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Come già affermato in precedenza il tedesco funse in passato da lingua vettore permettendo l’ingresso di termini di origine latina nella lingua polacca. Molti sono stati gli studi dedicati ai contatti tra la lingua tedesca e polacca. In questo paragrafo si intende semplicemente offrire una panoramica dei contributi principali e presentare i periodi storici in cui i contatti linguistici hanno avuto luogo e come questi abbiano influenzato in particolare la lingua polacca. Gli storici sono concordi nell’affermare che la lingua tedesca sia stata quella ad avere maggiormente influenzato il polacco tanto che molte parole di origine tedesca ormai sono state assimilate e non vengono più percepite come straniere.

Terminy czeskie i łacińskie, włoskie i francuskie szły drogą książową i nikt nie ważył się ich zmieniać; niemieckie przeciwnie, szły od giełdy, cechu, warsztatu; nie czuwała nad nimi żadna opieka literacka i, dla braku zupełnego literatury rodzimej, nic nie stawiało najlżejszej choćby tamy czy przeszkody temu napływowi gwałtownemu przybyszów. Za to przynajmniej lud spolszczał je nieraz tak znakomicie, że ich dziś od wyrazów rodzimych nieraz odróżni nie można […].

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(Brückner, 1974:374)

Gli effetti di questa penetrazione di germanismi senza alcun controllo ha portato i parlanti polacchi ad apprendere le parole tedesche, semplicemente ripetendole così come le sentivano. Di conseguenza, per quanto concerne i suoni vocalici si sono utilizzate le vocali (a,e,i,o,u) senza ricorrere ai dittonghi. Per questo motivo in polacco troviamo; mistrz, da Meister; bruk al posto di Brücke; ratusz, invece di Rathaus (Brückner, 1974:382).

Il linguista ceco Jiri Damborsky (1974), analizza tutti i prestiti tedeschi, riportati nel dizionario della lingua polacca “Mały slownik języka polskiego” (Skorupka, Auderska e Lempicka, 1969) e giunge alla conclusione che i prestiti dal tedesco sono meno numerosi di quelli dal latino, dal francese e dal greco. Nel 1996 Drechsel ha realizzato uno studio sulla falsa riga di quello di Damborsky in cui ha paragonato la frequenza dei germanismi in un dizionario polacco-tedesco di carattere generale, si trattava precisamente del Großwörterbuch Polnisch-Deutsch di Jan Piprek et al., con la frequenza dei germanismi in un dizionario tecnico ed è giunto alla conclusione che:

[…] dass der deutsche Anteil am heutigen polnischen Fachwortschatz eher unbedeutend ist. Innerhalb des allgemein-sprachlichen Wortschatzes hingegen haben Wörter deutscher Herkunft ihren festen Platz und stellen in ihrer Gesamtheit seit längerem eine relativ konstante Größe dar.

(Drechsel, 1996: 49)

Lipczuk (2001) sostiene come tali studi non siano comunque troppo attendibili in quanto nei dizionari monolingue non vengono indicati tutti i germanismi e riporta a titolo esemplificativo il già menzionato dizionario di Skorupka et al. (1969) dove alla voce szynka (Schinken) mancherebbe l’indicazione dell’origine tedesca. Un’altra studiosa ad avere effettuato ricerche in questo ambito è stata Karszniewicz-Mazur (1988), la quale ha approfondito l’influenza della lingua tedesca sulla lingua polacca dal punto di vista cronologico e storico. Czechowska-Blachiewicz e Habrajska (1989) nel loro lavoro si sono concentrate sui prestiti dal tedesco nella zona di Łodz, che nel XIIX

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e XIX secolo era la seconda città polacca per dimensioni dove risiedevano molti tedeschi. Anche il linguista Andrzej de Vincenz (1992) si è interessato a questo ambito di studi analizzando il grande impatto del tedesco sul polacco e l’esigua influenza, al contrario, del polacco sul tedesco. Lo studioso spiega così questo fenomeno:

[…] daß die Geschichte Europas die Geschichte der Ausbreitung der christlich- lateinischen Kultur von Italien und Frankreich auf den Rest des Kontinents, nach Norden und Osten, ist. So gibt es im Deutschen Hunderte von Lehnwörtern aus dem Französischen, während man im Französischen kaum zwanzig oder dreißig deutsche Lehnwörter zusammenbekommt.

(De Vincenz,1992: 121)

Interessante è il lavoro di Nowowiejski (1996) che si concentra sui prestiti dal tedesco nel XIX secolo nell’ambito del lessico ufficiale e mette in rilievo come molti di questi siano stati poi sostituiti nel secolo successivo con termini polacchi, mostrando al contempo come molti germanisti siano scomparsi dalla lingua polacca. Si riportano di seguito alcuni esempi, fanno parte del primo gruppo i germanismi di uso corrente mentre nel secondo sono elencati diversi germanismi ormai in disuso.

( I)

buchalter, feldmarszalek, geszeft, heca, hantle, knajpa, landszafta, meldowac, mufa, pudel, szpicel, szwarcowac, szwejsowac, szyber,zecer

( II)

abreibung, abszlus, amt, amtman, ausbruch, bajrat, bakenbardy, banhof, berycht, bonerowanie, brener, bryftregier, fakelcug, ferklejdunk, festunek, forszlag, forszus, fortszrytler, frejowy (bezplatny = kostenlos), heklowac, kaisersznit, knakwurszt, krejs, kuczer, landrat, landwera, liwerant, opernhauz, pakkamer, pocztamt, pulwersak, rajsbret, ranglista, raps, szlips, szprechowac, szryft, szuwaks, trejbhauz, traktier, trephauz

(Nowowiejski,1996: 256)

Dal punto di vista storico-cronologico la maggior influenza di germanismi è da far risalire all’espansione economica tedesca nei secoli XIII-XV, soprattutto nelle città. Le prime influenze risalgono già al XVI secolo e riguardarono in particolare la vita

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quotidiana, molti di questi termini sono ancora in uso oggigiorno, ad esempio blacha,

browar, burmistrz, cegła, czynsz, dach, gmach, gmina, jarmark ecc.

Secondo quanto afferma Witkorowicz (1997) i primi contatti tra le due lingue avrebbero già avuto luogo molto prima.

Die deutsch-polnischen Sprachkontakte reichen in das 10. Jahrhundert zurück, in die Zeit der Christianisierung Polens, da deutsche Geistliche an der Christianisierung Polens stark beteiligt waren. Als Beginn der deutschen Kolonisation in Polen betrachtet man die Ansiedlung der deutschen Bauern durch das Zisterzienserkloster in Lubiąż (Leubus) aufgrund der Urkunde aus dem Jahre 1175.

(Witkorowicz, 1997:1595)

Dalla seconda metà del XIIX secolo giunsero nella Grande Polonia molti contadini protestanti ma il flusso maggiore di insediamenti tedeschi ebbe luogo dopo la spartizione della Polonia, proprio quando questa come stato smise di esistere. Nel XIX secolo si ebbe la seconda ondata di germanismi come la definisce Walczak (1999:539) “druga fala wpływów niemieckich” nei territori sotto l’influenza prussiana e austriaca. In questo periodo si radicarono ancora di più nella lingua polacca i germanismi già presenti e se ne aggiunsero dei nuovi soprattutto nell’ambito scolastico, in quello dell’amministrazione, dell’esercito e della stampa. Questo processo fu facilitato dal fatto che nelle zone di influenza prussiana la lingua polacca venne bandita dalle scuole, dalle amministrazioni e dalla chiesa. Anche in seguito alla rinascita dello stato polacco nel 1918 rimasero stretti i contatti tra i due paesi e la Repubblica di Weimar (1918- 1933) sostenne economicamente la minoranza tedesca residente in Polonia così da permettere la fondazione e l’organizzazione di scuole private e teatri in lingua tedesca. Successivamente durante la seconda guerra mondiale, con l’occupazione della Polonia da parte della Germania i contatti linguistici vennero ulteriormente rafforzati.

