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Se dunque i più vantati miracoli dell' industria e del commercio possono veramente ottenere una divisione più minuta dei beni materiali, ma in ultimo risultato non mai forzare il suolo a produr tanto che basti all' aumento della popolazione ( rapidissimo sopra tutto in uno stato d' ordine, di pace e di fisici godimenti qual promette di realizzarlo l' umanitario sistema ), egli è chiaro per me che il gran problema delle sofferenze dell' umanità, insolubile alla filosofìa terrena, non sarà mai sciolto definitivamente in favore delle novità e dei progressi dell' industria. E tutto ciò non mostra all' evidenza che il fanatismo industriale è un' aberrazione del secolo, un sogno, una visione, una giunteria di speculatori o di novatori pericolosi, ovvero un'illusione di gente credula ed abbacinata?

Che i perfezionamenti industriali, fra i quali le strade di ferro sono in prima riga, possono avvantaggiare una classe, dar un fumo di apparente e passeggera prosperità ad una regione, servire ai comodi ed agli appetiti sensuali della parte non bisognosa del popolo, ma non possono alleviare generalmente i dolori che affliggono le masse nè migliorare la condizione infelice di quelle moltitudini che hanno bisogno di mangiare e non di correre, di cui la miseria, il malcontento e lo stato precario cresce di giorno in giorno col crescere della popolazione sproporzionatamente ai limitati mezzi di sussistenza? Anzi col movimento più rapido e moltiplicato dei beni materiali di seconda necessità o di quelli di mero lusso, non verrebbero ad accrescersi le cause di malcontento fra le classi povere vieppiù corrotte dall' influsso dei bisogni fittizj a misura del crescere la trattazione e la comunicazione del gusto per le cose superflue alle primarie necessità della vita?191

L’accrescimento del divario sociale tra classi ricche e povere avrebbe comportato nuove turbolenze sociali, perché gli effetti delle nuove tecnologie colpivano solo in superficie il problema della fame. Anzi, avrebbero potuto avvantaggiare alcuni Stati a danno di altri, che sarebbero stati, di conseguenza maggiormente esposti a crisi, tanto più violenta quanto più elevato fosse stato il livello di corruzione presente in quella Nazione:

Così i miracoli dell' industria, impotenti a sanare le vere profondo piaghe del popolo, aumenterebbero più presto il fomite delle turbolenze, delle guerre, delle sedizioni, di tutti i più aspri flagelli dell' umanità. Ripetiamolo: è a temersi che le vie che si propone di battere l'industria sieno di spostamento, di tramestamento, di traslocazione e diramazione; non già mezzi di proporzionale produzione alimentaria, della quale l'industria moderna o non si occupa di proposito, o non può occuparsene che entro limiti ristretti troppo. E ciò essendo, i suoi brillanti effetti saranno della scorza, non del midollo, superficiali, cioè, momentanei, parziali ed accidentali. Le stupende combinazioni dell' industria potrebbero ad un tratto far salire la Russia, la Germania, per es., ad un grado d'inaudita prosperità; ma se ciò avvenisse a scapito della Gran Bretagna, dell' America, dei Paesi Bassi ecc. , come non potrebbero a meno, il genero umano avrebbe ad allegrarsene? La società sarebbe esposta più che mai alle convulsioni di que' paesi che di qui a dieci, o vent' anni ( prescindendo ancora dalle fortuite e imprevedibili calamità di guerre e di carestie straordinario ) non avranno pane abbastanza per alimentare i loro abitanti cresciuti a dismisura. Lo scoppio sarà tanto più terribile, quanto la nazione sarà più corrotta.»192

Ad alimentare questi ultimi tipi di paura contribuirono sicuramente anche i proprietari terrieri.

