2. la seconda dimensione riguarda gli assistenti sociali del SSC, ente che
1.7. La struttura della ricerca in relazione alle interviste
Il campo di osservazione comprende una parte del territorio della città di Trieste e
precisamente quella relativa alla Unità Operativa Territoriale (UOT) n. 2 e 334. Il motivo di tale scelta è connesso al fatto che tali territori sono caratterizzati da una maggiore incidenza di richieste di intervento economico e presentano caratteristiche socio-demografiche differenti (zone popolari, altre caratterizzate da una maggior presenza di stranieri, ecc.). Si tratta perciò di territori che in micro rappresentano la realtà sociale e demografica triestina. Si ritiene inoltre interessante evidenziare il rapporto con il territorio in cui vivono i soggetti che si andranno ad intervistare, in quanto numerose ricerche empiriche (si vedano a tale proposito ad esempio: Saraceno 1998; Francesconi 2000) rilevano che il legame con il territorio quale dimensione affettiva e relazionale può costituire una sorta di rete di protezione e di contenimento dei processi di impoverimento.
La popolazione di riferimento dell’indagine sono le persone che abitano nel territorio
del Comune di Trieste. Nello specifico lo studio si doveva rivolgere a coloro che avevano presentato, per la prima volta nell’anno 2005, richiesta di intervento economico all’Area Promozione e Protezione Sociale del Comune di Trieste. Tuttavia ciò non è stato possibile in quanto, in corso d’opera, si è dovuto constatare che non sempre i dati forniti corrispondevano per cui si sono intervistate anche persone con un precedente rapporto economico con il servizio. Si è deciso di mantenere il campione perché le interviste rispondevano alle finalità dello studio ed, anzi, nei casi di un rapporto pre-esistente con il Servizio Sociale del Comune, sono state maggiormente informative circa il vissuto delle persone quali utenti del servizio e la loro percezione della povertà.
32 Si rinvia a I.1.15. che descrive tale parte della ricerca ed al verbale in allegato.
33 Le ragioni che hanno indotto a scegliere questa tipologia di strumenti, le caratteristiche di questi ultimi nonché le modalità con cui sono state utilizzate sono aspetti che vengono trattati, in modo più approfondito, nei paragrafi successivi.
34 A livello territoriale operano 4 Unità Operative Territoriali (UOT) che dipendono dall’area Promozione e Protezione Sociale del Comune di Trieste. Le UOT sono formate da assistenti sociali, educatori professionali, impiegati amministrativi e sono coordinate da un assistente sociale coordinatore.
Il motivo della scelta dell’anno 2005 è connesso al fatto che nel 2006 l’Area ha dato risposta negativa alle istanze di sussidio per mancanza di fondi, elemento quest’ultimo che si ritiene possa pesare in modo non corretto sulla ricerca.
Rispetto alle finalità dello studio e ai quesiti che si è inteso esplorare, si ritiene che tale universo sia rispondente e coerente con le finalità dello studio.
La procedura che si è adottata per la realizzazione della ricerca, ed in particolare per
l’individuazione del campione è stata, per rispetto della normativa sulla privacy, articolata. Sono stati effettuati incontri preliminari con la dirigente dell’Area Promozione e Protezione Sociale del Comune di Trieste e con la funzionaria referente del settore specifico della povertà e della marginalità. Tali incontri sono stati finalizzati a sondare la disponibilità all’autorizzazione all’accesso ai dati, ad informare sugli obiettivi della ricerca e a definire le modalità di collaborazione con l’Area e con le UOT. Constatata la disponibilità e presi i primi accordi di massima è stata presentata all’Area la richiesta per l’indispensabile autorizzazione all’accesso ai dati. Successivamente sono stati contattati, oltre che la funzionaria del ‘settore marginalità e povertà’ anche il referente per l’informatizzazione dei dati ed è stato fornito un primo elenco dei nominativi delle persone che hanno presentato istanza di intervento economico nel 2005. Tale elenco è stato suddiviso per le 4 UOT di residenza dei soggetti ed è stato inviato dall’Area ai coordinatori delle UOT. Sono stati quindi contattati dalla ricercatrice i 4 coordinatori con i quali, laddove è stato possibile, sono stati fissati degli incontri, prima con tutta l’équipe e successivamente con i singoli operatori, al fine di individuare i nominati (e relativi dati anagrafici) delle persone che potevano far parte dell’universo preso in considerazione.
Individuati i nominativi facenti parte dell’universo, la prassi istituzionale prevede che tali soggetti siano informati a mezzo lettera. Oltre che con tale modalità, si è operato, contestualmente, con il contatto telefonico, effettuato da un funzionario messo a disposizione dell’Area e preventivamente preparato dalla ricercatrice. Ciò ha consentito di informare meglio le persone sulle finalità dello studio e raccogliere il consenso più velocemente affinché l’Area potesse fornire i dati anagrafici per poi fissare gli incontri per l’intervista.
L’unità di analisi è formata da soggetti, maschi e femmine, maggiorenni, che hanno
presentato richiesta di sussidio economico nell’anno 2005 all’Area Promozione e Protezione Sociale del Comune di Trieste. Di queste persone venticinque soggetti hanno dato il loro consenso all’intervista.
