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139 novembre dell‟anno precedente

C RITERI DI EDIZIONE

L‟edizione dei documenti si attiene alle norme generali elaborate da Alessandro Pratesi e da altri studiosi, di recente, ulteriormente rielaborate630. Vengono rispettate e mantenute le forme latine tardo-medievali, frutto della cultura personale del rogatario o dello scrittore, alcune delle quali, più significative, sono segnalate nell‟apparato critico-filologico delle note.

Ne indico sommariamente le principali, in verità tutte varianti molto comuni nel lessico latino medievale.

Nel campo fonetico si verifica la consueta riduzione ad e dei dittonghi ae ed oe; del dittongo atono au si hanno esempi di passaggio ad a, di norma quando nella sillaba che segue è contenuta una u: agusti per augusti.

Frequente è il passaggio da i a y.

Il segno dell‟aspirazione è eliminato in actenus (per hactenus), mentre appare in honeroso, ed è sostituito da ch in nichilominus. Di nihil resiste, peraltro, la forma contratta nil.

La s, singola o geminata, è sostituita da x in auxilio, iuxti, vix, mixtas, e viceversa, come in

apodissas, essequtorum, essequtione, dusserit, porresserint, essequias.

Le consonanti doppie diventano scempie, per esempio in quodam (per quoddam). Costanti sono le alternanze fonetiche di vocali e consonanti.

Nel primo caso troviamo lo scambio fra i ed e (venale-vinali). Tra i consonantismi si rileva lo scambio fra b e v, e viceversa. Altri casi sono lo scambio tra p e b: publicus-puplicus. Frequenti sono anche le oscillazioni nell‟impiego delle nasali m e n: umquam, inpugnatur, eumdem,

eorumdem. Davanti a parola cominciante con p la preposizione in passa talvolta a im, come per imprimis.

Nessuna differenza viene avvertita fra ci e ti seguiti da vocale. Ugualmente fra c e t seguite da t. La t viene non di rado rafforzata premettendo una c: vexactione, exactionibus.

Tra le dentali si riscontra sia la sonorizzazione delle sorde (adque per atque, aud per aut, sicud per sicut, reliquid per reliquit) che, viceversa, l‟assordimento delle sonore finali (aput per apud, set per sed, quatragesimo per quadragesimo, quicquit per quicquid).

I suoni sc e s tendono a confondersi davanti a vocale di suono chiaro, per cui si può trovare

scilicet. Ad evitare che il nesso gn possa confondersi con la semplice n, si ricorre di frequente

all‟aggiunta di una n: congnoscas, congnitione.

Analogamente, per contrastare la tendenza della lingua volgare ad uniformare nell‟uso i suoni semplici e quelli doppi, si ricorre come espediente puramente ortografico, salvaguardando il valore delle due consonanti, all‟inserimento di una p fra mn e fra mt: dampna per damna, dompnus per

domnus derivante a sua volta da dominus per sincope della vocale postonica, sollempnis per sollemnis, indempnis per indemnis, calumpnianti per calumnianti.

La spirante f si sostituisce talora a ph: Stefanus-Stephanus, Filippus-Philippus. C‟è anche qualche testimonianza di passaggio da qu a c, e viceversa.

Consueti sono anche i fenomeni di metatesi: furmentum.

Passando ai fatti morfologici di maggiore interesse, va notato l‟ablativo singolare del comparativo ha la desinenza -i. L‟ablativo dell‟aggettivo di seconda classe termina con la desinenza e invece di i. Tra i pronomi la contaminazione del dimostrativo hic con il determinativo

630 P

RATESI, Una questione di metodo, pp. 312-333; rist. in ID., Elementi di diplomatica generale, pp. 95- 107; ID., Genesi e forme del documento, pp. 111-121; ID., Tra carte e notai, pp. 7-31; CAMMAROSANO, passim. In merito all‟argomento si vedano anche FALCONI, pp. 13-62; e BRAMBILLA AGENO, pp. 135-145.

