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Il Kitāb al-Ḥikma al-Ḫālida

2. Struttura dell’opera

2.1. Il testamento di Ūšhanǧ

In un articolo del 1997335 la studiosa Roxanne Marcotte sostenne la possibilità che il Ǧāwīdān Ḫirad fosse «uno dei più antichi esemplari persiani di un ancora più antico genere letterario del periodo pre-islamico, molto probabilmente dell’ultimo

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Suggerisco qui una diversa traduzione rispetto a quella di G. C. Anawati, il quale intende Īrānšahr come nome proprio di un re. Per maggiori informazioni sul significato che questo termine di origine persiana può avere, cfr. D. N. MacKenzie, “Ērān, Ērānšahr”, Encyclopædia Iranica, VIII/5, p. 534.

332 Miskawayh, Al-Ḥikma al-Ḫālida, p. 3. Per la traduzione francese di questo paragrafo introduttivo, si

veda G. C. Anawati, “La Sagesse Éternelle de Miskawayh”, p. 65.

333 Ibid.

334 Titolo di A. Badawī.

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periodo sasanide»336, e che ne esistesse «una traduzione anonima in persiano, la quale è considerata uno dei più antichi scritti morali tradizionali in persiano»337.

Secondo la studiosa, dunque, la prima sezione del Kitāb al-Ḥikma al-Ḫālida di Miskawayh sarebbe molto simile nel suo contenuto, ad un testo in lingua persiana dal titolo Nuktahā-i Kitāb-i Ǧāwīdān Ḫirad (Estratti dal Libro della Sapienza Eterna), rinvenuto in una delle più antiche collezioni di letteratura morale persiana, recentemente riedita con il titolo di Ḫirad-nāmah (Libro della Sapienza)338 a partire da un unico manoscritto datato nel XII secolo il quale conterrebbe un testo che potrebbe essere più antico di oltre un secolo, considerandone il lessico e la grammatica. Si ipotizza dunque che si possa trattare di una traduzione e rielaborazione in arabo del suddetto testo, o quantomeno di un’opera che abbia con esso delle radici comuni. Quella di Miskawayh, comunque, sarebbe o deriverebbe da una versione più completa dell’anonimo testo persiano summenzionato, e rispetto a quest’ultimo sarebbe anche scritta in una prosa più elegante, fluente ed armonica.

Fondata o meno che sia la tesi di R. Marcotte339, una domanda che ci possiamo porre in merito al testo riguarda la sua attribuzione. Ovviamente, Hošang non può essere il reale autore di questo testamento dal momento che, come abbiamo accennato, fu re leggendario della letteratura persiana.

Secondo la leggenda, egli fondò ed appartenne alla dinastia Pēšdādiyan. Nella tradizione avestica Hošang è considerato un eroe venerato, al quale sono attribuite gesta leggendarie, il padre di tutti gli iraniani, il primo re dell’umanità, o il primo uomo in generale. Le fonti non sono sempre concordi e precise nel descriverlo. La storiografia tradizionale sviluppatasi nell’ultimo periodo sasanide razionalizzò la storia di Hošang

336

Ibid., p. 77.

337 Ibid., p. 78.

338 Khirad-nāmah. Atharī az Qarn Shishum Hijrī Qamarī, 2a ed., ed. Manṣūr Tharvat, Tehran, 1994.

Traggo l’informazione bibliografica da R. Marcotte, “An Early Anonymous Persian Moral Text”, p. 79.

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M. S. Khan, in un articolo pubblicato l’anno successivo a quello di R. Marcotte è intervenuto nella discussione giudicando le argomentazioni presenti nelll’articolo di R. Marcotte non sufficienti per un lettore che volesse giungere a delle conclusioni definitive. Scrive infatti: «The writer has not given much information either about the ms. of this recension of Jāvidān Khirad or about the edition of Manṣūr Tharwat which is not available to this writer. She has also not published the Persian text or its full translation into English. The extent of the ms. cannot be ascertained precisely because the published English translation is not complete and covers only two printed pages. […] The above paper came to notice of this writer only recently but the Persian text is not available to him so that he was not in a position to compare Miskawayh’s Jāvidān and the recently published Khiradnāmah and point out if there were any parallel passages or identical ideas in the two works. Although it is a tiresome and time- consuming task, yet Miss R. Marcotte should have done it before publishing the paper»; cfr. M. S. Khan, “An Apocryphal Work: The Jāvidān Khirad of Miskawayh” in Islamic Studies 37:3, 1998, pp. 371-380.

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dandole una forma dalla quale in seguito verranno tratte le linee generali dagli autori del periodo islamico. Quelle che seguono sono infatti le notizie riguardanti Hošang che troviamo nello Šah-nāma di Firdawsī, nel Ta᾿rīḫ di Ṭabarī o nel Kitāb al-āṯār al-

bāqiyya ῾an al-qurūn al-ḫāliyya (Libro della cronologia delle antiche nazioni) di al-

Bīrūnī: Siāmak, figlio di Gayōmard, fu ucciso dai demoni, ma Hošang, suo figlio, vendicò il suo omicidio e gli successe al trono, regnando per quarant’anni. Introdusse la metallurgia, l’architettura, l’addomesticamento degli animali, il sistema dei canali per l’irrigazione, e promosse la coltivazione. Al-Ṭabarī gli attribuisce la fondazione di Susa e di Babilonia. Esiste anche un racconto, piuttosto tardo, che gli attribuisce la scoperta accidentale del fuoco.340 Anche nel Taǧārib al-Umam compare Hošang: per Miskawayh, egli è infatti il primo uomo e il primo re del mondo.341

W. B. Henning segnalò il fatto che nella tradizione letteraria iraniana non venisse attribuito ad Hošang alcun libro di massime sapienziali. Al di là dell’ovvia considerazione del fatto che si tratti di una figura leggendaria, ciò potrebbe significare che nemmeno il manoscritto utilizzato da Miskawayh attribuisse quelle massime ad Hošang. L’ipotesi di Henning è infatti che Miskawayh si sia servito di un altro testo, circolante in pahlavi, attribuito ad Aōšnar342, dal titolo Andarz Aošnar-i Dānāk.343 Tale testo, molto conosciuto nel X secolo, nell’originale conterrebbe molti echi della religione zoroastriana che nel testo di Miskawayh non compaiono.344 Miskawayh, però, utilizza alcune delle massime contenute in questo testo, attribuendole a Buzurǧmihr. Ciò significa che, molto probabilmente, egli non ebbe accesso all’originale Andarz Aošnar-i

Dānāk. Per questo motivo, M. S. Khan considera poco convincente l’argomento di

Henning: «In fact, it is quite difficult to establish definitely a link between Aoshnar, Miskawayh and the Jāvidān Khirad».345

340 Cfr. A. Shapur Shahbazi, “Hōšang”, Encyclopædia Iranica, XII/5, pp. 491-492. 341 Cfr. M. S. Khan, “An Apocryphal Work”, p. 373.

342 Aōšhnar, secondo il Dēnkard, fu un antico sapiente vissuto durante la dinastia Kayan, cancelliere di

Kay Kāvus; cfr. Andarz Aoshnar-i Dānāk, ed. E. B. N. Dhabhar, Bombay, 1930, p. v.

343 L’edizione è la sopracitata Andarz Aoshnar-i Dānāk, ed. E. B. N. Dhabhar, Bombay, 1930. 344 Cfr. R. Marcotte, “An Early Anonymous Persian Moral Text”, pp. 80-81.

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