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L'abitazione come progetto di vita

L'analisi della ricerca: aspetti trasversali

2.3. La dimensione della domesticità

2.3.1. L'abitazione come progetto di vita

Nelle narrazioni risulta che riuscire ad avere un alloggio87 rappresenta una meta fortemente desiderata nella storia passata e/o attuale delle persone. Poter vivere in un alloggio decoroso che consenta una dignità di vita e le cui spese non gravino eccessivamente sul bilancio familiare appare essere non facile. Da un lato il mercato privato degli alloggi nella città di Trieste è molto oneroso88 e dall'altro lato la possibilità di accedere ad alloggi in edilizia pubblica (cosiddetti alloggi Ater) è ridotta per la prassi burocratica prevista e per la necessità che i beneficiari rispondano a determinati requisiti89 e possiedano degli indicatori di bisogno come indicato dal D.P. Reg n.

87 Delle 15 persone intervistate: 7 abitano in alloggi Ater; n. 1 in un alloggio della Fondazione “Antonio Caccia e Maria Burlo Garofolo” (si tratta di una fondazione che assegna abitazioni a persone o famiglie in difficoltà; si veda la legenda in allegato); n. 5 in alloggi dati in locazione da privati; 1 in una casetta di proprietà e n. 1 in una piccola barca.

88 Il problema dell'onerosità del canone di locazione è di fatto diffuso nel territorio nazionale.

89 Decreto del Presidente della Regione 13 aprile 2004, n. 0119/Pres. - Regolamento di esecuzione dell’articolo 3 della legge regionale 6/2003 concernente le agevolazioni per l’edilizia sovvenzionata Art. 2 (Requisiti dei beneficiari) 1. Per gli interventi di edilizia sovvenzionata gli aspiranti inquilini delle ATER devono possedere i seguenti requisiti: a) avere cittadinanza italiana o di uno stato membro della Unione europea ovvero, nel caso di cittadini extracomunitari, soddisfare i requisiti previsti dalla vigente legislazione concernente la disciplina dell’immigrazione e le norme sulla condizione dello straniero; b) essere residenti, ovvero prestare attività lavorativa in regione, ovvero essere emigrati. Sono parificati ai residenti nel comune di nascita coloro che sono nati in regione, originariamente vi risiedevano ed intendono ristabilire la loro residenza in regione; c) non essere proprietari né usufruttuari di altra abitazione, ubicata sul territorio nazionale, adeguata a soddisfare le esigenze familiari. Si intende adeguato l’alloggio avente un numero di vani, esclusa la cucina e gli accessori, superiore al numero dei componenti il nucleo familiare aumentato di uno. È considerato inadeguato l’alloggio dichiarato inabitabile con apposito provvedimento del Sindaco ovvero dichiarato non conforme alla normativa sul superamento delle barriere architettoniche, quando un componente del nucleo familiare sia disabile; d) avere una situazione economica complessiva non superiore ad 20.000,00 €. La situazione economica complessiva è data dalla somma dei redditi imponibili ai fini dell’imposta diretta sulle persone fisiche, posseduti su base annua dal nucleo familiare come definito dall’articolo 3, computata in relazione al numero dei componenti del nucleo familiare stesso secondo le seguenti percentuali: Suppl. straord. n. 7 Bollettino Ufficiale della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia 19/5/2004 – 5 numero componenti (c) percentuale 1 c: 100% - 2 c: 90% - 3 c: 80% - 4 c: - 70% 5 c: 60% Per ogni ulteriore componente la percentuale viene ridotta in misura pari a cinque punti. 2. Non può concorrere all’assegnazione di alloggi di edilizia sovvenzionata chi è già inquilino di un alloggio di edilizia sovvenzionata alla data di

0119/2004/Pres (ad esempio: condizioni di sovraffollamento, di inabitabilità, costo del canone di locazione, ecc.).Oltre a ciò, viene data priorità a chi appartiene a determinate categorie di bisogno come anziani, giovani coppie con o senza prole, ecc.90 La norma appare ampia e tutelante ma di fatto larghe fasce di popolazione che vivono in condizioni abitative difficili (come si evince dalle interviste a Walter e a Bruno) rimangono escluse da tale opportunità.

