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C) Repubblica Ceca

7. RIDUZIONE DUREVOLE DI VALORE DELLE ATTIVITA’ E IMPAIRMENT TEST ATTIVITA’ E IMPAIRMENT TEST

7.7. RIPRISTINI DI VALORE

Secondo lo IAS 36, ad ogni chiusura di bilancio, l’entità deve verificare l’esistenza o meno di quelle indicazioni che in esercizi precedenti hanno determinato una perdita di valore di attività o di cash generating unit; in caso di modifica di tali condizioni l’entità deve nuovamente stimare il valore recuperabile dell’attività o dell’unità generatrice di flussi. Le indicazioni che si possono presentare all’entità sono le seguenti48:

- il valore di mercato dell’entità è aumentato in maniera significativa nel corso dell’esercizio;

- nel corso dell’esercizio si sono riscontrati cambiamenti significativi con effetto favorevole per l’entità nell’ambiente tecnologico, di mercato, economico o legale;

- sono diminuiti nel corso dell’esercizio i tassi di interesse di mercato o altri tassi di rendimento sugli investimenti e tali diminuzioni possono condizionare il tasso di attualizzazione utilizzato nel calcolo del valore d’uso dell’attività e incrementano in maniera rilevante il valore recuperabile dell’attività;

- nel corso dell’esercizio sono intervenuti significativi cambiamenti con effetto favorevole sull’entità nella misura o nel modo in cui l’attività è usata determinando incrementi di efficienza dell’azienda;

- il sistema informativo interno evidenzia che il rendimento economico dell’attività è o sarà, migliore di quanto ottenuto precedentemente.

Una perdita per riduzione di valore di un’attività diversa dall’avviamento rilevata negli esercizi precedenti, deve essere rettificata se, e solo se, vi è stato un cambiamento nelle valutazioni utilizzate per determinare il valore recuperabile dell’attività da quando è stata rilevata l’ultima perdita per riduzione di valore. Tale incremento è un ripristino di valore49.

47 FAS 142, par. 33 e 36.

48

IAS 36, par. 111.

Secondo gli US GAAP, il ripristino di una perdita di valore rilevata non è mai consentito, così come non è mai consentito il ripristino della perdita di valore rilevata sull’avviamento una volta completato il processo per la sua determinazione50.

Di seguito si prenderanno in esame le modalità di contabilizzazione delle riprese di valore a seconda che si tratti di una singola attività o di una cash generating unit, previste dallo IAS 36.

Ripresa di valore di una singola attività

Il ripristino di valore di un’attività comporta un aumento del suo valore contabile fino al limite del valore che sarebbe stato determinato se non fosse stata in precedenza rilevata alcuna perdita di valore. Quando l’incremento di un’attività supera la ripresa di valore si parla invece di rivalutazione o rideterminazione del valore ed in questi casi, per la contabilizzazione, si fa riferimento al principio contabile internazionale di riferimento dell’attività oggetto di analisi51.

La ripresa di valore di un’attività, escluso l’avviamento, precedentemente svalutata per riduzione di valore, deve essere contabilizzato immediatamente a conto economico52.

Quando l’attività è già stata rivalutata in esercizi precedenti l’eventuale ripristino di valore deve essere considerato come aumento della rivalutazione e la ripresa di valore è rilevata direttamente come incremento del patrimonio netto nella riserva di rivalutazione53.

Con l’iscrizione in bilancio del nuovo valore contabile di un’attività, a seguito della ripresa di valore, devono essere modificate anche le quote di ammortamento e tale nuovo valore contabile deve essere suddiviso sistematicamente per tutta la vita residua del bene54.

Ripresa di valore di una cash generating unit

Il ripristino di valore di una cash generating unit derivante da una nuova determinazione del valore recuperabile (superiore al valore contabile) deve essere attribuito alle attività facenti parte della cash generating unit, ad eccezione dell’avviamento55, in proporzione al loro valore contabile;

50 FAS 144, par. 15 e FAS 142, par. 20.

51 IAS 36, par. 118.

52

IAS 36, par. 119.