Per superare le varie querelle che impedivano di disporre dei terreni per realizzare le opere ferroviarie, Leopoldo aveva garantito ai costruttori ferroviari di poter ricorrere al principio di espropriazione per pubbli- ca utilità; le parti si appellavano a questo principio in mancanza di accordi sul valore dei terreni dovuto o per non volontà di cessione o per indennizzo ritenuto troppo basso. Questa resistenza, se a volte era giu- stificata, altre era manovrata da chi intravvedeva nelle strade ferrate un'opportunità per incrementare i propri guadagni o era interessato a rallentare i lavori a vantaggio di iniziative concorrenti. Naturalmente la stampa ne dava conto nei propri articoli, dividendo i lettori tra favorevoli e contrari.

In questo ambiente ricco di contrasti e di opportunità, prese forma, si concretizzò e si realizzò la costruzio-

ne della prima linea, la Leopolda. Nel 1838 Leopoldo II° autorizzòo due banchieri Pietro Senn di Livorno e

Emanuele Fenzi di Firenze, vicini alla casa reale e accreditati di buona reputazione finanziaria, a compiere gli studi, da loro richiesti, per la costruzione di una linea ferroviaria tra Livorno, Pisa, Empoli e Firenze. I

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Dubbj sulle strade di ferro, La Voce della Verità, Gazzetta dell’Italia Centrale, n° 1077, cit., pp.1-2 . 192

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promotori avevano messo in evidenza la caratteristica commerciale della loro proposta progettuale, che interessava e attraversava il maggior bacino produttivo della regione.

L’ipotesi di una strada di ferro tra Firenze e Livorno era apparsa sui giornali italiani sin dal 1836, a cura del Giornale Agrario Toscano. Nel darne notizia, il redattore dell’articolo Delle strade di ferro collegava i van- taggi offerti dalla nuova tecnologia delle locomotive a vapore col modello di sviluppo economico di rife- rimento , quello inglese:

Mille esempi, mille memorie fanno fede che l'attenzione alla facilità e comodità delle comunicazioni è sempre maggiore ove maggior n'è il bisogno e il profitto, e dove è maggiore la coltura dei popoli; cosicché nella moltiplicità degl'interessi e dei rapporti e nel rapido progresso della civiltà ai nostri tempi, continui e grandi sono stati i perfezionamenti apportati alla co- struzione delle strade. La civilizzazione notabilmente accresciutasi nella Francia e nella Inghilterra, quivi trasse infatti a gran perfezione le strade ordinarie ed i canali. In Toscana furono applicati i metodi degli stranieri, e le opere che vi sorsero giun- sero ad emulare le loro. La immensa industria degli Inglesi voleva però mezzi più speditivi e più economici di trasporto, e questi le furono somministrati dalle strade di ferro e dalle macchine a vapore. Gode l'animo nel pensare a questa portento- sa invenzione. Per essa le favole divennero verità e, ciò che più importa, venne centuplicata la industria insieme con la rapi- dità delle comunicazioni. Il vapore percorrendo le strade di ferro in ore là ne trasporta ove in giorni e fra i disagi strascine- rebbe una coppia di disgraziati cavalli. Questa rapidità nei trasporti unita ad una immensa forza capace di trasportare enormi pesi, specialmente sopra strade di ferro, sono pregi del vapore tali da portare un incremento indefinito nelle mani- fatture e nell'agricoltura: estese per il globo le strade di ferro, ad ogni richiesta le produzioni di un paese potranno quasi per incanto passare ad un altro paese, e non più sembra che dovrà in immense città venirsi a riunire ogni genere di manifatture, e nelle sole lor vicinanze il più fiorito genere di cultura. Così, se l'amenità delle situazioni e il comodo dei cittadini, impegne- ranno come per il passato a coltivare, con sudore immenso degli uomini e scialacquo di capitali, le terre, sebbene mediocri, che circondano grandi città, la fertilità di altre che non godono del vantaggio medesimo , quando potranno con minor di- spendio eseguirsi i trasporti, impegnerà a renderle utili e coltivarle. Cosi tante province isolate e povere si scuoteranno dalla loro inerzia, poiché l'inerzia è dovunque mancano i mezzi di ottenere i propri comodi, e dove per la lontananza sono pur an- co sconosciuti talvolta.È vanto dell' Inghilterra l'avere applicato per la prima volta il vapore ai trasporti nelle strade di ferro; l'America ne seguitò l'esempio, quindi la Francia. Non è molto che si progetta di stabilire delle strade di ferro anche in Italia , e particolarmente in Lombardia sembra che di una da Milano a Venezia si pensi seriamente alla costruzione, e in Toscana è un fatto che attivi sono gli studj intorno ad un' altra che dovrebbe riunire Livorno a Firenze. Laonde sembra opportuno che il Giornale Agrario dia di tali strade una qualche contezza a coloro che ancora ne fossero ignari.193

