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Esercizio di completamento e breve narrazione a tema Queste due prove facevano parte di uno dei quiz che sono normalmente

Paragrafo IV: Quando il uomo e' arrivato a Roma, ha vista la sconosciuta e' l'ha

6.3. Esercizio di completamento e breve narrazione a tema Queste due prove facevano parte di uno dei quiz che sono normalmente

somministrati agli apprendenti circa ogni due settimane di corso; nello specifico questi due esercizi sono stati proposti circa fra la terza e la quarta settimana di permanenza in Italia nelle classi di livello più basso. Per il completamento dell’intero quiz era previsto un tempo di un’ora e mezzo. Queste due prove, a differenza delle altre fin qui descritte, sono state pertanto somministrate dopo che l’opposizione Perfetto/Imperfetto era stata trattata in classe.

Il primo compito è un classico esercizio di completamento del testo, in cui gli apprendenti devono capire dal contesto a quale forma coniugare il verbo fra parentesi, dato all’Infinito; il secondo è invece un breve componimento su traccia riguardante l’arrivo in Italia.

Le due attività chiaramente mettono in gioco processi cognitivi differenti. Nell’esercizio di completamento, l’apprendente non solo deve ricostruire appropriatamente il processo di codifica dell’estensore, ma nel fare questo deve saper interpretare correttamente gli elementi testuali che contribuiscono a definire il contesto concettuale e linguistico. Per portare a termine questa operazione, l’apprendente deve pensare come un italiano, il che significa che deve aver imparato a dare al pensiero la forma della lingua italiana, in modo da saperne riconoscere il percorso di codifica linguistica ed in base ad esso inserire le strutture aspettuali appropriate. Tuttavia, poiché ci sono più modi di guardare alla realtà, in taluni specifici contesti frasali, l’estensore del testo potrebbe aver previsto una struttura aspettuale particolare, basandosi sulla sua personale visione dell’evento, mentre il contesto stesso potrebbe accettarne anche un’altra, non meno corretta, che un parlante nativo potrebbe facilmente giudicare accettabile, quindi grammaticale, pur percependo in essa una differenza di significato. In questi casi entrambe le scelte sono state giudicate corrette.

Il breve componimento su traccia invece, come le produzioni a tempo, lascia completamente libero lo studente di costruire il proprio pensiero in una forma linguistica. Trattandosi di un’attività scritta, l’apprendente ha anche la possibilità di riflettere autonomamente sul contenuto da veicolare e sulla scelta della forma linguistica più appropriata a questo scopo.

Come si potrà vedere dagli esempi che riportiamo qui sotto, diversi apprendenti hanno mostrato una maggiore competenza linguistica nella breve narrazione a tema rispetto all’esercizio di completamento del testo. A causa di questa discrepanza, si è proceduto ad una attività di stimulated recall, condotta in sessione plenaria con l’intero gruppo classe, durante la quale gli apprendenti dovevano riflettere sui possibili motivi alla base delle loro diverse esecuzioni linguistiche. A questa è poi seguita una discussione libera condotta in italiano.

Completate la storia coniugando i verbi al tempo passato opportuno: PASSATO PROSSIMO o IMPERFETTO.

VF: Giovedì scorso Luisa (ritornare)___è ritornata__ tardi dal lavoro, (essere)

___era__ molto stanca e non (avere)__aveva_ voglia di andare alla festa a casa di Paolo. (Telefonare)__ha telefonato___ per dire che non (stare) __è stata__ bene e che quindi non (potere) __ha potuto__ partecipare alla cena. Però, quando (sapere) __sapeva__ che (esserci)__eravamo___ Luigi, (cambiare)_cambiava_ subito idea e (decidere) __ha deciso__ di andare da Paolo.

Mentre (fare) __faceva__ il bagno, (ascoltare)_ascoltava__ la radio e (sorridere)__sorrideva_ felice pensando di vedere Luigi, quando, all’improvviso, (suonare) __ha suonato__ il campanello e Luisa (andare) __è andata__ ad aprire alla porta: (essere)__era___ proprio Luigi che era andato a prenderla. Luisa non (vedere)__vedeva__ Luigi da molto tempo, da quando era partito per l’Australia, tre mesi prima. (lui stare)__è stato_ molto bene! Dopo pochi minuti, Luisa (essere)__era__ pronta e (loro-uscire)_ sono usciti_ insieme.

