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Tra le lingue usate vi sono commistioni e corruzioni reciproche; ad esem- esem-pio, in un testo latino la lingua può risentire di influenze catalane (dominum

Nel documento a cura di Giovanni Murgia (pagine 138-173)

don Fabri'ium oppure magestatis o ancora majestatis), mentre in altri

conte-sti si trovano pure le versioni Fabritium e maiestatis, oppure si possono incon-trare vocaboli catalani castiglianizzati (perjudici si trasforma in perjudikio).

In uno stesso documento si passa dalle forme c alle forme s ss

(habili-ta(ion, habilitassion); in contesto catalano si possono trovare vocaboli

casti-gliani come edad. Più marcate appaiono invece le differenze nella stesura delle attestazioni notarili sia per l'ortografia che per la sintassi utilizzate, poi-ché, provenienti dai più disparati centri del Nord e del Sud dell'isola, riflet-tono gli influssi culturali delle diverse aree linguistiche.

In un solo caso, riferibile ad un atto di procura redatto a Pozzomaggiore, c. 820, vol. 169, si riscontrano numerose parole in lingua sarda.

258 Cfr. C. M. BRIQUET, Les filigranes. Dictionnaire historique des marques du papier, de leur apparition vers 1282 jusq'en 1600, Paris, Londres, Leipzig, Amsterdam, Rome, Madrid, 1907.

259 Cfr. V. Amat di San Filippo e M. Valdes Carboni (a cura di), Segni tabellionali in Sarde-gna dal 1409 al 1786, Cagliari 1983.

Per non appesantire il testo, e quindi rendere più agile la lettura, si riman-da alle note per peculiarità testuali, errori, cancellazioni ed incertezze (ad es.

hereno invece dí henero; vocaboli declinati in nominativo e poi corretti in accusativo), per i vacua lasciati dallo scrivano e per le aggiunte in tempi suc-cessivi, come alcune date rese in numeri arabi.

Frequenti risultano le abbreviazioni; soprattutto le nasali m e n vengono spesso abbreviate; i nomina sacra indicati con sigle sono stati puntualmente sciolti.

Sempre sulla base delle regole proposte dalla dott.ssa Gabriella 011a Repetto2" si è trasformata la y, quando esecuzione calligrafica di ij, in ii, ma anche i (donarlys, donarlis); la j si è rappresentata con i in quanto avente valo-re vocalico (sjndicats), mentvalo-re si è lasciata invariata nel caso in cui, in vocabo-li catalani e castigvocabo-liani, aveva valore di semiconsonante (jus4ia, l'unta); si sono rispettate la le doppie ff, rr e ss; i dittonghi ae e oe, con lettere acco-state e in nesso, si sono resi nella trascrizione con lettere separate.

Le parole si sono divise nella trascrizione secondo l'uso odierno, per cui si sono unite certe parole (sen blants) e separate con un puntino in basso altre (d.ellas).

Anche riguardo all'interpunzione si sono seguiti i criteri moderni, pur non tralasciando di prestare attenzione ai punti, alle virgole ed ai punti e virgola presenti nel testo. Si è preferito mettere minuscole al posto di maiuscole quando il termine viene usato come attributo, mentre non si è intervenuti quando è utilizzato come denominativo.

Le formule iterative e gli etcetera presenti nelle carte non si sono tagliati per mantenere il più possibile l'aderenza al testo. Si sono rispettati í capover-si originari e capover-si è segnato il passaggio dal recto al verso delle carte con una sbarretta obliqua. Due sbarrette si sono invece apposte per marcare i capo-versi dei testi dell'esemplare barcellonese, utilizzati per integrare parti man-canti in quello cagliaritano.

La numerazione delle carte che si è seguita è quella recente indicata a matita sul bordo in alto a destra dei fogli costituenti i relativi due volumi con-servati nell'Archivio di Stato dí Cagliari.

260 Cfr. G. OLLA REPETTO, Criteri proposti per l'edizione critica degli Atti dei Parlamenti sardi, in Acta Curiarum Regni Sardiniae. Istituzioni rappresentative nella Sardegna medioevale e moderna, Cagliari 1986, pp. 415-425.

II

Atti del Parlamento

Trascrizioni a cura di Giovanna Deidda, Adriana Gallistru, Carla Marongiu e Ignazia Tocco.

Regesti a cura di Giovanni Murgia.

