loro scadenze naturali (cioè quelle contrattuali) perché fra di esse non vi sono connessioni reciproche. In altri termini, come si è già segnalato, i flussi monetari in entrata, così come quelli in uscita, possono essere generati indifferentemente sia dalle passività, sia dalle attività in modo indipendente; il tentativo di sincronizzare le loro scadenze cioè di attribuire agli elementi dell’attivo probabilità di rientro vicine all’unità, consente di ridurre le risorse liquide nell’ipotesi che attività e passività, giunte a scadenza, vengano riscosse e rimborsate.

Le asincronie di cui si discute, piuttosto, sono solo parzialmente collegate con le scadenze originarie, perché spesso in quei momenti i debiti e crediti si rinnovano in toto o in parte, si modificano nelle loro forme tecniche, generano sia nuovi debiti sia nuovi crediti, comprensivi o meno della quota interessi maturata, ecc. Danno luogo, cioè, ad un’incessante movimento che è suscettibile di generare flussi di cassa.

Il problema finanziario può essere osservato anche come un problema di sosti-tuzione, alla scadenza, di debiti vecchi con debiti nuovi (o di rinnovo del credito): ne segue che esso si trasforma in un problema di compatibilità monetaria o di tesoreria quando, alla scadenza, le passività vengono ‘pagate’ e le attività

finan-ziarie vengono ‘riscosse’. A stabilizzare le sensibili asincronie dei flussi, generate da molteplici occasioni, può contribuire in misura ragguardevole la stagionalità dei pagamenti e delle riscossioni [94].

Per fronteggiare questi problemi è necessario disporre di ‘risorse liquide’, cioè di riserve disponibili (v. Glossario): il collegamento fra aspetti finanziari e liquidità bancaria è intuitivo (v. ultra, § 3.9).

Vi è poi da sottolineare il collegamento fra aspetti finanziari ed aspetti eco-nomici, cui segue il collegamento con le questioni della liquidità. Quest’ultima questione è già stata sollevata in precedenza e si è già osservato che, di regola, costi e ricavi bancari non danno luogo di per sè stessi, a flussi di cassa: i flussi di fondi che li riguardano sono confusi con gli addebitamenti e gli accreditamenti che si susseguono per effetto dei fabbisogni dei clienti. In definitiva, i valori di stock delle attività e delle passività si modificano continuamente per effetto dei flussi che le riguardano e che hanno origine prevalente da addebitamenti e da ac-creditamenti piuttosto che da prelievi e versamenti. È utile, allora, distinguere fra addebitamenti e accreditamenti a seconda che essi sorgano per effetto della gestio-ne economica o della gestiogestio-ne finanziaria e, in quest’ultimo caso, a seconda che riguardino le variabili di aggiustamento della liquidità, altre attività finanziarie o passività.

Se si concentra l’attenzione sulle variabili di aggiustamento della liquidità, si può riconoscere che, con qualche forzatura, esse sono ricomprese nella riserva disponibile: la forzatura discende dal fatto che nello stato patrimoniale non vi è una voce così denominata, ma che essa va ricostruita attingendo da altre (ad esempio cassa, depositi presso banca centrale, strumenti finanziari, ecc.). Tutta-via, astraendo dai connotati contabili e concentrando l’attenzione sul connotato monetario della liquidità, possiamo concludere che essa comprende tutti i valori che la banca ha a disposizione per compensare le asincronie nei flussi di fondi che si verificano per effetto della gestione corrente, cioè tutti i valori atti a compensare lo sbilancio delle ragioni di debito e di credito che maturano presso il servizio di compensazione (v. ultra, § 3.8.1).

Le asincronie nei flussi monetari sono un fenomeno caratteristico della pro-duzione bancaria ed è proprio da tale asincronia che sorge una larga parte della produzione stessa e il reddito di periodo.

Qualora le oscillazioni in parola nascano da versamenti e prelevamenti, es-se transitano contabilmente e materialmente attraverso la ‘Cassa’ della banca. Qualora, invece, esse nascano da addebitamenti e accreditamenti, è necessario approfondire la descrizione del fenomeno, in quanto si tratta di collegare questa questione con il sistema dei pagamenti.

Se, infatti, i correntisti sono clienti della medesima banca, accreditamenti e addebitamenti non si materializzano in base monetaria e la banca non registra variazioni nel volume delle proprie attività finanziarie e passività: si modificano soltanto i soggetti che hanno la titolarità dei debiti e dei crediti e quindi si modifica la qualità degli attivi e dei passivi. Se, invece, i correntisti sono clienti di banche

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diverse si verificano accreditamenti e addebitamenti ai quali seguono oscillazioni nella ‘Cassa’ indotte dai saldi di compensazione.

