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i centri di ricerca del m iniStero delle P olitiche

3.5 la ricerca promossa e realizzata

Gli indirizzi di ricerca individuati dal CRA nel Piano triennale della ricerca 2008- 2010 sono tre: (a) la competitività delle imprese attraverso l’innovazione sia di prodotto sia di processo; (b) la risposta ai nuovi bisogni della società (tutela delle risorse ambientali e della salute, produzione di risorse energetiche rinnovabili, risparmio delle risorse idriche); (c) il rafforzamento delle competenze scientifiche interne all’Ente stesso. Ognuna di queste “linee strategiche” è poi declinata in obiettivi e tematiche di ricerca. Oltre alla ricerca in senso stretto, condotta in forte legame con il territorio, il CRA svolge attività collaterali, tra le quali rientrano il mantenimento delle collezioni di germoplasma vegetale e animale, la tenuta di albi, registri ufficiali e banche dati, nonché la salvaguardia delle razze e così via. In quanto coinvolti nella produzione di conoscenze e innovazioni da trasferire alle imprese per mantenere alta la loro competitività e perché puntino così anche sui segmenti più competitivi del mercato internazionale, l’attività dei Centri e Unità di ricerca afferenti al CRA si sviluppa attraverso le seguenti tematiche specifiche: il miglioramento genetico per le principali specie vegetali e animali; la bioecologia, la biodiversità, la difesa fitosani- taria delle colture agrarie, dei prodotti agricoli e degli ecosistemi forestali; le tecnologie in- novative e innovazioni di prodotto; la qualità e sicurezza degli alimenti, del suolo e dell’am- biente; la valorizzazione dei prodotti alimentari; la valorizzazione delle filiere non-food; i sistemi produttivi e post raccolta; l’ambiente; le produzioni animali; la gestione sostenibile delle risorse forestali.

Al fine di mettere in pratica le attività di ricerca programmate, il CRA ricorre soprat- tutto a strumenti operativi quali: accordi e convenzioni; partecipazione a e costituzione di consorzi, fondazioni o società con soggetti pubblici e privati, italiani e stranieri; collabora- zioni con centri di ricerca internazionali e analoghe istituzioni scientifiche di altri Paesi.

Con riferimento alla ricerca finanziata attraverso risorse specificamente dedicate a progetti, la partecipazione nel biennio 2009-2010 a bandi nazionali ed europei ha consen- tito al CRA di accrescere e differenziare le proprie fonti di finanziamento (Corte dei Conti, 2012). In tale biennio, l’Ente ha infatti sviluppato numerose iniziative tese ad ampliare il portafoglio di progetti di ricerca, nonché a favorire la definizione di progetti congiunti con altre istituzioni di ricerca e con partners pubblici e privati.

In particolare, nel 2009, le strutture di ricerca hanno presentato 191 progetti di ri- cerca (di cui circa il 50% finanziati dal MiPAAF) per un importo complessivo di oltre 100

Meuro, dei quali circa la metà (53,6 Meuro) previsti per le strutture del CRA e la quota rimanente per partner esterni da queste coordinati. Nel 2010, è diminuito il numero di progetti ma è aumentata la richiesta di finanziamento complessiva forse a motivo di una maggiore ambizione dei progetti stessi (oltre 112 Meuro, dei quali oltre 73 previsti per le strutture del CRA). In controtendenza rispetto all’anno precedente sono aumentati i pro- getti finanziati da Regioni, Enti locali, Università e Fondazioni (39 contro i 18 dell’anno precedente) e sono diminuiti quelli finanziati dal MiPAAF.

tabella 3.4 - Progetti presentati nel 2009-2010 con la partecipazione di strutture del CrA (milioni di euro)

ente finanziatore

numero progetti

Finanziamento complessivo richiesto per i progetti

Importo destinato alle strutture del CrA

2009 2010 2009 2010 2009 2010 MipaaF 95 64 32,7 37,31 27 27,22 Ue 40 7 14,9 1,34 12,3 0,97 MiUr* 8 35 1,8 38,3 0,5 33,2 MiSe - 3 - 4,41 - 0,75 altro** 48 62 62,5 30,98 13,8 11 totale 191 171 111,9 112,34 53,6 73,14

* Bando PON “Ricerca e competitività”.

