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I PRINCIPI CONTABILI IN ASIA

C) Repubblica Ceca

2.7. I PRINCIPI CONTABILI IN ASIA

In questo paragrafo sono prese in considerazione le due più importanti economie asiatiche: la Cina e il Giappone, dove lo IASB ha svolto negli ultimi anni un ruolo determinante per lo sviluppo e per l’armonizzazione dei principi contabili nazionali con gli IAS/IFRS.

L’adeguamento agli IAS/IFRS è sicuramente più all’avanguardia in Giappone che in Cina e questo principalmente per due motivi:

- una maggior diffusione delle quotazioni di società giapponesi sui mercati esteri rispetto a quella delle società cinesi;

- lo sviluppo regolare del sistema contabile giapponese fin dalle fine del 1800 con un impulso decisivo dopo la seconda guerra mondiale; diversamente il sistema contabile cinse si diffonde solo a partire dagli anni ’90 del XX secolo.

A) Giappone

Come già accennato, il sistema contabile giapponese si sviluppa già a partire dalla fine del XIX secolo con l’introduzione del Codice di Commercio per effetto del processo di industrializzazione. Fino alla fine della seconda guerra mondiale però l’economia giapponese era sotto il controllo di un ristretto numero di consorzi47 di carattere politico ed economico che coinvolgevano principalmente banche e famiglie di nobili.

La svolta economica si ha alla fine del conflitto mondiale, quando il Giappone diventa una delle maggiori potenze economiche. Il mercato dei capitali raggiunge negli anni ’90 dimensioni ben superiori rispetto sia a quello degli Stati Uniti che a quello della Gran Bretagna.

Alla fine di questo decennio il mercato deve fronteggiare una drammatica caduta delle quotazioni, obbligando il governo a intervenire con una riorganizzazione del sistema bancario e ad un’apertura verso i mercati esteri con notevoli conseguenze sul sistema contabile nazionale.

Sebbene il ricorso al mercato dei capitali sia abbastanza diffuso, le società hanno preferito comunque ricorrere a prestiti e finanziamenti grazie ai quali le banche hanno avuto un ruolo di primaria importanza, diventando spesso l’azionista di riferimento. In questa situazione è evidente che le banche, che giovano di un accesso diretto alle informazioni, non prestano particolare attenzione ai documenti di bilancio e di reporting che sono rivolti agli investitori esterni.

Le fonti normative da cui oggi deriva l’influenza dello stato sul sistema contabile e societario sono principalmente tre:

47 Questi consorzi, chiamati Zaibatsu, sono stati oggi sostituiti da gruppi informali di controllo detti Keiretsu che, insieme alle banche, esercitano ancora una certa influenza a livello economico - C. NOBES e R. PARKER,

- il Codice di Commercio, influenzato principalmente dal codice tedesco, esso è gestito dal Ministero della Giustizia che, avendo basi legislative anziché contabili, pone l’enfasi non solo sulla tutela degli azionisti, ma anche sulla tutela dei creditori: è infatti prevista per le attività una valutazione prudenziale;

- la normativa bancaria e della Borsa, gestita dal Ministero delle Finanze fino al 2000, è oggi passata alla Financial Services Agency (FSA). Per la stesura della normativa e in fase di introduzione del nuovo sistema giapponese, il modello preso a riferimento fu quello statunitense;

- la normativa fiscale: come in molti paesi europei la normativa fiscale non segue la normativa civilistica e alcuni costi sono non deducibili dal punto di vista fiscale. Spesso le società preferiscono una contabilità che massimizzi il beneficio fiscale, piuttosto che una corretta rappresentazione di quella che è la realtà economica.

L’Ordine dei Commercialisti è stato istituito solo nel 1948 e ha circa 14.000 iscritti: le origini sono quindi molto recenti paragonate a quelle degli ordini europei e americani. Va inoltre sottolineato che i commercialisti non occupano posizioni di rilievo nell’industria e nel commercio e hanno quindi poca influenza nelle fasi di redazione dei bilanci.

Nel 2001 venne istituita la Financial Accounting Standards Foundation con un duplice scopo: da un lato l’organizzazione doveva iniziare un processo di collaborazione con lo IASB per l’adeguamento ai principi contabili internazionali e dall’altro lato trasferire le regole di redazione del bilancio utilizzate nel settore pubblico anche al settore privato.

La specifica normativa che disciplina la forma e il contenuto del bilancio è la Regulations

Concerning the Balance Sheet, Income Statements, Business Report and Supporting Schedules of Joint Stock Corporations, emessa per la prima volta nel 1963 e riformata poi nel 1982.

L’ostacolo maggiore nella lettura di un bilancio di una società giapponese rimane però la lingua. Le società infatti non sono generalmente obbligate a redigere il bilancio in altre lingue. Solo alcune, come ad esempio quelle quotate sui mercati esteri, utilizzano una seconda lingua: per lo più l’inglese48.

