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L’itinerario di Carlo III in Calabria e la fine del suo regno.

Il regno di Carlo III di Durazzo

2. L’itinerario di Carlo III in Calabria e la fine del suo regno.

Alcuni diplomi reggini consentono di ricostruire meglio l‟itinerario di Carlo III prima del suo arrivo in Ungheria, inserendovi alcune tappe calabresi finora poco note. Il 25 agosto del 1385 Carlo III si trovava infatti a Napoli275. Dopo aver lasciato Napoli il 4 settembre, secondo altri il 14

271 C

UTOLO, Re Ladislao, pp. 44-45; PEYRONNET, p. 352; G.GALASSO, Il regno di Napoli. Il Mezzogiorno angioino e aragonese, p. 238.

272 B

ARONE, Notizie storiche tratte dai Registri di Cancelleria di Carlo III di Durazzo, XII (1887), fasc. II, p. 207; FODALE, La Calabria angioino-aragonese, p. 229.

273 P

EYRONNET, p. 352; G.GALASSO, Il regno di Napoli. Il Mezzogiorno angioino e aragonese, p. 239.

274 L

ÉONARD, pp. 601-604; FODALE, Carlo III di Durazzo, p. 238.

275 A.D

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settembre del 1385276, nello stesso mese salpava da Barletta per rivendicare il trono ungherese, sul quale, dopo la morte di Luigi il Grande (settembre 1382), sedeva la giovane figlia Maria. Il 23 ottobre era a Zagabria, in Croazia277. Stando, però, ai documenti pergamenacei di Reggio, Carlo III, dopo la partenza da Barletta, avrebbe fatto tappa in Calabria tra il 30 settembre ed il 3 ottobre. Poi, il 13 ottobre ed il 21 ottobre 1385, stazionava a Manfredonia278.

Il 30 settembre del 1385 re Carlo III, infatti, si trovava a Belcastro da dove notificò al magister Pietro de Massa, di Gragnano, razionale della camera della sommaria e commissario regio nel ducato di Calabria, che, dovendosi versare alcune provvigioni derivanti dal denaro della gabella del primo e del secondo dono, pagata dagli uomini di alcune terre, al nobile Cirello Ayossa, di Napoli, milite, marescalco del regno di Sicilia e capitano della città di Reggio, non impedisse che ciò fosse fatto. Inoltre, poiché Cirello non aveva incassato l‟altra provvigione di cinquanta once derivante dai diritti sulla secrezia nel ducato di Calabria, il re ordinò a Pietro che facesse in modo da recuperare questa somma da qualsiasi altra entrata fiscale dovuta alla regia curia per il presente anno di IX indizione279.

Il 1° ottobre Carlo III era invece a Crotone. Dalla città pitagorica concesse l‟indulto generale agli uomini dell‟università di Reggio per qualsiasi reato commesso ed ordinò al mastro giustiziere del regno, ai giudici della gran corte, vicegerenti, giustizieri di Calabria, capitani di Reggio e del suo distretto ed a tutti gli ufficiali del regno, di osservare e far osservare la presente lettera d‟indulgenza e grazia. Due giorni dopo, con lettera emessa ancora a Crotone, indirizzata al gran camerario del regno di Sicilia, ai vicegerenti, giustizieri di Calabria, capitani di Reggio e del suo distretto, erari, maestri della camera ed a tutti gli ufficiali e commissari del regno preposti alla riscossione delle tasse, comunicò di aver concesso agli uomini ed all‟università di Reggio, vista la loro fedeltà dimostrata, la somma di trenta once da prelevarsi dalla somma delle collette dei mesi di settembre e ottobre del presente anno di IX indizione, dovute altrimenti alla regia curia280.

Lo stesso Pietro de Massa, di Gragnano, commissario regio nel ducato di Calabria, il 13 dicembre notificò agli uomini dell‟università di Reggio, ai gabellieri, credenzieri e percettori di tutte le gabelle del presente anno di IX indizione, nonché agli uomini delle terre di Calanna, Fiumara di Muro, Oltre Mesa, San Niceto, Pentedattilo, Valle Tuccio, Amendolea, Bova, Palizzi ed altre università, la lettera regia concessa a Cirello Ayossa, di Napoli, milite, marescalco del regno

276

PEYRONNET, p. 354.