** Comprende Regioni, Enti locali, Università, Fondazioni, diversi Bandi (Life +, Ager, Made in Italy del Ministero dell’Am- biente).

Fonte: nostra rielaborazione su Corte dei Conti (2012).

Nonostante si sia verificata una flessione nel 2010 rispetto al 2009 (tabella 3.5), le entrate complessive per progetti iscritti in bilancio nell’ultimo triennio mostrano come l’Ente sia riuscito a mantenere un adeguato livello di entrate totali da progetti e/o da con- venzioni per attività di ricerca e sperimentazione aumentando le fonti di finanziamento diverse da quelle MIPAAF (nel 2010 oltre il 40% dei contributi finanziari ricevuti proviene da altri enti):

tabella 3.5 - entrate CrA per progetti di ricerca

Anno entrate totali entrate da progetti mIPAAF % mIPAAF su totale

(milioni di euro) (milioni di euro)

2008 32,5 22,2 68

2009 52,9 40,8 77

2010 42,8 24,3 57

Fonte: Corte dei Conti (2012).

Nel gennaio 2009, inoltre, il CRA ha stipulato nell’ambito del PON “Ricerca e compe- titività” l’“Accordo PON 2010-2013” con gli Assessori all’agricoltura delle Regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, a seguito del quale l’Ente ha avviato rapporti di partenariato con Università ed Enti di ricerca. L’attività di realizzazione di progetti congiunti in rispo- sta al bando PON è proseguita anche nel 2010, con l’organizzazione e la partecipazione a incontri con soggetti di ricerca pubblici e privati che hanno portato alla realizzazione e presentazione al MIUR di 35 progetti per un contributo totale richiesto dalle strutture CRA pari a circa 33 Meuro (tabella 3.4).

Numerosi i brevetti conseguiti dal CRA a seguito delle attività di ricerca: si contano ben 26 innovazioni industriali brevettate, ottenute nei seguenti ambiti: agrotecnica; tec- nica di allevamento; trasformazione e lavorazione di prodotti agricoli; genetica classica e miglioramento genetico; difesa; raccolta/stoccaggio/conservazione di prodotti agricoli; sicurezza alimentare; strutture, impianti e attrezzature. A questi si aggiungono ben 175 privative per nuove varietà vegetali ottenute nei comparti produttivi frutticolo (59%), ce- realicolo (21%), colture industriali (10%), essenze legnose (9%), infine foraggere e orticole (1%), e oltre 519 varietà/cloni iscritte ai relativi registri vegetali nazionali, relativamente ai comparti vitivinicolo (46%), cerealicolo (12%), maidicolo, colture industriali, produzioni foraggere, essenze legnose e orticolo (ognuna con un valore pari all’8%), infine risicolo (2%).

riFeriMenti BiBlioGraFiCi

Corte dei Conti, Determinazione e relazione della Sezione del controllo sugli enti sul risul- tato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA) per gli esercizi 2009 e 2010, 2012.

CRA, Piano triennale della ricerca 2008-2010 (ai sensi dell’articolo 2 del Decreto legisla- tivo 29 ottobre 1999, n. 454), 2007.

CRA, Statuto del Consiglio per la ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura, 2004. CRA, Piano della Performance 2011-2013, 2010.

CRA, Programma triennale per la trasparenza e l’integrità 2011-2013, 2011.

Decreto Legislativo 29 ottobre 1999, n. 454, Riorganizzazione del settore della ricerca in agricoltura, a norma dell’articolo 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 284 del 3 dicembre 1999.

Decreto Legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, Attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 31 ottobre 2009, n. 254 - Supplemento Ordinario n. 197, 2009.

Legge 6 luglio 2002, n. 137, Delega per la riforma dell’organizzazione del Governo e del- la Presidenza del Consiglio dei ministri, nonché di enti pubblici, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 158 dell’08/07/02, 2002.

