109 abitanti dell‟università di Le Castella
3. L’occupazione aragonese della Calabria e la fine del regno di Alfonso I privilegi regi alla città di Reggio.
Sconfitta la ribellione baronale, nel 1445 Alfonso nominò viceré di Calabria il valenzano Francesco Siscar che mantenne la carica per tutta la durata del regno dello stesso Alfonso, dando un‟eccezionale continuità all‟amministrazione della Calabria, proseguita anche sotto il successore Ferdinando, fino alla sua morte avvenuta nel 1480, risiedendo nel castello di Cosenza521.
Il 14 agosto 1445 il sovrano si trova in Abruzzo, a Caramanico, da dove invia un mandato a Bartolomeo de Ristoris di Firenze522. In Abruzzo il re si trova tra la fine metà di agosto e metà di ottobre del 1445, spostandosi tra Caramanico, Chieti, San Fabiano, Carrufo, presso il fiume Tordino, la rocca di Civitella, Teramo e Atri. In particolare egli sostò a Carrufo tra il 9 ed il 25 settembre, come confermano molti privilegi custoditi nei registri dell‟Archivio della Corona d‟Aragona di Barcellona523
.
Il re si era spostato in Abruzzo, ai confini del regno, per attaccare il conte Francesco Sforza. Il 10 settembre 1445 da Carrufo524 concesse a Francesco Caracciolo, miles, di Napoli, ed ai suoi eredi
515 Diaria Neapolitana, col. 1130. 516 Cfr. G.G
ALASSO, Il regno di Napoli. Il Mezzogiorno angioino e aragonese, pp. 592-593.
517
Archivio di Stato di Napoli, Pergamene dell’archivio privato Ruffo di Bagnara, segnatura n. 941, inventario a cura di G. de Pascale, direzione scientifica di R. Esposito, 2004, perg. n. 27.
518 Il registro „Privilegiorum Summariae XLIII‟ (1421-1450), p. 46, n. 85. 519
MAZZOLENI, Le pergamene dell’Archivio della R. Camera della Sommaria, doc. n. I,61, p. 301.
520
Archivio di Stato di Napoli, Pergamene dell’archivio privato Ruffo di Bagnara, perg. n. 29.
521 F
ODALE, La Calabria angioino-aragonese, p. 250.
522 R
OGADEO, doc. 108, pp. 163-164.
523 Archivio Corona de Aragon, Barcellona, Real Cancilleria, Alfonso IV el Magnanimo, Privilegiorum
cancilleriae Neapolis VI, registros n. 2907, cc. 134r-137v; Privilegiorum cancilleriae Neapolis X, registros n. 2911, cc. 75v-77r.
524 Oggi è una frazione del comune di Sant‟Omero, in provincia di Teramo, situata nella Val Vibrata. Il
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cinquanta once da prelevarsi sui diritti del foculario nella terra di Gerace, rinunciando però a metà dei diritti della dogana nella terra di Molfetta, in Terra di Bari, già assegnati a Francesco dalla regina Giovanna II ed in seguito dati dallo stesso re Alfonso a Petricone Caracciolo. In seguito, il 19 novembre, Francesco de Aquino comunicò la disposizione regia a tutti i tesorieri e commissari del comitato di Gerace in provincia di Calabria Ultra525.
Lo stesso giorno in castris prope Sanctum Homerum, località limitrofa a Garrufo, confermò a Pasquale Riccio di Campli526 la concessione di trenta once annue, da prelevare sulle rendite dei fuochi, già fattagli il 1° settembre 1420 dalla regina Giovanna II. Ancora il 10 settembre in castris
prope Carrufum investì il capitano Oddone Sgariglia di Ascoli del feudo di Casanova, sito presso
Garrufo. Il giorno seguente sempre dall‟accampamento presso Garrufo, ratificò al Riccio l‟immunità di un‟oncia e mezza di cui godeva sulle collette della terra di Campli527
.
Il 25 settembre è ancora presso Garrufo. Da qui conferma alla città di Reggio tutti i privilegi già concessi dai suoi predecessori, anche quelli dei precedenti regnanti francesi Carlo I, II e III e Renato d‟Angiò, soprattutto in conseguenza dei capitoli fatti dal magnifico Checco de Aleys in merito alla concordia di riconduzione del castello della città, e quelli pure concessi dalla regina Giovanna II, comunicando a tutti gli ufficiali del regno che li osservassero e li facessero rispettare528.
Alfonso fece poi rientro a Napoli, dove rimase tutto l‟anno. Entrando l‟anno 1444, il viceré Lopez Ximen de Urrea pensò di convocare in Palermo il generale parlamento, che non si era più radunato da dodici anni, anzi fin da che il re Alfonso era stato in Palermo l‟anno 1433, con lo scopo di recuperare al regio demanio i beni venduti o pignorati nel corso della passata guerra529.
Proprio da Palermo, il 4 aprile 1446, il viceré del regno di Sicilia con lettera inviata ai nobili, ai maestri razionali, al tesoriere e conservatore del regio patrimonio, al mastro portolano, al mastro secreto, ai secreti, vicesecreti, portolani ed altri ufficiali, in conseguenza della recente sottomissione e ritorno alla fedeltà della corona, confermò alla città di Reggio tutti i privilegi accordati dai precedenti sovrani, comunicando inoltre al mastro portolano che Gerardo Aglata, dottore di legge, procuratore di Pietro Gaytano, miles, avrebbe dichiarato dinanzi ai maestri razionali il consenso dello stesso Pietro, il quale non avrebbe subito alcun pregiudizio nell‟obbligazione che possedeva sui porti del regno di Sicilia530
.