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In merito alla specificità Toscana l’articolista rinviava a studi più approfonditi l’analisi dei dati progettuali ma affrontava le prospettive economiche che si aprivano e le possibili trasformazione di alcune attività lavorative: Nella visione del redattore l’area interessata dalle ricadute economiche si allargava naturalmen- te dalla pianura dell’Arno alle regioni dell’Adriatico e dell’Italia centrale.

Sopra questo particolare avremo, quanto alla Toscana , dei dati certi dagli studj che presentemente fanno dotte persone in- torno alla convenienza che vi sarebbe a stabilire una strada di ferro da Firenze a Livorno. Benché tali studj non siano termi- nati, pure già possiamo esser quasi sicuri che il commercio fra queste due città è abbastanza considerabile perchè metta il conto di stabilirla; può inoltre credersi che la somma celerità dei trasporti aumenterebbe in seguito la quantità delle merci provenienti dalle parti di Bologna e di Modena , e dall'Adriatico per la nuova strada Aretina, e per quella ch'è per aprirsi per la vallata del Montone a traverso la Romagna toscana: tutte cose che ognun vede quanto debbano influire a render sicura da ogni scapito una tale intrapresa , e immensamente giovevole all'intiera Toscana. D'altronde la spesa di tale strada sareb- be , ne sembra , minore pel nostro paese che altrove, a cagione della mano d'opera non molto costosa, e dell'abbondanza di materiali in ogni genere che fra noi si ritrova. Lo stesso celebre ingegnere Brunel asserisce non esservene alcuna che più interessi di stabilire e che più possa esser profittevole a coloro che ne facciano la spesa. Né è da temere che possa trovarsi priva d' ogni mezzo di sussistenza tutta quella popolazione la quale vive con i guadagni ricavati dagli ordinari mezzi di tra- sporto. Si hanno mille esempi che un nuovo ramo aperto all' industria, ancorché sembri che debba distruggerne altri a quel- lo analoghi , ha invece fatto partecipe ai comodi della vita un maggior numero di persone , nel tempo stesso che i rami rivali si amplificavano. In niun luogo le diligenze hanno arrecato il minimo danno ai conduttori di altre carrozze, e in Parigi un gran fatto si osserva, quello degli omnibus dallo stabilimento de' quali tutti temerono che i fiacres dovessero ripetere la loro ro- vina , ed in quel cambio il numero di questi non é scemato. In Toscana esiste inoltre una favorevole circostanza: nelle Ma- remme è aperto un nuovo e vasto campo all'industria ed all'attività ; quivi fertile la terra e ameno il cielo, solo un'aria fune- sta vietava all' uomo il godimento di tanti beni. Ma per le Sovrane provvide cure cambia d'aspetto quella provincia; purifica- ta l'aria con l'essiccazione delle paludi, quelle terre aspettano la mano dell' uomo per produrre in quantità molti dei ricchi doni che la natura non dà se non a

coloro che se li procacciano con la loro industria e costanza. Per il che ornai può supporsi

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