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Un nuovo habitat naturale

117 impegnarsi nella lotta per la loro liberazione274.

1. Un nuovo habitat naturale

E’ chiaro che questo luogo virtuale dove viene passato il tempo è più sedentario e questo influisce ovviamente sulla nostra postura di tardi australopitechi sapiens sapiens. Se pensiamo allo spazio del forum, dove si acquisiscono informazioni, e al suo corrispettivo storico, ovvero il foro o la piazza, è necessario rilevare come la necessità di reperire informazioni per la risoluzione di qualsiasi problema, sia oggi contenuta in questo terzo spazio, che possiamo iniziare a considerare come un habitat naturale, che possiede le proprie caratteristiche. Attraverso la cultura che si acquisita con film scaricati277 voracemente da vedere in privato sul piccolo schermo piatto278 della

nostra intimità, il tempio-cinema, incluso nel territorio della città279, non può resistere a lungo. Il territorio della città compie una trasformazione; da un lato si sviluppano le nuove megalopoli globali 280 dove la propagazione tecnologica è parzialmente limitata dalla povertà della

274 Cfr. P. FREIRE, Pedagogia della Speranza. Edizioni Gruppo Abele, Torino 2008, p. 86

275 “Proprio perché siamo quest'essere curioso, in permanente ricerca, <prendendo distanze> da se stesso e

dalla vita che conduce; perché siamo quest'essere dedito all'avventura e alla <passione di conoscere>, per cui è indispensabile la libertà che si costruisce nella lotta per essa e che solo è possibile perché, <programmati>, non siamo affatto determinati; proprio perché siamo così, ci siamo orientati verso la umanizzazione e che vediamo nella disumanizzazione, fatto concreto nella storia, la distorsione della vocazione”. Cfr. P. FREIRE, Pedagogia della Speranza, 2008, p. 120

276 Cfr. P. FREIRE, Pedagogia della Speranza, 2008, p. 86.

277 Non esiste ancora un termine consolidato per questa operazione pienamente virtuale e tardo post-

moderna; di fatto per scaricati si verifica un calco italiano dall'inglese download, ovvero portare in basso.

278 In questo caso con l'aggettivo piatto si intende la fine del televisore a tubo catodico, che manteneva una

sua fisicità oggi considerata monumentale, sostituito dagli schermi così detti LCD, più pratici per la collocazione e più digitali nella riproduzione delle immagini.

279 “La necessità capitalista soddisfatta nell'urbanismo, in quanto glaciazione visibile della vita, può

esprimersi – usando dei termini hegeliani – come la preponderanza assoluta della <placida coesistenza dello spazio> sull'<inquieto divenire nella successione del tempo>”. G. DEBORD, La società dello spettacolo. Baldini&Castoldi, Milano, 1997, p. 152

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maggioranza della popolazione, che in ogni caso si pone come obiettivo il raggiungimento di standard esistenziali basati sul modello occidentale di benessere, dall'altro nelle città europee, si assiste ad un processo di fortificazione simile a quello avvenuto nel medioevo. Le città si rivolgono nuovamente verso se stesse valorizzando la propria esperienza secolare, riformulando le proprie antiche istituzioni culturali, e rendendo ancora più evidente la contraddizione con l'epoca contemporanea contraddistinta da un gigantesco flusso mondiale di popolazioni in movimento, che ha raggiunto ogni piccola città occidentale, alla ricerca di lavoro e stabilità.

Anche la metamorfosi del mercato musicale partecipa a questo cambiamento dell'habitat umano nell'epoca virtuale di Tecnoevo. Essendo la musica raggiunta gratuitamente, il mercato discografico e gli ambienti specializzati nella vendita di dischi sono destinati a scomparire, in ogni caso a diminuire, e già oggi sono mete di un turismo metropolitano molto preciso, molto sofisticato – i luoghi in cui resisteranno saranno necessariamente quelli più ricchi, quelli dove l'industria dell'intrattenimento raggiunge un livello talmente High Brow281, da delineare chiaramente la

geografia gerarchica dell'egemonia.

Potendo acquistare un biglietto del treno o dell’aereo o di qualunque mezzo di trasporto direttamente da casa – sviluppo del settore del terziario domestico – scompariranno le biglietterie nelle stazioni. Probabilmente scompariranno anche le file d’attesa, che in alcune civiltà – ad esempio non in quella italiana – sono ben organizzate, funzionano egregiamente e in lingua esiste un verbo per fare la fila: To Queue.

Così com’è sempre cambiata, la società continua nel suo divenire e tutto ciò che muta, agisce sul nostro corpo come una temperatura che cambia, come il passare di una stagione. Così le stagioni possono essere considerate buone metafore per il ciclo di questo nostro organismo, con le operazioni d’abitudine che cambiano intorno al modificarsi delle necessità di ognuna; la relazione virtuale mette in crisi la relazione tradizionale, mentre la piazza ha perso il proprio ruolo secolare d’incontro, trasferendosi sui forum digitali. Nativi Digitali vengono chiamati coloro che sono nati e cresciuti in questo ambiente semi – virtuale; è preferibile chiamarlo semi – virtuale, trovandoci ancora in un’epoca di passaggio, un evo di mezzo, che si può considerare come una sorta di estrema propaggine medievale, in cui coesistono pratiche arcaiche millenarie, di tipo linguistico,

pensano essere il luogo assoluto dell'anonimato a manifestare un modo politico diverso di esserci. Nell'immaginario dei nuovi tiranni c'è una città vuota e gestita dalla paranoia di un'urbanistica che si occupa di separare, zonizzare, controllare, chiudere dietro cancelli i ricchi e le classi medie e dietro paraventi di lamiera gli slums. Dall'altra parte i poveri urbani ma anche la <piccola borghesia> e le classi medie sanno che mai come adesso la città è una risorsa irrinunciabile, proprio perché è nella quotidianità dei suoi spazi, privati o pubblici, che si esercita la capacità di migliorare le condizioni di vita”. In F. LA CECLA, Contro

l'urbanistica. Einaudi, Torino, 2014

281 Cfr. PARTE SECONDA – IL RITUALE OLIMPICO, II. SOSPENSIONE DEI CONFLITTI, 1. Modelli di

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politico e sociale, poste al fianco di presenze tecnologiche, prossime o in lontananza, come un paesaggio di grattacieli distanti simile ad una cordigliera di montagne, montagne che si avvicinano, montagne che proliferano.

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