Trascrizione dei documenti del vol. 169:

Giovanna Deidda: cc. 151-214v.; 447-650;

Adriana Gallistru: cc. 1-77;

Carla Marongiu: cc. 78-150; 215-401;

Ignazia Tocco: cc. 404-446; 651-849.

Trascrizione dei documenti del vol. 170:

Giovanna Deidda: cc. 154-320;

Adriana Gallistru: cc. 530-752v;

Carla Marongiu: cc. 321-528;

Ignazia Tocco: cc. 1-153v; 755-809.

Processo

1 1640 ottobre 12, Madrid

Filippo IV, re di Spagna, nel suo ventesimo anno di regno, al fine di provvedere al bene del Regno di Sardegna, indice la convocazione del Parlamento. Non potendo parteciparvi di persona, a motivo degli urgenti impegni di governo negli altri regni della Corona, conferisce la piena e assoluta facoltà di indirlo e convocarlo al viceré di Sardegna, don Fabrizio Doria, duca d'Avellano. A questi vengono delegati i poteri di riunire i tre Stamenti militare, ecclesiastico e reale nella città e luogo più opportuni; di sospenderne e prorogarne i lavori; di trattare con i rappresentanti dei tre bracci la richiesta della quota di donativo a favore della Corona; di esaminare i gravami proposti e di decretarne i provvedimenti del caso, e di ascoltare le richieste, su diverse discipline, oggetto di contrattazione, e di approvare i capitoli con l'intervento ed il loro consenso, o della maggioranza di essi, e di renderli quindi pubblici. A garanzia degli impegni assunti gli viene riconosciuta anche la facoltà di obbligare il Patrimonio regio assumendo a suo nome qualsiasi altro impegno dettato dalle circostanze, oltre i termini della stessa lettera della presente concessione.

Processus regii generalis Parlamenti' celebrati per illustrissimum et excellentissimum B s.n.

dominum don Fabrisi[u]m Doria, ducem de Avellano de concilio suae catholicae regiae magestatis2 domini nostri regis et pro eadem llocurntenentem et capitaneum generalem presentís Sardiniae regni et presidem in dicto regio generali Parlamento, in civitate et Castro Callaris cum intervensione tríum ordinum sive stamentorum presentis regni, a die quinta mensís februarii anno 1642 usque ad diem 16 mensis februarii anno a nativitate Domini 1643.

Don Monserratus Vacca secretarius /

In Dei nomine. Amen. Pateat cunctis quod nos Philippus3, Dei gratia rex Castellae, c. 1

Aragonum, Legionis, utriusque Hierusalem, Portugaliae, Hungariae, Dalmatiae, Croatiae, Navarrae, Granatae, Toleti, Valentiae, Galletiae, Maioricarum,

i Prefazione al Parlamento presieduto da don Fabrizio Doria duca di Avellano negli anni 1642-1643. La prefazione e la parte iniziale del Parlamento mancano nel codice cagliaritano.

Il codice barcellonese, che riporta gli atti dí questo Parlamento, ha come segnatura: ARCHIVO DE LA CORONA DE ARAGON — Barcelona, Consejo Supremo de Aragon, Registros de la Real Camara, Varia, Cortes y Parlamentos, n. 381.

2 L'abbreviazione SCR si trova successivamente sciolta dallo scrivano nel testo in "suae catholicae regiae". A tal riguardo cfr. note di apparato.

3 Si tratta di Filippo IV re di Spagna, figlio di Filippo III di Spagna e Margherita d'Austria, che regna tra il 1621 ed il 1665.

