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I mezzi di pagamento

Nel documento IlSettoreBancario PaoloBiffis (pagine 85-90)

è difficile pensare ad un sistema finanziario stabile se alle promesse di pagamento non seguono sistematicamente una parte di pagamenti effettivi.

In questo ambito di problemi si pone anche la questione della sorveglianza sul sistema dei pagamenti che non transitano attraverso il sistema di compensazione, che non riguarda cioè i debiti che vi affluiscono. Anche questo tema è essenzia-le per un corretto funzionamento del sistema monetario ed è opportuno che la sorveglianza venga affidata alla banca centrale dato che si tratta di un interesse generale il cui perseguimento non può rientrare nei compiti di singole istituzioni, imprese o settori che non ne abbiano piena delega da parte dell’ordinamento.

Si deve infine ricordare che i mezzi di pagamento sono diversi dagli strumenti finanziari: questi ultimi infatti vengono regolati in modo diverso e non sono sog-getti esclusivamente all’autorità della banca centrale. La circostanza riposa sulla commistione fra elementi economici e giuridici che sempre delineano l’esistenza della moneta, della quasi–moneta e degli strumenti finanziari: tale commistione risulta ben evidente ogniqualvolta ci si chiede se la moneta sia un fenomeno eco-nomico o giuridico, se sia un bene o una merce, se sia un bene reale o un bene immaginario11.

3.2 I mezzi di pagamento

Fra le passività che circolano nel mercato, alcune vengono accettate come mezzo di pagamento in quanto hanno una determinata capacità di soddisfare il creditore (cioè il venditore): queste passività compongono l’aggregato che va sotto il nome di medio circolante, di strumenti o di mezzi di pagamento. Fra di esse, alcune hanno certamente la capacità di soddisfare il venditore; altre, invece, circolano come mezzo di scambio in quanto si ritiene che i debitori, ad una determinata scadenza, saranno solvibili e che quindi onoreranno le promesse di pagamento rilasciate: ed è proprio per questo che esse circolano. Fra queste, alcune sono emesse dalle banche direttamente (assegni circolari) o indirettamente (assegni bancari) e sono tutelate dalla legge, altre sono emesse da chiunque e sono tutelate dalla legge (le cambiali), altre ancora circolano sull’esclusiva fiducia interpersonale dei soggetti che se le scambiano (le ricevute bancarie). Mezzi di pagamento minori poi circolano in quanto hanno un valore d’uso ben definito, conosciuto e riconosciuto dalle parti per cui, ad esempio, anni orsono nessuno si

11«Non è la legge che crea il danaro: esso non è una creazione dell’ordinamento giuridico ma dell’economia. L’ordinamento giuridico si impadronisce di esso in seguito, dichiara in primo luogo l’uso dominante, stabilisce qualità e quantità, regola, ad ogni modo, la produzione stessa di esso. Un substrato economico dato in precedenza viene giuridicizzato o addirittura statalizzato in seguito, sempre però con la riserva che un mutamento nel substrato rende la norma inutile o che la norma che differisce dal substrato in forma contraria all’economia distrugge il carattere di danaro del substrato. In nessun altro caso si può studiare in maniera così utile la contraddizione e la lotta fra substrato economico e norma giuridica» [276].

meravigliava nel ricevere, in luogo della moneta divisionaria, dei gettoni telefonici che avevano il medesimo valore d’uso.

Le passività che hanno certamente la capacità di soddisfare il venditore sono i debiti a vista della banca centrale – la base monetaria – incorporata nelle ban-conote e nei conti correnti fra banca centrale ed alcuni altri operatori del sistema economico; fra le altre vi sono i debiti a vista delle banche – la moneta bancaria – incorporati nei conti correnti accesi nei confronti dei clienti.

Le passività a vista della banca centrale e le passività a vista delle banche circolano attraverso alcuni strumenti tecnici: la circolazione – banconote e mone-ta divisionaria – serve ad agevolare gli scambi fra il pubblico; i conti correnti in contropartita con la banca centrale, invece, circolano fra le banche. I conti cor-renti delle banche in contropartita con il pubblico (la moneta bancaria) circolano tramite gli assegni bancari, i bonifici e i giriconto, cioè attraverso gli strumenti che consentono di produrre e di far circolare la moneta bancaria.