Se le condizioni di compatibilità finanziaria riguardano i flussi di riserva di-sponibile è possibile riformulare il problema nei seguenti termini: la produzione bancaria può dar luogo di per se stessa a flussi di cassa; poiché la banca si costi-tuisce simultaneamente, a proprio rischio, creditrice nei confronti degli affidati e debitrice in contropartita con i depositanti, si registra il fatto che i clienti (com-prando, vendendo e scambiandosi servizi bancari) provocano oscillazioni nelle at-tività finanziarie e nelle passività bancarie che transitano necessariamente per il contante, seppure in via mediata attraverso il sistema della compensazione. Tali flussi di fondi non potranno essere, ed è verosimile che non siano, ordinati conve-nientemente (nel senso che è verosimile sia che le uscite precedano le entrate, sia il contrario).

Per far fronte a questa circostanza, è conveniente predisporre una quantità di risorse atte a compensare le asincronie a mano a mano che esse si verificano e, nel contempo, atte a fornire un’adeguata remunerazione, nel caso le entrate ecceda-no temporaneamente le uscite, e costi ridotti in caso contrario. Se deecceda-nominiamo questo stock di risorse con la locuzione ‘riserva disponibile’, possiamo concludere che i problemi finanziari sono in realtà i problemi di liquidità:

«il problema della liquidità comporta quindi la determinazione, da un lato, delle possibili eccedenze di uscite sulle entrate che potranno, in varie ipotesi, verificarsi nella gestione dei depositi e dei crediti aperti e, dall’altro, dei mezzi – denominati riserve di liquidità o riserve bancarie – con cui questo eventuale saldo di uscite potrà essere in qualunque situazione sicuramente coperto» [290].

Accogliendo, dunque, la definizione di liquidità come la capacità della banca a conseguire in maniera economica e tempo per tempo la sincronia fra entrate e uscite, è necessario fissare l’attenzione sulla circostanza che il problema può ancora essere trasformato in quello della ricerca di un mix di mezzi finanziari adeguatamente liquidi rispetto alle necessità e il più redditizi (o il meno costosi) possibile rispetto alla loro liquidità.

Le riserve disponibili, considerate anche dal punto di vista della banca, hanno dunque due dimensioni: ammontare ed economicità.

Possiamo raffigurare lo stock di riserve disponibili come una stratificazione di fondi disponibili aventi, strato per strato, livelli di liquidità decrescenti, in-dipendentemente dal loro rendimento: determinati mezzi, come ad esempio le anticipazioni infragiornaliere della banca centrale, sono, in effetti, costosi solo se, alla scadenza, non si rimborsa il prestito, dovendo così pagare il tasso di un finanziamento marginale (v. ultra, § 3.8.5).

Più precisamente, allora, per le riserve disponibili può essere individuato un tasso di remunerazione ponderato medio: i tassi essendo quelli del mercato in-terbancario, delle operazioni di rifinanziamento principale e marginale, delle

an-ticipazioni infragiornaliere trasformatesi in finanziamenti marginali e della remu-nerazione della riserva obbligatoria; i pesi essendo costituiti dagli ammontari di ciascun componente della riserva disponibile.

Il mix di fondi adeguato alle esigenze di liquidità dovrà, contemporaneamente, avere un costo minimo.

La problematica del mix dei mezzi liquidi e del suo costo può essere scissa in due campi visivi: uno a brevissimo termine e uno a breve termine11.

Se denominiamo le questioni che stanno sul campo visivo del breve termine come problemi di liquidità e quelle che stanno sul campo visivo del brevissimo termine come problemi di tesoreria, possiamo osservare che i problemi di liquidità si risolvono prevalentemente nel predisporre linee evolutive della situazione che rispecchino le aspettative a breve della banca; tali linee si concretizzano nella pre-disposizione di ‘documenti’ che prefigurano situazioni attinenti agli stock di mezzi liquidi a disposizione, al loro costo, ai flussi di cassa previsti (si pensi alla riscos-sione delle cedole, al pagamento delle imposte, ecc.), alla previriscos-sione di emissioni di valori mobiliari a fronte di quelli in scadenza (ad esempio da parte del Teso-ro), alla previsione di operazioni pronti contro termine in corso o che si possono accendere, ecc. I problemi di tesoreria, invece, riguardano la necessità quotidiana di dar luogo a movimenti di mezzi liquidi per compensare i saldi risultanti dal sistema dei pagamenti con le modalità economicamente più convenienti.

Nel corso degli ultimi anni, proprio a seguito delle innovazioni nel sistema dei pagamenti e sui vincoli attinenti la riserva obbligatoria, la gestione della tesoreria ha assunto un rilievo peculiare nell’organizzazione delle banche, in particolare presso le banche che fungono da movimentatore diretto dei conti (v. ultra, § 3.8.3).

Nel documento IlSettoreBancario PaoloBiffis (pagine 61-66)