Hispalis, Sardiniae, Cordubae, Corsicae, Murtiae, Giennis, Algarbi, Algezirae, Gibraltaris, insularum Canariae nec non orientali-11m et oggidentalium insularum ac terrae firmae, maris oggeani, archidux Austriae, dux Burgundiae, Brabantiae, Mediolani, Atenarum et Neopatriae, comes Habspurgi, Flandriae, Tirolis, Barchinonae, Rossilionis et eritaniae, marchio Oristani et comes Gogeani, cum pro rebus statum nostrum justigiae cultum publicumque bonum et augmentum predicti nostri Sardiniae regni congernentíbus tractandis et finiendis opporteat immo maxime necessarium sit populos ipsius convocare et Parlamentum generale per capitula et actum Curiae et privilegia dicti regni statutum indigere et selebrare, quibus aliis arduis horum regnorum nostrorum Castellae impediti negotiis personaliter adesse non valeamus seduto cogitantes de persona aliqua in cuius fide animus noste[r] digne requiessere possit et cuius prudentiam, inteligentiam itta aprobatus haberemus ut que in eo necessaria forent reperiri possent te illustrem don Fabrigium Doria4, ducem de Avellano, consanguineum munceni munera nostri llocumtenentis et capitanei generalis predicti regni commissimus, duximus eligendum prout tenore presentis de nostra sgerta sgiensia regiaque auctoritate deliberate et consulto, motu nostro proprio, nostraque suprema regia potestate te predictum ducem de Avellano, llocumtenentem et capitaneum generalem ex latere nostro dextero sumptum personamque nostram representantem in dicto Sardiníae retio et cunctis illius partibus ad infrascripta peragenda spegialiter et expressum fagi [musi, constituimus, c. lv. creamus et solemniter ordinamus atque prefigimus ita quod / tu ex ipso nostro latere dextero sumptus et alternos perso[n]amque nostram representans possis et valeas in eodem Sardiniae refi° Parlamentum predictum incolis illius literatoriae (ut moris est) in civitate, villa seu loco per capitula, ordinationes seu privilegia dicti reni per missis indigere et convocare huiusmodi convocationis causam detegere, proponere et explicare, idemque Parlamentum prorrogare et continuare et de loco in locum mutare, concludere et finire, absolvere, lisentiare seu dimitere in ipsoque Parlamento quecunque gravamina audire ea que discutere et discuti fagere ac eis debite provis[ion]is sufragium inpertiri, provisiones etiam cum consensu brachiorum ipsiusque Parlamenti seu aliquorum ex eis aut sine ipsis fagere et providere factasque revocare et habilitare, mutare seu corrigere capitula et ordinationes cum consensu et interventione [e]orundem brachiorum seu maioris partis illorum, more solito edere et publicare seu edi et publicari fagere et mandare subventiones, dona, collectas, munera, seu subsidia mutua et servitia quevis ab ipso Parlamento seu convocatis in eodem et quibuscunque universitatibus et particularibus dicti reni pro nobis et nomine nostro petere, obtinere, procurare et abere et vive nostra ageptare et promissa nobis solvi fagere et curare promissaque per vos pro nobis et nomine nostro fagere et omnino adimplere et pro premissis et eorum singulis pecunías bona et iura nostra regia quecunque nobis pertinensia et pertinentes queque pertinebunt in

4 La lezione testuale è "ab Oria".

futurum pro nobis et nomine nostro ac curie nostre specialiter et expresse obligare et hipotecare eaque et eorum singula nos inviolabiliter observaturos in animam nostram iure iurando promitere cum / clausulis et cauthellis et aliis securitatibus c. 2 solítís negessariis et opportunis et generaliter omnia alia et singula falere, gerere et exeNere quecumque ad predicta et eorum singula negessaria fuerint et opportuna queque nos falere possemus si [in] predicto retio Sardiniae personalit[er] adessemus etiam si talia ferent5 / que de iure vel de facto maiestatis nostrae presentiam exigerent A c. 1 seu [requirerent] et sine quibus premissa vel eorum aliqua ad debítum effe[ctum dedugi] nequirerent quamvis maiora vel graviora fuerint superius expressatis et que de jure vel de facto aut alias mandatum exigerent maggis spe[giale] quem presentibus est expressum nos enim in premissis et circa ea et super dependentibus et emergentíbus ex eisdem ac eis adherentibus annexis et connexis quovis modo omnimodam potestatem, auctoritatem et facu[l]tatem nostram tibi dicto dugi ab Avellano concedimus et plenarie elargi[mur] cum libera et generali administratione et plenissima facultate promite[ntes] tibi dicto locumtenenti et capitaneo generali nostro secretarioque nostro notarlo infrascripto tanquam publicae et autenticae personae pro te et aliis quorum intersit recipienti et legitimae stipulanti nos dattum et firmum semper habituros totum id quid et quantum per te dict[um] illustrem dugem ab Avellano nomine nostro et pro nobis premissis et cir[ca] ea procuratum et actum fuerit sive gestum et nunquam revocaturos sub bonorum et iurium nostrorum ubique habiturum et habendorum omnia] hipoteca et obligatione. Dattum et actum est hoí in oppido nostro Madriti, die duodecima mensis octobrís anno a nativitate Domini millesimo sexsentesimo quadragesimo, regnorumque nostrorum vigesimo.

