• Non ci sono risultati.

Nella società contemporanea, caratterizzata da un complesso intreccio di mobilità fisiche e simboliche che ne hanno mutato lo scenario apportando nuovi significati, tanto da farle assumere una struttura ‘post-societaria’, è necessario indagare nuovi oggetti di studio, formulare nuove regole di metodo sociologico e sviluppare una nuova agenda per la sociologia, attuandone una riconfigurazione post-disciplinare.

299 Cfr. De Nardis P., Prefazione a Urry J., Lo sguardo del turista. Il tempo libero e il viaggio nelle società

contemporanee, SEAM, Roma, 1995, trad. it di The tourist gaze : leisure and travel in contemporary societies, Sage,

London, 1990. 300 Ibidem, p. 17.

301 Feifer M., Going Places. The ways of the tourist from Imperial Rome to the present days, MacMillan, London, 1985, p. 224.

L’approccio teorico di Urry affonda le sue radici nelle teorizzazioni di numerosi Autori: egli tiene conto delle formulazioni di Giddens, che vede derivare le trasformazioni sociali contemporanee dalle dinamiche spazio-temporali e da quelle di disembedding e reembedding delle relazioni sociali; fonda la sua analisi sugli studi di Harvey riprendendone il concetto di compressione spazio-temporale quale elemento essenziale per la costruzione del paradigma delle mobilità; mutua le elaborazioni di ‘città globale’ di Sassen; utilizza il concetto di fluidità delle connessioni di Bauman; condivide la concezione di ‘sociale fluttuante’ in Maffesoli e basa le sue ricerche sugli studi della network society di Castells.

Se il paradigma delle mobilità di Urry prende le mosse da queste recenti teorie, tuttavia egli se ne discosta immettendo elementi nuovi nelle formulazioni degli Autori che lo hanno ispirato, costituendo un paradigma originale.

L’Autore, pur riprendendo la social network analysis castellsiana riguardo all’importanza riconosciuta alla mobilità corporea e virtuale nell’intessere e alimentare le comunità personali, attraverso incontri intermittenti e ad una compresenza intermittente che danno una morfologia reticolare ai legami sociali, tuttavia prende nettamente le distanze dal suo approccio teorico. Egli afferma che il concetto di Castells di ‘società in rete’ non è in grado di catturare le proprietà dinamiche dei processi globali dal momento che le reti, indicate come fisse e stabili, contrastano con la multidimensionalità e con la complessità del fenomeno delle mobilità.303

La differenza principale tra la teoria concettualizzata da Castells e quella formulata da Urry sta nel fatto che mentre il primo designa uno spazio dei flussi che comprende in sé lo spazio fisico, svuotato del proprio significato culturale, storico e geografico, al contrario, per Urry, la spazialità dei luoghi non viene annullata dalle continue connessioni, ma viene ricomposta andando ad assumere una morfologia diversa. Il luogo, modificato da territori concreti ma anche da relazioni e da connessioni a distanza, viene trasformato dall’apertura dei confini e dall’incremento delle connessioni, sia al suo interno che con gli altri luoghi.

L’elaborazione di una sociologia ‘dei flussi’ ha ben risposto all’esigenza di ridefinire l’oggetto della sociologia. Castells nel 1996 asseriva che i flussi304 non sono soltanto un elemento dell’organizzazione sociale, ma esprimono i processi che dominano la vita economica, politica e simbolica. Gli aspetti principali sono: lo spazio, la distanza, la velocità, la rapidità, la quantità e la continuità, cioè un movimento perpetuo senza discontinuità, che non ha né inizio né fine.