525
Il registro „Privilegiorum Summariae XLIII‟ (1421-1450), p. 46, n. 86; Frammenti dei registri «commune summariae» (1444-1459), p. 53, n. 186.
526 Segretario della regina Giovanna II, per il quale cfr. F
ARAGLIA, pp. 124, 166, 179, 182, 201; CUTOLO, Giovanna II, p. 115; A.DE LEO, III, doc. 22, p. 44.
527 A
NDREANTONELLI, p. 140; PALMA, II, pp. 122-123.
528
Doc. n. 126.
529 D
I BLASI, p. 71.
530 Doc. n. 127. Il Morabito De Stefano, nel regesto al documento, riporta che l‟iniziativa della conferma
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Il 7 ottobre dello stesso anno da Foggia, re Alfonso, su istanza di Giovanni Fuffuda e Lancillotto Mayrana, dottori in legge, sindaci dell‟università di Reggio, per la fedeltà e i buoni servigi prestati dagli abitanti di questa città, confermò i capitoli relativi a privilegi e grazie già concesse alla predetta università dai suoi predecessori. In particolare dichiarò di aver cari e raccomandati i cittadini di Reggio; confermò i privilegi già concessi dai suoi predecessori in base ai quali nessun ufficiale, sia per le cause civili che criminali e miste, potesse giudicare i reggini in altra corte fuori dalla città di Reggio, ad eccezione per il reato di lesa maestà, ma essi dovranno esser giudicati dal capitano della città; concesse che l‟università non fosse tenuta ad ubbidire a privilegi, lettere e provvedimenti conferiti in futuro in deroga di quelli già goduti dalla città e che gli ufficiali facessero osservare gli antichi privilegi; concesse, per evitare rapine e scandali, che gli eserciti non potessero dimorare dentro la città, né i reggini dovessero fornirgli alimenti se non dietro pagamento di un prezzo congruo; che i Reggini nelle loro attività di commercio non fossero tenuti a pagare i diritti di dogana, fondaco, ancoraggio, falangaggio, portolania, passaggio, pesi, misure, custodia del porto, passo e qualsiasi altro onere, e, in caso contrario, potessero fare rivalse per mezzo degli ufficiali e dei loro sindaci; che le donne oneste potessero essere accompagnate da due uomini onesti, anche armati, nelle case dei loro consanguinei per motivi di malattia, morte e nozze, anche dopo che sono sopraggiunte le ore proibite della notte, senza incorrere in alcuna pena; che i carcerati per qualsiasi delitto commesso pagassero al castellano per la loro liberazione non oltre la somma di dieci grana; che le donne che dovevano comparire in giudizio nelle cause civili e criminali, potessero farlo per mezzo dei loro procuratori anziché presentandosi personalmente; che i capitani della città, gli ufficiali maggiori e minori, i commissarî, il presidente della provincia e della curia superiore rispettassero tutti i privilegi concessi interpretandoli con buon senso in favore dell‟università, e che quelli contravvenienti fossero considerati alla stregua di cittadini privati senza la loro giurisdizione; infine, che i reggini fossero esentati dalle imposizioni straordinarie pagassero solo quelle ordinarie divise in tre rate da versare nel giorno di Natale, di Pasqua e nel mese di agosto senza dover mai anticiparle531.
Dopo aver domato la rivolta del Centelles, il Magnanimo aveva riportato nella Calabria pace ed ordine, dopo anni di guerre ed anarchia. Solamente le coste della Calabria continuarono ad essere infestate dai pirati, anche catalani. Tentativi di sedizione avvenivano a Reggio nel 1452532. Lo stesso anno morì Alfonso de Cardona e suo figlio Antonio fu anche titolato dell‟incarico di capitano e castellano della città di Bova, tassato per tre once533. La sua investitura a nuovo conte di
il 26 luglio 1496, come appare da una nota tergale del documento, il privilegio fu presentato dal nobile Guglielmo de Spano, capitano e cittadino di Reggio, al luogotenente del vicesecreto di Milazzo.
531
Doc. n. 128.
532 F
ODALE, La Calabria angioino-aragonese, p. 250.
533 S
PAGNOLIO, liber XIV, cap. I, vol. I, pp. 293-294; vol. II, p. 312; Frammento del „Quaternus sigilli pendentis‟ di Alfonso I (1452- 1453), p. 9, n. 62.
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Reggio avvenne il 3 luglio del 1453534. Da questo momento non si registrano eventi di particolare rilievo per la storia di Reggio, fino alla morte di re Alfonso avvenuta a Napoli il 27 giugno 1458535.
534
PONTIERI, La Calabria a metà del XV secolo, pp. 136-137.
535 I
D., Alfonso il Magnanimo, p. 340; G. D‟AGOSTINO, p. 233; MOSCATI, Alfonso V, p. 330; RYDER, Ferdinando I (Ferrante) d’Aragona, p. 177; G.GALASSO, Il regno di Napoli. Il Mezzogiorno angioino e aragonese, p. 624.