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is produce nel numero plurale hii per il nominativo e hiis per il dativo e l‟ablativo. Nell‟ambito

della sintassi, si presentano i fenomeni più notevoli per la quantità complessiva e per l‟interesse particolare di molti di essi. Ci limitiamo anche qui ad esemplificare, citando alcuni dei fatti di maggior rilievo, quali l‟uso quasi esclusivo di fore con il valore di esse; i verbi deponenti che, perduta la loro funzione, vengono adoperati con significato passivo o alla forma attiva; la scomparsa di ogni discriminazione fra il gerundio e il gerundivo, cosicché il gerundio appare anche dove normalmente si aspetterebbe il gerundivo.

Sigle:

SI D: sigillum impressum deperditum SP D: sigillum pendens deperditum

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IACOBI INFANTIS LITTERAE PATENTES

1284 agosto 17, indizione XII, Messina

L‟infante Giacomo, figlio, erede e successore del re d‟Aragona e di Sicilia <Pietro III>, e luogotenente generale del regno, in seguito alla supplica degli abitanti di Reggio ed in considerazione dei danni che i medesimi hanno patito durante la guerra per serbare fedeltà ai sovrani, li esenta dall‟obbligo di pagare le collette, sovvenzioni ed altre tasse dovute alla regia corte per i loro beni esistenti nelle terre di Sant‟Agata, San Niceto, Mesa ed Oltre Mesa.

I n s e r t o nel doc. n. 5 [B1].

C o p i a a u t e n t i c a inserta: ms. Urbs Rhegina, c. 6r-v (olim c. 1r-v) [B].

N o t i z i a : SPANÒ BOLANI, ediz. 1857, vol. I, pp. 175-176; ediz. 1993, p. 238; DE LORENZO, Le quattro motte estinte presso Reggio Calabria, ediz. 1891, p.39;ediz. 2001, p. 29; LABATE, p. 411; MARTORANO, p. 124.

E d i z i o n e parziale: SPAGNOLIO, liber XI, caput I, vol. I, pp. 218-219 [C]. T r a d u z i o n e i t a l i a n a parziale: Ibidem, vol. II, pp. 228-229.

E d i z i o n e integrale:DE LORENZO, Le quattro motte estinte presso Reggio Calabria, ediz. 1891, doc. IV, pp.259-260;ediz. 2001, doc. IV, pp. 126-127 [edizione condotta sul ms. dello Spagnolio]; LABATE, doc. II, pp. 414-415 [L]; LA MANTIA, doc. n. CCXXIII, pp. 563-565 [edizione condotta sul ms. dello Spagnolio]; MIGGIANO, pp. 17-18 [M], anche con traduz. italiana integrale, pp. 20-21; MAZZITELLI, doc. n. I, pp. 252-253 [edizione da B].

Iacobus infans illustris regis Aragonum et Sicilie filius, suus in regno Sicilie futurus successor et heres ac eiusa) in eodem regno generaliter locumtenens, universis officialibus Calabrie tam presentibus quam futuris devotis suis, salutem et graciam. Supplicato celsitutini nostre pro parte universitatis hominum Regii devotorum nostrorum, ut cum ipsi seu ipsorum alt(er)ib) habeant et possideant quedam bona eorum mobilia et stabilia existentia in terris et tenimentis Sancte Agathes, Sancti Niceti, Mese et ultra partes Mese, sitis in Calabria, et pro bonis ipsis consueverint hactenus co(mun)icare et contribuere cum hominibus terrarum ipsarum in collectis, subventionibus, subsidiis ac exactionibus aliis, que per regiam curiam seu terrarum ipsarum universitates dudum ibidem contingebat imponi, eos ab huiusmodi comunicatione seu contribucione cum hominibus ipsis de cetero facienda pro bonis eisdem, pro parte regie curie liberos, exemptos et immunes redd(er)e dignaremur. Eorum supplicationibus benignius inclinati, cum delectet excellentiam nostram eorundem supplicantium dampna et expensas quas et que in imminentis guerre discriminibus ob observanciamc) sincere devotionis et fidei, quibus erga illustres dominos parentes nostros et nos ipsos agnovimus operum effectibus clare vigere, multipliciter subierunt, digne provisionis et promerite relevationis remedio per munifice liberalitatis nostre gratiam compensare. Devotioni vestre ex reg(ia) parte qua fungimur auc(torita)te precipiendo mandamus, q(ua)t(enu)s homines quoscumque dicte civ(ita)tisd) Regii possidentes et habentes bona eorum huiusmodie) in terris superius memoratis ad contribuendum et comunicandum cum hominibus terrarum ipsarum in mutuis subsidiis ac exactionibus quibuscumque fiscalibus in terris ipsis de cetero per regiam curiam imponendis compelli per homines terrarum ipsarum pro parte regie curie minime permictatis. Cum eos exindef)