Al mese di novembre 200791, a Trieste, 10.742 famiglie usufruiscono di alloggi di edilizia sovvenzionata Ater; di queste, le famiglie unipersonali sono le più rappresentate (n. 4673 famiglie), ed, a seguire, i nuclei con due componenti (n. 3.604 nuclei) e le famiglie con tre componenti (n. 1.484 nuclei). Le famiglie con minor reddito, quelle la cui capacità economica complessiva non supera l'importo annuo di 2,5 volte il valore della pensione minima INPS (pari a 13.895,00 € nel 2006), sono pari a 5.537. Per questa fascia di famiglie il canone minimo va da un importo di 11 € mensili che è stato applicato a circa 1.000 assegnatari privi di reddito ad un importo massimo di

pubblicazione del bando. 3. Il requisito di cui alla lettera b) del comma 1 viene riferito al comune o ad uno dei comuni compresi nell’ambito territoriale cui si riferisce il bando di concorso, fatta eccezione per i nuclei familiari con presenza di soggetti disabili i quali possono accedere ai bandi su tutto il territorio regionale. 4. È data facoltà agli emigrati di concorrere in un solo comune. 5. Possono presentare domanda per beneficiare di interventi di edilizia sovvenzionata solo persone maggiorenni ovvero tutori di persone minorenni. 6. I requisiti di cui alle lettere a) e b) del comma 1 sono richiesti in capo al solo richiedente; i requisiti di cui alla lettera c) e d) del medesimo comma 1 devono sussistere nei confronti di tutti i componenti il nucleo familiare come definito dall’articolo 3. 7. Per i richiedenti il cui alloggio sia sottoposto ad esproprio per pubblica utilità, si prescinde dai requisiti di cui alle lettere c) del comma 1, purché le procedure espropriative risultino già attivate alla data di presentazione della domanda e non siano proprietari, né nudi proprietari, di altra ulteriore abitazione.

90

Decreto del Presidente della Regione 13 aprile 2004, n. 0119/Pres. - Regolamento di esecuzione dell’articolo 3 della legge regionale 6/2003 concernente le agevolazioni per l’edilizia sovvenzionata Art. 6 (Punteggi) 1. L’ATER, con proprio provvedimento, determina i criteri di attribuzione dei punteggi tenendo conto, oltre che delle categorie di soggetti indicate all’articolo 7, comma 1, della legge regionale 6/2003, anche degli elementi indicativi dello stato di bisogno, tra cui: a) indicatore della situazione economica complessiva; b) situazioni di coabitazione o sovraffollamento; c) condizioni dell’alloggio occupato; d) periodo di permanenza nelle graduatorie precedenti, nello stesso comune; e) distanza dell’alloggio occupato dal comune sede di lavoro; f) periodo di residenza in regione; g) incidenza del canone di locazione sul reddito. 2. Al fine della individuazione delle categorie di soggetti indicate all’articolo 7, comma 1, della legge regionale 6/2003 per la determinazione da parte dell’ATER dei criteri di attribuzione dei punteggi, si considerano quali: Suppl. straord. n. 7 Bollettino Ufficiale della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia 19/5/2004 – 7 a) anziani, le persone singole o i nuclei familiari composti da non più di due persone delle quali almeno una abbia compiuto sessantacinque anni; b) giovani coppie, con o senza prole, quelle i cui componenti non superino entrambi i 35 anni di età; c) soggetto singolo con minori a carico, quello il cui nucleo familiare è composto da un solo soggetto maggiorenne e uno o più figli minori conviventi a carico del richiedente; d) disabili, i soggetti di cui all’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104 (legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate); e) famiglie in stato di bisogno, quelle con una situazione economica complessiva non superiore a 3.942,25 euro se formate da un solo soggetto, ovvero non superiore a 4.458,71 euro se composte da due o più soggetti.

91 I dati relativi ai beneficiari di alloggi Ater sono stati forniti dal dott. Raffaello Maggian, dirigente presso l’Ater.

167,60 €. Per poter accedere a questi sgravi gli assegnatari devono provvedere a consegnare i documenti per il censimento dei redditi, cosa che non sempre queste persone sono in grado di fare. Inoltre, tali riduzioni riguardano solo il canone e non le spese accessorie che, in alcuni casi possono costituire per le persone una spesa che incide in modo significativo nel budget familiare.

