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106 Internet è altresì uno spazio, un proprio ambiente virtuale Lo sviluppo delle nostre vite lontano

dallo spazio fisico e interno allo spazio virtuale e digitale di internet ha prodotto – o forse soltanto accelerato il svilupparsi di processi già in atto – sindromi e psicosi che stanno alterando profondamente il carattere sociale delle relazioni nel nostro tempo. Una lettura critica della postmodernità non può esimersi dal rilevare gli effetti disastrosi della cultura televisiva propria dei decenni '80 e '90 alla fine del XX secolo dove, almeno in Italia, si è assistito a ciò che potremmo considerare la base per la neutralizzazione successiva, a partire dalla diffusione commerciale di internet, prima nelle case, poi attraverso i cellulari e le apparecchiature portatili.

Siamo ancora alle prese con lo stesso dibattito storico sulla natura della contemporaneità, in cui le forze del sapere, ancora rappresentate dall'accademia, con il suo ruolo guida nella società civile, tentano di costruire degli strumenti di pensiero utili ad un miglioramento della civiltà, partendo dall'osservazione dei fenomeni e dal tentativo di comprensione delle dinamiche di potere sottese ai rapporti sociali. In questo senso, l'avvento della rivoluzione di internet ci permette di aumentare la pressione critica su quanto accade nelle nostre aule, luogo di formazione primaria di una futura classe dirigente che sarà capace di affrontare un avvenire che si presenta sempre più di natura virtuale. La classe dirigente sarà quel gruppo di persone, capace di guidare l’umanità verso un destino il cui obiettivo è l’asserzione dei valori etici del principio di eguaglianza, da un punto di vista del diritto e del dovere; questa classe dirigente si forma a partire da uno spazio scolastico che di per se possiede in partenza delle caratteristiche di tipo egemonico, a cominciare dalla propria collocazione e dai servizi che offre ai propri utenti. Garantire un adeguato equilibrio, come ad esempio avviene nei sistemi scolastici francese o tedesco, dove ogni scuola, senza distinzione tra contesto provinciale e contesto urbano, possiede la stessa dotazione tecnologica così come la stessa qualità d’insegnamento, è di certo un obiettivo primario verso il quale puntare. Allo stesso tempo, essendo la qualità dell’insegnamento una materia distinta e difficilmente giudicabile da un punto di vista qualitativo, il ricordiamo che gli insegnanti sono esseri umani e per questo portatori di caratteristiche diversificate, problematiche a loro volta, e uniche.

Una delle caratteristiche più inquietanti di questa propagazione tecnologica è il suo dato commercialmente appetibile, oltre alla trasferibilità con cui conduce la propria ascesa totalizzante nell'universo urbano. La capacità di risolvere ogni problematica di tipo amministrativo e logistico, così come il trasferimento delle classiche operazioni di tipo bancario, archivistico (attraverso una immensa opera di digitalizzazione250) e funzionale, rende evidente la praticità di questa rivoluzione,

e sottolinea l'aumento del tempo a disposizione. Ciò che l'era di Internet ci fornisce, in cambio di denaro, sottomissione a nuovi modelli di comunicazione e spazio, è la capacità di risparmiare

250 La mole di documenti in corso di scansione e acquisizione da un punto di vista digitale è vertiginosa. Per

fare questo è necessaria la creazione di ulteriori spazi che riescano a contenere questo materiale digitale, che per quanto quantitativamente inferiore, comporta sempre l'adattamento dello spazio fisico e la gestione di Hard Disk sempre più capienti e sempre più funzionali, ma che allo stesso tempo devono essere amministrati e gestiti a livello fisico.

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tempo; proprio questa teoria del risparmio deve essere oggetto di una riflessione ulteriore.

Secondo Hartmut Rosa, le forze di Accelerazione e Decelerazione temporale possono presentarsi in equilibrio, oppure propendere verso una o l'altra forza. Secondo il filosofo dell'Università di Jena, è più ragionevole pensare che le forze di Accelerazione abbiano la meglio sulle seconde:

L'esperienza dell'inerzia, nella mia interpretazione, nasce o si intensifica quando i cambiamenti e le dinamiche nella vita di un individuo o nel mondo sociale (ossia nella storia sia individuale sia collettiva) non vengono più vissuti come elementi all'interno di una catena di sviluppo dotata di senso e direzione, cioè come elementi di <progresso>, ma come un cambiamento senza direzione e frenetico251.