Nella tabella seguente49 sono illustrate le principali differenze dei principi contabili giapponesi con gli IAS/IFRS.

48 La SEC, negli Stati Uniti, obbliga infatti tutte le società quotate sul mercato statunitense a redigere il bilancio in inglese. - C. NOBES e R. PARKER, Comparative International Accounting, Prentice Hall – IX Ed. (2006).

Principi giapponesi IAS/IFRS

Leasing Non capitalizzato Capitalizzato

Magazzino Può essere valutato al costo, è

permesso il LIFO

Minore tra costo e valore netto di realizzo; non è permesso il LIFO Contratti di costruzione dove

l’outcome può essere misurato in modo attendibile

E’ possibile usare il metodo del contratto completato

Percentuale di completamento

Goodwill Ammortizzato Impairment test annualmente

Obbligazioni convertibili Trattate come i debiti Distinzione tra debito e patrimonio

netto

Voci straordinarie Hanno ampia definizione Non sono permesse

Nel 2005 lo IASB e l’Accounting Standards Board of Japan hanno annunciato un progetto di convergenza per la rimozione di queste differenze.

Le società giapponesi quotate che soddisfano certi criteri possono utilizzare i principi contabili internazionali IAS/IFRS per la redazione del bilancio consolidato per il esercizi chiusi a partire dal 31 marzo 2010.

B) Cina

Lo sviluppo contabile cinese è stato guidato da un’imponente riforma economica (seppur non accompagnata da una radicale riforma politica) iniziata dopo la Rivoluzione Culturale degli anni ’70.

Il sistema contabile cinese era basato sull’uniformità della contabilità, fondato sul modello russo. Come in molti altri paesi la Riforma del 1992, attuata dal Ministro delle Finanze con quattro documenti, aveva lo scopo di attirare i capitale stranieri.

Il documenti intitolato “Accounting Standards for Business Enterprises (ASBE), entrato in vigore nel 1993 imponeva alcune regole di base, tra cui l’obbligatorietà dell’uso della partita doppia e di un piano dei conti dettagliato a livello nazionale.

A differenza degli US GAAP e degli IAS/IFRS, il Framework dei principi contabili cinesi non identifica in modo specifico lo scopo dei documenti di bilancio e i loro utilizzatori. Visto però il ruolo dello Stato nel sistema economico e politico del Paese è facile immaginare che esso sia annoverato come uno dei più importanti utilizzatori di bilancio. Anche in Cina, data la differente disciplina fiscale, il principale obiettivo della contabilità è la determinazione dell’imponibile fiscale. Il principio della sostanza sulla forma non è riconosciuto e l’attendibilità ha la precedenza sulla significatività.

E’ importante sottolineare che il quadro di riferimento cinese è piuttosto diverso da quello dei principi contabili internazionali. Gli standards infatti sono redatti dal Ministero che controlla anche l’Ordine dei Commercialisti cinesi (CICPA – Chinese Institute of Certified Public Accountants).

Dopo il riordino del 1992, la Banca Mondiale concesse un prestito di 2.6 milioni di dollari per aiutare il Ministero delle Finanze nella riforma della professione contabile e per l’estensione dei principi contabili.

La Cina si è unita allo IASC nel 1997 e nel 1999 l’emissione dell’Accounting Law aveva lo scopo di proteggere gli investitori. Sulla scia di questo, lo State Council, organo amministrativo e legislativo del Congresso Nazionale, ha pubblicato il Financial Accounting and Reporting Rules (FARR) con lo scopo di aggiornare il vecchio Framework avvicinandosi al quadro di riferimento dello IASC.

Dal 2005 sono disponibili dei principi contabili ad hoc per le piccole imprese e per quelle non quotate, che hanno semplificato molto le regole.

Analizzando i bilanci delle società cinesi quotate sul mercato di Honk Hong redatti con gli IAS/IFRS e paragonandoli con i corrispondenti bilanci redatti con i principi contabili cinesi si nota come le differenze siano poco significative e legate soprattutto alla conversione dei valori. Risultano invece più significative le regole cinesi rispetto ai principi statunitensi.

Le principali differenze con gli IAS/IFRS, che comunque sono in fase di azzeramento, riguardano le seguenti regole cinesi50:

- le attività materiali e immateriali non possono essere valutate al costo;

- alcune controllate con attività dissimile dal gruppo possono essere escluse dall’area di consolidamento;

- le attività identificabili in una business combination sono generalmente consolidate al valore contabile e non al fair value;

- l’avviamento è ammortizzato;

- le joint venture sono consolidate con il metodo proporzionale;

- i costi di sviluppo non sono capitalizzati ma spesati a conto economico; - gli interessi maturati sui contratti di costruzione devono essere capitalizzati.

3. ANALISI COMPARATIVA DEI FRAMEWORK E