I prestiti riguardano anche i nomi propri così in lingua polacca iniziarono a diffondersi i seguenti nomi:

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[...] Dzietrzych da Dietrich, Dziećmiar o Dziećmar da Dietmar, Jerzman da Herman, Godprzyd da Gotfried, Zebrzyd da Siegfried, Walcerz da Walter, Olbrycht o Olbracht da Albrecht e Biernat da Bernard.

(Klemensiewicz, 2007:137)

L’impatto della lingua tedesca non è solo visibile a livello lessicale ma anche nella formazione delle parole e della struttura della frase. Di seguito vengono riportati alcuni esempi di formazione delle parole polacche sulla base del modello tedesco:

[…] mieć miejsce – statthaben, na wypadek – im Falle, zapoznać – verkennen, zradzać – verraten, miarodajny – massgebend, wykorzystać – ausnützen, odszkodowanie – Entschädigung, wyciągać wniosek – einen Schluss ziehen […].

(Klemensiewicz, 2007:646)

Alcune parole polacche vennero coniate sulla base di quelle tedesche dando vita ad alcuni calchi, di seguito se ne riportano alcuni a titolo esemplificativo.

[…] Parowóz – Dampfwagen, parostatek – Dampfschiff, czasopismo – Zeitschrift, czasokres – Zeitabschnitt, światpogląd – Weltanschauung, krwioobieg – Blutungslauf, duszpasterzować – Seelsorger, rzeczoznawca – Sachverständiger […]

(ibidem)

Recentemente Bizukojć (2013) ha pubblicato il suo studio intitolato Możliwości

języka polskiego i niemieckiego w zakresie kreowania nazw produktów in cui ha

analizzato 100 nomi di prodotti tratti da promozioni pubblicitarie online in lingua tedesca e polacca e si è concentrata su come viene realizzata, nelle due lingue, la nominalizzazione. La studiosa è giunta alla conclusione che la lingua tedesca tende a creare nuovi termini sotto forma di composti mentre il polacco ricorre a frasi più complesse. Ad esempio:

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Jalousiereiniger vs szczotka do czyszczenia żaluzji; Würstegriller vs uchwyt do grillowania kiełbasek; Wasserbad-Schmelzschale vs miska do rozpuszczania produktów w kąpieli wodnej.

(Bizukojć, 2013:59)

Vengono considerati germanisti i verbi polacchi con il prefisso przed- quando questo è impiegato in una funzione inconsueta per la lingua polacca, ad esempio nei verbi przedłożyć – verlegen, przedstawić –vorstellen.

Nell’articolo intitolato Deutsche Entlehnungen im Polnischen - Geschichte, Sachbereiche, Reaktionen, Lipczuk (2001) offre una panoramica dei diversi

ambiti della lingua polacca caratterizzati dalla penetrazione di germanismi, da quello della cucina, dell’economia, passando per l’ambito militare e religioso, fino ad approfondire quello sportivo e dell’abbigliamento. Ancora oggi l’influenza della lingua tedesca è presente e tra i prestiti più recenti possiamo ricordare autohaus, autohandel e

InterCity (Czarnecki, 2000).

In merito ai germanisti Klemensiewicz (2007) riporta le parole critiche dello scrittore polacco Suchecki:

Germanizmy przeciw przyrodzonemu lub nadobnemu słów porządkowaniu, które zdobi polszczyznę, zagęszczają się coraz bujniej pod piórami nowych pisarzy. Nie można błędów usprawiedliwiać, zwalając je na karb dowolnej swobody w polskim słów układaniu. Grzeszą szczególnie tłumacze, którzy bez myśli, bez potrzeby, niewolniczo ustawiają słowa w ład niemiecki [...] z nawyknienia popełnia też myłki osobliwe dziennikarstwo i powieściarstwo.

(citato in Klemensiewicz, 2007:646)

Tuttora l’area centrale dell’Europa rimane una delle aree più ricche dal punto di vista della varietà linguistica e delle compenetrazioni quindi non deve stupire che il polacco sia così soggetto ad influenze da parte delle lingue parlate nelle zone limitrofe.

Le influenze del latino