Pensa a quando sei arrivato/a in Italia e racconta la tua prima esperienza a Firenze. Usa i tempi passati.

Quando sono arrivata all’aeroporto pensavo che lo era disorganizzato e caotico. Era difficile dare un taxi. Communque, mentre prendevo il taxi ascoltavo alla musica (dalla radio) e stavo pensando che la musica (erano canzoni di america) era perfetta per come mi sono sentita nello quello momento. Ho guardato il traffico e come le persone stavanno camminando nelle strade. Dopo sono arrivata al Centro e ho preso le mie valigie. Visto l’Arno e i edifici (come uffizi) e sapevo che Firenze era la scelta giusta.

Completate la storia coniugando i verbi al tempo passato opportuno: PASSATO PROSSIMO o IMPERFETTO.

AH: Giovedì scorso Luisa (ritornare)___è ritornata__ tardi dal lavoro, (essere)

___è stata __ molto stanca e non (avere)__ha avuto _ voglia di andare alla festa a casa di Paolo. (Telefonare)__ha telefonato___ per dire che non (stare) __stava __ bene e che quindi non (potere) __ poteva __ partecipare alla cena. Però, quando (sapere) __sapeva__ che (esserci)__ci era ___ Luigi, (cambiare) - ha cambiato_ subito idea e (decidere) __ha deciso__ di andare da Paolo.

Mentre (fare) __faceva__ il bagno, (ascoltare)_ ha ascoltato __ la radio e (sorridere)__ ha sorrisato_ felice pensando di vedere Luigi, quando, all’improvviso, (suonare) __ suonava __ il campanello e Luisa (andare) __ andava__ ad aprire alla porta: (essere)__ è stato ___ proprio Luigi che era andato a prenderla. Luisa non (vedere)__vedeva__ Luigi da molto tempo, da quando era partito per l’Australia, tre mesi prima. (lui-stare)__è stato_ molto bene! Dopo pochi minuti, Luisa (essere)__ è

stata __ pronta e (loro-uscire)_ sono usciti_ insieme.

Pensa a quando sei arrivato/a in Italia e racconta la tua prima esperienza a Firenze. Usa i tempi passati.

Quando sono arrivata a Firenze tre settimane fa, ricordo che non potevo credere che ero a Firenze! La città era bellissima! Ho preso un taxi a Stanford Center e ho incontrato l’altri studenti che erano studiando a Firenze. Dopo la orientation, sono andata a mia casa di ospite con la mia nuova compagna di stanza. Ho incontrato A., una simpatica e accogliente casalinga, che ha detto “Benvenuti a casa!”. Ho lasciato i miei bagagli e poi sono andata da fuori per vedere la citta.

Come abbiamo già accennato, quello che prima di tutto è apparso evidente in queste prove è la netta differenza di accuratezza formale rilevabile nella seconda prova rispetto alla prima, in merito alle strutture aspettuali del Passato. Nei casi sopra riportati colpisce in modo particolare: le due apprendenti hanno prodotto numerose devianze nell’esercizio di completamento, mentre la seconda attività presenta una quasi perfetta selezione delle strutture in esame. È evidente che la seconda prova chiamava in causa direttamente l’apprendente e il suo vissuto rispetto a un momento emotivamente rilevante, rappresentato dal primo contatto con la realtà italiana, subito dopo l’arrivo a Firenze.

Questo dato contraddice quanto riportato in precedenti ricerche, condotte però nella dimensione diamesica orale (in particolare Duso 2002; Rosi 2007), in cui gli apprendenti hanno dimostrato un minor controllo sulla loro esecuzione in compiti che comportavano un maggior coinvolgimento personale ed emozionale.

