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8 DIRITTI ECONOMICI, SOCIALI E CULTURALI E CONDIZIONI DI VITA

8.4. Diritto all’abitazione

Punti salienti

• Il diritto a un’abitazione di livello sufficiente è garantito dall’articolo 31 della CSE.

• Il CEDS ritiene che debba essere fornito un adeguato riparo ai minori che risiedono irregolarmente in un paese e che le condizioni di vita in queste strutture devono garantire la dignità umana.

• Secondo la Corte EDU, l’esistenza di un’abitazione inadeguata non giustifica l’affida-mento a un istituto di assistenza.

Nell’ambito del diritto dell’UE, l’articolo 34, paragrafo 3, della Carta dei diritti fondamentali dell’UE contiene un riferimento all’assistenza abitativa nel con-testo della lotta contro l’esclusione sociale e la povertà. La direttiva sull’ugua-glianza razziale cita l’alloggio tra i beni e servizi disponibili al pubblico la cui for-nitura o l’accesso ai quali deve essere garantito su base non discriminatoria.403 In materia di benefici abitativi, i soggiornanti di lungo periodo hanno diritto a un trattamento non differenziato. Il diritto dell’UE, tuttavia, cerca di garantire, per esempio in relazione alla riunificazione familiare, che i familiari non costituiscano un onere per i sistemi di assistenza sociale degli Stati membri.404 La direttiva sul ricongiungimento familiare prevede che il soggiornante titolare di un permesso di soggiorno per un periodo di validità pari o superiore a un anno e con una fon-data prospettiva di ottenere il diritto di soggiornare in modo stabile dimostri, al momento della presentazione della domanda di ricongiungimento familiare, di disporre di un alloggio considerato normale per una famiglia analoga nella stes-sa regione. L’alloggio deve corrispondere alle norme generali di sicurezza e stes-sa- e sa-lubrità in vigore nello Stato membro interessato.405

Nell’ambito del diritto del Consiglio d’Europa, la CEDU non prevede un diritto all’alloggio ma, se uno Stato decide di offrire un’abitazione, è tenuto a farlo sen-za discriminazioni.

403 Direttiva 2000/43/CE del Consiglio, del 29 giugno 2000, che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall’origine etnica, articolo 3.

404 Cfr. anche FRA e Corte EDU (2014), pag. 201.

405 Direttiva 2003/86/CE del Consiglio, del 22 settembre 2003, relativa al diritto al ricongiungimen-to familiare (direttiva sul ricongiungimenricongiungimen-to familiare), articolo 7, paragrafo 1, lettera a).

Diritti economici, sociali e culturali e condizioni di vita adeguate

Esempio: nel caso Bah c. Regno Unito406 la ricorrente, che risiedeva regolar-mente nel Regno Unito, aveva ottenuto l’autorizzazione a ospitare il figlio a condizione che quest’ultimo non richiedesse alcuna assistenza finanzia-ria alle autorità pubbliche. Poco dopo l’arrivo del figlio, la ricorrente aveva presentato domanda di assegnazione di un alloggio di edilizia residenziale pubblica. Tuttavia, poiché il figlio godeva di un permesso di soggiorno con-dizionato, le autorità pubbliche avevano rigettato la richiesta di esaminare con priorità la sua condizione di persona involontariamente priva di allog-gio con un minore a carico, cui ordinariamente la ricorrente avrebbe avuto diritto. Alla fine le autorità avevano aiutato la donna a trovare un nuovo alloggio e, in un secondo tempo, le avevano offerto un alloggio sociale. La ricorrente ravvisava una discriminazione nel rifiuto delle autorità di garan-tirle l’accesso a un alloggio in via prioritaria. La Corte EDU, pur riconoscendo la legittimità di fissare criteri per l’assegnazione di risorse limitate come l’e-dilizia residenziale pubblica, ha stabilito che tali criteri non devono essere arbitrari o discriminatori. Non vi era stata arbitrarietà nel rifiuto delle auto-rità di esaminare con prioauto-rità la domanda della ricorrente, che aveva accolto il figlio nel paese ospitate nella piena consapevolezza della condizione le-gata al suo permesso di ingresso. Oltretutto, la ricorrente non era mai stata di fatto priva di un alloggio e, nell’eventualità in cui si fosse manifestato il rischio per madre e figlio di rimanere senza un’abitazione, sussistevano altri obblighi di legge che imponevano alle autorità l’obbligo di assistenza. Di conseguenza, non è stata ravvisata alcuna violazione dell’articolo 14 della CEDU in combinato disposto con l’articolo 8 della CEDU.