Pensiamo all'ubiquità che ci è concessa attraverso i vari network252 di socializzazione che internet propone – apparentemente senza costo – diversificati e riferiti ad ambienti professionali e sociali distinti, nei confronti dei quali, come individuo, posso presentarmi con identità complementari, o in maniera di fatto anonima, determinando un successo più e meno evidente nell'uno o nell'altro ambiente frequentato. Nasce una particolare schizofrenia generalizzata e massificata. La questione della reperibilità, forse l'aspetto più inquietante di questa tecnologia, espressa nella sua forma padronale che contamina quasi ogni campo dell'esistenza coordinata e gestionale, permette di ripensare un'idea del rapporto tra tempo e spazio.

Grazie all'oggetto fisico del computer, nelle sue dilatate declinazioni portatili, la nostra posizione geografica – statica o in movimento – è repentinamente, in pochi anni, divenuta tracciabile e pertanto controllabile. Questa tracciabilità produce effetti sul nostro organismo, dato che l'informazione disponibile suscita il nostro interesse, come animali pensanti, e cattura la concentrazione sul tracciato delle nostre esistenze. D'altro canto, essendo tutto – o quasi – già reperibile attraverso questo strumento, internet, i nostri percorsi – urbani, suburbani, terrestri – diminuiscono d'intensità o si trasformano in qualcos'altro, qualcosa di diverso che ci riporta al divenire caosmotico di Guattari; torniamo ad essere un popolo di raccoglitori nomadi e semi- nomadi con la differenza di saper accettare il fatto di conoscere i connotati della destinazione, già prima di partire, alla ricerca del frutto per il nostro sostentamento.

4. Bisogni primari altamente superati: Il Dove

La questione del Dove avvenga questa invasione è altrettanto importante. Grazie ad uno strumento come Google Earth, entriamo in contatto con una mappa interattiva che ci permette di

251 H. ROSA, Accelerazione e Alienazione. Einaudi, Torino 2015, p. 43

252 Per non utilizzare sempre la formula abusata di social network, che ci rende succubi di un imperialismo

linguistico che lentamente e inevitabilmente agisce sul depauperamento del linguaggio, propongo di utilizzare la traduzione italiana di rete di socializzazione. Su questo tema è necessario trovare il tempo per un dibattito tra depauperamento e progressione meticcia della lingua.

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arrivare al dettaglio – visivo – di una strada di campagna che porta all'oceano, partendo dalla periferia di Nantes, oppure di scoprire una taverna in posizione panoramica sulle coste della Dalmazia. Questo patrimonio di informazioni è in continua espansione ed è cruciale tentare una analisi sia qualitativa che quantitativa dei suoi effetti, nel corso della diffusione sociale che compie. È chiaro che ciò a cui stiamo assistendo è uno scontro tra la sfera pubblica e quella privata, nel senso della commistione delle nostre vite, attraverso le tecnologie, tra una dimensione intima e una pubblica.

L'ambiente dove vive l'individuo di questa epoca che chiamiamo Tecnoevo, è un ambiente misto; queste due sfere si sono trasformate insieme al progresso delle tecnologie e, allo stesso tempo, si sono distanziate con più vigore rispetto all'antichità o al passato, promuovendo così la nascita di un terzo ambiente.

Così la Letteratura – anche nella sua forma epistolare, progenitrice della comunicazione perenne a cui siamo sottoposti e di cui stiamo parlando – ha rappresentato un terzo spazio, un ambiente intermedio tra dimensione pubblica e privata; così come lo stesso ragionamento si potrebbe applicare a tutti gli spazi estranei alla presenza corporea dell'autore, in questo caso quale creatore di messaggio, fautore della comunicazione attraverso un gesto dialettico. E ciò rimane.

Internet è solo una implementazione di uno spazio che già possedevamo, quello del giornalismo ad esempio, che si è trasferito proseguendone la produzione schizofrenica253, alla ricerca di notizie,

producendo una enorme crisi di sistema, dove crisi non si intende nell'accezione proposta da Kierkegaard, ovvero come una possibilità o una scelta, ma nel suo valore originario, dal greco

Krìsis, che ebbe il significato di momento culminante, ad esempio di una malattia.

