• Non ci sono risultati.

ricerca promossa e realizzata: focus sui PrIn

l e Strutture di ricerca del m iniStero

1.5 ricerca promossa e realizzata: focus sui PrIn

Tra le entrate finalizzate alle attività di ricerca degli Atenei statali italiani un posto di rilievo spetta ai finanziamenti dei Progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale (PRIN),

sebbene non siano l’unica fonte disponibile di risorse per la ricerca universitaria22. Al fine di

rappresentare l’evoluzione delle caratteristiche di questa fonte di finanziamento e con spe- cifico riferimento all’area delle scienze agrarie e veterinarie si utilizzano i dati rilevati dalla apposita banca dati MIUR-Cineca per gli anni dal 2001 al 2009.

Come si evince dalla tabella 1.9, l’entità del finanziamento concesso dal MIUR per la ricerca realizzata nell’area delle scienze agrarie e veterinarie attraverso i progetti PRIN nel periodo considerato è diminuita nel tempo, passando da circa 6,9 milioni di euro nel 2001 a 4,5 milioni nel 2009, il valore minimo riportato nel tempo. Peraltro, proprio il 2009 ha visto il maggior numero di progetti presentati ai bandi PRIN nell’area analizzata ma, a fronte di questi, il più basso numero di progetti effettivamente finanziati.

tabella 1.9 - Finanziamento mIur, partecipazione e successo ai bandi PrIn Progetti presentati Progetti finanziati Finanziamento mIur docenti di ruolo presenti al 31/12 di cui partecipanti di cui in prog. finanziati 2001 164 51 6.885.794 2.870 1.860 583 2002 211 63 8.185.400 3.003 2.217 688 2003 215 81 9.028.200 2.954 2.226 921 2004 218 77 8.956.900 2.996 2.229 925 2005 274 102 7.776.740 3.134 2.068 863 2006 258 64 5.150.199 3.208 1.798 427 2007 321 69 6.462.425 3.191 2.423 554 2008 318 62 5.682.297 3.185 2.313 488 2009 326 22 4.552.772 3.116 1.974 135 totali 2.305 591 62.680.727 27.657 19.108 5.584

Fonte: elaborazioni su dati MIUR-Cineca.

21 Tuttavia, la quota del FFO che passerà per il tramite dell’efficienza è ancora molto bassa.

22 L’Università gode ad esempio di finanziamenti per ricerca a valere sul FIRB, i cui dati disponibili al momento della presente analisi, coprono solo il periodo 2001-2007 e non rendono possibile un dettaglio che colga l’attività nell’a- rea delle Scienze Agrarie e Veterinarie. Allo stesso modo la ricerca universitaria condotta su tematiche strategiche può ricevere finanziamenti attraverso il FISR, secondo il disposto del PNR, ma mancano attualmente dati utili per l’analisi di settore. Al contempo, la ricerca universitaria riceve supporto anche dal MIPAAF per la specifica area delle scienze agrarie e veterinarie. In questa sede si sofferma l’attenzione solo sui dati PRIN in quanto è possibile

Con riferimento alla numerosità del personale di ricerca, la partecipazione a tali bandi negli anni sembra diminuire: sebbene il numero di docenti sia aumentato in valore assoluto nel tempo (cresce fino al 2006 poi si mantiene pressoché costante al di sopra delle 3.100 unità fino al 2009), nel 2001 partecipa il 65% dei docenti, nel 2009 circa il 63%, men- tre proprio in rapporto al numero di docenti di ruolo complessivamente presenti il picco di partecipazione risale al 2007 (76% dei docenti). Stante la diminuzione dei finanziamenti ministeriali per la ricerca, diminuisce nel tempo anche il numero di soggetti finanziati: se nel 2001 ottengono il cofinanziamento 583 soggetti (pari al 31% dei partecipanti ai bandi), ben 925 nel 2004 (il 41% dei partecipanti), nel 2009 su quasi 2.000 partecipanti ottengono finanziamenti solo 135 soggetti, il 7% (tabella 1.10).

tabella 1.10 - tassi di partecipazione e di successo ai bandi PrIn (università statali) % partecipanti su docenti presenti % finanziati sui partecipanti Finanz. mIur per finanziato 2001 65 31 11.811 2002 74 31 11.897 2003 75 41 9.803 2004 74 41 9.683 2005 66 42 9.011 2006 56 24 12.061 2007 76 23 11.665 2008 73 21 11.644 2009 63 7 33.724

Fonte: elaborazioni su dati MIUR-Cineca.

Per ciò che attiene il volume di risorse mobilitate per la ricerca universitaria quindi, la tabella 1.11 mostra come nel complesso tra 2001 e 2009 siano stati finanziati progetti PRIN alle università per un totale di quasi 93 milioni di euro, di cui il 68% circa conferito dal ministero. In media, per gli anni 2001-2009, la percentuale di cofinanziamento da par- te degli atenei complessivo rispetto al volume di risorse richieste è del 29%.

tabella 1.11 - Cofinanziamento richiesto e concesso dal mIur e dagli Atenei (milioni di euro) Cofinanziamento totale richiesto (a) Finanziamento mIur (b) Finanziamento Atenei (c) Cofinanziamento totale concesso (b+c) % Cofinanziamento tot. concesso su quanto richiesto ((b+c)/a) 2001 7.460.098 6.885.794 3.265.382 10.151.176 136 2002 28.928.400 8.185.400 3.867.200 12.052.600 42 2003 29.032.900 9.028.200 4.301.400 13.329.600 46 2004 32.093.600 8.956.900 4.290.300 13.247.200 41 2005 36.119.500 7.776.740 3.810.646 11.587.386 32 2006 32.758.900 5.150.199 2.421.515 7.571.714 23 2007 45.568.300 6.462.425 2.905.460 9.367.885 21 2008 45.224.500 5.682.297 2.981.138 8.663.435 19 2009 64.924.240 4.552.772 1.951.188 6.503.960 10 totale 322.110.438 62.680.727 29.794.229 92.474.956 29

Come si nota, la richiesta dei fondi è sempre crescente, con un picco tra 2001 e 2002, anni in cui l’andamento del cofinanziamento ottenuto complessivamente (da fonte ministeriale e di ateneo) mostra un trend crescente e in cui il cofinanziamento complessi- vo concesso supera di gran lunga quanto richiesto. Un calo nella richiesta di fondi e nella concessione degli stessi è riscontrabile invece nell’anno 2006, ma continua a crescere fino al 2009.

Nel complesso, i fondi concessi si sono sempre attestati con l’esclusione del 2001 al di sotto del 50% delle richieste, registrando un valore massimo del 46% nel 2003, ed un valore minimo pari al 10% nel 2009.

riFeriMenti BiBlioGraFiCi

CNVSU, Proposte per la costruzione di un nuovo modello per la ripartizione “teorica” del FFO alle università statali, 2004.

CNVSU, Undicesimo rapporto sullo stato del sistema universitario, 2011.

CUN, Parere inviato al Ministro sull’esito dell’adunanza del 25.03.10 con oggetto: Valutazio- ne della ricerca, (Prot. n. 612 spedito il 30/3/2010), 2010.

Geuna A., L’economia della conoscenza, Working paper series Dipartimento di Economia “S. Cognetti de Martiis”, Università di Torino, 2010.

Paba S., Il finanziamento dell’università italiana. Un confronto con l’Inghilterra usando i bilanci degli atenei, Working paper, Dipartimento di Economia Politica, Università degli studi di Modena e Reggio-Emilia, 2010.

Rebora G., Turri M., Lo sviluppo dei sistemi di valutazione della ricerca: un’analisi cri- tica dell’esperienza italiana, 2010.

le

Strutture

di

ricerca

del miniStero

dell’iStruzione, dell’univerSità

e

della ricerca:

il cnr

(di Valentina Cristiana Materia)

2.1 ruolo ed evoluzione

Il CNR rappresenta la più grande struttura pubblica con compiti scientifici esistente in Italia. La sua costituzione risale al 1923 quando, sulla scia delle iniziative del primo do- poguerra finalizzate all’aggregazione di tutte le attività di innovazione e ricerca nazionali, si decide di dar vita ad un istituto che organizzi e promuova ricerche a scopo scientifico

e industriale, principalmente per la difesa nazionale1. Nel 1945 viene poi trasformato in

organo dello Stato, e svolge prevalentemente attività di formazione, promozione e coordi- namento della ricerca in tutti i settori scientifici e tecnologici, compreso quello agrario.

Nel 1999 prende avvio un processo di riforma dell’Ente che ne modificherà più vol- te nell’arco di 10 anni l’organizzazione e la governance. A seguito del Decreto legislativo (D.Lgs) n. 19/1999 (recante “Riordino del Consiglio Nazionale delle Ricerche”) il CNR diventa ente nazionale di ricerca con competenza scientifica generale. Il decreto ne con- ferma il ruolo centrale nell’ambito del sistema nazionale di ricerca e ne dettaglia la mis- sione, ovvero svolgere attività di prioritario interesse per l’avanzamento della scienza e per il progresso del paese. La riforma continua nel 2003 con il D.Lgs n. 127 (detto anche “Decreto di riordino”) che rafforza il ruolo strategico dell’Ente e ne conferma la funzione multidisciplinare. Il CNR, difatti: (1) svolge e promuove attività di ricerca in ambito na- zionale e internazionale in collaborazione con la ricerca universitaria e con altri soggetti pubblici e privati; (2) dirige e coordina programmi nazionali e internazionali di ricerca, nonché sostiene la ricerca di rilevante interesse per il sistema nazionale; (3) fornisce, su richiesta di autorità governative, competenze specifiche per la partecipazione nazionale ad organizzazioni o programmi scientifici internazionali a carattere intergovernativo; (4) svolge attività di certificazione, prova e accreditamento per le pubbliche amministrazioni; (5) cura valorizzazione, sviluppo precompetitivo e trasferimento tecnologico dei risultati della ricerca svolta dalla propria rete scientifica e da consorzi, fondazioni, società o centri comunque costituiti o partecipati dall’Ente; (6) svolge, anche attraverso propri programmi di assegnazione di borse di studio e di ricerca, attività di formazione nei corsi universitari

di dottorato di ricerca2, attività di alta formazione postuniversitaria, di formazione perma-

nente, continua e ricorrente; (7) può altresì svolgere attività di formazione superiore non

universitaria3. In attuazione del decreto n. 127/2003 viene dunque deliberato con decreto

del Presidente del CNR del 4 maggio 2005 il Regolamento di organizzazione e funziona- 1 http://www.cnr.it/sitocnr/IlCNR/Chisiamo/Storia/Storia.html (consultato in data 1 giugno 2012).

2 In attuazione dell’articolo 4, comma 4, della legge 3 luglio 1998, n. 210. 3 www.cnr.it.

mento degli organi e degli uffici dell’Ente, che ne disciplina anche i processi decisionali e gestionali sui quali esso basa la propria attività.

Il processo di riforma del CNR prosegue in concomitanza con il processo generale di riordino degli enti pubblici di ricerca. Nel dicembre 2009, infatti, viene emanato e approva- to il D.Lgs n.213 definito “Decreto di riordino degli enti di ricerca” vigilati dal MIUR. Tra i molteplici obiettivi del decreto, in particolare, figurano il promuovere, sostenere, rilanciare e razionalizzare le attività nel settore della ricerca, il garantire autonomia, trasparenza ed efficienza nella gestione e il provvedere al riordino della disciplina relativa agli statuti e agli organi degli enti pubblici nazionali di ricerca.

Nel 2011 poi, in conformità con il decreto menzionato, viene definito il nuovo Statuto del CNR, approvato dal MIUR e quindi emanato dal Presidente dell’Ente con il decreto n. 18 del 10 marzo 2011. Entra in vigore il 1° maggio 2011.

