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Nel 1732 è attestata la presenza di Andrea Basili tra i membri dei Musici di Campidoglio.113 Questo complesso musicale di strumenti a fiato, già presente di fatto a Roma a partire dal secolo XIV, aveva la funzione di accompagnare le cerimonie civili e religiose alle quali partecipavano i membri principali del Senato del Popolo romano. Tra di essi il primo posto era ricoperto dal Senatore, cui spettava la rappresentanza prima del Senato ma non l’amministrazione cittadina, ufficio di pertinenza dei tre Conservatori del Popolo romano, che insieme al Priore costituivano il Magistrato romano. A partire dalla fine del secolo XVI, e per tutto il XVII, questi musicisti erano chiamati Musici dei Conservatori, per poi divenire, alla fine del secolo XVII, i Musici del concerto del Campidoglio. La denominazione di Concerto de’

tromboni e cornetti del Senato et inclito Popolo romano risale al 1702, appellativo con il quale i

membri di questo ensemble verranno successivamente identificati.114 I Musici capitolini rappresentano l’unica istituzione musicale pubblica secolare della Roma pontificia che offrisse impiego a suonatori salariati. Questi musicisti alternavano la propria attività tra il Palazzo dei Conservatori sul Campidoglio e la corte pontificia a Castel Sant’Angelo, oltre ad accompagnare, come si dirà, la cerimonia dell’offerta del calice. Questo complesso è menzionato anche nel Gabinetto armonico di Filippo Bonanni, all’interno della sezione dedicata alla tromba spezzata. Riferendosi ai brani eseguiti dal Concerto a Castel Sant’Angelo in occasione di alcune festività, Bonanni scrive:

Usano una simile sinfonia gl’istessi suonatori, qualunque volta il Senatore, e Conservatori di Roma offeriscono calici d’argento nelle chiese, ove si celebra la festa di qualche santo, per antica consuetudine a questo fine dal medesimo Senato stipendiati.115

Nel periodo tra la fine del secolo XVI e la fine del XVIII, il numero dei suonatori di ruolo nel Concerto era solitamente di sei unità. Il complesso comprendeva quattro suonatori di trombone (un trombone con l’ufficio di organista, un trombone basso, un tenore e un contralto) e due cornettisti. Ad essi si affiancavano uno o più musicisti soprannumerari, con la funzione di supplire in caso di eventuali assenze. La carica di soprannumerario dava diritto alla successione in caso di posto vacante.

A regolare l’attività dei musici di Campidoglio erano le Costituzioni delli Musici del

concerto del Campidoglio di Roma. Il documento, custodito nell’Archivio storico del comune di

Roma, risale al settembre 1700, data in cui fu approvato dai Conservatori. Le norme in esso contenute risultano tuttavia essere già in vigore nel secolo XVI. Le Costituzioni stabilivano che le nomine dei musici fossero decise in consiglio segreto, e successivamente ratificate in pubblico. Per essere ammessi nel novero del Concerto era necessaria una patente rilasciata

113 Per la storia di questo ensemble di strumentisti e delle attività musicali connesse al Senato del Popolo

romano cfr. A. CAMETTI, I musici di Campidoglio ossia “Il concerto di tromboni e cornetti del Senato e inclito Popolo romano” (1524-1818), «Archivio della R. Società romana di Storia patria», XVLIII, 1925, pp. 95-135; ID., Organi, organisti ed organari del Senato e Popolo romano in S. Maria in Aracoeli: 1583-1848, «Rivista Musicale Italiana», XXVI, 1919, pp. 442-485.

114 Cfr. CAMETTI, I musici di Campidoglio cit., p. 99.

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dai Conservatori. Dal documento si apprende inoltre che all’inizio del secolo XVIII lo stipendio mensile dei musici ammontava a 5 scudi e 20 baiocchi. A capo del concerto era un priore, la cui carica aveva la durata di un mese. Il priore, eletto tra i suonatori, era considerato primus inter pares, e la sua elezione era effettuata in base a un sistema di turnazione basato sull’anzianità di servizio. Al priore, che di fatto aveva l’incarico di direttore pro tempore del concerto, spettava l’incarico di decidere il programma delle esecuzioni dei musici capitolini, anche se, come si legge nelle Costituzioni, in caso di scelte giudicate inadeguate erano gli stessi musici a stabilire i brani: «che il priore debba eleggere le sonate, né alcuno gli contradica sotto pena di tre giulii, ma non essendo adeguate al servizio che l’ellegga il concerto».116 Il priore aveva anche il compito di segnalare le puntature, o multe, da comminare ai membri del complesso che non ne avessero rispettato il regolamento.117

All’inizio del secolo XVIII, il repertorio dei musici capitolini era ancora legato ai generi musicali più comunemente destinati ai complessi strumentali di epoca tardorinascimentale e barocca. Ad essere eseguiti erano sia brani in forma di danza stilizzata sia composizioni polifoniche imitative affini alla canzone o al ricercare, come risulta dalla raccolta delle Sonate per il Campidoglio, composte da Francesco Magini espressamente per il complesso dei musici capitolini.118

L’attività del Concerto era quotidiana. Il servizio che anzitutto i musici erano tenuti a svolgere era quello di accompagnare i pasti, consueti o straordinari, dei Conservatori e del Priore, nonché di suonare durante le udienze mattutine del Senato. I musici dovevano anche essere presenti anche in occasione di visite pontificie o di occasioni particolarmente solenni. Inoltre, numerose volte al mese essi dovevano prender parte alla cerimonia dell’offerta del calice e delle torce da parte del Senato alle diverse chiese romane. Durante queste occasioni un particolare membro del complesso aveva l’obbligo di suonare l’organo della chiesa a cui il Senato faceva l’offerta. Si trattava della figura del trombone-organista, carica ricoperta da Andrea Basili nel 1732.

Un elenco delle numerose chiese che beneficiavano dell’offerta del Senato è contenuto in un testo a stampa pubblicato nel 1795,119 nel quale si trova anche una

Istruzzione per le sopradette chiese aggraziate della presentazione, o dono del calice, e torce da farsi dall’eccellentissimo Magistrato romano, nella quale vengono descritte dettagliatamente le modalità

dello svolgimento del cerimoniale, comprese le indicazioni relative alla musica da eseguirsi. Vi si legge infatti che le chiese riceventi l’offerta «devono prestare il commodo per il suono dell’istromenti del Concerto de’ musici tromboni del Popolo romano, quali nella suddetta

116 CAMETTI, I musici di Campidoglio cit., 1925, p. 102.

117 La prassi delle puntature era un tratto comune dell’organizzazione di molte cappelle, e in particolare di

quelle pontificie.

118 Francesco Magini (Fano, 1668/70 - Roma, 1714), nonostante non fosse originario dell’Urbe,

probabilmente grazie all’appoggio di papa Clemente IX, a partire dal 1701 era entrato a far parte del complesso capitolino come trombone-organista, incarico che mantenne fino alla morte, ricoprendo più volte la carica di priore. Sul frontespizio del manoscritto delle Sonate per il Campidoglio, conservato nella Biblioteca diocesana di Münster (D-MÜs SANT Hs 2436), Magini è indicato con il titolo di «maestro di cappella del Senatore e Conservatori di Roma». Cfr. S. FRANCHI, “voce” Magini, Francesco, DBI, LXVI, 2006.

119 Tabella delle chiese di Roma alle quali dal Senato romano si farà in avvenire in perpetuo ogni anno l’oblazione del calice e

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messa devono fare le loro solite sinfonie».120 Una descrizione della cerimonia dell’offerta del calice è fornita anche da Gaetano Moroni nel suo Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, in un pass relativo alle oblazioni che il Senato romano è solito fare «con calici e patene d’argento e torcie di cera alle chiese di Roma», nel quale viene descritto nel dettaglio il tipo di servizio musicale svolto dal Concerto:

Il Senato romano, allorché si porta a fare dette oblazioni od assistere a messe votive, viene ricevuto dagli ecclesiastici della rispettive chiese, e da uno in cotta riceve l’acqua benedetta coll’aspersorio, mentre suonano le campane e l’organo. […] Il Senato fa suonare le proprie trombe nell’atto che smonta dalla carrozza e vi rimonta, nonché in quello dell’offerta.121

Tra le chiese fisse e perpetue che ricevevano l’offerta del calice viene indicata per tre volte Santa Maria in Aracoeli.122 Nel 1732, al momento in cui Basili figura tra i musici capitolini, l’organista di questa chiesa, collocata sul colle del Campidoglio era, come si è detto, Tommaso Bernardo Gaffi, che ricopriva questo incarico dal 1710, anno in cui era stato nominato a vita organista del Senato e Popolo romano come successore di Bernardo Pasquini. Non è improbabile che l’ingresso di Basili nel complesso in qualità di trombone- organista sia stato favorito dal suo rapporto di discepolato con Gaffi. L’assunzione tra i musicisti capitolini era infatti di norma riservata ai nativi di Roma o ai cittadini romani. Per questo motivi nei documenti citati da Cametti, Basili viene definito «romano», nonostante provenisse da Città della Pieve.123 Un dato difficile da stabilire è dove e in che momento il nostro autore abbia appreso a suonare la tromba spezzata:124 se infatti è attestata in questi anni a Roma la sua abilità di esecutore alla tastiera, la sua presenza all’interno del complesso di fiati capitolino rappresenta l’unica testimonianza della sua attività di trombonista.

Probabilmente a metà degli anno ’30, giunse a Roma in cerca di fortuna come cantante anche il fratello minore di Andrea, Placido Pasquale, nato a Città della Pieve nel 1709. Dall’atto di matrimonio, conservato nella già citata documentazione relativa alla cappellania laicale istituita da don Francesco Basili, risulta che il 29 aprile 1738 Placido Basili aveva sposato, nella chiesa di S. Lorenzo in Lucina, Petronilla Felice Trabò.125 La permanenza a Roma del fratello non si protrasse a lungo. Già nel 1739 si era trasferito con la moglie in Portogallo, al seguito dell’impresario Alessandro Paghetti,126 dove rimase probabilmente fino alla morte.

120 Ibid., p. 9.

121 G. MORONI, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da san Pietro sino ai giorni nostri, Venezia, Tipografia

Emiliana, XLVIII, 1840-1861, pp. 219-220.

122 Tabella delle chiese di Roma cit., p. 3.

123 CAMETTI, I musici di Campidoglio cit., pp. 131-132.

124 La formazione di Basili come trombonista potrebbe risalire agli studi musicali svolti a Città della Pieve. 125 Archivio diocesano di Città della Pieve, Cappellanie e benefici, Cappellania Basili.

126 Cfr. M. C. DE BRITO, Opera in Portugal in the Eighteenth Century, Cambridge, Cambridge University Press,

1989, pp. 18-19. Placido e Petronilla ebbero un figlio, Alessandro, nato intorno al 1739, che divenne a sua volta cantante. A partire dal 1740 i coniugi si separarono e Placido si trasferì nella città di Porto, dove risulta ancora residente nel 1766. Le cronache riferiscono che Petronilla Trabò, nota anche come Petronilla Trabò Brasili (storpiatura del cognome del marito), sia stata una delle amanti di re João V del Portogallo. Cfr. J. DANTAS, O amor em Portugal no século XVIII, Porto, Livraria Chardron, 1917, pp. 238-241. Ringrazio Paolo

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