Signum Philippi, Dei gratia regis Castellae, Aragonum, Legionis, utriusque Sigiliae, Hierusalem, Portugaliae, Hungariae, Dalmatiae, Croatiae, Navar[rae], Granatae, Toletti, Valentiae, Galletiae, Maioricarum, Hispalis, Sardiniae, Cordubae, Corsicae, Murtiae, Giemnis, Algarbi, Algezírae, Gibraltaris, insularum Canariae, nec non Indiarum orientalium et occidentalium insularum, ac terrae firmae, maris oceani y archiducis Austriae, dugis Burgundiae, Brabantiae, Mediolani, Athenarum, et Neopat[riae], comitis Habspurgi, Flandiae, Tirolis, BaNinonae, Rossilionis et Ceri[taniae], / marchionis Oristani et comitis Gocani, quae predicta concedimus et c. lv.

firmamus eisdemque nostrum regium sigillum pendens iussimus apponendum.

Yo el Rey

Testes, qui premissis adfuerunt, sunt illustres don Gaspar de Guzman, dux de San Lucar la mayor et comes de Olivares, don Didacus Mendez de Aro, marchio de Carpio, don Ludovicus de Haro et don Gullermus Raimundus de Moncada, marchio de Aitona, omnes cubicularii suae maiestatis.

Vidit Canales

5 Da questo punto inizia il testo del codice cagliaritano.

Vidit Sisternes regens

Vidit Villanueva pro conservatore generali

Poder que vuestra magestad da al duque de Avellano, virrey de Sardefia, para tener Parlamento en aquel reino.

Consultado

Signum Petri de Villanueva suae catholicae et regiae maiestatis consiliarii et secretarii in supremo Aragonum concilio, eiusque auctoritate notarii publigi per totam terram et ditionem suam, qui una cum prenominat[is] testibus premissis interfuit eaque mandatto regio scribi fecit et clausit.

Dominus rex mandavit mihi Petro de Villanueva in cuius posse sua maiestas concessit et firmavit; visa per cardinalem Caupal pro thesaurario generali; Sisternes, regentem Cancellariam et me pro conservatore generali. /

2 1641 dicembre 2, Cagliari

Lettere viceregie di convocazione al Parlamento. Il viceré di Sardegna, don Fabrizio Doria, duca d'Avellano, in seguito al mandato affidatogli dal sovrano in data 12 ottobre 1640 per la convocazione delle Corti generali del Regno, invita il dottor Giovanni Cao, vicario della vacante sede arcivescovile di Cagliari, perché personalmente o attraverso procuratore fornito dei poteri necessari, prenda parte ai lavori del Parlamento, che si apriranno in Cagliari in data 2 gennaio prossimo venturo. In caso di assenza, scaduti i termini di tempo stabiliti, il Parlamento verrà ugualmente celebrato.

c. 2 (Lo duque de Avellano llochtinent y capita general)6 Lletres convocatories per a 1.estament eclesiastich.

Al amat de sa magestad, lo doctor Juan Cao vicarii sede vaccante de 1. arquibisbat de Caller. Per quant lo rey, nostre sefior, ab ses opportunes provisions de la datta en Madrid, als 12 de octubre de 1640 nos ordena, mana y comet que en son real nom y en sa real persona tingam y selebrem real generai Parlament convocant per lo tal effecte los tres estaments del present regne per tractar y determinar en aquell les coses consementes al servigi de nostre sefior Deu, comservagio de sa real corona, benefigi de la republica, custodia y deffensa del present regne, pau y quietut de aquell. Per go vos diem, sitam y manam que per als deu del mes de jener, primo vinent, sian y comparegan en esta ciutat de Caller devant nos, vos o vostre llegitim procurador be instruhit y ab sufficient potestat per assistir, tractar, offerir, concloure y fer tot lo demes que en aquell convindra, a tal que les coses que seran per nos proposades y tratades se pugan ab tota brevetat determinar y

6 Lo scrivano, a carta 2, riporta sul margine sinistro in alto le parole "Lo duque de Avellano / llochtinent generai".

concloure segons sa real magestad ab sa real lletra que va ab esta signiffica y mana, altrament, passat dit termini, se passara havant en dit real generai Parlament y conclusio de aquell vostra abserwia en res no obstant. Datum en Caller als deu de desembre de 1642.

