Durante le indagini archivistiche sono state individuate numerose fonti manoscritte della
Musica universale. Questi documenti, se da un lato forniscono dati rilevanti per una
ricostruzione del processo redazionale dell’opera, dall’altro permettono di ricavare informazioni fondamentali per tracciare un quadro della storia della sua recezione. In questa sezione verrà fornita una descrizione delle fonti, funzionale alle successive analisi storico-critiche.
2.1.1 Il manoscritto di Berlino
La fonte più antica della Musica universale è un manoscritto, quasi interamente autografo, conservato nella Staatsbibliothek di Berlino,5 e più precisamente nel fondo derivante dalla collezione di Ludwig Landsberg.6 Il volume risulta composto da fascicoli rilegati in momenti successivi, la cui struttura evidenzia un processo di accumulazione che solo nel corso del tempo ha trovato una propria organizzazione interna. Nel manoscritto sono contenuti tutti i brani presenti nell’edizione a stampa oltre ad alcuni altri mai pubblicati. A parte la Sonata per cembalo per esprimere il ragghio dell’asino, risalente al maggio 1776, la raccolta ha avuto certamente come contesto d’origine l’attività d’insegnamento svolta a Loreto da Basili. La presenza sporadica di almeno un’altra mano, alla quale possono essere ascritte la copia di alcuni brani e la realizzazione parziale di altri, sembra confermare la tesi che oltre alla grafia del maestro lauretano emerga quella di un allievo, sulla cui identità verranno in seguito formulate alcune ipotesi. È possibile supporre inoltre che la successione dei brani
5 D-B, Mus. ms. L 27, dimensioni 16×22 cm: Musica universale armonico pra= | tica dettata dall’Istinto, e dalla Na=
| tura illuminata dai veri precetti armo= | nici. Opera utile per i Studiosi di Contra= | punto, e per i dilettanti che suonano il | Cembalo, et Organo esposta in 24 eser= | cizi da Andrea Basili Maestro di | Cappella del Venerabile Santuario di | Loreto.
6 Ludwig Landsberg (Breslau, 1805 - Roma, 1858) fu un’importante figura nella vita musicale italiana del
secolo XIX. Dopo aver compiuto la propria formazione musicale ed aver probabilmente esercitato la professione di tenore tra le fila del coro del Teatro Reale di Berlino, nel 1834 Landsberg si trasferì a Roma. Qui rimase fino alla morte svolgendo «una varia attività di violinista, pianista, insegnante di musica, organizzatore di concerti, collezionista di musica, volta soprattutto alla diffusione della musica antica e della musica classica tedesca» (B. M.ANTOLINI, Un musicista tedesco nella Roma dell’Ottocento: Ludwig Landsberg, , «Vanitas fuga, aeternitatis amor», Wolfgang Witzenmann zum 65. Geburtstag, a cura di S. Ehrmann-Herfort e M. Engelhardt, «Analecta Musicologia», XXXVI, Laaber, Laaber, 2005, pp. 465-487: 465). Numerosissimi i volumi a stampa e i manoscritti che nel corso degli anni andarono ad arricchire la biblioteca di Landsberg, grazie a sempre nuove acquisizioni e a scambi con altri collezionisti. Nel 1859 venne pubblicato un catalogo parziale, in due volumi, contenente una selezione dei testi ritenuti più pregiati: il Catalogue de la bibliothèque du professeur Landsberg à Rome (Berlino, Kühn, 1859), nel quale il manoscritto della Musica universale figura a p. 4. Nel 1861 la collezione Landsberg fu acquistata dall’allora Königliche Bibliothek di Berlino, ed è oggi per la maggior parte confluita nell’omonimo fondo custodito nell’odierna Staatsbibliothek della medesima città. Per una descrizione generale della struttura del fondo, cfr. The Beethoven Sketchbooks, History, Reconstruction, Inventory, a cura di D. Johnson, Berkeley - Los Angeles, University of California Press, 1985, pp. 31-32.
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rispecchi non solo il decorso del loro impiego in sede didattica, ma anche, almeno per alcuni di essi, l’ordine cronologico della loro composizione.
La doppia copertina del volume è stata realizzata sovrapponendo due fogli di cartone semi-rigido, attualmente slegati dal resto dei fascicoli. Sul recto del primo, nella grafia di Andrea Basili, è indicato il titolo, mentre sul verso compare l’Avvertimento.7 La rilegatura finale dei fascicoli è stata realizzata in filo di cotone con l’aggiunta di due rinforzi in pergamena inseriti probabilmente in fase finale per garantire la stabilità delle cuciture. Nel manoscritto si riscontra sia una parziale cartulazione originale a penna sia una moderna a matita. Ben visibile la filigrana raffigurante una colomba sormontata tre cime inscritta in un cerchio al di fuori del quale si trovano le lettere D ed M.
Il corpo del volume è costituito da due macro-fascicoli (comprendenti rispettivamente le cc. 1r-36v e le cc. 37r-94v) all’interno dei quali, fittamente nidificati, si trovano rilegati numerosi altri fascicoli secondari composti da un numero variabile di fogli. La complessità della fascicolazione è tale da rendere estremamente ardua l’analisi codicologica. Sono inoltre presenti un quaderno, all’inizio del volume, e un duerno, alla fine, formati da carte bianche e slegati dal resto.
Rispetto alla classificazione delle fonti manoscritte proposte da Dadelsen, il Landsberg 27 non ha le caratteristiche né del Konzeptschrift e tantomeno del Reinschrift.8 Esso può essere visto piuttosto come un Gebrauchsschrift, ossia una copia di lavoro nella quale il contenuto è presente in una forma pressoché definitiva. Di seguito viene fornita una descrizione corsiva del contenuto delle singole carte del volume, con l’indicazione delle corrispondenze con l’edizione a stampa.
contenuto del manoscritto L 27 corrispondenze con l’edizione a stampa della Musica universale (Venezia, 1776)
Ia di copertina Titolo frontespizio IIa di copertina Avvertimento Avvertimento Ia bis e IIabis di copertina bianche I [+ Ibis] bianche IIr Al Lettore assente IIv-IIIr bianche
7 Per quanto riguarda il titolo è da segnalare una piccola ma significativa variante sulla quale si ritornerà in
seguito: la Musica universale appare infatti composta «per i dilettanti che suonano il cembalo, et organo», mentre nell’edizione a stampa la dedica viene modificata in «per i suonatori di grave cembalo, ed organo».
8 Dadelsen distingue quattro categorie di manoscritti, in base sia a caratteristiche relative al tipo di scrittura sia
ad aspetti del processo compositivo: 1) copia in bella calligrafia (kalligraphische Schrift) nella quale sono assenti correzioni significative; 2) copia di lavoro (Gebrauchsschrift), sostanzialmente corretta, ma destinata ad uso interno; 3) copia pulita (Reinschrift) che presenta però ancora marginali errori e correzioni; 4) raccolte di appunti e abbozzi (Konzeptschrift). Cfr. G. von DADELSEN, Beiträge zur Chronologie der Werke Johann Sebastian Bachs, «Tübinger Bach-Studien», IV-V, 1958, pp. 58-72. Per una applicazione della classificazione di Dadelsen allo studio del processo compositivo, cfr. R. L. MARSHALL, The Compositionale Process of J. S. Bach: A Study of the Autograph Scores of the Vocal Work, I, Princeton, Princeton University Press, 1972.
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IIIv primo diagramma circolare per le mutazioni.9
assente
IVr secondo diagramma circolare per i
trasporti.10 assente IVv-Vr bianca Vv immagine a stampa di sant’Antonio da Padova.11 assente
VIr-VIIr Prefazione assente
VIIv-XIIv bianche
1r Esercizio primo modo di Alamire per 3a minore
Scala [Basso] Fuga
Esercizio primo modo di Alamire per 3a minore (serie minore, pp. 1-3) 1v-2r [Sonata] 2v-3r [Scala] [Basso] [Fuga] Esercizio 3° in Si minore (serie minore, pp. 7-10) 3v-4r [Sonata]
4v-4ar Pastorale [in Do maggiore] assente
4av-5v Fuga Fuga dell’Esercizio 4° in Do
maggiore
(serie maggiore, pp. 22-24.)
6r bianca
6v-8v Pastorale [in Sol maggiore] Estro Pastorale dell’Esercizio 11° in Sol maggiore
(serie maggiore, pp. 69-71) 9r [Minuetto in Do maggiore] assente
9v-10r [Basso] [Basso] dell’Esercizio 4° in Do maggiore (serie maggiore, p. 21) 10v-11r [Basso] [Scala] Esercizio 6° in Re minore (serie minore, pp. 18-21) 11v-12r [Fuga] 12v-13r [Sonata] 13v-17v [Basso] [Scala] Fuga Variazioni Esercizio 8° in Mi minore (serie minore, pp. 25-32) 18r-20r [Scala] [Basso] Esercizio 3° in Si maggiore (serie maggiore, pp. 17-20)
9 Simile al diagramma riportato in D-B, Mus. ms. autogr. Basili, A. 2, c. 4r. 10 Identico al diagramma riportato in D-B, Mus. ms. autogr. Basili, A. 2, c. 13r.
11 Non è stato possibile reperire la fonte di questa immagine calcografica. Sulla devozione di Basili per s.
Antonio da Padova, cfr. lettera di A. Basili all’Accademia Filarmonica del 29 gennaio 1773, I-Baf, Carteggio e Documenti 1675-1775, b. 1773, n. 5.