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pro parte regie curie graciosa liberalitate duxerimusg) eximendos, dignum est rationi ut unde fideles Regii pro regia fide servanda dampnabiliter senserunt incomoda, inde per regiam munificentiam atque nostramh) relevacionis [bene]ficia consecuti ut devoti devotiores reddantur, opcasionei) comoditatis sortiantur effectum. Dat(e) Messan(e) anno Domini mill(esim)o ducentesimo octuagesimo quarto, septimodecimo augusti, duodecime ind(ictionis).

a) C e L eiusdem. b) B aliquid; C e L aliqui; M aliquis. c) C ab observantia. d) In B1 la parola è corretta

su altra. e) L eiusmodi. f) B ex nostri. g) B, C, L e M duximus. h) L nostra. i) Così B1. L antepone hac alla parola.

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IACOBI INFANTIS PRIVILEGIUM

1285 novembre 29, indizione XIV, Messina

L‟infante Giacomo, figlio, erede e successore del re d‟Aragona e di Sicilia <Pietro III>, ordina che, a causa dei danni arrecati dal defunto <re> Carlo <I d‟Angiò>, conte di Provenza, all‟università di Reggio sia condonata l‟esazione delle collette fiscali e non sia imposto il pagamento dei diritti di marineria dovuto alla curia regia.

O r i g i n a l e : BCRC, fondo pergamene, cancelleria aragonese, n. 1 [A]. Sul v e r s o , a destra, una nota di mano coeva: «De commissione». Al centro, disposta in senso opposto a quello della scrittura del documento, una nota di mano del XV secolo: «Privilegium d(omi)ni infantis Iacobi / Aragonum. Datum Messane / mill(esimo) .CC°. octuagesimo quinto». A destra, di mano del XVIII secolo, disposta perpendicolarmente alla scrittura: «Giacomo d‟Aragona re / di Sicilia, 1285, penultimo / di novembre». Poco sotto, di altra mano settecentesca, una nota dell‟anno del documento: «1285».

C o p i a a u t e n t i c a inserta: ms. Urbs Rhegina, cc. 7v-8r (olim cc. 2v-3r) [B]. R e g e s t o : MORABITO DE STEFANO, fasc. I, p. 57, doc. n. I, sub die 5 novembris.

N o t i z i a : SPANÒ BOLANI, ediz. 1857, vol. I, libro quarto, capo III, § V, p. 316; ediz. 1993, p. 242 nota 1; LA MANTIA, doc. n. CCXXVIII, pp. 571-572.

E d i z i o n e parziale: SPAGNOLIO, liber XI, caput I, vol. I, pp. 219-220 [C]. T r a d u z i o n e i t a l i a n a parziale: Ibidem, vol. II, pp. 229-230.

E d i z i o n e integrale:LABATE, doc. I, pp. 413-414 [L]; MIGGIANO, pp. 7-8 [M], anche con traduz. italiana integrale, pp. 8-10.