Fabrizio Doria Vidit Dexart Vacca secretarius

3

Il viceré invia le convocazioni agli altri componenti lo Stamento ecclesiastico:

a don Diego Passamar, arcivescovo di Sassari; a don Pietro Vico, arcivescovo di Arborea (Oristano); a don Antonio Nuseo, vescovo di Alghero; a don Andrea Manca, vescovo di Ampurias; a don Vincenzo Clavaria, vescovo di Bosa; a don Michele Beltram, vescovo di Ales, ed al dottor Francesco Escarxoni, vicario della vacante sede vescovile di Iglesias, con i rispettivi Capitoli diocesani.

Vengono inoltre convocati il canonico don Giacomo Espiga, e don Leonardo Palmas, rispettivamente abbate e priore del monastero di Salvenero, ed il priore del monastero di Bonarcado, venerabile Giovanni Antonio Otgiano.

Altra comsemblant per al reverendissimo don Diego Passamar, archibisbe turritano.

Altra comsenblant per al reverendissimo don Pedro Vico, archibisbe de Arborea.

Altra comsenblant per al reverent pare en Christo don Antonio Nuseo', bisbe de 1.Alguer. /

Altra comsemblant per al reverent pare in Christo, don Andrea Manca, bisbe de c. 2v.

Ampurias.

Altra comsemblant per al reverent pare in Christo, don Vissent Clavaria, bisbe de Bosa.

Altra comsemblant per al reverent pare in Christo, don Miguel de Beltran, bisbe de Alas.

Altra comsemblant per al doctor Francisco Escarxoni, vicari sede vacant del bisbat de Iglesias.

Altra comsemblant per al dega, canonjes y capitulars de la santa seo de Caller.

Altra per a 1.archipreste, canonjes y demes capitulars de la santa iglesia de la ciutat de Iglesias.

Altra per a 1.archipreste, canonjes y demes capitulars de la santa iglesia de la ciutat de Sasser.

Altra per a 1.archipreste, canonjes y capitulars de la santa iglesia de la ciutat de 1.Alguer

7 Lo scrivano, a carta 2, aggiunge "Nuseo" in soprallinea.

Altra per a l.archipreste, canonjes y demes capitulars de la santa santa iglesia de Arborea.

Altra per a l.archipreste, canonjes y capitulars de la santa iglesia de Ampurias.

Altra per a l.archipreste, canonjes y capitulars de la santa iglesia de Bosa.

Altra per al dega, canonjes y capitol de la seo de Alas.

Altra per al venerable abat de Salvenara, lo doctor y canonje don Jaime Espiga.

Altra per al venerable Lleonart Palmas, prior.

Altra per al venerable Juan Antonio Otjano, prior de Bonarcadu. /

4 1641 dicembre 2, Cagliari

Lettere convocatorie per i membri dello Stamento militare. Il duca d'Avellano, luogotenente e capitano generale del regno di Sardegna, nella sua qualità di viceré, convoca il marchese dí Villasor, don Biagio Alagon, perché personalmente o attraverso procuratore prenda parte ai lavori del Parlamento.

L'eventuale sua assenza, scaduto il termine fissato, non avrebbe pregiudicato in nessun modo lo svolgimento dei lavori del Parlamento.

c. 3 (Lo duque de Avellano, llochtinent y capita generai)' Convocatorias per als militars de Caller.

Illustre don Blasco de Alago, marques de Vilagor, conde de Monti Santo, gentilhome de la camera de sa magestad. Per quant lo rei nostre setior ab ses opportunes provisions de la datta en Madrid als 12 de octubre de 1640 nos ordena, mana y comet que en son real nom y en sa real persona tingam y selebrem real generai Parlament, convocant per lo tale effecte los tres estaments del present regne per tractar y determinar en aquell les coses consernents al servigi de nostre setior Deu, conservagio de sa real corona, benefigi de la republica, bona administracio de la justicia, custodia y deffensa del present regne, pau y quietut de aquell. Per go vos diem, sitam y manam que per als deu del mes de jener, primo vinent, sian y comparegan en esta ciutat de Caller devant nos, vos, o vostre llegitim procurador be instruhit y ab suffigient potestat per assistir, tractar, offerir, concloure y fer tot lo dem[es] que en aquell convindra, a tal que les coses que seran per nos proposades y tracte[ades] se pugan ab tota brevetat determinar y concloure segons sa real magestad ab sa real lletra que va ab esta signiffica y mana altrament, passat lo dit termini, se passara havant en dit real generai Parlament y conclusio de aquell vostra absencía en res no obstant.