Con delibera n.99/2010 del 28 aprile 2010, in ottemperanza al D.Lgs n. 150/2009, viene istituito l’Organismo Indipendente di Valutazione della performance del CNR, con il compito di misurare e valutare la performance organizzativa e individuale, determinare gli standard dei servizi pubblici, la trasparenza e l’integrità dell’amministrazione, promuovere

le pari opportunità4.

Risale sempre al 2011 il primo Piano della Performance 2011/2013, approvato con delibera n. 41/2011 del 23 febbraio 2011. Nell’aprile 2012, infine, si realizza una sostanzia- le riorganizzazione delle strutture dipartimentali del CNR, con la definizione in particolare di nuovi Dipartimenti e la trasformazione dei preesistenti come di seguito dettagliato.

2.2 Struttura organizzativa e risorse umane

Gli organi preposti alla direzione, al corretto svolgimento delle attività del CNR e alla loro valutazione sono: il Presidente, con responsabilità in materia di relazioni istituzionali; il Direttore generale, con responsabilità di gestione, coordinamento, direzione e controllo delle direzioni centrali; il Consiglio di Amministrazione (CdA), con compiti di indirizzo e programmazione generale dell’attività dell’Ente e che, peraltro, individua le macro-aree di ricerca scientifica e tecnologica, commissiona attività di ricerca e studio di rilevante inte- resse a soggetti pubblici e privati, nazionali e internazionali, definisce criteri e modalità di promozione e sostegno alla ricerca; il Consiglio scientifico generale, con compiti consultivi relativi all’attività di ricerca complessiva dell’Ente (ad esempio, realizza studi sullo stato della ricerca a livello nazionale ed internazionale e analisi prospettiche sulle possibili linee evolutive della ricerca); il Collegio dei revisori dei conti con funzione di controllo della regolarità amministrativa e contabile dell’Ente; il Comitato di valutazione, che valuta pe- riodicamente i risultati dell’attività di ricerca anche in relazione agli obiettivi definiti nel Piano triennale di attività e, nel caso di loro adozione, negli strumenti di programmazione

4 L’OIV cura annualmente la realizzazione di indagini sul personale dipendente volte a rilevare il livello di benes- sere organizzativo e il grado di condivisione del sistema di valutazione nonché la rilevazione della valutazione del proprio superiore gerarchico da parte del personale (OIV, 2011). Al suo interno si insedia in particolare la Struttura tecnica permanente per la misurazione della performance, che sostituisce le preesistenti strutture di pro- grammazione e controllo data la grande dimensione dell’Ente e la necessità di provvedere ad una loro complessiva razionalizzazione.

di lungo periodo5. A questi organi si aggiungono anche i relativi uffici di supporto, tra cui il Servizio di controllo avanzamento dei programmi.

Nel complesso, risultano in servizio alla data del 31 dicembre 2009 ben 6502 unità a tempo indeterminato, di cui un Direttore Generale, 11 Dirigenti di II fascia e 3 Direttori di Divisione con ruolo ad esaurimento (CNR, 2010). Al 2010 il personale complessivo risulta aumentato a circa 7000 unità, di cui 6588 sono ricercatori, tecnologi, personale di ammi-

nistrazione a tempo indeterminato6. A questi si aggiungono, oltre al Direttore generale, 8

Direttori di Dipartimento, 9 dirigenti di II fascia, uno di I fascia e infine 86 Dirigenti di Istituto (CNR, 2011a).