La pergamena (mm 361 x 304), restaurata, a p l i c a chiusa, si presenta in discreto stato di conservazione. Copiose infiltrazioni di umidità hanno causato la putrefazione e la caduta di diversi lembi della membrana, particolarmente lungo il margine centrale di sinistra. La stessa ha lasciato macchie brune estese sulla parte inferiore del supporto e lungo il margine di destra, causando, altresì, la sbavatura dell‟inchiostro in più punti. Piccoli fori, risarciti con carta giapponese al momento del restauro, si trovano in corrispondenza di un‟antica piega che corre parallelamente al senso della scrittura, ma non ostacolano il recupero integrale dello scritto. Sono presenti quattro piccoli fori circolari, disposti a losanga, su ciascun lembo della p l i c a , attraverso i quali passa il filo in seta di color cremisi e giallo che reggeva il sigillo cereo deperdito. La lettera iniziale «I» di «Iacobus», ingrossata e decorata, si prolunga verso il basso per cinque righi mantenendosi in linea con il

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margine scrittorio. Le lettere iniziali del primo rigo, relativamente ai primi elementi della i n s c r i p t i o , sono ingrossate. Gli elementi della d a t a t i o dell‟ultimo rigo si trovano scritti distaccati dal corpo del testo.

L‟indizione è anticipata secondo lo stile bizantino.

IACOBUS Infans Illustris Regis ARagonuma) et S icilie filius, suus in regno Sicilie futurus successor et heres ac eius in eodem regno / generaliter locumtenens. Decet principem munificentie prestitis radiare et subiectis semper intentab) profutura disponere. Regnantis enim gloriac) est subiectos co/moda sub eius nancisci imperio, maxime dum ex comodis subiectorum utilitatis principi procuratur augmentum, proinde quidem universis fidelibus regiis devotis nostris / tam presentibus quam futuris presentis relacionis eloquio volumus fored) notum, quod consideratis multiphariis et innumeris tormentorume) generibus, quibus fideles dominorum parentum / nostrorum devoti nostri civitatis Regii et tenimenti sui diutina fuerunt vexactione contriti per quondamf) Karolum, olim Provincie comitem, hostem dominorum parentum nostrorum / et nostrum. Attenta ectiam multimodeg) fidelitatis devocione quam cum gratis obsequiorum serviciis erga excell(enci)am nostram gerunt, et in futurum gerere poterunt graciora, / dum convenit principem semper humaniora censere, nec computare acceptum quodqueh) per alienum sentit incomodum evenire ac quod liberalitatis dominus semper crescit, / Universis hominibus dicte civitatis Regii et tenimenti sui fidelibus dominorum parentum nostrorum devotis nostris. Exactiones collectarum que ibi hactenus consueverunt / imponi nec non solucionem iurium marinariarum, que ibi hactenus curie debebantur, remictendas et relaxandas duximus pro parte regie curie de liberalitate mera et gracia / speciali et quod nulli successorum eorundem dominorum parentum nostrorum et nostrorum de cetero liceat in eadem civitate Regii et tenimenti suii) generaliter seu specialiter aliquas / collectas seu marinariarum iura imponere pro parte regie curie presentiumj) auctoritate sancimus. Gaudeant sub felici eorundem dominorum parentum nostrorum et nostro dominio / qui sub iugo hostis eorundem dominorumk) parentum nostrorum et nostri regiminis tristiciam hactenus pertuleruntl). Reficiantur libertatem) divitesn) qui dudum bonis eorum / exuriere pauperrimi et importabilia servitutis iuga tyrampnideo) subiere. Ad huius autem nostre concessionis robur, memoriam et cautelam presens privilegium exinde / fieri iussimus et sigillo pendenti nostre celsitudinis communiri.

D atum M ess(ane) anno Domini mill(esim)o ducentesimo octuagesimo quinto, mense novembris penultimo eiusdem, quartedecime indictionis.

(SP D)

a) In A AR in nesso. b) C intente. c) C gloriae. d) L fieri. e) B e C commerciorum. f) C quandam. g)

C multimoda. h) B quod. i) B tenimento suo. j) L presentius. k) L omette dominorum. l) B protulerunt. m) C liberalitate. n) L dives; C divoti. o) L e M tyrampnidis; C tyrannidem.