53 IAS 36, par. 120.

54 IAS 36, par. 121.

55 Nelle basis for conclusion BC 189 viene evidenziato che lo IAS 38 proibisce la rilevazione dell’avviamento generato internamente. Pertanto se fossero consentiti ripristini di valore dell’avviamento, un’impresa dovrebbe definire la misura in cui l’incremento successivo del valore recuperabile dell’avviamento sia attribuibile al recupero dell’avviamento acquisito nell’ambito di una cash generating unit, piuttosto che ad un incremento dell’avviamento generato internamente dall’unità. Il Board ha concluso che tale possibilità di distinzione è molto difficile da attuare e di conseguenza ha proibito la possibilità di ripresa di valore per questa particolare attività immateriale. - F. DEZZANI, P.P. BIANCONE, D. BUSSO, IAS/IFRS Manuale, 1° Edizione 2010, IPSOA (2010).

l’incremento del valore contabile, derivante dalla ripresa di valore, deve seguire il trattamento previsto per la ripresa di valore di singole attività56.

Nell’allocare l’importo derivante da un ripristino di valore di una cash generating unit, il valore contabile di un’attività non può essere superiore al più basso tra57:

- il valore recuperabile, se determinabile;

- il valore contabile che si sarebbe determinato, al netto degli ammortamenti, se negli esercizi precedenti non fosse stata rilevata alcuna perdita per riduzione durevole di valore dell’attività.

Ripresa di valore per l’avviamento

Una perdita per riduzione durevole di valore dell’avviamento non deve mai essere eliminata in un esercizio successivo58. Nel caso di incremento del valore recuperabile dell’avviamento in esercizi successivi alla rilevazione di una perdita per riduzione durevole di valore è probabile che si tratti di un aumento generato dall’avviamento internamente, piuttosto che una eliminazione della perdita per riduzione rilevata per l’avviamento acquisito. Lo IAS 38 vieta espressamente la rilevazione dell’avviamento generato internamente59.

7.8. INFORMAZIONI INTEGRATIVE

Secondo i principi contabili internazionali, l’entità deve indicare per ciascuna classe di attività60, nelle note al bilancio61:

- l’ammontare delle perdite per riduzione durevole di valore rilevate nel conto economico nel corso dell’esercizio e la linea (o linee) della voce di conto economico nella quale tali perdite per riduzione durevole di valore sono incluse;

- l’ammontare dei ripristini di valore rilevati nel conto economico nel corso dell’esercizio e la linea (o le linee) della voce di conto economico nella quale tali ripristini di valore sono iscritti;

- l’ammontare delle perdite per riduzione durevole di valore su attività rivalutate rilevate direttamente nel patrimonio netto nel corso dell’esercizio;

- l’ammontare del ripristino di valore su attività rivalutate rilevato direttamente nel patrimonio netto nel corso dell’esercizio.

56 IAS 36, par. 122. 57 IAS 36, par. 123. 58 IAS 36, par. 124. 59 IAS 36, par. 125. 60

Una classe di attività è un gruppo di attività similari per natura e utilizzo nell’attività dell’entità – IAS 36, par. 127.

Un’entità che fornisce l’informativa di settore secondo quanto previsto dall’IFRS 8 – Settori

operativi, deve indicare per ogni settore oggetto di informativa62:

- l’ammontare delle perdite per riduzione durevole di valore rilevato nel conto economico e direttamente nel patrimonio netto nel corso dell’esercizio;

- l’ammontare dei ripristini di valore rilevato nel conto economico e direttamente nel patrimonio netto nel corso dell’esercizio.

Un’entità deve indicare per ogni perdita per riduzione durevole di valore significativa rilevata o eliminata durante l’esercizio per ogni specifica attività, compreso l’avviamento, o cash generating unit63:

- i fatti o le circostanze che hanno portato alla rilevazione o all’eliminazione della perdita per riduzione durevole di valore;

- l’ammontare della perdita per riduzione durevole di valore rilevata o eliminata;

- per una singola attività, la natura dell’attività e, se l’entità presenta l’informativa di settore secondo quanto previsto dall’IFRS 8, il settore oggetto di informativa a cui appartiene l’attività, basato sullo schema di riferimento dell’entità;