Il dettaglio per il 2009-2010 delle unità di personale del CNR distinte per ruolo svolto nell’Ente (area ricerca, area tecnica ed area amministrativa) è riportato nella tabella 2.1. tabella 2.1 - Personale dipendente Cnr a tempo indeterminato

Qualifica 2009 2010

ricercatori

Dirigenti ricerca i livello 349 310

ii livello 915 904

iii livello 2.172 2.252

totale ricercatori 3.436 3.466

tecnologi

Dirigente tecnologo i livello 34 33

ii livello 75 79 iii livello 267 317 totale tecnologi 376 429 amministrativi Funzionari di amm.ne 189 143 Collaboratori di amm.ne 526 590 operatori di amm.ne 112 104 totale amministrativi 827 837 tecnici

Collaboratori tecnici (Cter) 1.326 1.331

operatori tecnici 522 525

totale tecnici 1.848 1.856

totale 6.487 6.588

Fonte: elaborazioni su dati CNR (2010; 2011a).

Quanto al personale a tempo determinato del CNR, alla data del 31 dicembre 2010 ammonta a 872 unità di cui 477 ricercatori e 125 tecnologi, mentre nel corso dello stesso anno risultano attivi 1.763 assegni di ricerca e 285 borse di studio (CNR, 2011a).

La rete scientifica del CNR si compone dei Dipartimenti, le unità organizzative delle macro aree di ricerca dell’ente, con compiti di programmazione, coordinamento e vigilan- za sulla ricerca; degli Istituti afferenti ai vari Dipartimenti, e presso i quali si svolgono le attività di ricerca; infine delle Unità di ricerca locate presso terzi limitatamente a singoli progetti a tempo definito.

Come segnalato nel precedente paragrafo, nel corso degli ultimi anni la rete di ricer- ca dell’Ente ha subito un continuo processo di riorganizzazione attraverso accorpamenti e dismissioni. Nel 1999 operavano 314 organi di ricerca tra Istituti e Centri (strutture di ricerca che operavano all’interno delle Università ed in sinergia con esse), ma in conse- 5 Sulla base di criteri di valutazione e dei parametri di qualità dettati dal MIUR. La relazione finale viene trasmessa

ai Ministeri competenti.

guenza della riorganizzazione e della successiva entrata in vigore del decreto legislativo di riordino del CNR (n. 127/2003) sono stati creati 110 Istituti, suddivisi in sedi principali e articolazioni territoriali. Attualmente, la ripartizione geografica delle sedi degli Istituti risulta così distribuita: 31 Istituti al nord, 45 Istituti al centro, 31 Istituti al sud.

Una riorganizzazione dei Dipartimenti è avvenuta, invece, nel marzo 2012, quando il CdA del CNR ne ha modificato l’assetto procedendo con provvedimento dell’aprile 2012 alla eliminazione dei precedenti come di seguito indicato in tabella 2.2.

tabella 2.2 - riorganizzazione dei dipartimenti del Cnr

vecchi dipartimenti (delibera n. 108/2005) nuovi dipartimenti (aprile 2012)

terra e ambiente Scienze del sistema terra e tecnologie per l’ambiente

agroalimentare Scienze bio-agroalimentari

Medicina

Scienze biomediche Scienze della Vita

progettazione Molecolare Scienze chimiche e tecnologie dei materiali

Materiali e Dispositivi Scienze fisiche e tecnologie della materia

Sistemi di produzione

ingegneria, iCt e tecnologie per l’energia e i trasporti iCt

energia e trasporti identità Culturale

Scienze umane e sociali, patrimonio culturale patrimonio Culturale

Fonte: sito CNR.

Per ogni nuovo Dipartimento è stato nominato un Comitato ordinatore rappresenta- tivo delle maggiori aree tematiche esistenti all’interno dei singoli Dipartimenti, composto da tre esperti, di cui uno con funzioni di coordinatore. Attualmente, le afferenze degli Istituti ai Dipartimenti sono individuate in via provvisoria.

