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Costruire l’azione

4.5 Rete Lilliput: l’azione Una premessa

4.5.2 Costruire l’azione

Il secondo incontro nazionale della Rete (Marina di Massa, 2002) si chiude con l’individuazione sia di una serie di appuntamenti internazionali ai quali la Rete intende partecipare sia di alcune tematiche sulle quali si decide di concentrare l’attenzione nel corso dell’anno. Al termine dell’assemblea, si stabilisce anche la creazione di un gruppo di lavoro incaricato di organizzare il percorso di avvicinamento della Rete al “Forum Sociale Europeo”.

Quest’ultimo è considerato, fin dalle macroregionali della primavera del 2002, uno degli appuntamenti prioritari verso cui convogliare le energie e le risorse dell’intera Rete. Questa idea viene ulteriormente ribadita dal Subnodo in un importante documento del settembre dello stesso anno. L’organismo sovralocale della Rete, sollecitato ad avviare un percorso di verifica del concreto funzionamento dei diversi luoghi della stessa, procede lungo due direzioni; da un lato mette in evidenza le scadenze più importanti che vedono una concreta attivazione della Rete, dall’altro lato sottolinea quali sono le difficoltà principali incontrate nell’applicazione della nuova formula organizzativa. A partire dal contributo del Subnodo, prende il via un processo di riflessione che coinvolge anche gli altri luoghi della Rete e che si conclude con la terza assemblea nazionale di Marina di Massa. Ma prima di questo appuntamento, Lilliput è presente al secondo “Forum Sociale Mondiale” di Porto Alegre, durante il quale organizza un seminario sugli indicatori della qualità della vita e partecipa all’organizzazione di una serie di azioni in vista del vertice “FAO”, previsto a Roma nel giugno del 2002. Più precisamente, è al Gruppo di Lavoro Tematico “Commercio e Finanza” che viene assegnato il compito di approfondire la conoscenza delle tematiche sulle quali lavora la “FAO” e l’individuazione delle modalità opportune per partecipare alle iniziative programmate in concomitanza con il summit romano. Questo evento segna ulteriormente il distacco fra Lilliput e le aree del movimento che a Genova si erano incontrate nel “Genoa Social Forum”. Come sottolinea uno dei nostri intervistati:

“immediatamente dopo Genova sono iniziate a succedere delle cose perché Agnoletto, uscendo da Genova, ha detto <benissimo, il prossimo appuntamento è l’assemblea della FAO e noi saremo presenti ecc. ecc.> Noi abbiamo detto, un momento, discutiamone perché la FAO non è il G8, sono due entità completamente diverse. Poi noi eravamo coinvolti come campagne nell’organizzazione di quel convegno parallelo che viene fatto ogni volta con l’assemblea biennale della FAO sulla sovranità alimentare, per cui tutta una serie di nostre organizzazioni stava lavorando dentro questo progetto, che è una cosa contestativa nei confronti della FAO ma che è anche una forma di collaborazione, nel senso che c’è un tentativo di influire direttamente sulla FAO, si è propositivi. [Intervista T1]

Il nostro intervistato fa riferimento al “Forum NGO/CSO” per la sovranità alimentare che si tiene in concomitanza col vertice mondiale della Fao, e che è organizzato da numerose Ong italiane e straniere.

L’anno 2002 impegna la Rete Lilliput anche nell’organizzazione, per mezzo dei Gruppi di Lavoro Tematico “Nonviolenza” e “Impronta ecologica e sociale”, di due importanti seminari.

Il primo, “La nonviolenza: attivarsi per un mondo diverso”, vede la partecipazione di importanti relatori; ad esponenti storici del “Movimento Nonviolento” come Nanni Salio, Pasquale Pugliese, Luciano Capitini, si aggiungono personalità da sempre impegnate nei luoghi della Rete o di “area lillipuziana” come Alex Zanotelli, Alberto Castagnola, Massimiliano Pilati, Lisa Clark, Roberto Tecchio, Enrico Euli, Lidia Menapace e Monica Lanfranco. Il seminario di cui si parla, come accennato nelle pagine precedenti, si svolge a Roma dal 27 al 29 settembre, ed è costituito da momenti assembleari all’interno dei quali vengono messe a confronto diverse esperienze concrete di nonviolenza, e da fasi in cui si lavora in gruppi di dimensioni ridotte che procedono all’approfondimento dei temi oggetto dell’incontro.

