3. La categorizzazione giuridica delle identità collettive e il conseguente condizionamento delle scelte di identificazione individuali
3.1. La Repubblica socialista federale di Jugoslavia e le politiche identitarie
3.1.4. La progressiva etnicizzazione dell’identità musulmana
Il problema della preminenza dei serbi in Bosnia – Erzegovina e in parti della Croazia costituiva negli anni ’60 una delle maggiori preoccupazioni di Tito, che capì come ciò potesse costituire la maggiore minaccia al sistema federativo. In questo quadro, egli decise di prevenire le tendenze egemoniche dei serbi, riconoscendo ai musulmani lo status di nazione costitutiva, al pari delle altre.
Per capire la logica e l’efficacia di questa politica bisogna considerare che in Bosnia e Erzegovina, in mancanza di una nazionalità con cui identificarsi, molti musulmani si dichiaravano “serbi” o “croati”, oltre che “jugoslavi”.
Il riconoscimento tardivo e progressivo della loro identità etnica ed il fatto che sia stata identificata ambiguamente come “musulmana”, è anche il riflesso del fatto che la loro identità è sempre stata messa in dubbio dai nazionalisti serbi e croati. Questa ambiguità è notevole se consideriamo che la politica ufficiale jugoslava rigettava implicitamente l’idea che la categoria di musulmano avesse un riferimento religioso. Per quanto, come si è già visto, la
309 Trogu Silvia, Il superamento del sistema educativo affermatisi con la guerra in Bosnia – Erzegovina: un
processo in corso volto a favorire la convivenza fra le nuove generazioni, in Rassega europea. Atti 2006,
corrispondenza fra etnia e religione in Bosnia fosse perfetta e non dipendesse dal sentimento religioso, dal rispetto di norme religiose o dalla fede, ma fosse parte dell’identità culturale di una persona.
Così i musulmani che, da etnia (etnička grupa) nel censimento del 1961 poterono dichiararsi “musulmani in senso etnico” (narodnost), mentre nel 1968, insieme ai macedoni, sono stati riconosciuti come nazioni o popoli (narod), e inclusi fra i popoli jugoslavi, al pari di croati, serbi, sloveni, montenegrini e macedoni. Quindi divennero degli aventi diritto alla stessa rappresentatività politica, pur rimanendo l’unico popolo che non si definiva come una repubblica federale.
“Musulmani” venne da allora in serbo-croato scritto con la lettera maiuscola, per distinguere l’etnia (Musulmano) dalla religione (musulmano).
Questa decisione del Comitato centrale del partito comunista fu presa nel contesto della politica jugoslava mirante a bilanciare le nazionalità più aggressive rafforzando le nazionalità minori310. Con lo stesso obiettivo, Tito incitò i macedoni a distinguersi nettamente dai bulgari (riconoscendo nel 1971 la lingua macedone), ed i montenegrini dai serbi311.
Per capire il significato di questo riconoscimento in campo culturale e identitario in Bosnia – Erzegovina, è importante tenere presente, secondo Lučić Iva, che fino ad allora la divisione dello spazio culturale in due categorie nazionali (serbi e croati), rendeva partecipe della cultura serba o croata qualunque autore che si dichiarasse tale. In questo modo si negava l’esistenza di una cultura propria della Bosnia – Erzegovina e si escludevano tutti gli autori musulmani, a cui non restava altro che dichiararsi “serbi” o “croati”312.
Bringa porta l’esempio di un “musulmano” di Bosnia che è passato attraverso la maggior parte delle categorie a seconda della modifica delle categorie stesse e del contesto socio-culturale in cui si trovò a vivere o a lavorare: “nazionalità non dichiarata”, “croato”, “jugoslavo”, “serbo”, “Musulmano, “bosgnacco” (nella Bosnia post-Dayton)313.
310 Bringa Tone R., Nationality categories, national identification and identity formation in “multinationa”
Bosnia, in Anthropology of East Europe Review, Vol. 11, Nos. 1-2 Autumn, 1993 - Special Issue: War among
the Yugoslavs, http://condor.depaul.edu/~rrotenbe/aeer/aeer11_1/bringa.html
311 Garde Paul , Ibidem., p.25.
312 Lučić Iva, Drugovi Muslimani i Bosnjastvo. Historija - Sta je Centralni komitet SKBiH govorio o
Muslimanima?, settimanale “Dani”, Sarajevo, 23.03.2008. Sito web:
http://www.bosnjaci.net/prilog.php?pid=24488
313 Bringa Tone R., Nationality categories, national identification and identity formation in “multinationa”
Bosnia, in Anthropology of East Europe Review, Vol. 11, Nos. 1-2 Autumn, 1993 - Special Issue: War among
Il riconoscimento dell’etnia musulmana andò di pari passo con la liberalizzazione delle religioni e con il ruolo assunto dalla Jugoslavia come guida dei Paesi non allineati. Da allora, la politica jugoslava favorì l’Islam, soprattutto in Bosnia – Erzegovina, con l’obiettivo ulteriore di avvicinarsi ai Paesi musulmani, suoi partner nel movimento dei Paesi non allineati314.
