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Secondo quanto attestato dagli atti matrimoniali conservati nell’Archivio della Santa Casa, nel marzo del 1740, dopo quindici anni di permanenza, se si eccettua la breve parentesi tiburtina, Basili lascia Roma per trasferirsi a Loreto.157 A seguito della morte di Geminiano Giacomelli,158 avvenuta il 25 gennaio dello stesso anno, si era reso vacante il posto di maestro di cappella della basilica della Santa Casa e, su indicazione della Congregazione lauretana, era stato indetto un pubblico concorso per individuarne il successore. Si tratta dell’unica occorrenza di una tale procedura nella storia della cappella musicale di Loreto. Basili risultò vincitore e assunse immediatamente l’incarico.

Sulle modalità di svolgimento dell’esame, tenutosi probabilmente nel febbraio del 1740, ci sono pervenute cinque diverse testimonianze. Ciascuna di esse è mossa da scopi differenti nel fissare la memoria questo evento, che dovette suscitare una certa impressione sui contemporanei, tanto da essere considerato degno di memoria. Nello stesso tempo esse forniscono alcuni interessanti elementi relativi alla recezione della figura di Basili nei decenni immediatamente successivi alla morte.

La prima, in ordine cronologico, è contenuta in una aggiunta alla didascalia posta in calce al ritratto caricaturale di Basili di cui si è detto nel paragrafo precedente, realizzato il 20 marzo 1739 da Pier Leone Ghezzi. In essa si legge:

155 «Diario ordinario», num. 863, Roma, Chracas, 1723, pp. 3-4.

156 L. NORCI CASANO DE AZEVEDO, Lo specchio del viaggiatore: scenari italiani tra Barocco e Romanticismo, Roma,

Edizioni di Storia e Letteratura, 1992, p. 45.

157 I-LT, Matrimonialia, 1761-1772, fasc. 1762, pos. Basilj Andrea: «usque ad mensem Martii anni millesimi

septingentesimi quadragesimi 1740 semper, ab continuo hac in alma Urbe moram tranxisse».

158 Geminiano Giacomelli (Colorno, 28 maggio 1692 - Loreto, 25 gennaio 1740). Maestro di cappella di

Loreto dal 22 agosto 1738 al 24 gennaio 1740. Dal 1° marzo 1719 al febbraio 1727 era stato maestro di cappella alla corte dei Farnese a Parma e, dal 27 marzo 1719, aveva ottenuto il medesimo incarico anche nella chiesa della Madonna della Steccata. Il 3 gennaio 1727 era passato alla chiesa di San Giovanni a Piacenza, dove venne nominato maestro di cappella a vita. Esercitò un’intensa attività di compositore presso i principali teatri d’Italia, senza però trascurare il servizio di corte. Soppressa nel 1732 per mancanza di fondi la cappella di San Giovanni, Giacomelli tornò a Parma, nella duplice posizione di maestro di cappella nella corte e alla Steccata, per rimanervi fino al 1737. Cfr. G. TEBALDINI, L’archivio musicale della cappella lauretana, Loreto, Amministrazione di S. Casa, 1921 p. 124; F. COLONNA, “voce” Giacomelli Geminiano, in DBI, LIV, Roma,

52 Il detto don Andrea fu fatto maestro di cappella di Loreto con 25 scudi il mese, e fu fatto per morte di Jacomelli, e fu fatto il concorso di molti maestri di cappella, et il detto don Andrea superò tutti, e partì di Roma per Loreto alli 20 marzo 1740.159

Ghezzi registra in primo luogo il dato socio-economico connesso all’esito della prova: il mutamento di status economico e la conseguente promozione sociale di Basili. Solo in seconda battuta compaiono i riferimenti alle circostanze relative all’indizione concorso e al suo esito. Infine, dato estremamente interessante, riporta la data esatta della partenza del nostro autore da Roma, informazione che conferma inoltre il rapporto di conoscenza personale che legava il pittore al musicista.

La seconda testimonianza, di mano di Basili stesso, è contenuta nella copia di una lettera da lui inviata ad un religioso conoscente di padre Martini e conservata oggi al Museo internazionale e Biblioteca della musica di Bologna. Sul manoscritto non è indicata la data, ma in esso è riportato il Canon alpha cum omega, bicinium, tricinium, quadricinium cum ditono, ac

semiditono constat, che il nostro autore afferma di aver recentemente composto allo scopo di

inserirlo in un ritratto.160 In un trattato manoscritto autografo di Basili, conservato nella Staatsbibliothek di Berlino, è incluso il medesimo canone con la data del 1° ottobre 1766.161 La stessa composizione compare inoltre in una lettera di Basili a Gianandrea Bellini dell’ottobre 1766, preceduta da queste parole: «Ecco il canone che scriverò nella finta carta del mio ritratto. Se ne raggiungete lo scioglimento vedrete uno sforzo dell’arte».162 Il riferimento è al ritratto di Andrea Basili realizzato dal pittore Carlo Magini, oggi conservato nella Sala del coro della Basilica di Loreto. Anche la redazione della lettera originale da cui è stata tratta la copia a cui ci riferiamo può dunque essere collocata tra gli ultimi mesi del 1766 e l’inizio del 1767. In essa è contenuta la descrizione dello svolgimento del concorso per il posto di maestro di cappella di Loreto. Basili scrive in prima persona, utilizzando la lingua latina.

Ad conferendum officium musicale coriphaei pro Sacrario Lauretano concursu edicto et sancitis duobus magistri Pittoni et Cannucciari judicibus ad explorandas compositionibus pro eligendo candidato, divina providentia annuente, me subscriptum elegerunt; nam ab antiphonario excerptis novem notis vel signis musices solmisationis, hisque impositis omnibus ad concursum accessis, ut fugam octo vocibus realibus, statuto loco clausis, exararent; post diuturnum dictorum judicum examen, haec mea, super alias, approbata fuit, quam oculis vestris fidelibus, sicuti optatis, subiicio ego Andrea Basili, qui, mea sententia, ut minimus omnium dico, quod per hanc, et quascumque alias, si bone sint, laus,

159 I-Rvat, Ottob. Lat. 3117, c. 112r. ROSTIROLLA, Il “Mondo novo” musicale cit., p. 370, n. 200. La data della

partenza di Basili da Roma indicata da Ghezzi è il 20 marzo 1740 e non il 21 marzo, come erroneamente trascritto da Rostirolla.

160 I-Bc, DD.123/A: «gli trascrivo qui un canone a 4 che ultimamente ho fatto per porlo in un ritratto

pittoresco che ha una carta in mano».

161 D-B, Mus. ms. autogr. theor. Basilj A. 2, cc. 43v-44r. La composizione è identica, nonostante il titolo sia

leggermente differente: Canon alpha cum omega bicinium tricinium et quadricinium constat.

162 I-FAN, Fondo Castellani, XII, 178, Lettere e documenti della famiglia Bellini, n.18. Nella lettera la composizione

53 honor, et gloria sit sempre D.O.M, et S.S Virginis Marie.163

Veni sponsa Christi

Il testo probabilmente accompagnava l’invio della composizione con la quale Basili ottenne l’incarico, come lascia supporre l’espressione «haec mea». Si tratta della Fuga in 8° tono

plagale sopra l’antifona Veni, sponsa Christi, della quale sono conservate numerose copie.164 L’utilizzo della lingua latina per narrare un fatto biografico non è certamente un mero dettaglio, e rappresenta l’unica occorrenza nella produzione epistolare di Basili. La scelta del latino indica che il destinatario doveva essere in grado di leggerne e comprenderne il contenuto. Dal contenuto della missiva si evince che il nostro autore aveva ricevuto dall’interlocutore la richiesta di poter avere copia di alcune sue composizioni.

Vengono menzionati qui i nomi dei due esaminatori che giudicarono l’esito del concorso: Pompeo Cannicciari e Giuseppe Ottavio Pitoni. Il primo ricopriva nel 1740 il ruolo di maestro di cappella nella basilica di S. Maria Maggiore, una delle quattro basiliche papali di Roma. Il secondo, del quale Basili era stato probabilmente allievo, era allora maestro di cappella in S. Pietro in Vaticano. Si trattava in entrambi i casi di personalità di spicco nella Congregazione dei musici di santa Cecilia e avevano ricoperto più volte la carica di guardiano dei maestri di cappella. La descrizione del concorso sostenuto da Basili coincide sostanzialmente con la descrizione, che Girolamo Chiti scrisse a padre Martini, dell’esame per ottenere l’aggregazione al sodalizio ceciliano come maestro di cappella e per lo svolgimento dei concorsi alla direzione di cappelle musicali romane:

Io so di certo da Pitoni, e per antica inalterabile consuetudine, che Roma nell’esaminare li mastri di cappella in specie, e li concorsi fatti in Roma, è caminata e caminerà sempre con la proposta d’un’antifona in canto fermo, per vedere se l’esaminato conosce il suo dovere; regola dataci dal Palestrina, et osservata, come meglio di me sa Vostra paternità molto reverenda sì per le osservazioni d’Antimo Liberati, etc. etc. etc.165

La terza testimonianza relativa al concorso del 1740 comparve a stampa nella Critica

all'esame fatto dalla Signora Maria Rosa Coccia romana, mordace opuscolo di Francesco Capalti,

163 I-Bc, DD.123/A. Al termine del testo è riportato l’incipit dell’antifona Veni, sponsa Christi in notazione

quadrata.

164 Di questa composizione è conservata copia autografa nella Biblioteca “Mozzi Borgetti” di Macerata: I-

MAC, mss. mus. 3.58, cc. 3r-7v. Le correzioni autografe apportate al titolo della composizione indicano numerosi ripensamenti da parte dell’autore: Fuga in 8° Tono plagale in proporzione aritmetica [correzione per sovrascrittura ad armonica] D.G.D. [in corrispondenza delle tre lettere maiuscole: 12:9:6] secondo le costituzioni di Aristosseno [cancellazione autografa] della 3a specie della diapente, della 3a specie della diatessaron, e della 6a specie della diapason secondo Tolomeo; posta in musica à 8 voci da d. Andrea Basilii sopra l’antifona: Veni, Sponsa Christi; per il concorso della cappella di Loreto nel 1740. Nel Museo Internazionale e Biblioteca della musica di Bologna sono conservate altre tre copie: I-Bc, DD.119 cc. 1r-9r, che contiene, oltre a quella di Basili, altre tre versioni dell’antifona (potrebbe trattarsi della copia degli elaborati di tutti i concorrenti all’esame del 1740); DD.121, cc. 7r-8v, nella grafia di Francesco Basili; DD. 122. Altra copia in I-Fc, B. 1664, Fuga a 8 voci.

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nel quale viene citata per esteso una lettera di Sante Pesci,166 maestro di Maria Rosa Coccia, che, nel tentativo di difendere l’allieva e di contrastare le critiche rivolte ad essa da Capalti, inviò a questi una copia della fuga a 8 voci composta da Andrea Basili in occasione del concorso per il posto di maestro di cappella della Santa Casa di Loreto, additandola come modello esemplare di composizione nello stile a cappella della Scuola romana.167 Da questa lettera, che riportiamo per esteso si ricavano ulteriori informazioni sul concorso sostenuto e vinto da Basili.

Eccellentissimo Signore

Ho sentito non ordinario piacere in leggere la lettera dell’Eccellenza vostra inviatami, per intendere il suo lodevole trasporto alla soda intelligenza del vero, e stabilito modo di comporre con buon contrapunto in musica sulla traccia del canto fermo, e per contracambiarlo con simil genere, le invio una composizione ad otto voci sul medesimo soggetto, e sulle medesime note stampate sull’antifonario, cioè sull’antifona Veni, sponsa Christi, ed Hic vir despiciens mundum, delle quali quella Veni fu lavorata da molti concorrenti qui in Roma nella Dataria apostolica per vacanza del maestro di cappella della S. Casa di Loreto; ed i Concorrenti mossi da publiche notificazioni affisse per la città lavorarono in una stanza dalle 15 fino ad un’ora di notte nella detta Dataria apostolica. Gli eminentissimi cardinali della Congregazione lauretana elessero per giudicare del merito di tali composizioni due antesignati di questo secolo nella nostra professione, cioè i signori Pompeo Cannicciari maestro di cappella di S. Maria Maggiore morto nel 1744 di anni 75, ed Ottavio Pitoni maestro di cappella di S. Pietro morto di anni 85 in circa nell’anno 1740, o 1741 in circa,168 i quali giudicarono la migliore questa, che mando all’Eccellenza vostra

composta, e copiata dal proprio originale di Andrea Basili morto da due anni circa, il quale perciò ottenne il suddetto posto: e tutto ciò seguì in sede vacante del sommo pontefice

166 Sante Pesci (ca. 1712 - Roma, 3 settembre 1786) fu allievo di Pompeo Cannicciari e suo successore come

maestro di cappella della basilica romana di S. Maria Maggiore.

167 In merito alla querelle connessa all’aggregazione di Maria Rosa Coccia (Roma, 4 giugno 1759 - ivi,

novembre 1833) alla Congregazione dei musici di santa Cecilia, si riporta, al netto di qualche errore di datazione, il commento che ne fece Gaetano Gaspari: «Avendo il Capalti udite gran cose sul sapere musicale della Coccia, cui tessé un Elogio Michele Mallio, stampandolo in Roma l’anno 1780, gli venne talento di veder alcune composizioni della giovane romana. Cadutogli sott’occhio l’esame da essa sostenuto nel 1774, conobbe che tutte quelle lodi eran derivate più dall'adulazione che dal vero merito del decantato saggio. Provò quindi con questa critica, che la risposta della fuga non era nelle corde del tuono prestabilito, e che vi aveano altre magagne: che il darsi alle stampe una fuga così lavorata era un disonorar la Scuola romana: e che la maggior colpa di cotale specie di scandalo proveniva da Santi Pesci precettore della Coccia. Infatti i maestri Casali e Carpani confessarono esser giustissime le censure del Capalti, e che passarono tal esame per finezza, essendo donna, e che mai supposero che detto esame si fosse stampato, e che ne provarono non poco rammarico nella sua pubblicazione. Il Casali e il Carpani furono degli esaminatori della Coccia. Santi Pesci, come maestro della giovane, l’intese male, e si protestò per Roma di voler difendere la sua scolara, ma la cosa finì coll’inviar ch’egli fece al Capalti il 23 Decembre 1780 una lettera, consigliandolo a mettere in silenzio cotal negozio, e mandandogli la composizione fatta in Roma da Andrea Basili sul canto fermo dell’antifona Veni, sponsa Christi, allorché del 1738 o 1739 i concorrenti alla Cappella di Loreto, subirono nella Dataria apostolica il loro esperimento. Ma anche sopra il lavoro di Basili trovò che dire il Capalti, abbenché corresse buona amicizia fra esso e quel maestro, che già da qualche tempo non era più fra’ vivi»: G. GASPARI, Catalogo della Biblioteca del Liceo Musicale di Bologna cit., I, pp. 72-73. Su Maria Rosa Coccia cfr. A. GABRIELLI, L’arte musicale in Velletri. Maria Rosa Coccia: musicista insigne, Velletri, Stracca, 1915; C. FELICI, Maria Rosa Coccia: maestra compositora romana, Roma, Colombo, 2004; M. CARUSO, Ten Fugues Shed Light on an Old Debate, «Il Saggiatore Musicale», I, 2014, pp. 5-43.

55 Clemente XII Corsini nel 1738, o 1739 in circa.169 Osservi pertanto l’Eccellenza vostra con

maturo riflesso questa composizione, che son sicuro, che vedrà qual gran differenza passa da quella all’altra sua mandatami, e nel tempo stesso la consiglio, o prendo l’ardire di dirle, che l’Eccellenza vostra non parli più su questo punto. Se in altra congiuntura peraltro potrò servirla, Ella non mi risparmi, e resto

Dell’Eccellenza Vostra

Roma 23 Dicembre 1780 umilissimo, e devotissimo servo Santi [sic!] Pesci170 Le notizie fornite da Pesci, che probabilmente ne aveva avuta informazione diretta o riferita da Cannicciari,171 aggiungono al quadro delineato dalla testimonianza di Basili i dati relativi al luogo e alla durata dello svolgimento della prova: L’esame si tenne nel palazzo della Dataria apostolica, sede dell’omonimo ufficio della curia romana;172 Ai candidati erano state date dieci ore di tempo per espletare la prova.

Un quarto documento riguardante il concorso del 1740 è rappresentato dal memoriale redatto da Telesforo Pompucci, cantore della cappella musicale di Loreto e allievo di Basili.173 Il 2 marzo 1796, in vista della successione al posto di maestro di cappella, ricoperto allora da Giovanni Battista Borghi, che era stato coadiutore di Basili e a lui dopo la morte era succeduto direttamente, il prefetto della Congregazione lauretana, il cardinale Francesco Saverio de Zelada, richiese al governatore di Loreto di essere informata circa le modalità con le quali Andrea Basili era stato eletto nel 1740, per procedere poi in modo analogo all’individuazione del nuovo maestro.174 Tra i documenti riguardanti la cappella musicale si trovano alcune brevi annotazioni, redatte dall’archivista della Santa Casa, verso la fine del secolo XVIII riguardanti le assegnazioni degli incarichi ai maestri di cappella di

169 In realtà nel 1740, sicuramente prima del 10 marzo, data indicat sulla patente che conferiva a Basili

l’incarico di maestro di cappella di Loreto.

170 F. CAPALTI, Critica all’esame fatto dalla signora Maria Rosa Coccia romana il dì XXVIII novembre MDCCLXXIV,

data da Francesco Capalti da Fossombrone e maestro di cappella dell'insigne Cattedrale della antichissima città di Narni. Dedicata al merito delli signori dilettanti e virtuosi del vero contrappunto, Terni, Saluzi, s.d. (ma 1780, come si evince dal successivo opuscolo pubblicato da Capalti in risposta ad una lettera di Pasquale Antonio Basili, Risposta di Francesco Capalti alla lettera di Pasquale Antonio Basili, che pretende di rispondere alla critica del suddetto sopra l’esame fatto dalla sig. Maria Rosa Coccia, s.e., s.d [ma Narni, 1784] p. VIII).

171 Non è da escludere nemmeno che Pesci abbia partecipato al concorso, e che per questo fosse informato di

alcuni dettagli specifici.

172 La Dataria aveva sede a Roma presso un palazzo ubicato sulla salita (oggi via della Dataria) che porta dalla

zona della Fontana di Trevi fino al Palazzo del Quirinale.

173 Telesforo Pompucci (Loreto, 5 gennaio 1739 - ivi, 29 marzo 1816). Cantore basso della cappella lauretana

dal 13 novembre 1776 al 30 marzo 1798. È l’autore dei Cenni cronologici della cappella musicale di Loreto, I-LT, Cappella musicale di Loreto, memoriale e contabilità, 1787-1803 (olim Tebaldini, b. 122). Cfr. G. TEBALDINI,

L’archivio musicale della Cappella lauretana: catalogo storico-critico, Loreto, Amministrazione di S. Casa, 1921, p. 170; Guida degli Archivi lauretani, I, a cura di F. Grimaldi, Roma, Pubblicazioni degli Archivi di Stato, CII, 1985, p. 348.