Legge 6 agosto 2008, n. 133, Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 195 del 21 agosto 2008 - Supplemento Ordinario n. 196, 2008.

i centri

di

ricerca

del miniStero

delle Politiche

agricole, alimentari

e foreStali:

l’inrAn (crA) e

l’ineA

(di Valentina Cristiana Materia)

4.1 ruolo ed evoluzione

L’Istituto Nazionale di Economia Agraria (INEA) e l’Istituto Nazionale di Ricerca per

gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN)1 sono enti pubblici nazionali di ricerca posti sot-

to la vigilanza del Ministero agricolo secondo quanto disposto dal Decreto legislativo n. 454/1999 che ne ha disposto il riordino nel quadro generale di riorganizzazione del com- parto di ricerca pubblico nazionale, perseguita nell’ottica di provvedere ad una nuova go- vernance di sistema i cui cardini fossero la pianificazione, il coordinamento e la valutazio- ne dei programmi e delle attività di ricerca. Questi istituti hanno una storia che parte dagli inizi del 1900. Entrambi con sede in Roma, sono dotati di autonomia scientifica, statutaria, organizzativa, amministrativa, finanziaria.

L’INEA è stato istituito con Regio Decreto n. 1418 del 10 maggio 1928 allo scopo di eseguire indagini e studi di economia agraria e forestale con particolare riguardo alle ne- cessità della legislazione agraria, dell’amministrazione rurale e delle classi agricole (www. inea.it). L’Istituto ha nel tempo adeguato la sua attività alle esigenze del sistema agroindu- striale italiano (INEA, 2012). Con Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) n. 1708 del 1965 è stato designato quale organo di collegamento tra lo Stato Italiano e l’Unione Eu- ropea per la creazione e la gestione della Rete di Informazione Contabile Agricola (RICA). È stato poi ricompreso tra gli enti del comparto ricerca dalla Legge (L.) n.70 del 1975 ed indicato tra quelli di notevole rilievo. Con Decreto Ministeriale (DM) del 31 marzo 1990 è stato inserito tra gli enti che fanno parte del Sistema Statistico Nazionale (SISTAN). L’Ente è stato riordinato dal decreto legislativo (D.Lgs) n. 454/1999, sopracitato, a norma della L. 15 marzo 1997, n. 59.

La mission dell’INEA è svolgere attività di ricerca, rilevazione, monitoraggio, analisi, previsione e diffusione nel campo strutturale e socio-economico del settore agro-industria- le, forestale e della pesca. Secondo quanto disposto nello Statuto, inoltre, promuove anche in collaborazione con università, centri di ricerca, organismi scientifici ed altri soggetti pubblici e privati, la formazione post-laurea (INEA, 2005a). Negli ultimi anni la sua attività 1 Nell’ambito del Decreto legge n. 95 del 6 luglio 2012 sulla “Spending review” convertito in Legge n.135/2012, l’INRAN è stato soppresso e le sue competenze, strutture e risorse umane sono state assegnate in parte al CRA, descritto al capitolo 3 della IIParte del presente volume, e in parte all’Ente Risi. Tale disposto è stato modificato successivamen- te nell’ambito della legge 228 del 24/12/2012 (legge di stabilità 2013) prevedendo il totale accorpamento dell’INRAN nel CRA. Si è tuttavia ritenuto di mantenere intatta in questo volume la descrizione dell’INRAN sia perché gli anni di cui si riportano le informazioni sono precedenti all’accorpamento sia perché la riorganizzazione formale delle strutture dell’INRAN all’interno del CRA non è stata completata.

si è ampliata in direzione del supporto e dell’assistenza tecnico-scientifica alla Pubblica Amministrazione (Parlamento, Governo, MIPAAF, Regioni, UE) soprattutto per l’attua- zione delle politiche agricole, in primo luogo quelle che discendono dall’Unione Europea (INEA, 2005b; 2005c).

La domanda sempre più forte e diversificata di supporto tecnico e metodologico è iniziata a partire dalla fine degli anni ’80 e ha indotto l’Istituto a farvi fronte potenziando la propria struttura interna ed i collegamenti con il mondo della ricerca e degli operatori (www.inea.it).