277

Sull‟itinerario di Carlo III da Napoli all‟Ungheria cfr. Chronicon siculum, p. 62; Diaria Neapolitana, coll. 1052-1053, sotto la data del 4 settembre; CAMERA, Elucubrazioni storico-diplomatiche su Giovanna I, p. 330, pure al 4 settembre; A.VALENTE, II (1916), p. 278; LÉONARD, pp. 604-605; CUTOLO, Re Ladislao, p. 46; PEYRONNET, pp. 354, 356; FODALE, Carlo III d’Angiò Durazzo, p. 239; G.GALASSO, Il regno di Napoli. Il Mezzogiorno angioino e aragonese, p. 239.

278 A.D

E LEO, II, docc. 130-131, pp. 301-303.

279 Doc. n. 66. 280 Docc. nn. 67-68.

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di Sicilia e capitano e castellano della città di Reggio, intimando agli uomini delle predette università ed ai predetti gabellieri e credenzieri di non venire meno a quanto riportatovi, sotto pena di cinquanta once per i negligenti281.

Quest‟ultimo documento, unitamente alle lettere patenti di Carlo III del 3 luglio 1382 e del 30 settembre 1385282, dovette essere di una certa rilevanza politica ed amministrativa per la collettività reggina, se il 3 aprile 1386 Antonio Musolino ed il notaio Orlando di Sinopoli, di Reggio, sindaci dell‟università della città di Reggio, ne fecero produrre copia autentica dal notaio Nicola de

Mirabello di Reggio, alla presenza di Sperrone de Cacumala, regio giudice ai contratti283.

Col favore di una parte della nobiltà locale, dopo il suo arrivo a Zagabria il 23 ottobre, marciò verso Buda. Qui fu incoronato il 31 dicembre 1385, dopo aver ottenuto da Maria, intanto sposatasi con Sigismondo, la rinuncia ai suoi diritti284. Nella spedizione e nel successo ungherese forse cercava anche nuova forza per dare soluzione ai problemi napoletani e ai rapporti col pontefice, ma vi trovò invece una tragica morte. Il 7 febbraio 1386 a Buda fu ferito a tradimento, per un complotto cui aveva preso parte la regina madre Elisabetta. Moriva alcuni giorni dopo, forse il 27 febbraio. Fu sepolto a Buda nel chiostro di Sant‟Andrea senza cerimonia religiosa, perché scomunicato. Solo in giugno Urbano VI concesse la sepoltura religiosa e il cadavere venne allora trasferito in San Lorenzo di Visegrad285.

La notizia della morte del sovrano giunse con molto ritardo nel regno di Napoli, in Calabria ancor dopo che in Puglia, come a Barletta, Terlizzi e Bisceglie, dove i notai continuavano a registrare nei contratti il regno del defunto sovrano ben oltre la data della sua morte286. A Castrovillari, addirittura, si segnalano due istrumenti notarili che nella datatio ricordano gli anni di regno di Carlo III a distanza di oltre un anno dalla scomparsa. Si tratta di due rogiti del notaio Andrea de Serris, una concessione del 14 maggio 1387 e, in particolare, un‟assegnazione di beni del 5 giugno seguente, nella quale si menziona correttamente il settimo anno di regno di Carlo III, che sarebbe in effetti iniziato da appena tre giorni287.

281 Doc. n. 69.

282 Si tratta dei docc. nn. 63, 66. 283

Doc. n. 70.

284

LEONARD, p. 605; PEYRONNET, p. 356.

285 Ibidem. Cfr. anche L

ÉONARD, p. 605; GRUMEL, p. 427; G. GALASSO, Il regno di Napoli. Il Mezzogiorno angioino e aragonese, p. 240; FODALE, Carlo III di Durazzo, p. 239.

286 C

ASSANDRO, Le pergamene della biblioteca comunale di Barletta, docc. 10-11, pp. 26-30; CANNATARO

CORDASCO, Le pergamene della cattedrale di Terlizzi (1382-1435), pp. 188, 191 e doc. 5, pp. 211-213; G. RUSSO, Note per la storia di Bisceglie, pp. 102-105.

287 G. R

USSO, Le pergamene latine di Castrovillari, doc. 29, pp. 105-109; Il cartulario di Carlo Maria L’Occaso, doc. 99, p. 57.

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Capitolo V