8 Lo scrivano, a carta 3, riporta sul margine sinistro in alto le parole "Lo duque de Avellano / llochtinent y capita generai".

Datum en Caller als deu de desembre 1641.

Fabrigio Doria Vidit Dexart Vacca secretarius

5 [1641 dicembre 2, Cagliari]

Il viceré invia le lettere di convocazione anche a don Giovanni de Castelvì, marchese di Laconi; a don Alfonso Gualbes, marchese di Palmas; a don Francesco Lussorio Brondo, marchese di Villacidro; a don Giovanni Battista etrilles, marchese di Siete Fuentes, ed ai nobili e magnifici don Giovanni Dexart, dottore Michele Bonfant, don Giacomo Artale de Castelvì, don Antonio Masons e don Vincenzo Bacallar. Lettere di convocazione vengono inoltre inviate ai nobili don Giovanni Battista de Castelvì, don Giuseppe de Castelvì, don Francesco Capata, don Giovanni Battista C' etrilles, don Ignazio Aymerich, don Antioco Sanjust, don Francesco Lussorio Cervellón, don Giovanni Battista Sanna, don Saturno etrilles, don Agostino de Castelvì, don Gavino Capai, don Giovanni Battista Acorra, don Antonio Sanjust, don Antonio Manca Guiso, don Giacomo Manca, don Giovanni Battista Perez de Xea, don Giuseppe de la Mata minore, don Giovanni de la Mata, don Simone Montanacho, don Francesco Barbarà, don Gaspare Barbarà, don Antonio Barbarà, don Luigi Barbara, don Antonio Escorsa, don Agostino Capai, don Dionigi Capai, don Giuseppe Sesse, don Antonio Robles, don Antonio Cugia, don Domenico Brunengo, don Stefano Brunengo, don Eusebio Carcassona, don Giorgio Carcassona, don Giovanni Stefano Masons, don Lussorio de Castelvì, don Giovanni de Castelvì Picasso, don Girolamo Torrella, don Lussorio Cau, don Emanuele Sanna, don Girolamo Sanna, don Gaspare Melonda, don Francesco Melonda, don Antioco Cani, don Azore Capata, don Girolamo Martì,

Il viceré invia le lettere di convocazione anche a don Giovanni de Castelvì, marchese di Laconi; a don Alfonso Gualbes, marchese di Palmas; a don Francesco Lussorio Brondo, marchese di Villacidro; a don Giovanni Battista etrilles, marchese di Siete Fuentes, ed ai nobili e magnifici don Giovanni Dexart, dottore Michele Bonfant, don Giacomo Artale de Castelvì, don Antonio Masons e don Vincenzo Bacallar. Lettere di convocazione vengono inoltre inviate ai nobili don Giovanni Battista de Castelvì, don Giuseppe de Castelvì, don Francesco Capata, don Giovanni Battista C' etrilles, don Ignazio Aymerich, don Antioco Sanjust, don Francesco Lussorio Cervellón, don Giovanni Battista Sanna, don Saturno etrilles, don Agostino de Castelvì, don Gavino Capai, don Giovanni Battista Acorra, don Antonio Sanjust, don Antonio Manca Guiso, don Giacomo Manca, don Giovanni Battista Perez de Xea, don Giuseppe de la Mata minore, don Giovanni de la Mata, don Simone Montanacho, don Francesco Barbarà, don Gaspare Barbarà, don Antonio Barbarà, don Luigi Barbara, don Antonio Escorsa, don Agostino Capai, don Dionigi Capai, don Giuseppe Sesse, don Antonio Robles, don Antonio Cugia, don Domenico Brunengo, don Stefano Brunengo, don Eusebio Carcassona, don Giorgio Carcassona, don Giovanni Stefano Masons, don Lussorio de Castelvì, don Giovanni de Castelvì Picasso, don Girolamo Torrella, don Lussorio Cau, don Emanuele Sanna, don Girolamo Sanna, don Gaspare Melonda, don Francesco Melonda, don Antioco Cani, don Azore Capata, don Girolamo Martì,

Nel documento a cura di Giovanni Murgia (pagine 138-173)

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