L’INRAN rappresenta invece l’unico ente italiano le cui attività di ricerca, formazio- ne e divulgazione sono rivolte allo studio degli alimenti e del loro ruolo nel mantenimento della salute e nella prevenzione del rischio di malattie correlate all’alimentazione (www. inea.it). L’attività dell’Istituto rappresenta un importante riferimento sia per l’industria agroalimentare nazionale che per la popolazione italiana (INRAN, 2003a). Fondato nel 1936 come Istituto Nazionale di Biologia, nel quadro degli istituti scientifici del Consiglio Nazionale delle Ricerche, aveva l’originale intento di favorire le conoscenze in un ambito, quello della biologia, che si andava delineando nel panorama scientifico internazionale proprio in quel periodo: trattava della scienza dell’alimentazione, studiata in quanto inter- relazione fra l’agricoltura intesa come fonte di risorse alimentari, e il benessere e la salute della popolazione attraverso la nutrizione. Nel 1958 diviene Ente di diritto pubblico sotto la vigilanza dell’allora Ministero dell’Agricoltura e Foreste, cambia la sua denominazione in Istituto Nazionale della Nutrizione (INN) e inizia a compilare (e aggiornare) le “Tabelle di Composizione degli Alimenti”. Nel 1975, viene classificato analogamente ad altri enti di ricerca (es. CNR, ENEA, INFN, ecc.) fra gli Enti scientifici nazionali di ricerca e speri- mentazione. Negli anni ’80 si moltiplicano le campagne informative pianificate e condotte dall’Istituto per diffondere i principi della Dieta Mediterranea, adattandoli alla vita moder- na, e questo massiccio sforzo educativo culmina nel 1986 nel compito di elaborare e diffon- dere per l’Italia le “Linee Guida per una sana alimentazione italiana”, le uniche indicazioni istituzionalmente valide per alimentarsi in maniera equilibrata. Nel 1999, infine, l’INN si trasforma nell’attuale INRAN, Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizio- ne, in cui, alla tradizionale vocazione di ricerca e studio per sostenere il sistema agroali- mentare nazionale, si affianca il compito istituzionale di tutelare, informare ed educare il consumatore (www.inran.it). Importante ricordare che nel 2010 sono confluiti nell’Istituto due enti soppressi, l’ENSE (Ente Nazionale Sementi Elette) e l’INCA (Istituto Nazionale per le Conserve Alimentari).

4.2 Struttura organizzativa e risorse umane

Secondo quanto disposto dal decreto di riordino degli enti analizzati (D.Lgs n. 454/1998) nonché nei rispettivi Statuti, i principali organi istituzionali di INEA e INRAN sono rispettivamente: il Presidente, con rappresentanza legale dell’Istituto e compito di so- vrintendere al funzionamento e vigilare sulla esecuzione delle deliberazioni del Consiglio di amministrazione (CdA); il CdA, con competenza esclusiva in materia amministrativa e

finanziaria2; il Collegio dei Revisori dei conti, con controllo del bilancio e dell’andamento

generale di gestione dell’Istituto. È inoltre presente in entrambi un Consiglio scientifico, 2 Nel caso specifico dell’INRAN è previsto che deliberi i progetti di ricerca da finanziare con fondi dell’Istituto.

con compiti di indirizzo, coordinamento, controllo e coerenza3 dell’attività di ricerca svol-

ta, nonché di verifica dei risultati scientifici e tecnologici conseguiti4.

Per quanto riguarda la Direzione Generale (DG), nello svolgere compiti definiti dal Regolamento di organizzazione e funzionamento, sovrintende alla gestione complessiva degli istituti, perseguendo l’efficacia e l’efficienza, nonché garantendo l’unitarietà e il coor- dinamento dell’azione amministrativa. Spesso, alla DG si affiancano Uffici dirigenziali che ne supportano le attività.

Nel caso dell’INEA, in particolare, la DG si articola attualmente in due Uffici diri- genziali la cui organizzazione è stata sottoposta a revisione nel 2006 in conseguenza della riorganizzazione generale dell’Istituto (INEA, 2012):

- Ufficio dirigenziale amministrativo, con finalità amministrativo-contabili, risulta

composto da 4 Servizi: Provvedimenti ed affari generali (Servizio A); Risorse umane e personale (Servizio B); Contabilità e bilancio (Servizio C); Atti contrattuali (Servi- zio D);

- Ufficio dei Servizi Tecnici e della Ricerca, articolato in 5 Servizi: Rilevazioni conta-

bili e ricerche (analisi) microeconomiche (Servizio 1); Ricerche macroeconomiche e congiunturali (Servizio 2); Ricerche strutturali, territoriali e servizi di sviluppo agri- colo (Servizio 3); Ricerche su ambiente ed uso delle risorse naturali in agricoltura (Servizio 4); Biblioteca, editoria e rete telematica (Servizio 5).