L'abitazione quindi può avere un meta-significato molto diverso a seconda delle esperienze. In un'intervista, ad esempio, ha assunto il simbolo di 'progetto di vita' e, quindi, luogo di espressione di sé e della propria interiorità.

“(omissis) abbiamo detto: “bon, troviamo una casetta” che era sempre un mio sogno! Una villetta, un giorno che … me la passerò, così abbiamo fatto questo passo” (Ugo)

Viceversa, in un altro caso, l’abitazione ha un significato negativo, di preclusione delle possibilità di uscita dalla situazione di difficoltà economica:

“L’origine dei nostri problemi è la casa (omissis) e dopo, vengono tutti gli altri problemi (omissis) io non è che ho un odio verso questa casa però mi crea talmente tanti problemi che non la vivo bene, per me siamo qua giusto per ripararci dalla pioggia ma non è la casa come dovrebbe essere perché ci crea veramente tanti, tanti problemi dover mantenere e non riuscire in alcun modo ad allontanarci da questa casa per me è una cosa … a volte non ci dormo la notte, pensare!”(Maria)

Coloro che vivono in alloggi Ater esprimono complessivamente delle valutazioni molto positive; ritengono, infatti, gli alloggi confortevoli ed adeguati.

“Io ho trovato già così l’appartamento e anche così sta bene, non è male” (omissis)

“Sì, sì, non è neanche alto il canone dell’Ater proprio perché stando in questa situazione qua mi hanno abbassato notevolmente e, quindi, per il momento riesco a pagare tutto almeno fino a quando riuscirò ad andare in pensione.” (Giordano)

“ho avuto lo sfratto del padrone e così ho avuto questa combinazione, grazie al cielo che ho avuto questo! Che è molto più confacente per me, essendo più piccolo è più facile un po’ tutto, per gestirlo” (Jolanda)

ridotte tramite l'intervento del Fondo Sociale92, vi sono da sostenere le spese condominiali spesso consistenti rispetto al reddito percepito dalle persone.

“(omissis) l'affitto, pensavo, che me l'avessero diminuito io, io pago 11 euro al mese ma mi viene 130, 100 e passa euro, mi viene tutto sto pagamento perché? perché ci sono le spese, perché qui abbiamo tutto assieme, accendi o non accendi … perché abbiamo il riscaldamento centralizzato, accendi o non accendi” (Luciana)

Va evidenziato che, a differenza del passato in cui l'essere assegnatario di un alloggio Ater era sintomo di povertà e gli stessi caseggiati erano ubicati in zone periferiche e/o territorialmente 'depresse' quasi a rimarcare la marginalità di chi vi abitava, oggi, l'essere aggiudicatari di un appartamento Ater, almeno da quanto emerge dalle interviste, non viene percepito come ghettizzante ma, anzi, si è trasformato in una meta ambita. Tale diverso atteggiamento può essere connesso a più motivi quali: l’eccessivo costo degli affitti nel mercato privato, il netto miglioramento degli edifici in edilizia convenzionata sia come manutenzione (hanno, generalmente, un aspetto curato) sia come ubicazione (sono situati in varie zone della città, anche centrali).

“Allora, io sono andata nel 2003, praticamente è stato il primo alloggio che mi ha proposto l’Ater, sono andata a vederlo con l’impiegata dell’Ater appunto e l’alloggio, praticamente, aspettava solo che entrino i mobili, tutto era perfetto, cioè mi sono trovata una alloggio dove era tutto rifatto sia come pitturazione, come porte, come piastrelle, come pavimenti, addirittura in bagno tutti i sanitari nuovi, le piastrelle con i ricametti, io non avevo da fare nulla solo portare i mobili” (omissis) “Contentissima!” “(omissis) hanno dipinto tutte le case da una parte rosa, da una parte in giallo, rifatti i balconi, cambiato, messo in PVC tutte le imposte che prima erano in legno, cioè hanno tutto ristrutturato, le cassette della posta, fatte le scale, insomma bello, bello! In più la gente che abita là sono tutti appassionati di piante, eccetera e quindi abbiamo le aiuole con i fiori, con le piante; è come essere in una zona un po’ residenziale proprio” (Ines)

92l'art. l6 L. R. 27 agosto 1999, n. 24 al fine di assicurare la tutela delle fasce più deboli di utenti degli alloggi di edilizia residenziale, presso ciascuna ATER della regione Friuli-Venezia Giulia, ha istituito un apposito Fondo Sociale. Il Regolamento, approvato con il Decreto del Presidente della Regione 22 marzo 2001, n. 088/Pres., pubblicato sul B.U.R. n. 15 di data 11/4/2001, prevede che “le risorse provenienti dal Comune e dall’ATER sono utilizzabili a favore di utenti di edilizia sovvenzionata per il pagamento totale o parziale di quanto dovuto all’ATER per canoni di locazione e rimborso spese reversibili, comprese eventuali morosità pregresse; il Fondo Sociale è alimentato con finanziamenti periodicamente stanziati oltre che dall’ATER della Provincia di Trieste e dalla Regione Friuli-Venezia Giulia, anche dai Comuni della Provincia di Trieste in cui sono ubicati alloggi di edilizia sovvenzionata in proprietà o in gestione all’ATER;” Il Fondo va utilizzato per situazioni di grave disagio economico e sulla base di alcuni criteri: reddito nullo o insufficiente per la soddisfazione dei bisogni primari secondo i parametri in uso presso l’assistenza economica; presenza di gravi problematiche all’interno del nucleo familiare; assenza di supporti parentali significativi; presenza di minori nel nucleo (con priorità per le persone sole con minori a carico) Deliberazione giuntale N.798 dd.11.12.03.

Tranne in un caso, nessuno degli intervistati ha segnalato problematiche sociali legate all'insediamento negli edifici Ater, problemi che eventualmente vengono ricondotti al contesto cittadino nel suo complesso.

Opposta è invece la valutazione di chi vive in alloggi dati in locazione da privati. In questi casi il canone di locazione è generalmente oneroso, il rapporto qualità/prezzo è sfavorevole, le condizioni strutturali degli alloggi non sono decorose se non del tutto inadeguate.

“(omissis) Loro dicono: “se uno ha 900 Euro di paga riesce benissimo a vivere!” Ma tu non puoi sapere i problemi che ha una persona che vive con 415 Euro d’affitto, le bollette di 100 e passa Euro e in più avevamo 100 Euro di mobili al mese perché avevamo la camera, quando l’abbiamo presa, lì, (intende la camera da letto che c’era nell’appartamento) era uno … schifo! E cioè, avevi addirittura le pulci nel materasso! È, sinceramente a me fa schifo dormirci sopra! È, insomma … c’è tutta una conseguenza di cose!” (Irene)

“ho fatto domanda per la casa perché la casa qua ogni mese fa colore perché fa la muffa” (omissis) “Sì, è umido e vedi quanto è piccola! Perché io qua ho preso l’asma perché ho l’asma e povera mia moglie e mio figlio possono prendere questa cosa” R: “E quante stanze avete?” I: “Solo questa!” R: “Questa, la cucina e il bagno?” I: “Sì, sì, piccola, no?” (omissis) Sì, pago 250 con questo poco … c’è gente, lo so, che paga di più ma sono senza lavoro … e adesso arriva freddo …” (Mohammed)

“(omissis) questa cucina, la stanzetta che ha visto prima (si riferisce ad una piccola stanza in evidente stato di trascuratezza strutturale) e la camera da letto e un gabinetto che è in comune con quell'altro 'quartiere'93 non abbiamo il bagno, non trovavamo altro e io ho preso quello che c'era in quel momento [Mg.: (si sovrappone) Quello che abbiamo trovato perché io sono ritornata in Istria, mio marito dormiva in macchina, era un inverno freddo!] ( Walter)

Può accadere che il canone di locazione sia così gravoso da incidere pesantemente sul reddito della persona e si può arrivare alla situazione paradossale, come nel caso di Maria, dove la persona, pur affermando di avere un reddito che le consentirebbe di mantenere sé e la propria famiglia, è costretta a ricorrere all’assistenza sociale perché non riesce a far fronte alle spese dell’appartamento né a rivolgersi al mercato privato perché vi sono dei costi da sostenere quali ad esempio la caparra o il costo dell’agenzia di mediazione, né ad ottenere un abitazione dall'Ater perché priva dei requisiti

necessari.