Il secondo seminario, organizzato dal Gruppo di Lavoro Tematico “Impronta”, si svolge a Verona il 19 ottobre e si inserisce nel più ampio percorso di costruzione della “Rete di Economia Solidale” in Italia. A tal proposito, bisogna sottolineare che pur essendo presenti in Italia esperienze di economia solidale già dagli anni ottanta, l’incontro suddetto acquista una particolare rilevanza perché stimola un processo di costruzione di reti fra soggetti impegnati sulle stesse tematiche ma privi di un effettivo coordinamento in grado di rendere il lavoro maggiormente efficace.

Nel corso del seminario, si decide la costruzione di un gruppo di lavoro, su base volontaria, incaricato di proporre alcuni documenti di riferimento sui principi e gli obiettivi dell’economia solidale e di fungere anche da luogo di confronto e di sintesi fra le differenti realtà coinvolte in questo percorso.

Il passo successivo è, poi, la costituzione della “Carta per la Rete Italiana dell’Economia Solidale”, presentata alla fiera Civitas di Padova nel maggio del 2003, con la quale è lanciata la proposta di attivare a livello territoriale i cosiddetti “distretti di economia solidale” (DES). Questi ultimi rappresentano, in sostanza, delle microreti territoriali che connettono localmente varie realtà di economia solidale, come le botteghe del commercio equo e solidale, le cooperative sociali, i gruppi della finanza etica, per sperimentare praticamente la possibilità di attivare un circuito sociale, culturale ed economico quanto più possibile alternativo a quello esistente. Più precisamente, i soggetti impegnati nel processo di costruzione di un distretto di economia solidale sono: le imprese dell’economia solidale e le loro associazioni, i consumatori e le loro associazioni, i risparmiatori- finanziatori delle organizzazioni dell’economia solidale, i lavoratori dell’economia solidale, le istituzioni (in particolare gli enti locali) che intendono favorire sul proprio territorio la nascita e lo sviluppo di esperienze di economia solidale97.

La promozione e la costituzione dei “Distretti di Economia Solidale” è fra le priorità della Rete Lilliput a partire dal 2003 e, in effetti, per molti dei distretti nati dopo il seminario di Verona, il contributo dei nodi locali della Rete è fondamentale98. Nel corso del 2002 la Rete Lilliput, attraverso il Gruppo di Lavoro Tematico “Impronta”, si impegna anche nella realizzazione della “Settimana dell’impronta ecologica e sociale”. Quest’ultima, annunciata dal 3 al 9 giugno del 2002 ed organizzata in collaborazione con associazioni come “Greenpeace”, “WWF”, “Legambiente”, prevede una serie di iniziative in diverse città italiane. Si tratta prevalentemente di incontri informativi sui temi dell’ambiente e della qualità della vita alla luce del metodo dell’impronta ecologica99. La “settimana dell’impronta ecologica e sociale” è un appuntamento che impegna la Rete anche nel 2003 e nel 2004. In collaborazione con Banca Etica, il Gruppo di Lavoro Tematico “Impronta” organizza questo evento sia per sensibilizzare cittadini e decisori politici sull’impatto ambientale dell’attuale modello di sviluppo sia per diffondere la conoscenza dei mezzi esistenti a disposizione dei singoli individui e degli amministratori pubblici per il risparmio energetico.

Ma l’appuntamento principale che chiama a raccolta tutto il movimento globale dal 6 al 10 novembre del 2002 è, come detto poc’anzi, il “Forum Sociale Europeo”. La straordinarietà dell’evento è confermata innanzitutto dal numero dei partecipanti: circa 60.000 persone, provenienti perlopiù da paesi europei, che per quattro giorni si dividono fra le molteplici iniziative culturali e le numerose conferenze, organizzate sui seguenti temi: liberismo e globalizzazione; democrazia, cittadinanza e diritti; guerra e pace.

Il Gruppo di Lavoro Tematico “European Social Forum”100 della Rete Lilliput contribuisce alla realizzazione del Forum Europeo partecipando direttamente alla sua organizzazione; in particolare la Rete prepara, insieme al Forum Mondiale delle Alternative e alla Fiom-Cgil di Milano, un seminario

97 Bonaiuti, Verso un’economia altra? L’economia solidale, in A.a. V.v., RES, quaderno delle esperienze e delle

proposte, da www.retecosol.it

98 Attualmente i “DES” presenti in Italia sono circa 15. Per ulteriori informazioni si veda: http://www.retecosol.org 100 Il Gruppo di Lavoro Tematico “European Social Forum” nasce nel corso della seconda assemblea nazionale della