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IACOBI INFANTIS LITTERAE PATENTES

1285 novembre 30, indizione XIV, Messina

L‟infante Giacomo, figlio, erede e successore del re d‟Aragona e Sicilia, luogotenente generale del regno di Sicilia, ordina agli ufficiali di Calabria di non obbligare nessun cittadino di Reggio,

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contro la propria volontà, a svolgere commissioni fuori dalla città e dal suo tenimento senza preventivo ordine regio appositamente emanato.

I n s e r t o nel doc. seguente [B1].

C o p i a a u t e n t i c a : ms. Urbs Rhegina, c. 3r (olim c. 2r) [B]. E d i z i o n e parziale: SPAGNOLIO, liber XI, caput I, vol. I, p. 219 [C].

T r a d u z i o n e i t a l i a n a parziale: Ibidem, vol. II, p. 229 (sotto l‟indicazione della IV indizione in luogo della XIV).

E d i z i o n e integrale:LABATE, doc. III, p. 416 [L]; MIGGIANO, pp. 29-30 [M], anche con traduz. italiana integrale, p. 31.

L‟indizione è anticipata secondo lo stile bizantino.

Iacobus infans illustris regis Aragonum et Sicilie filius, suus in regno Sicilie futurus successor et heres ac eius in eodem regno generalitera) locumtenens, universis officialibus Calabrie, devotis suis, salutem et gratiam. Devotioni vestre ex reg(ia) parte qua fungimur auc(torita)te precipiendo mandamus, q(ua)t(enu)s hominibus civitatis Regii et tenimenti sui extra predictam civitatemb) Regii et tenimenti sui aliquas commissiones exequendas pro parte regie curie non commictatis invitis absque serenitatis nostre mandato propterea emanando. Dat(e) Mess(an)e anno Domini .M°. .CC°. .LXXXV°., mense novembris ultimo eiusdem, .XIIIIe. indictionis.

a) B generalis. b) M riporta ex predictam civitate, ritenendo che la forma in accusativo di predicta, anziché

in ablativo, con aggiunta la desinenza -m, sia da considerarsi una svista dello s c r i p t o r .

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FRIDERICI TERTII REGIS PRIVILEGIUM CONFIRMATIONIS LITTERARUM PATENTIUM

<1296> settembre 9, indizione X, Messina.

Federico III <d‟Aragona>, rex Sicilie, ducatus Apulie et principatus Capue, accogliendo la

supplica rivolta dall‟università di Reggio, conferma il privilegio già concesso da suo fratello Giacomo alla predetta città, in virtù del quale nessun cittadino possa esser obbligato, contro la propria volontà, a svolgere qualsiasi commissione fuori dalla predetta città e dal suo tenimento.

O r i g i n a l e : BCRC, fondo pergamene, cancelleria aragonese, n. 2 [A]. Sul v e r s o , al centro, un quadrato diviso a formare una scacchiera in sedici quadratini, riprodotto anche sul r e c t o , in alto al centro. Poco sotto, una nota di mano coeva: «Pro commissionibus». Quest‟ultima si trova compresa tra una nota di mano del XVII secolo che riporta: «9° septembris, .X. ind(ictionis). / Fridericus tertius». In basso, disposta nello stesso verso della scrittura, è la nota di registrazione del documento nel ms. Urbs Rhegina, della solita mano del XVIII secolo, corrispondente al numero di carta della copia: «Federico 3°, 1285 ultimo / novembre, registrato a li/bro folio 2». In un secondo momento l‟espressione «1285 ultimo novembre», riferita al documento inserto, è stata espunta e corretta dalla stessa mano in «1296, 9 settembre». Al centro, pure di mano ottocentesca, ma disposta in senso capovolto rispetto alla scrittura del testo del documento: «Federico 3, / che li ho(min)i de Regio non abbiano offitii / per forza». Poco sotto, della stessa mano, come sembra, un‟annotazione di dubbia lettura: «Spiciale».

