5 FINE DI UNA COLONIA
8. LA SCUOLA E I LUOGHI D’AGGREGAZIONE E DI RITROVO
8.1. La scuola italiana
8.1.2. Lo sport per unire i giovani Fratell’Arnaldo
Fratello Arnaldo Grassano arrivò a Tripoli e trasformò quel cortile dei Fratelli delle Scuole Cristiane, che non era certo né un campo di calcio né di pallacanestro, in un campo di gioco, dove ―tiravano calci al pallone‖ cristiani, ebrei e mussulmani, anche se d‘estrazione elitaria. Raccoglieva intorno ad un pallone la gioventù tripolina e ―insegnava a vivere‖, come disse mio nonno.
Certo, il campo di gioco non era regolare. Per evitare insolazioni, era circondato e
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Percorreva un lungo tragitto fino quasi al Palazzo Reale, in prossimità dell’abitazione dell’interlocutrice, e poi tornava in chiesa.
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diviso in tre parti, da porta a porta da filari di alberi di Phycus Benjamina.
Fu costruita una sede coperta per l‘Associazione con tavolo da pingpong e calciobalilla.
“ [Ricordo] che il primo pallone di cuoio me l’aveva portato mia nonna addirittura quando andò nel Sessanta all’Anno Santo.
Era bellissimo ed era diventato il pallone dell’Associazione. Finì fuori dal cortile e se lo fregarono gli arabetti.
Te lo ricordi Enzo A. Lo chiamavamo Dinamo o Cilindro per la sua velocità di dribling, con chiaro riferimento ad un motore. Era un’ala sinistra mai vista.
Era strabico e se tirava alla porta prendeva la palma e se puntava alla palma faceva un goal, ma quando il pallone andava fuori dal cortile…. C’erano gli arabetti.
Nel “campo di calcio” c’erano due filari di alberi enormi, credo di Phycus Benjamina […] Gli alberi erano veri e propri difensori aggiunti. Dinamo, come diceva Niccolò Carosio, si accartocciava sulla palla mentre l’aspettavi vicino ad un albero: o te o l’albero l’avrebbero fermato…
Né te né l’albero perché Enzo con un guizzo, driblava tutti e due. Una volta driblò 12 avversari, portiere compreso. Sai perché dico 12 ? Partendo dalla sua tre quarti di campo e contando giocatori e alberi ne driblò 11. Il dodicesimo era il palo della porta. Scansò anche quello e tirò sulla palma.
Fratell’Arnaldo impazziva per Enzo, era una leggenda e si rammaricava che non fosse nella sua Juventus”.
Intervista a Luciano F.
Scrive Domenico Ernandes sul suo sito che Fratell‘Arnaldo Grassano: « … era anche il maggior interlocutore italiano con le autorità locali libiche, rappresentate principalmente dal signor Massaud Zentuti, responsabile delle attività sportive del neonato sport tripolino. Lavorando congiuntamente con armonia e rispetto reciproco, organizzavano insieme eventi sportivi. In questi eventi si confrontavano, in differenti discipline, atleti della comunità italiana a Tripoli con atleti libici. Per quanto riguarda il calcio, gli italiani erano rappresentati da squadre italiane che, a loro volta, si riferivano alle parrocchie locali come: il San Francesco, l‘Antoniana , il San Camillo, l‘Olimpia (Cattedrale) e La Salle. La controparte era rappresentata da squadre di prestigio come l‘Ittihad, l‘Ahly Tripoli, il Medina per il calcio, il Takaddem e l'Aurora112 per il basket, la Polizia per il ciclismo ...» 113.
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L’Aurora era una squadra che riuniva prevalentemente cestisti di religione ebraica.
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“Giocava pure lui con noi , grande e grosso come Don Camillo …
Io ero piccolino, un peso piuma, un mignon e quando passava lui mi spostava solo col “movimento d’aria”.
L’ho rivisto a Torino, all’Istituto san Giuseppe dei Fratelli. Sono andato con Carlo a trovarlo un mese prima che morisse. Era magro, ma nei suoi occhi ebbe un lampo di vita quando parlammo della Juventus e di malinconia quando ricordammo Tripoli.
Si giocava in quel cortile fino alle 17 e all’orario in punto suonava un tocco di campana e tutti fermi, ovunque ci trovassimo, immobili, imbalsamati. Al secondo scampanare si correva a metterci in fila per tornare a casa . Poi negli anni Sessanta, più grandi: gli allenamenti … pallacanestro, calcio. Il ping pong e calciobalilla in quello stanzone in fondo al cortile e delle volte si stava là, con 45° all’ombra. Altro che aria condizionata !
E là c’era mezza gioventù di Tripoli. La più bella gioventù. Le gite alle cascate di Shiarshiara, alle rovine romane di Sabrata, il campo Grest, le rappresentazioni teatrali e ogni fine dell’anno, «La Premiazione», la cerimonia di riconoscimento di merito ai più bravi a scuola, nello sport, ed in cultura religiosa.
Medaglia d’oro, d’argento e di bronzo come alle olimpiadi, solo che te l’appuntavano sul petto …
Fratello Arnaldo, all’arrivederci ci disse: «Spero che Lui, mi lasci stare un altro poco da queste parti … » Non fu così.
Anche fratello Amedeo, l’artefice dell’Associazione ex allievi se ne andato… Aveva fondato l’Associazione Ex-Allievi, il nonno fu uno degli artefici. Lui era stato dai Freres in Tunisia, mio padre in Shār’a Espagnol, poi Carlo e poi io 114.
Questo non ce lo toglie nessuno, ne rimaniamo ancora ancorati” . Intervista a Luciano F.
“Prima d’andare all’università ho fatto tantissime cose, ho praticato tutti gli sport, ho fatto parte dell’Azione Cattolica, inserito nell’Associazione La Salle, dei Fratelli Cristiani, della quale sono stato Presidente per diversi anni.
Ho fatto parte della squadra di calcio de La Salle, della quale ero titolare in prima squadra.
Ero mediano di spinta, come si chiamava in quel tempo” . Intervista a Carlo M.
“Io ero delegato dell’Azione Cattolica dell’Associazione La Salle e organizzavo le attività, partecipazione a gare culturali diocesane, ma anche tante partite di calcio e basket, anche con squadre arabe … facevamo incontri sia dai Fratelli Cristiani, sia a Miani [al Campo dei Porci ]sia allo stadio. Almeno fino quasi alla fine mai avuti problemi.
Anche al Wheelus Field con gli americani. Anche con gli ebrei che
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L’Associazione Ex Allievi dei Fratelli delle Scuole Cristiane di Tripoli (EXLALI) è oggi dedicata a Fratel Amedeo e riunisce insieme cristiani cattolici, ortodossi e protestanti e anche ex allievi mussulmani ed ebrei.
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avevano la squadra del Maccabi.
Si facevano le partite non solo a gruppi, ma anche miste. C’erano italiani che giocavano in squadre come l’Ittihad o l’Ahli , ma anche arabi che studiavano dai Fratelli Cristiani nelle nostre squadre” .
Intervista Pietro G.
8.2. La scuole superiori: Il Liceo Scientifico “Dante Alighieri” e l’Istituto