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Il dettaglio: il contesto di policy della ricerca agricola

l a ricerca agricola in italia :

Il 21 dicembre 2000 viene approvato dal CIPE il primo Programma Nazionale della Ricerca che è stato preceduto da un’analisi del sistema ricerca italiano e da una verifica

2.2.3 Il dettaglio: il contesto di policy della ricerca agricola

La tappa fondamentale che sancisce la riorganizzazione del settore della ricerca in agricoltura, a norma dell’art. 11 della citata Legge Bassanini, è il D.Lgs n. 454/1999, re- cante il titolo “Riorganizzazione del settore della ricerca in agricoltura”, poi integrato con le disposizioni recate dalla Legge n. 137 del 6 luglio 2002 con titolo “Delega per la 16 Il PNR sottolinea la necessità di un intervento sulle strutture pubbliche nazionali in termini di governance e di politiche di incentivazione al fine di affrontare le criticità evidentemente ancora in atto per l’Italia relativamente ai fattori che determinano la capacità di produrre e diffondere conoscenze nonché di creare valore da esse (Materia, 2010). 1997 2012 Legge Bassanini: riorganizzazione sistema pubblico ricerca L.59/ 19 97 DL .v o 204 /1 99 8 Cervello del sistema ricerca: valutazione e collegamento con indirizzi politici di sviluppo - Comitato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca (CIVR) -  Primo Programma Nazionale Ricerca (PNR) 19 98 DL .v o 297 /1 99 9 Riordino disciplina e snellimento procedure per sostegno ricerca scientifica e tecnologica, diffusione tecnologie, mobilità ricercatori

Riforma del Titolo V della Costituzione e ridefinizione del ruolo delle Regioni in tema di ricerca Primo PNR: politica di sistema per la ricerca (2001-2003) L. Cos t. 3 /2 00 1

Linee guida per la politica scientifica e tecnologica del Governo Giugno 2 00 2 Primo Programma Operativo Nazionale (PON Ricerca) 20 00 -2 00 6 20 04 Lancio primo esercizio VTR (su 2001-2003) 20 05 -2 00 7 Secondo PNR: rafforzamento base scientifica; potenziamento tecnologico; partecipazione nei programmi europei 20 07 -2 01 3 Secondo Programma Operativo Nazionale (PON Ricerca e Competitività) Terzo PNR: ricerca senza soluzione di continuità tra pubblico e privato; coordinamento ricerca knowledge driven e ricerca applicata 20 11 -2 01 3 Soppressione CIVR, piena operatività ANVUR, seconda VQR (su 2004-2010) 20 11

riforma dell’organizzazione del Governo e della Presidenza del Consiglio dei ministri, nonché di enti pubblici” (figura 2.2). All’art. 1 si sancisce l’istituzione del Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura (CRA), l’ente nazionale di ricerca e sperimen- tazione con competenza scientifica generale nel settore agricolo, agro-industriale, ittico e forestale e con istituti distribuiti sul territorio. Il medesimo decreto, inoltre, prevede il

riordino dell’Istituto Nazionale di Economia Agraria (INEA)17, dell’Istituto Nazionale della

nutrizione (INRAN)18, dell’Ente Nazionale delle sementi elette (ENSE)19, nonché del Centro

di specializzazione e ricerche economiche-agrarie per il Mezzogiorno20.

È tuttavia con la citata Legge Costituzionale n. 3 del 18 ottobre 2001 che si realizza una significativa ridefinizione del “sistema di ricerca agricolo” italiano, con l’attribuzione alle Regioni di un ruolo attivo in tema di ricerca agricola. In questa fase, il peso ed il ruolo del governo centrale nell’approvvigionamento delle risorse per l’espletamento delle funzio- ni trasferite alle Regioni è ancora preponderante, tuttavia comincia a delinearsi un proces- so in cui le autonomie locali acquisiscono una sempre maggiore importanza: si gettano le basi normative per la definizione dei meccanismi e dei flussi del nuovo sistema regionale di finanziamento alla ricerca in agricoltura, nonché si delineano i primi strumenti program- matori con i quali le Regioni individuano contenuti e approcci della ricerca da loro pro- mossa. Sebbene, difatti, per il settore agricolo esistesse una pregressa attività regionale in materia di ricerca e sviluppo, all’indomani della modifica del testo costituzionale le Regioni hanno provveduto ad avviare una importante modifica del quadro di gestione della ricerca di loro pertinenza partecipando alle decisioni in materia di ricerca agricola nazionale per il tramite della Conferenza Stato-Regioni e mediante i loro rappresentanti negli organi di gestione degli istituti di ricerca vigilati dal MIPAAF.