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C o p i a a u t e n t i c a : ms. Urbs Rhegina, c. 3r (olim c. 2r) [B]. R e g e s t o : MORABITO DE STEFANO, fasc. I, p. 57, doc. n. II. N o t i z i a : SPANÒ BOLANI, ediz. 1993, p. 245 nota 1.

E d i z i o n e integrale:LABATE, doc. III, p. 416 [L]; MIGGIANO, pp. 29-30 [M], anche con traduz. italiana integrale, pp. 30-31.

La pergamena (mm 366 x 305), restaurata, a p l i c a chiusa, si presenta in discreto stato di conservazione. Copiose infiltrazioni di umidità hanno lasciato ampie macchie brune, particolarmente in prossimità delle antiche pieghe del supporto, due parallele al senso normale della scrittura ed altrettante perpendicolari. Sono presenti quattro piccoli fori circolari disposti a losanga, praticati su ciascun lembo della p l i c a , attraverso i quali passa il filo in seta di color cremisi e giallo che reggeva il sigillo cereo deperdito. La lettera iniziale «F» di «Fridericus», ingrossata e decorata, si prolunga verso il basso per tre righi leggermente sporgente rispetto al margine scrittorio. Le altre lettere iniziali del primo rigo sono tutte ingrossate. Gli elementi della d a t a t i o dell‟ultimo rigo, relativi agli anni di regno del sovrano, sono disposti distanziati tra loro, separati mediante una serie di tre punti, in modo da occuparlo per tutta la sua lunghezza.

La data cronica è stata restituita sulla scorta dell‟indizione X del documento, computata secondo lo stile bizantino, e dell‟indicazione dell‟anno I del regno di re Federico III d‟Aragona, calcolato per anni interi a partire dalla data dell‟incoronazione avvenuta nella cattedrale di Catania il 15 gennaio 1296 (cfr. la nota introduttiva).

F Ridericus Tertius Dei Gratia Rex Sicilie, Ducatus Apulie et Principatus / Capue, Universis officialibus Calabrie tam presentibus quam futuris fidelibus suis, gratiam suam et bonam / voluntatem. Dudum infra annum quartedecime ind(ictionis) nuper preterite, universis officialibus Calabrie per paten/tes licteras serenissimi domini Iacobi Aragonum et olim Sicilie regis illustris domini, fratris nostri, tunc infantis / ac illustrissimi regis Aragonum et Sicilie clare memorie domini patris nostri in eodem regno Sicilie generalitera) locum/tenentis, sub sigillo suo quo tunc generaliter utebatur scriptumb) extitit in hec verba: ...1). Nuper autem pro / parte universitatis hominum predicte civitatis Regii et tenimenti sui maiestati nostre humiliter supplicato, ut / eidem universitati predictam gratiam ei per predictum dominum fratrem nostrum indultam, sibi liberaliter confirmantes ipsam obser/vari eis nostra iniungeretc) celsitudo. Cuiusd) supplicacionibus benigne admissis, ei predictam gratiam liberaliter confirmamus, fide/litati vestre mandantes, q(ua)t(enus) predicte universitati predictam gratiam eis propterea indultam et concessam per predictum dominum fra/trem nostrum, quatenus ei per eundem dominum fratrem nostrum concessa extitit, et in dictis suis patentibus licteris continentur, observetis / et faciatis per singulos alios observari. Datum Messan(e) nono septembris, decime indictionis, regni nostri anno primo.

(SP D)

a) B generalis. b) L sumptum. c) B iniungetur; L invigilet. M iniungat. d) B cum. L quibus.

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FRIDERICI TERTII REGIS PRIVILEGIUM CONFIRMATIONIS LITTERARUM PATENTIUM

<1296> settembre 9, indizione X, Messina.

Federico III <d‟Aragona>, re di Sicilia, su istanza dell‟università di Reggio, conferma le immunità e franchigie a tutti gli abitanti che possiedono beni nelle terre di Sant‟Agata, San Niceto, Mesa ed Oltre Mesa, già loro concesse da Giacomo d‟Aragona, suo fratello, con lettera patente munita di sigillo.