A questi mezzi di pagamento si possono aggiungere anche i mezzi di pagamen-to postali, gli effetti e le ricevute bancarie, la moneta elettronica fatta circolare dagli Istituti di Moneta Elettronica (IMEL, v. Glossario) che affiancano le ap-parecchiature utilizzate per l’approvvigionamento di banconote tramite gli ATM (v. Glossario) o per velocizzare la regolazione delle partite fra banche. Vengono utilizzati anche gli assegni circolari, che trasformano esistenti disponibilità di mo-neta bancaria o legale in questa forma tecnica, e le carte di pagamento: la carta assegni, che garantisce un migliore livello di accettabilità degli assegni di conto corrente; le carte di credito che consentono di differire i pagamenti per un periodo convenzionalmente stabilito; le carte magnetiche e le carte a memoria (o carte intelligenti, smart card, chip–card ).

Come è noto, alla moneta si riconoscono almeno tre funzioni: quella di essere, per l’appunto, mezzo di scambio, quella di servire come unità di conto per tenere la contabilità e quella di essere riserva di valore, cioè di avere una determinata capacità di trasportare la ricchezza nel tempo. A seconda che si osservi preva-lentemente una di queste caratteristiche si hanno le diverse configurazioni della moneta: ad esempio, per regolare le transazioni con la banca centrale si utilizza la base monetaria (v. ultra, § 3.4).

Il ‘debito a vista’ della banca centrale, pur non dovendo essere onorato dal-l’emittente, data la circolazione forzosa cui è soggetto, viene onorato da coloro che se lo scambiano e che così condividono e asseverano di fatto la solvibilità del-l’emittente. Il che non è spiegabile solo avvalendosi delle scienze economiche, ma anche delle scienze politiche.

La quantità di mezzi di pagamento che circolano così nel mercato nazionale e nel mercato internazionale dipendono dagli impulsi che l’economia di ciascun Pae-se trasmette alla rispettiva banca centrale e che l’economia globale trasmette al ‘sistema delle banche centrali’. Evidentemente le banche centrali non assecondano automaticamente le sollecitazioni ricevute – cioè non adottano, per definizione, un atteggiamento accomodante – ma si pongono in posizione interlocutoria

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do problemi di governo della moneta, del credito e del cambio. La risultante di questa posizione dialettica nei confronti del sistema economico comprende anche la quantità di banconote in circolazione.

Nel corso di questi anni la velocità nell’innovazione è stata straordinaria: basti accennare al fatto che il Novecento ha visto il passaggio dalla demetalizzazione alla smaterializzazione della moneta, prefigurando ormai un sistema sociale ten-denzialmente privo di banconote. Contemporaneamente, alla veloce diffusione del commercio telematico e della moneta telematica, i blocchi economici si vanno ri-componendo per aree monetarie cosicché oggi all’area del dollaro statunitense, all’area della sterlina inglese e all’area dello yen giapponese si è affiancata l’a-rea monetaria dell’euro. Sono attesi non trascurabili sviluppi l’a-reali e monetari a seguito dall’entrata sulla scena capitalistica mondiale del Brasile, della Russia, della Cina, dell’India e del Sud Africa (c.d. BRICS) e di altri Paesi rapidamente emergenti.

Per quanto riguarda la diffusione degli assegni bancari e circolari nel nostro Paese è stato riscontrato che essa è notevolmente ridotta rispetto agli Stati Uniti, alla Francia e al Regno Unito mentre è simile a quella registrata nel Giappone e in Germania; ciò è collegato allo scarso uso che ne fanno le famiglie e all’uso sempre più ridotto che ne fanno le imprese le quali tendono ad avvalersi di strumenti più moderni. I bonifici e le disposizioni di incasso e pagamento rappresentano stru-menti monetari più moderni, in quanto non solo riducono i supporti cartacei ma si avvalgono ormai di strumenti telematici; la loro diffusione procede di pari passo con l’automazione del sistema dei pagamenti e con lo sviluppo della comunicazione digitale12.