È stato istituito, poi, presso la Direzione Generale l’Ufficio Controllo di Gestione a cui afferisce il Settore Rendicontazione.

Anche la DG dell’INRAN si avvale di due uffici dirigenziali:

- Unità affari generali e amministrativi: la sua direzione si compone a sua volta di due

Uffici. L’Ufficio contratti e affari generali contempla i seguenti settori: servizi tecnici; servizi generali; contratti; consegnatario. L’Ufficio ragioneria, invece, si compone dei settori rendicontazioni; impegno; cassa e fatture; fiscale; bilancio.

- Unità servizio del personale e ordinamento: si compone del servizio Attività di sup-

porto ai fini della gestione delle risorse umane, e della Direzione del servizio del personale ed ordinamento, il cui Ufficio coordinamento del personale si divide negli Uffici missioni e presenze; trattamento economico; infine trattamento giuridico. Ad essi si aggiungono l’Ufficio sicurezza e igiene ambientale e del contenzioso e il servizio Biblioteca e documentazione scientifica. Dalla Direzione Generale discendono an- che le Aree scientifiche e tecnologiche (AST), adibite a specifiche attività di ricerca: l’Area “Scienze degli Alimenti” si occupa dello studio degli alimenti dalla materia prima al pro- dotto al consumo; l’Area “Scienza della Nutrizione” studia la interazioni tra l’organismo e la

dieta; infine, l’Area “Scienza Applicate all’Alimentazione svolge ricerche sulla popolazione5

(www.inran.it). Un Ufficio Segreteria è poi previsto per il supporto alle attività della AST. In entrambi gli Enti, operano inoltre organismi adibiti a funzioni di monitoraggio e valutazione delle attività. In particolare, è presente un Comitato di valutazione delle attivi- tà scientifiche e tecnologiche condotte, con il fine di valutare i risultati di ricerca secondo criteri e modalità stabiliti dall’ANVUR (cfr. capitolo 2, II Parte). Presso gli Istituti opera an- che un Organismo indipendente di valutazione (OIV) che, a norma del D.l.gs. n.150/2009, 3 Con le finalità del Piano triennale di ricerca da esso redatto.

4 Nell’INRAN opera anche un Comitato Scientifico in qualità di organo consultivo: esprime pareri sulle attività di ricerca e controllo a richiesta del Presidente o del CdA (INRAN, 2003b).

monitora il funzionamento complessivo del sistema della valutazione, della trasparenza e integrità dei controlli interni ed elabora una relazione annuale sullo stato dello stesso.

Entrambi gli enti, infine, sono dotati di un Ufficio relazioni con il pubblico6.

Figura 4.1 - macrostruttura dell’InrAn

Fonte: www.inran.it.

6 L’INRAN presenta anche il Forum permanente per la tutela del consumatore con lo scopo di favorire il dialogo tra utenti, associazioni di categoria ed istituzioni pubbliche nelle materie di competenza dell’Ente.

Figura 4.2 - organigramma dell’IneA Consiglio di AmministrAzione

Consiglio sCientifiCo

Collegio dei revisori

orgAnismo indipendente di vAlutAzione segreteriA di direzione uffiCio Controllo di gestione uffiCio AggiornAmento normAtivo servizio A provvedimenti ed AffAri generAli servizio B risorse umAne e personAle servizio d Atti ContrAttuAli servizio C ContABilità e BilAnCio sedi regionAli servizio 5 BiBlioteCA, editoriA e rete telemAtiCA servizio 4 riCerChe su AmBiente ed uso delle risorse nAturAli in AgriColturA servizio 3 riCerChe strutturAli, territoriAli e servizi di sviluppo AgriColo servizio 2 riCerChe mACroeConomiChe e CongiunturAli servizio 1 rilevAzioni ContABili e riCerChe miCroeConomiChe

presidente

direttore generAle uffiCio dirigenziAle

AmministrAtivo uffiCio dirigenziAle dei servizi teCniCi e dellA riCerCA

settore rendiContAzione

progetti

Fonte: www.inea.it.