O r i g i n a l e : BCRC, fondo pergamene, cancelleria aragonese, n. 3 [A]. Sul lembo esterno della p l i c a , a destra, una sigla dell‟ufficio di cancelleria coeva alla scrittura del documento, preceduta da una nota dell‟anno di mano del XVI secolo: «1296». Sul v e r s o , al centro, capovolto rispetto al senso della scrittura, di mano coeva: «De burgisatico». Sempre al centro del supporto, ma disposta nello stesso verso della scrittura, è una nota di mano del XVIII secolo: «Privilegio di franchicia della loco/tenenza di Giacomo d‟Aragona confermato da / Federico terzo. Datum Messane, nono settembre / .Xa

. indictione». Più sotto: «Re Federico». Segue vergato da altra mano del XVIII secolo e con riferimento all‟inserto: «Franchezza per i beni / stabili in S. Agata del re Federi/go 3° in anno 1284». Ed ancora una nota della solita mano ottocentesca che annota la registrazione della copia del documento nel ms. Urbs Rhegina: «Federico 3°, 1296, 9 settembre, / registrato a libro a folio primo». A questa nota ne segue un‟altra di mano diversa ma coeva alla precedente, chiusa tra parentesi: «In questo stesso è inclusa una litte/ra patente di Giacomo, 17 agosto / 1284».

C o p i a a u t e n t i c a inserta: ms. Urbs Rhegina, c. 6r-v (olim c. 1r-v) [B]. R e g e s t o : MORABITO DE STEFANO, fasc. I, p. 57, doc. n. III.

N o t i z i a : SPANÒ BOLANI, ediz. 1993, p. 245 nota 1.

E d i z i o n e integrale:LABATE, doc. II, pp. 414-415 [L]; MIGGIANO, pp. 17-19 [M], anche con traduz. italiana integrale, pp. 20-21; MAZZITELLI, doc. n. I, pp. 252-253 [edizione da B].

La pergamena (mm 330 x 319), restaurata, a p l i c a chiusa, si presenta in buono stato di conservazione. Piccoli fori, risarciti con carta giapponese al momento del restauro, si trovano in corrispondenza degli incroci di antiche piegature, in numero di tre orizzontali e due verticali. Lievi macchie di colore bruno, lasciate da infiltrazioni di umidità, sono localizzate lungo le pieghe del supporto e nella parte superiore, ma non inficiano il recupero integrale del dettato. Sono presenti quattro piccoli fori circolari, disposti a losanga, su ciascun lembo della p l i c a attraverso i quali passa il filo in seta di color cremisi e giallo che reggeva il sigillo cereo deperdito. Lungo il margine di sinistra sono evidenti i forellini lasciati dal p u n c t o r i u m . La lettera iniziale «F» di «Fridericus», ingrossata e decorata, si prolunga verso il basso per quattro righi mantenendosi in linea con il margine scrittorio. Le altre lettere iniziali del primo rigo sono tutte ingrossate. Gli elementi della d a t a t i o dell‟ultimo rigo, relativi agli anni di regno del sovrano, sono disposti distanziati tra loro, separati mediante una serie di punti, in modo da occuparlo per tutta la sua lunghezza.

Sulla restituzione della data c r o n i c a cfr. le note cronologiche del doc. precedente. L‟indizione è anticipata secondo lo stile bizantino.

F Ridericus Tertius Dei Gratia Rex Sicilie, Ducatus Apulie et Principatus Capue, Universis officia/libus Calabrie tam presentibus quam futuris fidelibus suis, gratiam suam et bonam voluntatem. Dudum infra annum duodecimea) ind(ictionis) nuper preterite / univ(er)sis officialibus Calabrie tunc presentibus et futuris per patentes licteras serenissimi domini Iacobi Aragonum et olim Sicilie regis illustris domini / fratris nostri tunc infantis ac illustrissimi regis Aragonum et