12«Nel complesso in Italia si sono registrate, nel 2008, circa 3,8 miliardi di transazioni regolate con strumenti diversi dal contante, l’1,4% in più dell’anno precedente. L’utilizzo dell’assegno ha registrato contrazioni del 9,7 e del 6,3% rispettivamente per il numero e per l’importo delle ope-razioni; il numero dei bonifici si è ridotto del 2,9% rispetto all’anno precedente. Con riferimento agli incassi, quelli di fatture (RIBA e MAV) sono diminuiti sia in numero, del 2% circa, sia in importo, di oltre il 5%, mentre è sensibilmente aumentato il ricorso agli addebiti preautorizzati (RID), di circa il 9 per cento in termini di numero delle operazioni.

Per le operazioni su POS, con carte di credito, debito e prepagate si è registrato un aumento del 6,5% del numero di transazioni nel 2008, in linea con il trend registrato nel triennio precedente. Le dinamiche di crescita più significative hanno riguardato ancora una volta gli strumenti prepagati: pur segnando un incremento del 46,4% del numero di operazioni essi coprono una quota dei pagamenti con carte ancora limitata al 5%.

. . . Il miglioramento della qualità del servizio di incasso degli assegni, sotto i profili della semplicità e della trasparenza, promosso dalla Banca d’Italia e avviato dal sistema bancario nel 2004, trarrà impulso dall’impegno assunto dall’Associazione bancaria italiana con l’Autorità garante della concorrenza e del mercato di ridurre, entro il 2009, da sette a cinque giorni i tempi massimi di disponibilità dei fondi.

. . . [Nel 2008 il numero dei nominativi e quello degli assegni iscritti nell’archivio] della Cen-trale di allarme interbancaria (CAI) per mancanza di fondi o di autorizzazione sono diminuiti rispettivamente del 5,7% e del 14,3%, invertendo la tendenziale crescita degli ultimi anni; stabile l’importo totale degli assegni iscritti pari a 1,2 miliardi (...). Pur diminuendo gli assegni iscritti in CAI è invece leggermente aumentata l’incidenza degli stessi sugli assegni regolarmente adde-bitati al traente. Nella distribuzione territoriale, come negli anni precedenti, le segnalazioni di

Un ruolo di notevole rilievo è assegnato nel nostro Paese ai mezzi di pagamento postali: conto corrente, assegno, vaglia e bollettino di conto corrente13.

Fra i mezzi di pagamento, come si diceva, vi sono anche le passività emesse da soggetti ritenuti solvibili: le cambiali, ad esempio, fanno parte dei mezzi di pagamento non solo perché hanno alcuni requisiti giuridici che tutelano il credi-tore, ma anche e soprattutto perché l’obbligato principale ha requisiti intrinseci di solvibilità sufficienti a far ritenere che le sue promesse di pagamento possano venire incorporate in un titolo di credito; nessun requisito giuridico del titolo di credito, dunque, può trasformare un millantatore in un debitore. Anche per que-ste considerazioni si è diffusa la circolazione delle ricevute bancarie che non sono titoli di credito.

L’ultimo aggregato di mezzi di pagamento, dunque, riguarda le cambiali e le ricevute bancarie. Le ricevute tendono a soppiantare gli effetti cambiari per vari motivi fra i quali si deve annoverare la progressiva smaterializzazione del titolo connessa con l’adozione di procedure automatizzate e, più recentemente, telema-tiche. L’insieme di questi strumenti rappresenta un rilevante mezzo di pagamento per le imprese; si ritiene che essi transitino totalmente tramite il settore bancario e che rappresentino, in termini numerici, circa un terzo della circolazione degli assegni.

In conclusione la diffusione dei mezzi di pagamento nel nostro Paese, rispetto agli altri Paesi industrializzati, si caratterizza per i seguenti tre aspetti:

a) la moneta legale assume un notevole rilievo a scapito della moneta bancaria; b) l’assegno, per quanto poco utilizzato, risulta lo strumento più diffuso fra i mezzi e i servizi di pagamento bancari, mentre risulta trascurabile la diffusione di mezzi di pagamento automatizzati;

c) il circuito di trasmissione della moneta legale, per il tramite del servizio postale, è molto diffuso.

I motivi che stanno alla base di questa situazione vengono fatti risalire a valu-tazioni riguardanti i prezzi relativi e il rischio di ciascuno strumento, oltre che la comodità d’uso per gli operatori ma, soprattutto, alla relativamente scarsa diffu-assegni irregolari hanno riguardato soprattutto il Sud e le Isole (...).