Oggetto di questo capitolo è in particolare il Dipartimento di Scienze bio-agroali-

mentari7, già Dipartimento Agroalimentare (DAA). La sua mission consiste nel contribuire

al progresso delle conoscenze scientifiche e tecnologiche utili per lo sviluppo e la valoriz- zazione di un sistema agroalimentare sostenibile e innovativo, attraverso il perseguimento degli obiettivi di:

- aumento di conoscenze nell’ambito della genomica degli organismi di interesse agra-

rio per il miglioramento della qualità delle produzioni e per nuove produzioni di carattere agroindustriale;

- caratterizzazione molecolare e funzionale delle risorse genetiche di interesse agroa-

limentare anche al fine di mantenere e valorizzare la biodiversità;

- sviluppo di nuovo materiale genetico vegetale con migliorate caratteristiche agrono-

miche e/o aumentato valore nutrizionale/nutriceutico;

- progettazione e sviluppo di tecniche integrate ed ecocompatibili nelle produzioni

vegetali ed animali;

- creazione di sistemi previsionali per la gestione delle risorse disponibili sul territorio

in relazione alla produzione e qualità del sistema agrario e agroalimentare e per il contrasto/mitigazione degli effetti derivanti dai cambiamenti climatici;

7 Si ringraziano il Dott. Mauro Gamboni, la Dott.ssa Enrica Passino, il Direttore del Dipartimento Dott. Domenico Pignone e la segreteria del DAA per la collaborazione nel fornire i dati elaborati nel testo.

- individuazione di nuovi prodotti e processi di interesse per l’industria agroalimentare;

- nuove metodologie diagnostiche connesse alla qualità, al valore nutrizionale e nu-

triceutico e alla sicurezza degli alimenti; aumento di conoscenze sul rapporto tra alimenti e salute;

- sviluppo della normativa giuridica inerente al diritto alimentare.

Il DAA, in base al proprio ruolo istituzionale, ha organizzato le attività di ricerca in progetti dipartimentali, a loro volta articolati in commesse svolte da Istituti anche afferenti ad altri Dipartimenti. Nello specifico, al Dipartimento Agroalimentare, nel periodo 2008-

2011, è afferita la principale o totale attività di 10 Istituti CNR (Istituti afferenti8) articolati

in 32 sedi distribuite in 11 Regioni e la parziale attività di altri 11 Istituti CNR (Istituti

partecipanti9).

La tabella 2.3 riporta il personale degli Istituti afferenti al Dipartimento negli anni 2008, 2009 e 2010.

tabella 2.3 - Personale degli Istituti afferenti (2008-2010)

Anno ricercatore o

tecnologo

Amministrativo tecnico totale personale

dipendente

2008 357 58 179 594

2009 364 85 150 599

2010 382 64 190 636

Fonte: dati DAA (CNR).

Le risorse umane dislocate presso la rete degli Istituti e previste per l’attuazione delle attività del dipartimento ammontano dunque a poco più di 600 persone in organico, di cui circa 380 sono ricercatori. A questo vanno aggiunti circa 270 ricercatori a tempo determinato (CNR, 2010). In particolare, secondo i dati riportati nella Relazione di gestio- ne 2010 (CNR, 2011a), risultano collaborare con il dipartimento nell’anno considerato 19 tra dottorandi e specializzandi, 14 borsisti, 61 assegnisti. Ad oggi, circa il 65% di tutte le risorse umane afferenti al DAA è dislocato nelle Regioni del Sud Italia, con prevalenza in Puglia e Campania.

2.3 Aspetti finanziari

Il Piano triennale di attività del CNR per il periodo 2010-2012 (CNR, 2010) offre una indicazione dettagliata delle risorse finanziarie previste, interne ed esterne al CNR, non- 8 Istituto di biologia e biotecnologia agraria (IBBA, Milano, Pisa, Lodi, Monterotondo Scalo); Istituto di biometeorolo- gia (IBIMET, Firenze, Sassari, Bologna); Istituto di genetica vegetale (IGV, Bari, Perugia, Sesto Fiorentino, Paler- mo, Portici); Istituto per la protezione delle piante (IPP, Sesto Fiorentino, Bari, Portici, Torino); Istituto di scienza dell’alimentazione (ISA, Avellino); Istituto di scienze delle produzioni alimentari (ISPA, Bari, Grugliasco, Lecce, Sassari, Milano); Istituto per il sistema produzione animale in ambiente Mediterraneo (ISPAAM, Pontice, Sassari); Istituto per i sistemi agricoli e forestali del mediterraneo (ISAFoM, Ercolano, Perugia, Catania, Roges di Rende); Istituto di virologia vegetale (IVV, Torino, Grugliasco, Milano, Bari); Centro di responsabilità di attività scientifica (IDAIC, Firenze).