Rete Lilliput. Oltre ad occuparsi del “Forum Sociale Europeo” di Firenze, questo gruppo viene incaricato anche di organizzare l’eventuale partecipazione di una delegazione di Lilliput al terzo forum mondiale di Porto Alegre nel 2003.

all’interno dell’area tematica “democrazia, cittadinanza e diritti”, dal titolo “Rappresentanza, partecipazione e nonviolenza”. I relatori che intervengono nel dibattito sottolineano l’importanza per il movimento globale di ricercare e promuovere alternative concrete all’attuale sistema dominante. Riecheggiano temi cari a Lilliput, come la necessità di produrre l’alternativa attraverso la diffusione di stili di vita e di consumo eticamente orientati, in grado di generare un cambiamento innanzitutto nelle diverse sfere della vita quotidiana degli individui.

Nonostante le attività svolte dai Gruppi di Lavoro Tematico il funzionamento di tali organismi incontra, nel corso del tempo, numerose difficoltà. In più occasioni viene, infatti, sottolineato il loro crescente scollamento dai nodi locali, la mancanza di partecipazione di questi ultimi alle attività dei “GLT” il cui lavoro appare troppo specialistico e ristretto ad una cerchia di esperti e tendente a favorire dinamiche di delega su temi ed iniziative specifiche. Queste criticità fanno da sfondo alla seconda assemblea programmatica della Rete che si svolge a Roma dal 21 al 23 novembre del 2003 con l’obiettivo di favorire il confronto e la discussione sulle campagne e le tematiche sulle quali lavorare nel corso dell’anno successivo.

Le campagne proposte dai referenti dei Gruppi di Lavoro Tematico e dai singoli nodi sono circa venti, ma si decide di concentrare l’attenzione su un numero minore di campagne scelte in base alla loro coerenza innanzitutto con determinati “criteri primari”. In particolare, si afferma che le campagne devono:

• rispettare i principi del “Manifesto” della Rete;

• mettere in pratica azioni concrete adottando obiettivi verificabili in un certo arco di tempo;

• attivare i diversi luoghi della Rete, evitando la sola ricezione passiva delle campagne;

• essere “g-local”, cioè coniugare il raggiungimento di obiettivi locali e globali. La seconda assemblea programmatica si chiude con l’individuazione delle campagne per le quali la Rete Lilliput si attiva nel corso del 2004. Le aree al cui interno si collocano tali campagne sono le seguenti:

• distretti di economia solidale: promozione ed attivazione dei Distretti di Economia Solidale;

• campagna “Intesa mancata per Banche Responsabili” (lo scopo di questa campagna è fare pressione sulle banche italiane affinché si dotino degli strumenti necessari per la valutazione sociale ed ambientale degli investimenti erogati);

• campagna “KyotoPocomaKyoto”(campagna di sensibilizzazione e di informazione sugli impegni presi a Kyoto);

• campagna “Acqua: conoscenza e riappropriazione del territorio”: campagna di pressione contro la privatizzazione del servizio idrico (consistente principalmente nell’informazione sul territorio volta ad alimentare la partecipazione dei cittadini e ad aumentare la loro conoscenza sulle questioni inerenti la privatizzazione di un servizio pubblico come l’acqua);

• campagna “Per una finanziaria di pace”, pensata con lo scopo di incidere sulle scelte di politica economica del governo (tale campagna nasce all’interno di “Sbilanciamoci”101);

101 “Sbilanciamoci” nasce nel 1999 su iniziativa di 47 organizzazioni della società civile che decidono di impegnarsi in

attività di denuncia, di sensibilizzazione, ma anche di pressione. In tal senso, l’iniziativa certamente più rilevante è la pubblicazione annuale del rapporto “Cambiamo Finanziaria. Come usare la spesa pubblica per i diritti, la pace e l’ambiente”. Durante la discussione alle Camere della Legge Finanziaria, “Sbilanciamoci” organizza degli incontri per sollecitare i parlamentari a presentare emendamenti che favoriscano le proposte pensate dai gruppi che lavorano per la suddetta campagna. Per maggiori informazioni si visiti il sito: http://www.sbilanciamoci.org/index.php?option=com_frontpage&Itemid=35

• network sul disarmo: iniziative pensate con l’obiettivo ultimo di creare un organismo stabile che monitori la produzione ed il commercio di armi e coordini le azioni dei molteplici gruppi che, nel territorio italiano, sono impegnati in percorsi nonviolenti.