- per le cash generating unit:

i. la descrizione dell’unità generatrice di flussi finanziari;

ii. l’importo della perdita per riduzione durevole di valore rilevata o eliminata per classe di attività e, se l’entità presenta l’informativa per settore, per settore oggetto di informativa sulla base dello schema di riferimento primario dell’entità;

iii. se l’aggregazione di attività utilizzate per identificare l’unità generatrice di flussi finanziari è cambiata dall’ultima stima del valore recuperabile della cash generating unit, una descrizione della metodologia attuale e precedente con la quale si è proceduto all’aggregazione delle attività e le ragioni per cui è stato modificato il criterio con cui la cash generating unit è stata identificata;

- se il valore recuperabile dell’attività o della cash generating unit è il fair value dedotti i costi di vendita o il valore d’uso;

- se il valore recuperabile corrisponde al fair value dedotti i costi di vendita, la base utilizzata per determinare il fair value dedotti i costi di vendita;

- se il valore recuperabile è il valore d’uso, il tasso di attualizzazione utilizzato nella stima corrente e nelle stime precedenti del valore d’uso.

Se una qualunque parte dell’avviamento acquisito in un’aggregazione aziendale durante l’esercizio non è stata allocata ad un’unità o a un gruppo di unità alla data di riferimento del

62

IAS 36, par. 129.

bilancio, l’importo dell’avviamento non allocato deve essere indicato insieme alle ragioni per cui tale importo rimane non allocato64.

Sempre lo IAS 36 al par. 134, prevede che l’entità indichi le ipotesi utilizzate per quantificare il valore recuperabile delle attività o cash generating unit ed in modo particolare quando l’avviamento o una attività immateriale a vita utile indefinita sono ricomprese nel valore contabile dell’unità. In particolare è necessario indicare:

- il valore contabile dell’avviamento attribuito al’unità;

- il valore contabile delle attività immateriali con vite utili indefinite attribuito all’unità; - il criterio utilizzato per determinare il valore recuperabile dell’unità, ossia il valore d’uso o fair value dedotti i costi di vendita.

Quando il valore recuperabile dell’unità si basa sul valore d’uso, l’entità deve fornire:

- una descrizione di ogni ipotesi che la direzione aziendale ha considerato per la proiezione dei flussi finanziari per il periodo oggetto di budget/previsioni più recenti;

- una descrizione dell’approccio della direzione aziendale per determinare il valore assegnato ad ogni ipotesi di base senza tenere conto se il valore riflette esperienze passate o è coerente con le fonti esterne di informazione;

- l’esercizio sul quale la direzione aziendale ha proiettato i flussi finanziari basati sui più recenti budget/previsioni e, se utilizzato per un periodo superiore a cinque anni, la motivazione per la quale è corretta l’utilizzazione di un periodo più lungo;

- il tasso di crescita utilizzato per estrapolare le proiezioni di flussi finanziari oltre il periodo dei budget/previsioni e la motivazione per l’eventuale utilizzo di un tasso di crescita superiore al tasso medio di crescita a lungo termine della produzione, settori industriali, paesi in cui l’entità opera o per il mercato a cui l’entità è rivolta;

- il tasso di attualizzazione applicato alle proiezioni di flussi finanziari.

Quando il valore recuperabile dell’unità si basa sul fair value dedotti i costi di vendita e tale valore non è determinato sulla base di un prezzo di mercato osservabile per l’unità, l’entità deve fornire:

- la descrizione di ogni ipotesi su cui la direzione aziendale ha basato la determinazione del fair value dedotti i costi di vendita;

- la descrizione dell’approccio della direzione aziendale per determinare il valore assegnato ad ogni assunto di base, senza tener conto se tale valore riflette esperienze passate o se è coerente con le fonti esterne di informazione.

Quando il cambiamento in un’ipotesi di base per la determinazione del valore recuperabile dell’unità potrebbe comportare un valore contabile della stessa superiore al valore recuperabile, l’entità deve indicare:

- l’eccedenza del valore recuperabile dell’unità rispetto al valore contabile; - il valore individuato nelle ipotesi di base;

- l’importo a cui il valore assegnato alle ipotesi di base deve rettificarsi, affinché il valore recuperabile dell’unità sia pari al valore contabile.