174 I-LT, Governo della Santa Casa, Antichi Regimi, Congregazione Lauretana 54, 2 marzo 1796: «Molto

illustre, e molto reverendo sig. come fratello. Da uno de’ fogli di Vossignoria, che portano la data de’ 26 del caduto febbraio si è intesa la morte seguita di Gio. Battista Borghi maestro di codesta cappella de’ musici. Si contenti Ella perciò di far costì rincontrare, se vi sia traccia del metodo tenuto allorché nel 1740 fu conferito lo stess’impiego al defonto [sic] maestro Basili, e di fornire i corrispondenti dettagli alla s. Congregazione, la quale le implora il colmo delle prosperità».

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Loreto tra gli anni 1667 e 1778. Si tratta probabilmente della brutta copia dell’indagine sulle modalità di elezione del maestro di cappella richiesta dalla Congregazione lauretana. Da essa risultò che

gli eminentissimi capi di ordine in tempo di sede vacante [scil. del maestro di cappella] con patente dei 10 marzo 1740 desinarono in maestro di cappella Andrea Basili e dalla patente risulta che l’elezione seguisse in virtù di concorso tutto secondo il solito, come risulta dalla copia qui annessa di patente. Nelle precedenti patenti però non apparisce, che l’elezione de’ maestri di cappella fosse seguita per concorso. Come poi seguisse il concorso nel 1740 dovrebbe apparire dagli atti, che sembra che avrebbero da stare, o nella segretaria della S. C. L., oppure nella segretaria del s. collegio. Se poi prima del 1740 nella desinazione de’ maestri di cappella fosse preceduto il concorso, pare che dovesse apparire l’atto in segretaria della S. C. L. […] Ch’è quanto l’archivista di S. Casa ha l’onore di riferire all’illustrissimo, e reverendissimo monsignor governatore generale della S. Casa, o città di Loreto. 175

La Congregazione lauretana ignorava dunque le modalità precise dello svolgimento del concorso del 1740, e che si trattava probabilmente dell’unica occorrenza di una tale forma di elezione del maestro nella storia della cappella lauretana.176 Inoltre si può intuire dal testo che nell’archivio della S. Casa, oltre alla patente di Basili, non era stato possibile reperire alla fine del secolo XVIII alcun documento ufficiale riguardanti il concorso.177 Ecco dunque quanto narra la testimonianza di Pompucci, che doveva pure far parte dell’inchiesta commissionata dalla Congregazione lauretana:

Telesforo Pompucci riferisce, essergli stato raccontato dal fu sig. Andrea Basili, di lui maestro, che trovandosi questo in Roma, vide un giorno affissa una notificazione a chi avesse voluto concorrere per ottenere il posto vacante di maestro di cappella della sagra basilica di Loreto. Presentatosi perciò egli giusta il prescritto all’eminentissimo sig.

175 I-LT, Cappella musicale, b. 1 (olim Tebaldini, 123), Miscellanea storica della cappella musicale, cc. 589v,

592r. A c. 588r si trova la minuta della lettera alla quale il memoriale era allegato, nella quale si risponde alla citata lettera della Congregazione lauretana del 2 marzo 1796: «addì 11 marzo 1796 […] In ossequiosa risposta alla veneratissima dell’Eccellenza vostra in data dei 2 andante ho l’onore di umiliarle il qui annesso foglio di questo archivista, dal quale risulta quanto di è praticato nell’elezione de’ maestri di questa cappella de’ musici, e segnatamente nel 1740 allorché fu conferito l’impiego al defunto maestro Basili».

176 Il maestro di cappella veniva solitamente chiamato a prestare servizio direttamente dalla Congregazione

lauretana, che selezionava i candidati non tramite concorso ma in base ai meriti e alla fama che era loro tributata nell’ambiente musicale. Cfr. TEBALDINI, L’archivio musicale della cappella lauretana cit., p. 125: «Nell’archivio musicale di S. Casa, fuori che di lui [scil. di Andrea Basili] non si ha memoria né prima né dopo