La Corte EDU esamina altresì i casi di espulsione delle famiglie rom dai campi no-madi.407 A tale proposito, la Corte ha indirettamente affrontato la questione della qualità dell’alloggio, stabilendo che l’inadeguatezza di un alloggio non giustifica l’affidamento di minori a istituti di assistenza408 (cfr. anche i paragrafi 5.2. e 6.2.).

Il diritto a un’abitazione di livello sufficiente è garantito dall’articolo 31 della CSE.

Il CEDS afferma che per abitazione di livello sufficiente ai sensi dell’articolo 31, paragrafo 1, si intende un alloggio sicuro dal punto di vista igienico e sanitario, ossia dotato di tutti i servizi di base tra cui l’acqua potabile, il riscaldamento,

406 Corte EDU, sentenza 27 settembre 2011, Bah c. Regno Unito (n. 56328/07).

407 Corte EDU, sentenza 27 maggio 2004, Connors c. Regno Unito (n. 66746/01).

408 Corte EDU, sentenza 26 ottobre 2006, Wallová e Walla c. Repubblica ceca, (n. 23848/04), punti 73-74 (consultabile in francese); Corte EDU, sentenza 21 giugno 2007, Havelka e altri c.

Repubblica ceca, (n. 23499/06), punti 57-59 (consultabile in francese).

i servizi igienici e l’allacciamento alla rete fognaria, e un impianto elettrico; l’al-loggio deve essere inoltre strutturalmente sicuro, non sovraffollato e con un contratto certo tutelato dalla legge.409 Gli sgomberi sono ammessi se giustificati, se effettuati in condizioni che rispettino la dignità umana e se è disponibile un alloggio alternativo.410 Le condizioni di vita in un alloggio “devono essere tali da garantire un’esistenza compatibile con la dignità umana” “[...] [e] devono rispon-dere a requisiti di sicurezza, salute e igiene, garantiti tra l’altro dall’esistenza di servizi di base come l’acqua potabile, un’illuminazione sufficiente e il riscalda-mento. I requisiti fondamentali di un alloggio temporaneo comprendono anche la sicurezza delle immediate vicinanze.”411

Per quanto concerne l’alloggio per minori stranieri che si trovano in una situazio-ne di irregolarità, il CEDS è del parere che sia l’incapacità di fornire un alloggio, sia la fornitura di un alloggio di livello non sufficiente in strutture alberghiere equivalgono a una violazione dell’articolo 17, paragrafo 1, della CSE.412 Inoltre, ai sensi dell’articolo 31, paragrafo 2, della CSE, per prevenire il problema dei senza-tetto, gli Stati sono tenuti a fornire un alloggio adeguato ai minori che si trovano in una situazione di irregolarità senza ricorrere alle strutture di accoglienza.413

409 CEDS, sentenza 20 ottobre 2009, Defence for Children International (DCI) c. Paesi Bassi (n. 47/2008), punto 43.

410 CEDS, sentenza 7 dicembre 2005, European Roma Rights Centre (ERRC) c. Italia (ricorso n. 27/2004), punto 41; CEDS, sentenza 11 settembre 2012, Médecins du Monde – International c. Francia, (ricorso n. 67/2011), punti 74–75 e 80.

411 CEDS, sentenza 20 ottobre 2009, Defence for Children International (DCI) c. Paesi Bassi (n. 47/2008), punto 62.

412 CEDS, sentenza 23 ottobre 2012, Defence for Children International (DCI) c. Belgio, (ricorso n. 69/2011), punti 82–83. Cfr. anche FRA (2010), pag. 30.

413 CEDS, sentenza 20 ottobre 2009, Defence for Children International (DCI) c. Paesi Bassi (n. 47/2008), punto 64.

Diritti economici, sociali e culturali e condizioni di vita adeguate

8.5. Diritto a uno standard di vita adeguato