Passando adesso ad una analisi delle devianze riscontrabili soprattutto nel primo compito, osserviamo alcuni tratti interessanti. Innanzi tutto in questi come in tutte gli altri quiz, nella parte dedicata all’esercizio di completamento, non sono riscontrabili errate selezioni di strutture aspettuali del Passato in dipendenza del connettivo temporale mentre. Ricordiamo però che nelle produzioni autonome, seppure elicitate, l’uso del connettivo mentre emerge con estrema difficoltà e al contrario di quando sembra non fare parte della conoscenza linguistica degli apprendenti. In pratica sanno usare la struttura aspettuale appropriata in corrispondenza di mentre, ma impiegano il concetto nella costruzione autonoma della frase e del testo.

In secondo luogo colpisce l’uso del Passato perfettivo con gli stativi essere e stare, riscontrabile nelle produzioni di entrambe le apprendenti, che producono entrambe, nello stesso paragrafo, la stessa deviazione:

(44) Luisa non (vedere)__vedeva__ Luigi da molto tempo, da quando era partito per l’Australia, tre mesi prima. (lui stare)__è stato_ molto bene!

Nell’esercizio completato da VF troviamo anche:

(45) (Telefonare)__ha telefonato___ per dire che non (stare) __è stata__ bene

Prendiamo adesso in esame i passi dell’esercizio di completamento che in entrambi i casi risultano più problematici. Entrambe le apprendenti sembrano non riuscire a gestire l’alternanza delle due strutture aspettuali all’interno di specifiche porzioni di testo. VF in particolare sembra alternare porzioni perfettive ad altre imperfettive, come risulta chiaro dall’estratto qui sotto:

(46) VF: (Telefonare)__ha telefonato___ per dire che non (stare) __è stata__ bene e che quindi non (potere) __ha potuto__ partecipare alla cena. Però, quando (sapere) __sapeva__ che (esserci)__eravamo___ Luigi, (cambiare)_cambiava_ subito idea e (decidere) __ha deciso__ di andare da Paolo.

Questa studentessa sembra aver capito che il significato intrinseco al lessema verbale non può guidarla nella selezione dell’aspetto e che quindi deve piuttosto basarsi sul contesto proposizionale, e in scala più ampia, sulle relazioni che le porzioni del testo instaurano fra di loro sia esplicitamente che implicitamente, come è stato detto in classe, durante i momenti di riflessione sulla lingua, ma non ha ancora acquisito quali elementi del testo e della frase possono guidare l’individuazione di tali relazioni e di conseguenza la selezione del valore aspettuale da attribuire alle azioni narrate. VF è quindi in uno stadio di sviluppo dell’interlingua in cui ha abbandonato il ricorso automatico all’azionalità del lessema verbale per determinare la selezione dell’Aspetto nel Passato, ma non sa ancora gestire l’universo testuale nel suo complesso. La stessa apprendente produce anche una devianza morfosintattica con l’inserimento della forma eravamo in quel contesto frasale, dimostrando di non essere stata di comprenderlo.

La rilevanza della testualità per una corretta analisi dell’interlingua di apprendenti di italiano L2, risulta ancora più chiaramente in questo passo della seconda apprendente citata sopra:

(47) AH: Mentre (fare) __faceva__ il bagno, (ascoltare)_ ha ascoltato __ la radio e (sorridere)__ ha sorrisato_ felice pensando di vedere Luigi, quando, all’improvviso,

(suonare) __ suonava __ il campanello e Luisa (andare) __ andava__ ad aprire alla porta: (essere)__ è stato ___ proprio Luigi che era andato a prenderla.

in cui prima di tutto si osserva lo stesso genere di devianza prodotta da EL, nella narrazione del finale del racconto di A. Campanile: anche lei, come l’altro apprendente, non coglie il significato dell’espressione temporale all’improvviso e il brusco cambiamento di prospettiva che produce nella visione degli eventi narrati, determinando un cambiamento nel valore aspettuale dell’azione che segue.