Per ciò che concerne la distribuzione territoriale delle sedi di ricerca di competenza, l’INEA è presente sul territorio nazionale con 20 sedi regionali che svolgono attività tecni- co-scientifiche quali: consulenza, assistenza tecnica e informazione in favore delle ammi- nistrazioni regionali e locali; gestione e coordinamento, a livello territoriale, dell’attività di rilevazione dell’indagine RICA-REA; attività di ricerca e indagini attraverso l’elaborazione di propri progetti e/o la partecipazione a progetti promossi da altri Enti. Ogni Sede Regio- nale, in attuazione delle linee di indirizzo definite nel piano triennale di ricerca, realizza proprie attività tecniche e scientifiche e partecipa a quelle promosse dalla Sede Centrale. Per ogni sede, un dipendente dell’Istituto è incaricato dal Direttore generale della comples-

siva gestione delle attività di ricerca della sede stessa7, mentre le funzioni amministrativo-

contabili rimangono di competenza degli uffici amministrativi della sede centrale di Roma. Tutte le sedi regionali sono poste in rete tra loro e con la sede centrale, al fine di favorire

7 Dal momento che le attività scientifiche si sviluppano secondo esigenze locali, tenendo conto anche delle indi- cazioni provenienti dalle Regioni, è previsto un “Comitato di coordinamento” che facilita e rende più efficace il coordinamento delle attività delle sedi regionali.

la partecipazione a progetti comuni ed evitare sovrapposizioni e duplicazioni delle attività tecniche e scientifiche (INEA, 2005c).

L’INRAN, invece, conta nel complesso 7 sezioni periferiche ereditate dall’ENSE e dall’INCA (INRAN, 2008). La prima è la “Sezione di armonizzazione delle attività tecniche e di iscrizione al Registro” (delle varietà): si tratta di una struttura di ricerca che sviluppa attività di studio e progettazione, coordinando le prove ai fini dell’iscrizione al registro e armonizzando le attività tecniche condotte dalle altre unità periferiche in specifici settori per i quali sia necessario relazionare agli Organi di vigilanza. Seguono a questa le sezioni territoriali con compito di controllo e certificazione delle sementi (derivanti dalla sop- pressione dell’ENSE), ovvero: la Sezione di Milano, con competenza territoriale in Valle D’Aosta, Piemonte, Lombardia, provincia di Piacenza, Liguria, Sardegna. Ne è a capo il laboratorio di Vercelli. La Sezione di Bologna, con competenze territoriali in Veneto, Tren- tino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna (esclusa la Provincia di Piacenza), Toscana Umbria Marche e Abruzzo; la Sezione di Verona, che realizza in particolare analisi delle sementi in ambito fitopatologico, anche con metodologie di biologia molecolare; la Sezione di Battipaglia, con competenza territoriale su Lazio, Campania, Molise, Puglia Ba- silicata e Calabria; la Sezione di Palermo con competenze per la Sicilia, infine la Sezione di Tavazzano, il laboratorio con funzione di riferimento tecnico per gli altri laboratori legati alla attività sementiera.

Per ciò che concerne una quantificazione aggiornata del personale di ricerca, il per- sonale a tempo indeterminato di cui si avvale l’INEA risulta composto al 1 dicembre 2011 da 116 dipendenti di ruolo, a fronte di una pianta organica che ne prevede 120, ridotta rispetto a quella vigente nel 2004 che presentava una previsione di 126 unità, in applica-

zione del disposto di cui all’art. 1, comma 93, della legge n. 311/20048 (INEA, 2012). Per

far fronte, poi, alle necessità dei progetti di ricerca, ed in particolar modo di quelli che godono di finanziamenti dell’UE, l’Istituto si è avvalso di contratti a termine per un totale di 120 unità, a cui si aggiunge il Direttore Generale. Complessivamente, al dicembre 2011 operano presso l’INEA 237 unità, di cui 131 (56 di ruolo più 75 a tempo determinato) ap- partengono al profilo di ricercatore o di tecnologo (tecnico laureato); 55 (32 di ruolo più 23 a tempo determinato) a quello di collaboratore tecnico (diplomati specializzati); 48 (26 di ruolo più 22 a tempo determinato) ai profili amministrativi e di supporto; 1 unità appartie- ne al profilo di Direttore Generale e 2 unità a quello di Dirigente amministrativo.

La tabella che segue riporta i dati relativi all’andamento della dotazione del personale INEA nel triennio 2008-2010 (esclusi dunque i dati sopra citati relativi al 2011). È eviden- te che nel 2011 la situazione è rimasta nel complesso sostanzialmente invariata rispetto