Simili le informazioni da fornire nelle note al bilancio richieste dagli US GAAP che, nel caso in cui sia rilevata una perdita per riduzione di valore, prevede la seguente informativa65:

- una descrizione dell’attività svalutata e dei fatti e circostanze che hanno condotto alla svalutazione;

- l’importo della perdita, qualora non evidenziata separatamente, e la riga di conto economico in cui è inclusa;

- il metodo utilizzato per la determinazione del fair value;

- qualora applicabile, il settore in cui l’attività svalutata è inserita secondo l’informativa per settore prevista dal FAS 131.

Nel caso in cui la perdita sia riferita all’avviamento è necessario fornire66:

- una descrizione dell’attività svalutata e dei fatti e circostanze che hanno condotto alla svalutazione;

- l’ammontare della perdita e il metodo utilizzato per la determinazione del fair value della relativa reporting unit;

- se la verifica non è stata ancora completata, ma la perdita è probabile e può essere ragionevolmente stimata, il fatto che la perdita è una stima e, nell’esercizio successivo, le spiegazioni sulla natura e sull’importo di ogni rettifica significativa di quella stima.

Secondo il Regolamento S-X 5, per tutte le attività immateriali, compreso l’avviamento, deve essere indicato il principio contabile applicato per la determinazione delle perdite di valore, incluso il modo in cui sono individuate le reporting unit e come l’avviamento è allocato a tali reporting unit67. 65 FAS 142, par. 46. 66 FAS 142, par. 47. 67 Regolamento S-X 5-02, par. 15.

8. RIMANENZE

Il principio contabile internazionale di riferimento per quanto riguarda la contabilizzazione delle rimanenze di magazzino è lo IAS 2 – Rimanenze mentre nell’analisi degli US GAAP si fa riferimento all’ARB 43 Ch 4 – Inventory pricing e al FAS 151 – Inventory costs.

La principale differenza tra i due corpi di principi contabili riguarda le configurazioni di costo accettate per la valutazione delle rimanenze. Infatti, mentre il metodo LIFO è accettato dagli US GAAP, lo stesso metodo non è ammesso dagli IAS/IFRS.

Inoltre le svalutazioni di magazzino, che fanno riferimento a parametri diversi nei due corpi di principi contabili, non sono mai ripristinabili per gli US GAAP, mentre, se ne vengono meno le ragioni, devono essere ripristinate secondo gli IAS/IFRS.

8.1. AMBITO DI APPLICAZIONE E DEFINIZIONI

Lo IAS 2 deve essere applicato a tutte le rimanenze, eccetto le seguenti in quanto disciplinate da specifici principi contabili1:

- i lavori in corso derivanti da commesse a lungo termine, inclusi i contratti di servizio direttamente connessi (IAS 11);

- gli strumenti finanziari;

- le attività biologiche connesse ad attività agricole e prodotti agricoli al momento della raccolta (IAS 41).

Sono invece esclusi dall’applicazione dello IAS 2 le rimanenze di prodotti agricoli dopo il raccolto, le rimanenze di minerali e di prodotti minerari detenute dai rispettivi produttori quando la valutazione avviene sulla base del valore di realizzo e le rimanenze detenute da commercianti ed

intermediari in merci quando la valutazione avviene sulla base del fair value, al netto dei costi di vendita2.

Sono quindi considerate rimanenze ai fini dello IAS 23 quei beni posseduti per essere destinati alla vendita durante il normale svolgimento dell’attività d’impresa oppure quei beni impiegati nei processi produttivi per la fabbricazione di prodotti o, infine, quei beni impiegati nel processo di produzione o nell’erogazione di servizi sotto forma di materiali o di forniture di beni.

Possono essere pertanto considerate rimanenze le merci, i prodotti in corso di lavorazione, le materie prime e sussidiarie, le materie di consumo e i prodotti finiti.

La definizione che dà l’ARB 434 nell’ambito degli US GAAP è molto simile: esso ricomprende nel magazzino gli elementi tangibili che sono detenuti per la vendita nel corso dell’ordinaria attività di impresa, oppure sono ancora in corso di lavorazione e finalizzati alla vendita, oppure sono destinati ad essere consumati nella produzione di beni e servizi disponibili per la vendita.