La creazione di un network per il disarmo è, come appena detto, fra le priorità della Rete Lilliput. L’impegno profuso nella battaglia contro le modifiche alla legge 185/90 e i risultati raggiunti grazie all’interazione di organizzazioni e gruppi diversi, uniti nella costituzione di un fronte comune per la difesa della legge sopra citata, gettano le basi per la creazione di una rete italiana per il disarmo. L’idea di partenza è, infatti, che le risorse utilizzate nella battaglia per la 185/90 debbano essere reinvestite nella creazione di un organismo stabile che coordini le campagne lanciate da realtà diverse per la realizzazione di un unico obiettivo: il disarmo. L’organismo di cui si parla nasce ufficialmente nel marzo del 2004 e prende il nome di “ControllArmi: la Rete Italiana per il Disarmo”. Lilliput è fra gli organismi promotori di “ControllArmi” che, da subito, si pone come obiettivo “il disarmo generale, non solo a livello nazionale ma anche europeo e globale” [Veltri 2005, p. 76]. Tenendo conto di quanto detto nelle pagine precedenti, notiamo che, in effetti, l’iter seguito per la costituzione di “ControllArmi” è simile a quello che, fra il 2002 e il 2003, porta alla nascita di “Tradewatch”. Anche in quel caso l’impegno assunto dalle diverse realtà che lanciano la campagna “Questo mondo non è in vendita” si cristallizza in un organismo che si occupa in maniera permanente di proseguire il lavoro per il quale la campagna è nata.

A questo punto, è forse necessaria una riflessione. Sembra, infatti, che rispetto alle esperienze di reti già esistenti (si pensi ad esempio al più volte citato Tavolo Intercampagne) questi nuovi network di movimento ne rappresentano un superamento ed una evoluzione. Non è più l’evento specifico che dà vita alla campagna intorno alla quale si coagulano le diverse organizzazioni che, in un secondo momento, creano la “rete” che si impegna nella realizzazione del progetto; sia nel caso di “Tradewatch” sia in quello di “ControllArmi”, infatti, la “rete” esiste già, e prepara innanzitutto a livello di contenuti le campagne ed i percorsi sui quali lavorare, ricorrendo alle competenze e alle risorse di cui essa dispone.

Uno schema può, forse, aiutarci a capire meglio. Prendiamo in considerazione la battaglia condotta contro le modifiche alla legge 185/90 di cui abbiamo più volte parlato:

EVENTO

In seguito all’“evento” appena citato, una serie di realtà [nell’esempio, le organizzazioni “A” e “B”] si uniscono per organizzare la battaglia contro le modifiche alla legge 185/90. Intorno alla

Modifiche alla

legge 185/90 Organizzazione “A”

Organizza zione

“B”

Lancio della campagna contro le modifiche alla legge

185/90 Organiz zazione “C” Organiz zazione “D”

campagna coagulano, poi, altri soggetti, [organizzazioni “C” e “D”] dando vita ad una vera e propria “rete” che si impegna nel raggiungimento degli obiettivi per i quali la campagna prende vita.

Nel caso di “ControllArmi” (o di “Tradewatch”) invece, la “rete” precede il lancio delle campagne o dei progetti sui quali si intende lavorare:

“ControllArmi”

Campagna Campagna Campagna

“Controlarms” “Banche armate” “X”…….

Concludiamo questa parte del lavoro con un’analisi relativa a due importanti incontri della Rete Lilliput: il seminario politico e quello intertematico che si tengono rispettivamente nel 2004 e nel 2005.

Il seminario politico della Rete Lilliput è un incontro pensato per approfondire il senso di un’esperienza che, come avremo modo di vedere, agli occhi degli attivisti della Rete ha un significato squisitamente politico. L’incontro si tiene a Marina di Massa nel giugno del 2004 e reca già nella denominazione le questioni essenziali sulle quali si intende dibattere: “Strategia lillipuziana, ruolo di movimento, rapporti con la politica”.

Bisogna, tuttavia, sottolineare che la questione del “ruolo politico” della Rete è oggetto di riflessioni interne fin dalla seconda assemblea nazionale, tanto da essere ripresa in un documento proposto dal Subnodo nel settembre del 2002 ed approfondita, poi, all’interno di “Agorà”, la lista di discussione creata in vista del terzo incontro nazionale di Marina di Massa.