Anche il Cinema, nella sua crisi, si è parzialmente trasferito su internet, così come la radio, che continua ad essere il medium potenzialmente più moderno e paradossalmente incisivo, nella sua mono-dimensionalità sensoriale – audio-fonica.

Si discute della creazione di un terzo spazio, che sarebbe la versione aggiornata di qualcosa che è sempre esistito nella comunicazione tra gli individui, uno spazio forma dove il pensiero sia capace di entrare in circolazione; i nativi digitali, in qualità di giovani del futuro, si formano dentro a questo ambiente avanzato, si trasmettono il sapere, cominciando a trasmetterlo in forma astratta. Questo sviluppa in loro caratteristiche nuove, ad esempio una estrema prontezza nell'assimilare nuove funzionalità della tecnologia, così come un abbassamento notevole della soglia d'attenzione, risultato della compresenza di più centri d'attenzione ai quali viene corrisposta una dose minore del proprio quoziente intellettivo.

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5. La perdita dei cinque sensi e la liberazione della voce

Non esiste parola autentica, che non sia prassi. Quindi, pronunciare la parola autentica significa trasformare il mondo.254

In un mondo contaminato e austero, nel quale vige la regola di internet, dove le città hanno raggiunto lo status di mostruosità post-moderne, come organismi proliferanti simili alle fantasie cinematografiche più ardite, simili alla cultura distopica cresciuta nella modernità e descritta dalla letteratura, alcuni modelli resistono. Parliamo di Tecnoevo per ottenere un effetto ambiguo. Un'epoca dove coincidono iperbole tecnologica e popolazioni tribali, ma non solo; un'epoca in cui le tradizioni regionali più particolari dell'Europa contaminata, ritornano ad essere interessanti, riscoperte, protette, patrocinate. La salvaguardia delle tradizioni – il termine proviene da tradire, ovvero consegnare255 - sta di fianco allo sviluppo delle tecnologie strumentali di questo tempo. Per

questo si crea il bisogno di un termine come Tecnoevo che sia capace di indicare il medioevo tecnologico; l'età di mezzo nello sviluppo di questi servizi digitali, l'età in cui sarà necessario decidere le direzioni e l’etica da seguire per i prossimi secoli, per prevenire un evo in cui saremo soggiogati dalla tecnologia, oppure una età dove diventeremo dei padroni tecnologici.

Il pensiero è certamente assai più sfumato. Se l'oppressione è qualcosa di assodato così come il carattere egemonico del mondo, in un mondo che ha sempre lavorato in questa direzione, ovvero nella continua lotta tra il più forte e il più debole e il suo risultato, conviene trovare altri lidi dialettici, trasferendosi su altri pianeti.

Ammesso che si riesca a sintetizzare in una sorta di modello astratto il Medioevo, a quale dei due andrà fatta corrispondere la nostra epoca? Ogni corrispondenza termine a termine sarebbe ingenua, anche perché viviamo in un'epoca dai processi enormemente accelerati, in cui quello che succede in cinque dei nostri anni può talora corrispondere a quello che allora succedeva in cinque secoli256.

In queste poche righe Eco riesce a fare coincidere il principio di accelerazione di Rosa con il modello astratto di ambiente storico che cerchiamo di proporre. Abbiamo la necessità di trovare un termine per definire il nostro tempo, non riusciamo mai a trovarlo, e per questo restiamo inquieti. Questa necessità deve trovare fondamento in qualche strato inconscio del nostro agire, come ad esempio la questione nominale che ci permette di nominare le cose, ottenendo una codificazione del mondo reale che ci circonda, e questo codice come l'equivalente di un atto riconoscimento, ma anche di condivisione.

254 P. FREIRE, La Pedagogia degli Oppressi. Mondadori, Milano, 1970

255 Interessante la storia della trasformazione di Tradire secondo Giacomo Devoto, dal latino Tradere;

consegnare, “influenzato nel significato dall'uso peggiorativo nella tradizione (!) evangelica, nella quale Gesù è <consegnato>, e cioè tradito da Giuda”. In Dizionario Etimologico, Felice Le Monnier, Firenze. 1968

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