Alla fine del 2008 erano iscritti nella sezione della CAI relativa alle carte di pagamento circa 209.000 soggetti, quasi il 17% in più rispetto all’anno precedente; anche nel 2008 i due terzi dei nuovi iscritti sono domiciliati nelle regioni del Centro, del Sud e delle Isole» ([84]: 279).

«Con riferimento ai prodotti e ai canali innovativi, nel 2008 sono ancora significativamente aumentate le operazioni di pagamento via Internet con carte di credito e bonifici: il numero di bonifici effettuati online ammonta a 70 milioni, in crescita del 16,5% sul 2007; le operazioni sul web con carte di credito sono risultate oltre 30 milioni nel 2008, in aumento del 12,6% in ragione d’anno»([84]: 281).

13«È risultato sostenuto l’aumento degli strumenti di pagamento postali automatizzati: in termini di numero di operazioni, 19% per bonifici e disposizioni di incasso e 15% per le opera-zioni con carte di debito e prepagate. Alla fine del 2008 fra i 5,4 milioni di correntisti postali, soprattutto famiglie, circolavano oltre 11 milioni di carte di pagamento postali, quasi il 19% in più rispetto a un anno prima» ([84]: 281).

3.2. I MEZZI DI PAGAMENTO 83

sione dei conti correnti, nonostante la capillare presenza nel territorio di sportelli bancari. A quest’ultimo fattore si ascrive la maggiore circolazione delle banconote rispetto agli altri Paesi industrializzati.

I mezzi di pagamento, dunque, sono tali solo se vengono conosciuti e ricono-sciuti come portatori di una determinata capacità di soddisfare il venditore (cre-ditore): questa capacità viene riconosciuta solo alle passività di ben noti emittenti (banca centrale, banche di deposito e amministrazione postale), oppure alle passi-vità aventi un valore certo ed esigibile ad una scadenza determinata, incorporate in poche forme tecniche, più o meno salvaguardate dai pubblici poteri, emesse da altri operatori che godono della fiducia del creditore.

Verranno escluse dalla descrizione che segue, ma non vanno escluse dall’ambito dell’industria del credito, le passività emesse in maniera non sistematica da diversi operatori: ad esempio, si escluderanno le cambiali rilasciate a fronte di acquisti rateali, anche se l’insieme delle cambiali a fronte di tali vendite può rappresentare non irrilevanti elementi di interesse per gli operatori che stanno su questo mercato. Esse sono, ad esempio, rilevanti per chi le riceve e le classa fra le proprie attività finanziarie, in particolare per gli operatori che esercitano il credito al consumo; molto meno interessanti sono, invece, se considerate dal punto di vista del volume dei mezzi di pagamento.

È da notare, inoltre, che non tutte le passività fanno parte del medio circolante, cioè sono mezzi di pagamento. Ad esempio i Buoni Ordinari del Tesoro (BOT), le obbligazioni e i depositi a risparmio bancari e postali non vengono utilizzati come mezzo di pagamento fra operatori: le obbligazioni in quanto non hanno un valore certo nel corso del tempo; i BOT e i depositi a risparmio in quanto composti per tagli di regola non adeguati alle necessità dei pagamenti e in quanto non sempre incorporabili in materialità adeguate. È necessario perciò distinguere fra mezzi di pagamento e strumenti finanziari. In realtà, le specie di mezzi di pagamento che circolano nei mercati sono in numero molto ridotto perché ridotto è il numero dei soggetti che possono fruire di una affidabilità sufficientemente diffusa e tale da consentire loro di emettere passività accettabili dal pubblico come mezzi di scambio e perché la tutela giuridica delle promesse di pagamento viene riconosciuta ad un ridotto numero di forme tecniche nelle quali tali promesse possono venire materialmente redatte.

Va notato, da ultimo, che le specie monetarie detenute dai diversi soggetti dipendono anche dai tipi di pagamenti da effettuare: ciascuno avrà convenienza a detenere specie monetarie adeguate al genere di pagamenti che connotano la pro-pria gestione monetaria e che nel contempo fruiscano di un sistema di pagamenti efficace ed efficiente. Entrambi questi elementi determinano la propensione per i diversi mezzi monetari di scambio.

Nel documento IlSettoreBancario PaoloBiffis (pagine 85-90)