L’effetto sul censimento del 1971 fu una doccia fredda per i serbi, i quali scoprirono di non essere più l’etnia maggioritaria nel Paese 315.
La sorpresa fu dovuta anche al fatto che in realtà lo erano da poco tempo, in seguito a fenomeni paralleli ed indipendenti: l’emigrazione di serbi (e in parte di croati) in Vojvodina dove potevano disporre dei ricchi terreni fertili abbandonati dai tedeschi nel 1945; l’emigrazione di serbi di Bosnia a Belgrado attirati dallo sviluppo industriale e dalle possibilità di carriera, la simile emigrazione di croati verso Zagabria e verso la costa negli anni ’50 e ’60; contemporaneamente, i musulmani del Sandžak (regione situata fra Serbia e Montenegro) emigrarono in Bosnia. A tutto ciò va aggiunto il maggior incremento demografico dei musulmani316.
Nella seguente tabella si può vedere il variare delle nazionalità nei censimenti dal 1961 al 1991 in Bosnia – Erzegovina: Censimenti Struttura in % 1961 1971 1981 1991 1961 1971 1981 1991 Totale 3.277.948 3.746.111 4.124.256 4.377.033 100,0 100,0 100,0 100,0 Musulmani 1) 842.248 1.482.430 1.630.033 1.902.956 25,7 39,6 39,5 43,5 Serbi 1.406.057 1.393.148 1.320.738 1.366.104 42,9 37,2 32,0 31,2 Croati 711.665 772.491 758.140 760.852 21,7 20,6 18,4 17,4 Jugoslavi 275.883 43.796 326.316 242.682 8,4 1,2 7,9 5,6 Montenegrini 12.828 13.021 14.114 10.071 0,4 0,4 0,4 0,2 Rom 588 1456 7251 8864 0,0 0,0 0,2 0,2 Albanesi 3.642 3.764 4.396 4.925 0,1 0,1 0,1 0,1 Ucraini 2) … 5.333 4.502 3.929 … 0,2 0,1 0,1 Sloveni 5.939 4.053 2.755 2.190 0,2 0,1 0,1 0,1
314 Garde Paul , Ibidem., p. 89.
315 Pirjevec Joze, Ibidem., p. 111.
Macedoni 2.391 1.773 1.892 1.596 0,1 0,1 0,1 0,1 Ungheresi 1.415 1.262 945 893 0,1 0,0 0,0 0,0 Italiani 717 673 616 732 0,0 0,0 0,0 0,0 Cechi 1.083 871 690 590 0,0 0,0 0,0 0,0 Polacchi 801 757 609 526 0,0 0,0 0,0 0,0 Tedeschi 347 300 460 470 0,0 0,0 0,0 0,0 Ebrei 381 708 343 426 0,0 0,0 0,0 0,0 Russi 934 507 295 297 0,0 0,0 0,0 0,0 Slovacchi 272 279 350 297 0,0 0,0 0,0 0,0 Turchi 1.812 477 277 267 0,1 0,0 0,0 0,0 Rumeni 113 189 302 162 0,0 0,0 0,0 0,0 Rusini 2) 6136 141 111 133 0,2 0,0 0,0 0,0 Appartenenza regionale … … 3.649 224 … … 0,1 0,0 Sconosciuto 1.885 9.598 26.576 35.670 0,1 0,3 0,7 0,8 Altri 811 602 946 17.592 0,0 0,0 0,0 0,4 Non dichiarato … 8.482 17.950 14.585 … 0,2 0,4 0,3
Nota) Fino al censimento del 1971 i Rusini e gli Ucraini erano considerati un'unica categoria
Vincenzo Strika considera l’incorporazione dei musulmani bosniaci nello Stato socialista, come una forma di adattamento ad un regime modernizzante (dopo quello austro-ungarico e monarchico). La novità è la scoperta dell’identità musulmana come risorsa politica spendibile all’estero, verso i paesi musulmani, e all’interno, secondo Dogo, nella competizione per il potere nello Stato laico - socialista. La portata innovativa di una nazionalità musulmana fu allora offuscata, secondo Dogo, dall’apparentemente solida laicità dello Stato jugoslavo317.
3.1.5. Il riconoscimento dell’autonomia delle Repubbliche federate: