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Il turismo responsabile quale strumento di coesione e di pace

L’attuale società, caratterizzata dal disincanto nella certezza del progresso e dal prevalere dei fenomeni di globalizzazione,436 si contraddistingue per un forte clima di preoccupazione dovuto a numerosi fattori: la precarietà nel mondo del lavoro, la crisi dell’identità nazionale, istituzionale, religiosa,437 il disfacimento dei ruoli familiari tradizionali e la mancanza di riferimenti per interpretare la complessità della società.438

In un momento storico contemporaneo caratterizzato da gravi lacerazioni culturali e politiche, nel quale tutta la comunità internazionale è alla continua ricerca della realizzazione di una pace duratura in tutti i Paesi afflitti dai terrorismi e dalla guerra, il settore turistico ha assunto una natura diversa: il turismo può rappresentare un valido strumento di conoscenza e di dialogo tra i popoli e le diverse culture ed un importante mezzo per portare la pace e promuovere il rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.

L’incontro fra le culture permette, infatti, di stabilire una migliore comunicazione ed affrontare le sfide collettive per realizzare uno spazio comune basato sulla pace e sulla prosperità condivisa. Il Codice Mondiale di Etica del Turismo, indicando il turismo come un importante fattore di conoscenza reciproca tra i Paesi, afferma che esso costituisce «una forza vitale a servizio della pace ed un fattore di amicizia e comprensione tra i popoli del mondo».439

L’esperienza turistica è un importante mezzo di soddisfazione individuale e collettivo e, come si è osservato, numerose sono le tipologie di turismo contemporanee che hanno lo scopo di soddisfare le richieste degli utenti, molto diversificate tra loro, che si riflettono in un turismo declinato in innumerevoli forme emergenti.

Qualsiasi sia l’esperienza che il turista intraprende, essa è un fattore di crescita personale: il viaggio nasce dal desiderio di provare esperienze grazie all’incontro con persone, culture e luoghi

436 Cfr. Beck U., trad. it. La società del rischio, op. cit. 437 Cfr. Bauman Z., La solitudine del cittadino globale, op. cit.

438 Cfr. Giaccardi C. - Magatti M., L’io globale, Laterza, Roma – Bari, 2003

diversi da quelli nei quali si conduce normalmente la propria esistenza, ricavandone un arricchimento interiore.

La promozione dell’incontro e della pace per mezzo del turismo può realizzarsi attraverso un turismo praticato in maniera responsabile, a livello individuale e internazionale.

Dal punto di vista personale, ciascun turista che è un rappresentante del proprio Paese, durante la sua permanenza nei luoghi delle vacanze mette in relazione il Paese di provenienza con quello di destinazione, divenendo un canale biunivoco di comunicazione di contenuti culturali significativi.440

La relazione che si instaura tra i turisti e la popolazione residente è caratterizzata da particolari condizioni: è un’esperienza transitoria, possiede limiti spazio-temporali, presenta

carenza di spontaneità e può provocare condizioni di disuguaglianza e squilibrio tra i soggetti

interessati.441

Il primo passo verso l’utilizzo del turismo quale strumento di pace tra le diverse culture consiste nell’osservazione delle dinamiche sociali che si instaurano nei rapporti hosts-guests.

Numerosi sociologici ed antropologi hanno riflettuto su questo aspetto e sono giunti alla conclusione che l’impatto sociale del turismo sulla comunità ospitante sia direttamente proporzionale alle differenze esistenti tra le popolazioni nei termini delle loro culture, in particolare riguardo ai simboli, al linguaggio, ai valori e alle norme che costituiscono gli elementi precipui di ogni cultura distinguendola da ogni altra.

M. A. Villamira analizza i contatti tra la cultura residente e quella dei turisti e ne individua quattro fasi successive:442 di idillio, quando un basso numero di turisti si immerge nella cultura ospitante e ne condivide le pratiche di vita; di competizione e conflitto, allorché i turisti, divenuti numerosi, condividono le stesse strutture; in questa fase iniziano a sorgere incomprensioni e poi veri e propri problemi; di separazione, nel momento in cui il numero dei turisti è maggiore rispetto agli autoctoni, con i quali entrano in contatto solo attraverso modalità prestabilite, ad esempio guide, agenzie turistiche, personale addetto ai servizi ricettivi, etc… Come ultima, vi è la fase di

assimilazione, nella quale gli interessi della comunità turistica prevalgono su quelli della realtà

autoctona, fino a comprometterne la storia e la tradizione locali.

Un altro modello interpretativo interessante è quello elaborato da G. V. Doxey sull’incontro tra turisti e residenti all’interno dei Paesi in via di sviluppo.443 Per L’Autore la presenza di turisti

440 Cfr. Nocifora E. (a cura di), Il turismo contro l’integralismo, Ipermedium, Napoli & Los Angeles, 1996.

441 UNESCO, The effects of the tourism on socio-cultural values, in «Annals of tourism research», vol. 4, 1976, p. 82. 442 Cfr. Villamira M.A., Psicologia del viaggio e del turismo, Utet, Torino, 2001.

443 Cfr. Doxey C.V., A causation theory of visitors-residents irritants: methodology and research, in «Proceeding of the travel research association», Annual n. 6, 1975.

con possibilità economiche maggiori provoca inevitabilmente l’irritazione della popolazione residente, lungo una scala composta da quattro stadi consecutivi.