Più interessanti però sono le due forme verbali ha ascoltato e ha sorrisato [sorriso], che se prese da sole, come due proposizioni principali coordinate asindeticamente, sarebbero perfettamente grammaticali, ma non lo sono in rapporto alla subordinata introdotta da mentre, con cui le due azioni sono evidentemente in un rapporto di contemporaneità. Diverso sarebbe il caso se riformulassimo la frase così:

(48) Mentre faceva il bagno, ha ascoltato le notizie alla radio e (poi) ha sorriso felice…

che ammetterebbe però anche un’interpretazione imperfettiva, come in (49):

(49) mentre faceva il bagno, ascoltava le notizie alla radio e sorrideva felice …

Per il parlante nativo le due formulazioni in (48) e (49) implicano due differenti prospettive dell’azione: nel primo caso si intende che il soggetto del predicato verbale ha ascoltato tutte le notizie, dalla prima all’ultima, e dopo ha sorriso. Tutto questo durante il bagno, azione che era ancora in svolgimento quando il radiogiornale è terminato e il sorriso si è spento; nel secondo esempio invece le tre azioni sono continuate e contemporanee, oltre a terminare tutte e tre presumibilmente nel momento in cui si è sentito il suono del campanello.

Prendiamo adesso in esame i brevi componimenti, cominciando da quello di VF, in cui è evidente prima di tutto che l’apprendente riecheggia una parte del testo dell’esercizio di completamento, sulle cui strutture aspettuali si sente evidentemente sicura. Più avanti però scrive:

(50) Communque, mentre prendevo il taxi ascoltavo alla musica (dalla radio) e stavo pensando che la musica (erano canzoni di america) era perfetta per come mi sono

sentita nello quello momento.

Qui il verbo sentire, pur indicando uno stato, è codificato nel Passato perfettivo, probabilmente a causa dell’espressione in quel momento, che l’apprendente percepisce come un tempo definito, piuttosto che un punto temporale in cui l’azione era in svolgimento. Alla fine dell’elaborato troviamo uno dei rari esempi di omissione del verbo ausiliare nella formazione del Passato Composto presenti nel nostro corpus e una devianza già riscontrata nella produzione di EL:

(51) Visto l’Arno e i edifici (come uffizi) e sapevo che Firenze era la scelta giusta.

Anche qui la frase sarebbe meglio formulata con il verbo capire al Passato Perfettivo, come in (52):

(52) (Ho) visto l’Arno e ho capito che Firenze era la scelta giusta.

In questo caso, ancor più chiaramente che nella frase estrapolata dalla produzione di EL, l’apprendente sceglie il lessema verbale traducendo letteralmente dall’inglese, lingua che in questi casi userebbe il verbo know esprimendo così il processo di arrivare alla consapevolezza più che di sapere in sé ed è proprio questa errata scelta lessicale, come un calco dalla lingua madre, che determina la percezione che si debba codificare tale processo con l’Imperfetto.

Nell’elaborato di AH riscontriamo invece una sola devianza rispetto alle strutture aspettuali, ma assai significativa:

(53) Ho preso un taxi a S. Center e ho incontrato l’altri studenti che erano

La prima cosa che osserviamo è l’uso del verbo essere per esprimere la perifrasi progressiva, che è chiaramente un’interferenza dalla lingua madre. Ma l’osservazione più interessante riguarda il significato che l’apprendente intendeva veicolare con la perifrasi progressiva al Passato.

La conoscenza della situazione extralinguistica nel caso specifico risulta determinante per interpretare la frase: AH è arrivata a Firenze in Autunno, dopo la pausa estiva, quindi in quel momento non c’erano studenti che stavano già studiando a Firenze. Rispetto al Momento dell’Enunciazione, avrebbe dovuto piuttosto dire:

(54) Ho preso un taxi a S. Center e ho incontrato l’altri studenti che stanno

studiando/studiano a Firenze.

perché l’azione espressa dal predicato verbale era ancora in corso al momento della narrazione e includeva quindi il momento dell’enunciazione. In questo esempio specifico sembra quindi che la studentessa attribuisca alla perifrasi progressiva all’Imperfetto italiano non solo un significato progressivo nel Passato, ma anche inclusivo, che però non trova riscontro nell’uso maturo. Come vedremo nell’analisi dei dati raccolti in produzioni completamente spontanee, questo tratto nell’interlingua degli studenti angloamericani non è completamente isolato, ma è rintracciabile, seppure con una frequenza non molto alta, in altre narrazioni. Per il momento preferiamo limitarci alla semplice rilevazione della devianza, rimandando a un secondo momento una possibile interpretazione, ossia a quando prenderemo in considerazione i dati spontanei, in cui compare con maggiore frequenza.