Nel documento citato, il Subnodo propone una distinzione fra “protagonista” e “soggetto” politico ed afferma che: “quando si parla di soggetto politico si fa riferimento a organismi tradizionali della scena politica, vale a dire partiti, sindacati, associazioni di industriali ecc. ma anche organismi

Campagna contro le modifiche alla 185/90 “B” “C” “A” “D” “A” “B” “C” “D”

che in quanto rappresentano degli interessi comuni a collettività di persone (…) cercano di agire sulla scena esercitando pressioni, e cercando di essere rappresentati nelle sedi istituzionali (…). I soggetti politici più importanti sono quelli che hanno elaborato una ideologia che spesso diffondono o cercano di fare acquisire da altri (…). Questa impostazione va discussa e precisata e deve anche essere dibattuta l’ipotesi di considerare la Rete, invece, come un protagonista politico che cerca di avere uno spazio sulla scena (…) ma che non entra in concorrenza con i soggetti politici tradizionali o nuovi”102.

La contrapposizione fra la realtà della quale si è parte (la Rete Lilliput) ed i soggetti politici tradizionali (i partiti politici in primo luogo) è una delle linee guida che fanno da sfondo all’impostazione teorica dalla quale la Rete trae origine.

I processi della globalizzazione neoliberista, secondo quanto riportato nel documento che dà avvio alla Rete di Lilliput, generano una “metamorfosi dei poteri” di fronte alla quale le forme della politica tradizionale risultano essere inadeguate. In particolare, i partiti politici appaiono autoreferenziali ed incapaci di alimentare la partecipazione dei cittadini. Come si legge nel “Manifesto” della Rete: “[Lilliput] sostiene prioritariamente la partecipazione diretta degli aderenti limitando formule di delega e di rappresentanza. In questa chiave può essere letto anche l’adesione di partiti e di sindacati in quanto tali”103. La presa di distanza dai soggetti politici tradizionali non allontana Lilliput dalla politica tout court; al contrario alimenta una concezione diversa del “fare politica”, basata sulla partecipazione diretta e sul decentramento del livello decisionale.

Quanto appena detto richiama alla mente un recente studio, coordinato dal prof. Cesareo104, sui protagonisti della società civile. L’indagine rileva, infatti, che la disaffezione e il distacco dalla politica istituzionale sono elementi comuni ai diversi gruppi analizzati nella ricerca nazionale. Lo studio di cui si parla sottolinea, inoltre, che le realtà che affermano di avere un interesse per la politica dichiarano di perseguire tale obiettivo in maniera diretta, esse, cioè, intendono il proprio gruppo come soggetto che concorre alla costruzione del “bene comune”. In tale ottica, quindi, il gruppo di riferimento diviene “soggetto di azione politica” [Bova 2003a, 209] proprio perché si impegna nel raggiungimento di obiettivi che portano vantaggi alla società in generale.

Il seminario politico della Rete Lilliput prende il via con la presentazione di esperienze concrete a partire dalle quali i differenti luoghi della Rete analizzano le modalità d’azione di Lilliput, cercando di individuarne il “senso politico”. Innanzitutto, vengono sottolineati gli elementi che in più occasioni hanno fatto sì che l’essere “rete” costituisse uno strumento di forza, come ad esempio durante il Forum Sociale Europeo, o nella promozione della campagna “Questo mondo non è in vendita” o, ancora, nella diffusione delle Reti di Economia Solidale di cui parleremo in seguito.

La “strategia lillipuziana”, orientata ad un cambiamento sociale che passa prima di tutto attraverso il “protagonismo delle persone”, ha alla base una particolare concezione del potere. Chiarito il fatto che l’obiettivo non è quello di mobilitarsi per “prendere il potere”, cioè di concorrere alla gestione del potere politico affiancandosi ai soggetti politici tradizionali, la Rete sottolinea l’importanza di intendere il potere come la “possibilità della società civile di influire”. Tale capacità di influenzare i processi che, sia a livello locale sia a livello globale, decidono le sorti di migliaia di individui è basata su uno specifico “metodo di lavoro”. Quest’ultimo, secondo quanto detto nel corso del seminario, ha una propria valenza politica poiché è costruito intorno a degli elementi essenziali:

• la capacità di fare informazione;

• la capacità di esercitare pressione su determinati soggetti istituzionali; • la capacità di connettere più livelli: individuale, locale, globale; (pratica del consumo critico come possibilità di azione nel presente)

• la capacità di fare da ponte fra soggetti diversi.

102 Documento Il percorso dei nodi verso la terza assemblea. Il contributo del Subnodo, in Castagnola (2004), p. 130. 103 Dal “Manifesto” della Rete di Lilliput.

Quanto appena detto fa sì che la Rete Lilliput venga intesa dai suoi attivisti di per sé già