3. Capitolo III – Il secondo periodo di riforme (1847 1848) –
3.7. La fase successiva
Con la discussione sull'ultimo articolo del Progetto di Regolamento organico presentato dal Piacentini si perdono le tracce di questo provvedimento che, per divenir legge, secondo le disposizioni contenute nello Statuto, sarebbe dovuto essere inviato ai Consigli deliberanti, cui di fatto era affidata la funzione legislativa e poi al Sovrano per la sanzione definitiva.
Riteniamo plausibile l'ipotesi che il progetto si rimasto insabbiato in Consiglio di Stato e che non sia mai stato rimesso all'approvazione dei Consigli deliberanti.
Il motivo di questa renitenza è probabilmente legato alla crisi politica che stava in cui versava lo Stato pontificio, che si aggravò ulteriormente a partire dal 24 novembre 1848, giorno in cui Pio IX fuggiva da Roma per rifugiarsi a Gaeta.
Il giorno seguente l'Alto Consiglio comunicava alla popolazione che il Ministero, insieme con la Camera dei rappresentanti del popolo e con il Senatore di Roma avrebbero assunto la congiunta responsabilità del governo e predisposto gli opportuni provvedimenti per tutelare l'ordine pubblico e il normale svolgimento delle attività civiche329.
Da Gaeta nel frattempo il Pontefice nominava una Commissione governativa per la temporanea direzione degli affari pubblici, non riconoscendo altre autorità al governo provvisorio instauratosi in qual frangente, ma il 12 dicembre 1848 l'Alto Consiglio dichiarava incostituzionale la Commissione di Governo e istitutiva una Suprema provvisoria Giunta di Stato, il cui primo atto fu quello di convocare un' Assemblea nazionale con pienezza di poteri, procedendo nel contempo allo scioglimento degli organi rappresentativi istituiti da Pio IX. Con 329 MOMBELLI CASTRACANE M., La codificazione civile nello Stato
pontificio II...cit., pp. XLIV; V. LA MANTIA, Storia della legislazione italiana... cit. pp. 619 e ss.
le dimissioni del presidente della Giunta Suprema venne creata una provvisoria Commissione di governo dello Stato romano che avrebbe funzionato da esecutivo in attesa di una definitiva sistemazione dell'assetto istituzionale.
Si giunse così al 5 febbraio 1848, quando venne eletta, a suffragio universale, l'Assemblea costituente romana, la quale quattro giorni dopo dichiarava la decadenza del potere temporale pontificio e l'istituzione della Repubblica.
Il 17 febbraio l'Assemblea procedeva allo scioglimento del Consiglio di Stato pontificio e incaricava il Comitato esecutivo di eleggere una commissione temporanea in sostituzione del Consiglio ma intanto, i dibattiti sui progetti di legge continuavano.
Sul finire del mese di marzo si andavano delineando le sorti della Repubblica. Gli alleati francesi, austriaco e napoletano spingevano per il ripristino degli antichi poteri nello Stato pontificio. Agli inizi di giugno il generale Oudinot era accampato alle porte della città e chiedeva la resa di Roma. Il 30 giugno l'Assemblea costituente dichiarava l'impossibilità della difesa della città ma il giorno dopo promulgava la Costituzione della Repubblica romana330.
La Restaurazione che seguì la caduta della Repubblica fu molto dura331, nonostante la nota alle potenze cattoliche del 7
maggio avesse denunciato l'assurda pretesa del pontefice, sostenuta da tutti gli Stati europei, di ripristinare il dominio temporale ormai incongruo e inaccettabile da parte del popolo libero.
330 La Bibliografia sulle vicende della Repubblica romana è molto nota e vasta, per limitarci alla Carta costituzionale frutto di quel periodo segnaliamo C. SELVAGGI, La Costituzione della Repubblica romana, in Amministrazione
provinciale di Roma, Studi in occasione del Centenario, vol.1...cit.; B. GATTA
(a cura di), La costituzione della repubblica romana del 1849, Firenze, 1947; S. FURLANI, La Costituzione della Repubblica romana del 1849: note di
natura tipologica, in «Pensiero mazziniano», n. 3, 1990; I. MANZI, La costituzione della Repubblica romana del 1849, Ancona 2003.
331 Sulla restaurazione di Pio IX si vedano M. MINGHETTI, Della
restaurazione pontificia, Firenze, 1849; A. M. GHISALBERTI, Una restaurazione «reazionaria e imperita», in Roma da Mazzini a Pio IX, Milano,
Il 17 luglio il Pontefice da Gaeta dava disposizioni per la istituzione di una Commissione governativa di Stato con pieni poteri per il riordino della cosa pubblica. Il primo provvedimento politico della Commissione fu quello di annullare tutti gli atti emanati dopo il 16 novembre 1848 ed il ripristino di tutti i tribunali antecedenti a quella data332.
Lo Statuto non venne dichiarato formalmente abrogato ma non venne mai riattivato; allo stesso modo si considerarono soppressi l'Alto Consiglio, il Consiglio dei Deputati e il Consiglio di Stato, la cui condanna era già stata pronunciata dal Pontefice sin dal 20 aprile 1849 con una Allocuzione contro le libere istituzioni espressa nel Concistoro segreto di Gaeta.
Non si cancellavano solo le tracce della Repubblica, ma anche le riforme, ormai considerate causa della crisi che aveva portato alla caduta del potere temporale e all'avvento del nuovo regime.
Con il moto di Portici del 12 settembre 1849 si ponevano le basi per il nuovo assetto dello Stato, per il cui funzionamento era prevista l'istituzione di un Consiglio di Stato, di un ordinamento dei ministeri e di una Consulta di Stato per le finanze. In ottemperanza al moto proprio del 12 settembre che all'art. 5 disponeva la nomina di una commissione incaricata per le riforme e i miglioramenti dell'ordine giudiziario e della legislazione civile, criminale amministrativa, il pontefice richiamava in carica i giureconsulti che avevano partecipato ai lavori della commissione già istituita nel 1846333. Compito della
commissione sarebbe stato quello di recuperare i lavori già svolti in tema di codificazione sia nel periodo di Gregorio XVI sia nel primo periodo del pontificato di Pio IX allo scopo di riprendere il tema della codificazione del diritto. La commissione non produsse risultati significativi; non solo il tema
332 C. LODOLINI TUPPUTI, La commissione governativa di Stato nella
Restaurazione pontificia (17 luglio 1849- 12 aprile 1850), Milano, 1970.
333 Motu proprio di Portici del 12 settembre 1849, in Raccolta delle
della codificazione ma anche quello dell'amministrazione della giustizia sembrava ormai non coinvolgere più gli interessi di Pontefice e popolazione. Un'atmosfera di reazione incombeva su Roma, e Pio IX cominciava la sua nuova fase di governo chiuso in un che lo avrebbe accompagnato fino alla fine dello Stato pontificio.
3.8. Influenza del modello napoleonico sui progetti di