Il primo incontro è caratterizzato dall’euforia, con cui la popolazione residente accoglie con grande ospitalità i turisti, anche alla luce dell’aumento delle risorse economiche ad essi associato. Il successivo livello dell’apatia, si raggiunge quando i residenti cominciano a considerare la presenza dei turisti come parte costitutiva del proprio ambiente. Questa fase è caratterizzata dal passaggio dei rapporti con i turisti che da informali divengono formali e cominciano ad esistere solo per motivi economici. Lo stadio dell’irritazione inizia quando le strutture ricettive locali devono forzatamente aumentare, dato il crescente numero di turisti. La penultima fase è quella corrispondente all’antagonismo, che ha luogo quando la popolazione locale comincia a considerare i turisti responsabili di tutto ciò che non va nel proprio territorio. Per concludere, lo stadio finale che si manifesta quando l’ecosistema è irrimediabilmente mutato e comincia ad attirare turisti differenti rispetto a quelli della fase iniziale; a questo livello il capitale culturale locale è così compromesso dal sovraffollamento dei visitatori che i residenti giungono a dimenticare la propria storia e le proprie tradizioni.

Il contatto con le popolazioni indigene, può avvenire con una conoscenza superficiale della popolazione locale, dettata più dalla curiosità che da un interesse culturale. Oppure, possono manifestarsi tensioni tra la popolazione locale e i turisti, considerati come minaccia alla propria privacy.

La presenza dei turisti, dunque, quando è invadente o ha comportamenti irrispettosi della cultura locale, può dare origine a forme di intolleranza da parte delle popolazioni autoctone, che può esprimersi in apatia, in cortesia formale, perfino in aperta xenofobia.444

Quando invece il turismo è praticato in maniera responsabile, esso è un prezioso strumento di conoscenza dell’Altro – diverso da sé e diviene un momento per ‘oggettivare’ la società in cui si vive e scoprire la società nella quale vive l’altro, riconoscendo e valorizzando le proprie diversità.

Lontano dai propri sistemi di appartenenza, il turista può così compiere non una ‘conquista’ del territorio e della società ospitante, sfruttandone i patrimoni, ma una scoperta pacifica, rapportandosi con rispetto alla natura e alle società ‘altre’. L’incontro fra le culture è fondamentale per creare una migliore comprensione ed affrontare le sfide collettive tese a realizzare uno spazio comune basato sulla pace e sulla prosperità condivisa.

Così realizzata, l’attività turistica diviene un rilevante strumento per una relazione interculturale che permette il riconoscimento e la valorizzazione della propria e delle altrui identità.

Il turismo può rendere l’incontro nato per fini di svago come un importante momento di scambio, di confronto culturale e di mediazione.

L’attività turistica compiuta in questo modo si contrappone alla nozione del sight seeing per la quale, come si è esaminato, l’incontro tra il residente e il turista avviene in un contesto di totale finzione, nel quale la realtà di destinazione viene totalmente allestita per il turista e ridotta ad immagini stereotipate, perdendo così la sua veridicità.

Concepire il viaggio come momento di esperienza veritiera consente invece di incoraggiare il turista nella ricerca di uno ‘sguardo autentico’, finalizzato al vero contatto con la cultura locale, l’unico in grado di portare al dialogo tra le culture. Burgelin indica tre percorsi culturali che si oppongono alla logica del sight seeing: l’impregnazione, ovvero l’instaurarsi di una relazione naturale con la popolazione circostante; la scoperta come forma di conoscenza e l’avventura, ovvero il viaggio compiuto in una totale immersione nella realtà ospitante.445

La promozione dell’incontro e della pace attraverso il turismo può realizzarsi a livello individuale e internazionale.

A livello personale i turisti provengono da ogni parte del mondo e appartengono a culture, religioni, stili di vita molto diversi tra loro, dunque sono un elemento importante per il confronto e il dialogo. Il turista a livello individuale deve attuare comportamenti rispettosi della diversità delle tradizioni e delle pratiche sociali e culturali come, ad esempio, condividere la vita locale senza chiedere privilegi o pratiche che possano causare, a breve o a lungo termine, ripercussioni negative sul contesto storico, sociale o ambientale del Paese o usare in modo responsabile le risorse idriche ed energetiche evitando gli sprechi.446 Il turista che agisce in maniera responsabile, inoltre, viaggia dopo aver acquisito informazioni sui costumi, sulle regole e sulle tradizioni del Paese di destinazione, per evitare di mettere in atto comportamenti ritenuti offensivi per i costumi della popolazione residente o illegali secondo la legislazione locale.

In ambito internazionale, il turismo può contribuire al dialogo tra i popoli e le società e può promuovere la tolleranza e il rispetto delle reciproche diversità di credo religioso e filosofico, eliminando in tal modo pregiudizi e discriminazioni razziali, culturali, religiosi e politici.

Sul piano internazionale, la pace tra i Paesi può essere promossa nel turismo attraverso forme di cooperazione internazionali, come ad esempio gemellaggi o protocolli d’intesa che stimolano il dialogo fra i governi dei Paesi coinvolti e favoriscono la reciproca conoscenza e comprensione.

445 Cfr. Burgelin O., Le tourism jugé, op. cit.

446 Si pensi in questo caso alla proliferazione di villaggi turistici che richiedono ingenti masse di acqua per piscine ed altri comfort all’interno di zone desertiche, producendo una discrepanza enorme tra il territorio naturale e le modifiche fatte per il turista.

Il turismo può giocare un ruolo importante nel promuovere la coesione poiché, riconoscendo e valorizzando le diversità, favorisce l’avvicinamento tra popoli diversi e ne permette il dialogo. Inoltre, esso ha un imprescindibile rapporto con la politica, la società civile e lo sviluppo economico.

Promuovere relazioni culturali condivise significa costruire una piattaforma comune nella quale ciascuna diversa identità contribuisce alla costruzione di un complesso di valori condivisi e di libero scambio.