9 Istituto per l’ambiente marino costiero (IAMC); Istituto di biochimica delle proteine (IBP); Istituto di biologia agro- ambientale e forestale (IBAF); Istituto di cristallografia (IC); Istituto di fisica applicata Nello Carrara; Istituto di genetica e biofisica Adriano Buzzati Traverso (IGB); Istituto di metodologie chimiche (IMC); Istituto di ricerca sull’impresa e lo sviluppo; Istituto di scienze marine (ISMAR); Istituto per lo studio degli ecosistemi (ISE); Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree (IVALSA).

ché della dotazione e del costo delle risorse umane a valere per il periodo di riferimento. Lo stesso documento consente un (minimo) livello di dettaglio anche con riferimento allo specifico Dipartimento DAA, oggetto di studio di questo capitolo, ma solo con riferimento alle risorse finanziarie. In supporto al documento citato, alcune informazioni sull’Ente sono fornite anche dalla Relazione di gestione (CNR, 2011a) che dà indicazione relativa- mente all’esercizio finanziario 2010.

Per ciò che concerne la disponibilità finanziaria da fonti interne, la tabella 2.4 det- taglia le entrate complessive previste per il CNR per il 2010 con le relative proiezioni per il triennio.

La principale fonte di finanziamento delle strutture è sicuramente il MIUR attra- verso il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) che, al pari con le Università, supporta il mantenimento e il funzionamento delle strutture afferenti all’Ente. Tale fondo, ad ogni modo, supporta anche le attività di ricerca condotte, posto che secondo quanto disposto dal già citato “decreto di riordino degli enti di ricerca” vigilati dal MIUR (D.Lgs n.213 del 31 dicembre 2009) il FFO va ripartito sulla base della programmazione strategica preventiva e tenendo conto della valutazione della qualità dei risultati della ricerca, effettuata dall’A- genzia nazionale di valutazione dell’università e della ricerca (ANVUR), in una quota non inferiore al 7% e a decorrere dal 2011 va destinato al finanziamento premiale di specifici programmi e progetti, anche congiunti, proposti dagli enti stessi. L’obiettivo è promuovere e sostenere l’incremento qualitativo dell’attività scientifica e migliorare l’efficacia e l’effi-

cienza nell’utilizzo delle risorse10.

I dati riportati nella Tabella 2.4 restituiscono pertanto informazioni sulle diverse fon- ti di finanziamento interne al CNR, compresi i finanziamenti per ricerca a valere sul FFO e quelli per i progetti di importanza strategica nazionale (i progetti bandiera del MIUR).

La richiesta di finanziamento al MIUR per l’esercizio 2010, pari a 565,5 milioni di euro, rappresenta la dotazione minima necessaria a garantire l’attività “basale” dell’Ente; le richieste per gli anni 2011 e 2012 garantiscono la fattiva possibilità di attivare e poten- ziare tutte le iniziative progettuali previste per il medesimo periodo. Tale assegnazione è superiore a quanto effettivamente assegnato nel 2009 (565,5 milioni contro 551,5 circa) e include interventi di potenziamento di alcuni Dipartimenti tra cui il DAA, in relazione, in particolare, alla valutazione e promozione dell’impiego delle energie alternative e dei mate- riali non alimentari (400 mila euro).

Per quanto riguarda, invece, i finanziamenti al CNR da parte di soggetti terzi, la ta- bella 2.5 riporta le voci che riassumono la previsione triennale di acquisizione di risorse provenienti da fonti esterne esposte dalla rete scientifica nei Piani di Gestione Preliminare 2010-2012 (CNR, 2010).

Con specifico riferimento al Dipartimento agroalimentare, le principali fonti di fi-