Il rapporto Stato-Regioni è stato ad ogni modo oggetto di attenzione anche successi- vamente a questo specifico intervento: la ricerca di un coordinamento istituzionale si ma- nifesta nella necessità e opportunità legata ad approccio più di sistema; i rappresentanti istituzionali cominciano ad interrogarsi su come rendere più efficace ed efficiente il finan- ziamento alla ricerca in agricoltura, considerato che buona parte dei problemi risiedono nella rigidità e incomunicabilità di strutture e programmi.

Anche l’allora Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (MiPAF)21 partecipa

all’attività istituzionale di programmazione della ricerca agricola con la messa a punto 17 Istituito, con personalità giuridica e gestione autonoma, dal Regio Decreto n. 1418 del 10 maggio 1928, è stato ri-

compreso tra gli enti del comparto ricerca dalla Legge n.70/75 ed indicato tra quelli di notevole rilievo (www.inea. it).

18 Fondato nel 1936 come Istituto Nazionale di Biologia, nel quadro degli istituti scientifici del Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Istituto diviene nel 1958 Ente di diritto pubblico sotto la vigilanza del Ministero dell’Agricoltura e Foreste e cambia la sua denominazione in Istituto Nazionale della Nutrizione (INN). Nel 1975, l’Istituto è stato classificato, fra gli Enti scientifici nazionali di ricerca e sperimentazione. Nel 1999, infine, l’Ente si trasforma nell’attuale INRAN (http://www.inran.it/).

19 Istituito nel 1954 è confluito nell’INRAN nel 2010 (http://www.ense.it/default.html).

20 Fondato nel 1959, divenne una diretta emanazione dell’Università di Napoli finché, nel 1984, ottenne la perso- nalità giuridica autonoma di diritto pubblico. A seguito del D.Lgs n.454/1999, che ne ha confermata l’autonomia giuridica, ha assunto la nuova denominazione di “Centro per la Formazione in Economia e Politica dello Sviluppo Rurale” (http://www.centroportici.unina.it/centro/dipartimento.htm). È stato soppresso nel 2010.

21 Il Ministero adibito all’agricoltura ha subito fin dalla istituzione (1861) numerose modifiche, ma risale agli anni Novanta la riforma più significativa. In seguito al referendum abrogativo del 1993, l’allora Ministero dell’Agricol- tura e delle Foreste (risalente al 1929) fu svuotato delle sue competenze più importanti per diventare Ministero per il Coordinamento delle Politiche Agricole. Nello stesso anno però, con legge n. 491, che prevedeva il riordinamento delle competenze regionali e statali in materia agricola e forestale, venne istituito il Ministero delle Risorse Agri- cole Alimentari e Forestali. Nel 1999, con il Governo D’Alema, prese la denominazione di Ministero per le Politiche Agricole, per poi assumere con la riforma Bassanini la definizione di Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (MiPAF). È infine con il Governo Prodi del 2006 che assunse l’attuale denominazione di Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MiPAAF).

del “Programma nazionale per la ricerca nel sistema agricolo, lo sviluppo sostenibile e

l’occupazione (2001-2003)”22 e delle “Linee guida per la ricerca in agricoltura” del 6 set-

tembre 2002, sulla base delle quali sono disposti i finanziamenti per la ricerca nel biennio 2002/2003. Entrambi i documenti indicano quale priorità di ricerca la qualità e compe- titività dei sistemi agro-alimentari nonché la salvaguardia dell’eco-sistema agro-forestale, tuttavia il primo pone l’enfasi sulla necessità dello sviluppo delle biotecnologie sostenibili, il secondo sulla sicurezza alimentare e la valorizzazione dei sistemi locali.

Risale al 2001, poi, il “Programma nazionale di ricerca sull’agricoltura biologica”, pubblicato dal MiPAF con annesso il bando per l’assegnazione dei fondi, i cui obiettivi sono: riduzione dell’impiego delle energie fossili nelle diverse fasi del ciclo produttivo e ottimizzazione dello sfruttamento di quelle rinnovabili; conservazione e valorizzazione de- gli agro-ecosistemi e biodiversità; miglioramento dell’affidabilità dell’agricoltura biologica quale strumento di competitività; miglioramento della qualità dei prodotti e sicurezza alimentare; infine, potenziamento dei sistemi di controllo.

