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165 fra dodici anni dalla data di esso, pure senza giustificato impedimento, non sarà interamente costruita tutta la strada tra

Como e Milano».321

L'articolo di Bruschetti conteneva, nelle annotazioni, un richiamo al metodo di ricerca sul progetto di Strada ferrata da Milano e Venezia adottato da Carlo Cattaneo e dallo stesso illustrato in un articolo pubblicato dalla rivista Annali Universali di Statistica nel fascicolo di giugno di quell'anno:

«In riguardo delle nuove strade di ferro v’è fra di noi chi si crede che prima di risolvere la questione d’arte sul progetto dell’opera si possa decidere la questione speciale sulla linea migliore della strada di ferro fra due dati punta estremi, e ciò col semplice buon senso, col corredo dei principj puramente economici e di tutte le notizie statistiche e storiche estratte dai Giornali e dalle Memorie pubblicate sinora colla stampa su questo interessante argomento, fatta per conseguenza astrazio-

ne dalla question d’arte ossia dalla parte tecnica che abbraccia il piano generale d’esecuzione dell’opera. Ci permetteremo

però qui di osservare che in simili casi dipendendo essenzialmente la questione economica dalla question d’arte, è impossi- bile il risolvere bene in via definitiva la prima senza aver i dati per risolvere la seconda. Riteniamo poi per massima che senza rilevare la planimetrie e la livellazione generale del terreno per la proposta strada si possono fare bensì varie osservazioni generiche e sensate sulla preferenza che merita piuttosto l’una che l’altra linea, ma giammai si arriverà a stabilire con preci- sione la convenienza relativa di due o più linee di strada se non si conoscono dianzi gli elementi più essenziali del progetto secondo ciascuna data linea cioè la pianta ed il profilo di livellazione del terreno con alcune sezioni principali che valgano a determinare almeno per approssimazione la longhezza, la pendenza e la spesa di costruzione occorrente a formare il letto da ciascun tronco di strada. Per conseguenza è senza dubbio assai lodevole lo scopo del sig. dott. Carlo Cattaneo, finché col- le sue spiritose ed erudite Ricerche sul progetto Ricerche di una strada di ferro da Milano a Venezia (V. Annali univ. di stati- stica, ecc, fasc. di giugno 1836), si limita a promuovere gli studj e le discussioni economiche sulla linea più conveniente da stabilirsi per l’anzidetta strada di ferro; ma in realtà sarebbe inconcludente ed insufficiente anche il suo discorso qualora mi- rasse invece a far decidere la massima sulla linea dell’anzidetta strada in mancanza del rilievo di un regolare progetto per un’opera di tanta importanza. La stessa osservazione si applica pure agl’intraprenditori che ottennero il privilegio della gran strada di ferro da Vienna a Bochnia detta Nordbahn … . Del resto perché la semplice proposizione di una strada di ferro fra due dati punti estremi marcata sopra la carta geografica del paese venne chiamata impropriamente col nome di progetto, ognun vede che nota merita di essere qualificata e ritenuta per tale onde farne il soggetto di una seria confutazione “.322

La Risposta del Cattaneo, non si fece attendere ed avvenne, a breve giro di tempo, attraverso le pagine de- gli Annali Universali di Statistica, in cui espresse innanzitutto pubblico apprezzamento per la scelta del Bruschetti di esporre le sue idee attraverso la stampa, la qual cosa sgomberava il campo da ogni sospetto

di millanteria e gli valeva « un aumento della publica fidanza»323; per questo motivo portava il proprio

contributo di idee ad un'opera di interesse collettivo.

La scelta di Cattaneo di pubblicare le proprie riflessioni sugli Annali non era casuale. Come abbiamo già avuto modo di vedere, per la loro natura editoriale gli Annali universali di statistica mettevano a disposi- zione spazi di discussione, di elaborazione d’idee. L’impegno della rivista nella divulgazione dell’informazione scientifica fu tale che lo stesso Editore Francesco Lampato intervenne spesso a sostegno delle proprie convinzioni in modo schierato, come accadde ad esempio nella discussione sul tracciato della Ferdinandea.

Le considerazioni di Cattaneo erano in asse con quanto sostenuto nelle sue precedenti Ricerche sul pro- getto di una strada di ferro da Milano a Venezia. Riconosciuta la convenienza fondamentale del progetto ed evidenziato che nel territorio intermedio non c'erano centri popolosi che vincolassero la progettazione, riteneva che l'opera dovesse essere innanzitutto pensata e pianificata tenendo conto del suo rapporto col territorio servito, attraverso l'analisi di tutti gli indicatori economici possibili; ciò avrebbe consentito una progettazione mirata che tenesse conto di una serie complessa di elementi: valutazione ambientale,