“in questa casa io pago 660 Euro d’affitto! E qua una botta!” (Maria) “... io lavoro in un territorio dove non ci sono alloggi Ater per cui gli affitti sono altissimi ed anche le persone che potrebbero vivere dignitosamente non possono farlo in quanto l’affitto viene a coprire l'importo di tre quarti dello stipendio … per cui si trovano in grosse difficoltà e per quanto riguarda le persone anziane che, comunque, vogliono rimanere nella zona perché, magari, vivono lì da 45/50 anni, ho alcuni casi dove con la pensione praticamente pagano l’affitto” (Focus group - Esperto 8)

“credo che avendo affitti commisurati ridurremmo del 50% l'utenza economica molto probabilmente! (Focus group - Esperto 1)

Si è affermato che l'avere un alloggio Ater è una meta desiderata. Va tuttavia fatta una precisazione: per molte persone poter disporre di un luogo decoroso dove vivere è, ancora oggi, di per sé, una meta molto ambita. Sopra si è evidenziata la situazione di Walter che per diversi mesi ha dormito nella propria automobile e la moglie è ritornata dalla famiglia d'origine, in Istria. C'è chi però non è ancora riuscito a risolvere il problema alloggiativo come è il caso di Bruno:

“(omissis) quello di cui ho più grande bisogno è l'alloggio! Io ho fatto domanda all'Ater in due bandi, ma, vede, io non ho fissa dimora, io abito nella Casa comunale 2, dormo in barca signora! (omissis) sono rimasto con la pensione sociale che sono 390 euro mensili ed è dura per poter vivere ... (omissis) e chiedo solo che adesso Trieste mi dia due coppi94 sopra la testa! Un appartamentino piccolo per me dove fare la mia vecchiaia! Perché sto dormendo in barca! (omissis) sono già tre anni!”

(Bruno)

La dimensione della domesticità può essere rilevata anche attraverso il radicamento in quel determinato ambiente e, in questo senso, più cambiamenti di alloggio, solitamente, segnalano una minor possibilità per la persona di 'mettere radici' e costruire la propria intimità e il proprio progetto di vita. A differenza di quanto evidenziato in alcune ricerche (Francesconi 2000; Castrignano 2000), questo elemento non è emerso in modo significativo dalle persone intervistate. Va evidenziato che un discorso a parte va fatto per gli stranieri il cui percorso di inserimento nel Paese di accoglienza è profondamente segnato dallo sradicamento da quello di appartenenza con una rottura, spesso molto

intensa e dolorosa, dei legami culturali, affettivi e sociali.

Oltre agli aspetti sopra rilevati, un altro elemento che va tenuto presente nella valutazione del grado di domesticità è quello relativo alla personalizzazione della propria casa da parte del soggetto; ciò, infatti, può essere un indicatore di come la persona vive il proprio spazio di vita. Ad esempio, è interessante notare che le persone che ricordano con rammarico il tempo passato in cui il lavoro che svolgevano dava loro un prestigio sociale (si vedano, ad esempio, le interviste a Giordano ed a Jolanda) hanno in evidenza nella propria abitazione 'segni' (oggetti, opere compiute, ecc.) di tale passato. Anche la presenza/assenza di fotografie proprie, della propria famiglia o di altre persone con cui si hanno legami, può offrire delle indicazioni circa la trama relazionale della persona. Gli oggetti, con cui una persona decora, abbellisce o semplicemente 'segna' la propria casa, caratterizzano il luogo dove la persona vive; animano, con la loro presenza e con il significato a loro attribuito, quello spazio di vita dell'individuo e 'parlano' di lui (Hillman, Ventura 1992/2005)95. Alloggi non 'vissuti' suscitano l'idea che la persona è di passaggio, in una situazione transitoria e, conseguentemente, instabile, confusa. A tale proposito è interessante l'esperienza fatta nell'intervista a Maria. Entrando in casa dell'intervistata, la ricercatrice ha avuto la percezione che l'abitazione fosse un alloggio anonimo, che emanava poco calore e con scarsi segni della vita delle persone che vi abitano. Durante il dialogo con la persona la percezione della ricercatrice ha trovato conferma. L'intervistata, infatti, ha espresso i suoi sentimenti di frustrazione e di rabbia per non riuscire a lasciare l'appartamento e, nonostante vi abiti da diversi anni, lo vive come una sistemazione transitoria che le crea solo tanti problemi e che, afferma, odia.