Nell’anno 2003 il MiPAF rivede il Decreto Ministeriale (DM) n. 43701/2000 che definisce i “Criteri e le procedure per la gestione della ricerca avanzata per il sistema agricolo”, individuando le finalità di ricerca nonché le modalità procedurali per il finan- ziamento, la progettazione e la valutazione dei progetti presentati; in particolare, istituisce l’albo degli esperti in materia di ricerca sul sistema agricolo, al fine di disporre di specifi- che professionalità per la valutazione ex ante, in itinere ed ex post dei progetti di ricerca e innovazione.

Tra il 2001 ed il 2004 è molto fervida l’attività del MIUR e del MiPAF di promozione di numerose iniziative di finanziamento per la ricerca nel settore agricolo. Più in generale, la ricerca agricola realizzata da soggetti pubblici (università, istituti del CNR, istituti del MiPAF) dispone nel periodo di un buon numero di fonti di finanziamento promosse dai diversi soggetti istituzionali: i Programmi Quadro (PQ) della Commissione Europea; i Pro- getti di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) finanziati dal MIUR per le università; il Fondo per gli Investimenti della Ricerca di Base (FIRB) ed il Fondo Integrativo Speciale Ricerca (FISR) del MIUR; i finanziamenti che il MiPAF promuove mediante gli strumenti dei piani finalizzati, dell’avviso pubblico, dello sportello; infine, le attività di ricerca finanziate dalle Regioni. Le stesse Regioni maturano al contempo un sempre maggior coinvolgimento nel finanziamento della ricerca agricola formulando leggi specifiche, specializzando le proce- dure di selezione ed incrementando i finanziamenti. Ne risulta un quadro complessivo del- la ricerca agro-alimentare certo dinamico e in parte ravvivato negli ultimi anni, ma anche con forti rischi di frammentazione.

Il 2004-2005 è anche l’anno in cui il MiPAF trasmette indicazioni circa i temi priori- tari di ricerca agricola da inserire nel secondo PNR (2005-2007): tra le tematiche trasver- sali emergenti figurano lo sviluppo delle reti per la ricerca e innovazione; i rischi potenziali derivanti dall’uso di OGM, le tecnologie di produzione, le strategie per il rafforzamento del sistema produttivo, infine le nuove tecnologie per la comunicazione, formazione e divulga- zione delle conoscenze scientifiche.

22 Si tratta di un programma di interventi articolati e strategici nel settore della ricerca agricola e forestale, definito con la partecipazione delle Regioni attraverso gruppi di lavoro appositamente costituiti e in cui fossero rappresen- tati il Ministero, le Regioni e il mondo della Ricerca. Cuore del programma è lo sviluppo sostenibile che si ritiene possa essere realizzato unicamente attraverso il continuo adeguamento del sistema agricolo reso possibile dall’ap- plicazione delle tecnologie innovative messe a disposizione dalla ricerca scientifica.

Dal secondo PNR fino al 2009 circa si rileva anche per il settore agricolo una sorta di “stasi” normativa; peraltro la crisi economico-finanziaria di dimensione e portata globale ha l’effetto di ridimensionare il volume di risorse rese disponibili nonostante si staglino con chiarezza all’orizzonte le sfide che il settore (e il Paese) è tutt’ora chiamato ad affrontare in termini di ricerca e innovazione a supporto della sicurezza alimentare, dei cambiamenti climatici e della sostenibilità.

È tuttavia soprattutto il terzo PNR (2011-2013) che, nel confermare tra le priorità di ricerca quella dell’agroalimentare nazionale, individua nello sviluppo delle conoscenze finalizzate all’innovazione di un sistema agroindustriale sempre più sostenibile (ma com- petitivo) e nella risposta, in conoscenza e innovazione, alle esigenze dei cittadini di inte- razione tra alimenti e salute i due pilastri portanti dell’attività di ricerca in agricoltura per il prossimo quinquennio.

Figura 2.2 - linea del tempo: evoluzione della politica di ricerca agricola in Italia