303 Urry J., Global complexity, op. cit., p. 51.

304 Con il termine flusso, nozione mutuata dalle scienze naturali, in particolare dalla biologia e dalla fisica dei fluidi, Castells indica serie significative, ripetitive e programmabili di scambi e interazioni fra posizioni geograficamente distanti e occupate da attori sociali nelle strutture economiche, politiche e simboliche della società. Cfr. Castells M., The

rise of the network society, Blackwell, Oxford, 1996, trad. it. La nascita della società in rete, Università Bocconi

La teoria di Castells, pur di estrema importanza nelle successive formulazioni di Sheller e Urry, alla luce del paradigma delle mobilità si delinea come una visione maggiormente ‘apocalittica’. In un periodo nel quale erano in corso importanti cambiamenti, quali le trasformazioni ad opera della globalizzazione, allora inimmaginabili, e lo smarrimento di fronte alla caduta dello establishment apparentemente eterno dello Stato-nazione, Castells teorizzò la teoria dei

network che esaltava la perdita di significato dei luoghi ora connessi in una rete senza precedenti.

Il paradigma di Sheller e Urry si pone invece come una meditazione più matura rispetto a queste prime riflessioni: esso nasce dalla constatazione che con il passare degli anni il sistema delle mobilità non è più solo esterno ai luoghi della rete, i quali non sono attaccati e indeboliti dalle mobilità, ma man mano le mobilità rientrano nella stessa dimensione dei luoghi fino a diventare parte essenziale della natura dei territori.

L’analisi di Urry mutua, inoltre, le categorie di ‘liquefazione’ formulate da Bauman, ma si discosta dalle sue formulazioni sulla società liquida: la società nata da queste mobilità continue non è infatti vista come una forma di liberazione dallo spazio e dal luogo.

Il paradigma delle mobilità, sostengono i suoi Autori, si presenta non come la grande narrazione della rete o della liquidità ma, anziché essere una riduttiva o totalizzante descrizione del mondo contemporaneo suggerisce una serie di domande, teorie e metodologie utili alla ricerca sociologica.

La sociologia dell’erranza che Maffesoli sviluppa quasi parallelamente al paradigma delle mobilità, si costituisce tuttavia fin dall’inizio in chiave maggiormente antropologica e filosofica non apparendo, pertanto, in grado di fornire gli strumenti necessari per la costruzione di un paradigma sociologico compiuto. Inoltre, secondo Maffesoli, la dimensione della società si trasforma in un ‘sociale fluttuante’ a causa della volatilizzazione della dimensione normativa, l’elemento che tiene vincolati al societario.

Si pensi a ciò che oggigiorno viene indicato come ‘sociale’ rispetto al passato: è un concetto certamente molto eterogeneo, poiché comprende parole, corpi, testi, strumenti tecnologici, che non possono essere ridotti né al luogo in cui sono state creati né a quello in cui approdano, ma che in questo loro passaggio da un territorio all’altro fondano la loro esistenza; nel panorama contemporaneo, gli oggetti di studio della sociologia hanno subito una mutazione profonda. A partire dall’atomo della società, la diade, lungo un cambiamento che coinvolge l’interazione tra più persone, fino a giungere alle agenzie di socializzazione, alle classi, ai movimenti sociali, alle strutture sociali, alle istituzioni, tutto ciò che è sociale e societario risente in modo profondo delle mobilità che lo attraversano e lo riconfigurano.

Qualsiasi ordinamento sociale resta radicato nella coordinata fondamentale dello spazio, che struttura fortemente la vita quotidiana, sia per le esperienze individuali sia per quelle collettive, economiche e politiche: oggi lo spazio è un territorio composto da mobilità che si muovono in maniera incessante in ogni luogo tanto da perdere nella struttura il loro carattere fluttuante e diventare ‘permanenti’.

L’habitat umano è oggi costituito dalle reti di mobilità che ciascun individuo segue quotidianamente nei modi che si sono delineati e che donano all’esistenza un significato diverso dal passato. Le relazioni sociali sono ‘messe in viaggio’ di continuo e in modo esponenziale la vita di ciascuno si intreccia con quella di altri soggetti mobili che disegnano la propria. L’interazione spaziale tra gruppi e soggetti assume un rilievo maggiore rispetto alle entità territoriali spazialmente definite e circoscritte: lo spazio simbolico in comune è sempre più spesso quello che accomuna gli individui piuttosto che quello in cui nella realtà coabitano. Afferma E. Morin che nell’età attuale la terra intera, non la singola nazione deve ormai ritenersi la patria comune dei cittadini planetari.305