321

G. Bruschetti, Progetto della strada di ferro da Milano a Como, cit,, p. 277. 322

Ivi, p. 308. 323

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compreso il rischio idraulico, scelta del tracciato in funzione della natura del terreno, della pendenza della linea, delle opere d'arte necessarie a garantire la capacità di traino effettiva delle locomotive, miglior ubi- cazione delle stazioni in virtù della facilità di collegamento con i centri cittadini, individuazione dei punti d'interscambio con i sistemi stradale e della navigazione acquea, costi finali di costruzione e di esercizio, che dovevano essere i più precisi possibili per consentire alla Società di non trovarsi in difficoltà per man- canza di fondi in seguito ad errori sui preventivi e sulla costituzione del capitale azionario. In questa analisi Cattaneo dimostrava tutto il suo acume e la preparazione tecnica, finalizzati a concepire l'opera nella sua concreta fattibilità, con giudizio pragmatico e realistico, scevro da richiami enfatici e propagandistici:

«A Milano la strada farebbe capo dietro l’Arena vicino alla Piazza d’Armi in un luogo spazioso d’onde la strada può facilmen- te giungere a diversi quartieri della città. A Como essa fa capo alla riva del lago a occidente della città, dove le alluvioni del Cosio hanno formato un ampio pascolo. Quivi non manca luogo ai magazzini e all’approdo delle barche; benché nelle dirotte piogge sopravvengano spesso le escrescenze del lago, e le devastazioni del torrente. Le frequenti torbide del torrente, si ve- dono colorare a gran distanza le acque del lago».324

Da queste considerazioni Cattaneo traeva la convinzione che il tracciato dovesse essere modificato in alcu- ne parti. Ad esempio, asseriva che le locomotive non avrebbero potuto seguire la linea delle valli del Seveso a causa dei ristretti raggio di curvatura. Cattaneo era un pragmatico, non lasciava nulla al caso; non vedeva l'opera solo per la sua capacità di collegamento tra centri , ma ne valutava fin da subito il rapporto di con- venienza con la realtà territoriale circostante, le sinergie possibili, le soluzioni tecniche percorribili. Non lasciava nulla all'approssimazione , ma sottoponeva ogni fase ad una rigorosa analisi di convenienza eco- nomica e ne studiava la copertura finanziaria; a quest'ultimo proposito nutriva notevoli riserve non tanto verso la proposta di azionariato diffuso, che condivideva, quanto al ruolo dei Comuni qualora avessero fat- to parte dei Soci, come prospettato dal Bruschetti . Le proposte avrebbero dovuto essere fondate su reali- stiche e concrete valutazioni di fattibilità e non sul sensazionalismo, facile a crearsi, ma dai pericolosi stra- scichi illusori:

« ... si parla di far partecipare alla impresa i Comuni. Prima di tutto finché si trattasse della somma, comparativamente lieve, di circa 2 milioni la quale è assai facile a trovarsi altrimenti, il concorso dei Comuni sarebbe superfluo. Inoltre non appare che i Comuni abbiano cassa piena e vadano cercando impieghi di capitali. Se poi i Comuni debbono concorrere coi capitali altrui, è meglio che i proprietarj di codesti capitali vengano in persona, senza impacciare i Comuni e senza introdurre indiret- tamente fra noi la ruinosa pratica francese del debito publico comunale. Finalmente essendo i Comuni nell’ordine ammini- strativo pareggiati ai minorenni, il loro intervento involgerebbe l’amministrazione della strada ferrata e tutta la gerarchia go- vernativa in una serie continua di corrispondenze, di consulte, di revisioni e di questioni miste di amministrativo e di mer- cantile, con complicazione e rallentamento dell’azienda... ».325

Cattaneo concludeva con un augurio :

« Il sig. Bruschetti abbia lode e grazie di questi suoi studj i quali aprono fra noi una discussione che riescirà utile al paese perché o ci salverà dal cominciare un’impresa infruttifera, o ci assicurerà di cominciarne una bella e fruttuosa. Le sue propo- ste sono preziose quando si riferiscano a quell’aurea massima che fece succedere alle ventose e sterili idealità la feconda ed efficace filosofia baconiana e sostituì le buone esperienze ai magri indovinelli; quella massima che dettò l’impresa dell’immortale Accademia del Cimento: Provando e Riprovando: massima con cui il semplice buon senso ottenne tante volte ciò che la molta dottrina non seppe ottenere. Questi cenni facciano prova della nostra sollecitudine per ogni cosa di comune utilità e riputazione. Il nostro giornale che destina un’apposita parte alle strade ferrate, non può rimanersi silenzioso in una questione appunto di tal genere, proposta alla pubblica discussione da uno scrittore di tanto credito nel più autorevole gior- nale d’Italia. Siamo pronti a riconoscere pubblicamente tutti gli errori in cui il nostro modo di vedere ci avesse condotti. Ma

324

C.Cattaneo, Sul progetto di una strada di ferro da Milano a Como, cit., p.124. 325

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