Si tratta di “una categoria di situazione”, cioè di un gruppo di individui “che condividono una situazione sociale che, in quanto tale genera logiche d’azione, processi di produzione, riproduzione e di trasformazione comuni e peculiari…”. Ciò che accomuna questi soggetti è il fatto di partecipare ad “una condizione che rende delimitabile una precisa situazione sociale condivisa da uno specifico gruppo di persone.” (Bichi 2002, 45) e cioè rispondere a dei requisiti di disagio sociale.
1.7.1 Il campionamento
Trattandosi di una ricerca qualitativa il campionamento è stato a scelta ragionata in quanto le unità campionarie sono individuate sulla base delle loro caratteristiche (maggiorenni, maschi e femmine, composizione nucleo) e l’ampiezza del campione è limitata35 (Corbetta 1999). Si ritiene che il campione (e la modalità di campionamento)
35 Su tale aspetto Bichi (2007,18) afferma che “…le decisioni che vengono prese in merito alla numerosità delle interviste da effettuare dipendono sicuramente dalla popolazione indagata, ma anche dal tipo di interrogazione proposto e dunque dai possibili tipi di analisi delle informazioni raccolte, che a loro
risponda al criterio della rappresentatività sociale, in quanto è sintonico con gli obiettivi della ricerca e con la specificità del campo. L’evidenziazione (e la successiva lettura ed analisi) di fattori socialmente importanti e caratterizzanti il fenomeno che si intende esplorare, sopra esplicitati, risulta essere soddisfatta sia dal numero di soggetti individuati, sia dallo strumento che si intende adottare, di cui si dirà tra poco. Va ancora precisato che, trattandosi di una ricerca qualitativa, il disegno campionario è flessibile ed aperto in relazione all’evolversi della ricerca e pertanto in corso d’opera può subire degli aggiustamenti ed una maggiore focalizzazione. La selezione degli intervistati è proceduta fino al punto di saturazione. Pertanto, dopo un primo screening dei soggetti attraverso i dati forniti dall’Area Promozione e Protezione Sociale del Comune di Trieste, che ha autorizzato formalmente l’accesso ai dati, si è proceduto in modo seriale e sulla base della libera adesione dei soggetti. Il lavoro di campionamento36 è stato svolto in stretta connessione all’evolvere del lavoro di ricerca fino ad arrivare alla saturazione casistica (esaurimento dei casi pertinenti).
Campione: soggetti appartenenti alle seguenti categorie
sesso: maschi-femmine
composizione nucleo familiare: nucleo unipersonale coppia
famiglia monoparentale coppia con figli
classi di età: 18-35 anni; 36-59 anni; 60 anni ed oltre
Nell’ipotesti iniziale si prevedeva di effettuare n. 24 interviste a soggetti (maschi e femmine in gruppi numericamente uguali) residenti nel territorio del Comune di Trieste. È stato necessario rivedere tale previsione in conseguenza alla disponibilità data e nel rispetto della formazione del campione.
Si è cercato di individuare soggetti appartenenti a tutte le tipologie sopra indicate ed avere una situazione di eterogeneità.
La fase realizzativa è iniziata con il primo contatto con le persone. A tale proposito va rilevato che, per motivi connessi alla normativa sulla privacy37, come sopra
volta derivano dalle possibilità di organizzazione delle stesse, cioè dalla loro – più o meno manipolata – natura numerica o testuale”.
36 Proprio per la specificità della procedura di campionamento effettuata nella ricerca non standard alcuni autori, quali ad esempio Gianturco (2004, 83), sostengono che è preferibile “parlare non tanto di una selezione di un campione, quanto piuttosto di una scelta degli interlocutori operata sulla base della significatività dell’esperienza e della collocazione dei soggetti che intervistiamo”.
37 D.Lgvo 30 giugno 2003, n. 196 - "Codice in materia di protezione dei dati personali". Riunisce in unico testo le legge ‘madre’ sulla protezione dei dati (Legge 31 dicembre 1996, n. 675 - "Tutela delle persone e
evidenziato, non è stato possibile avere un primo approccio diretto con le persone individuate per l’intervista che sono state contattate dalla funzionaria dell’Area Promozione e Protezione Sociale del Comune di Trieste o, in qualche caso, dall’assistente sociale che seguiva la situazione della persona interessata. Le persone che hanno preso contatto con i soggetti selezionati per l’intervista sono state preparate spiegando loro le finalità dello studio, la durata dell’intervista e la natura riservata della stessa; ciò al fine di poter fornire le delucidazioni necessarie alle persone. Questa mediazione ha costituito un primo ponte verso l’intervistato ma, se da un lato ha agevolato il successivo contatto, dall'altro lato può aver indotto delle ambiguità (ad esempio sulle reali motivazioni dell'indagine) che, forse, hanno influito sul motivo del diniego da parte di coloro che hanno deciso di non dare la disponibilità all’intervista. Il fatto che sia stato l’Ente, tramite i propri funzionari, a prendere contatto può, almeno in qualche caso, aver influito sulla decisione di cooperare da parte delle persone e ciò, soprattutto, in quelle situazioni in cui era presente una scontentezza da parte del soggetto circa il rapporto e gli interventi dell’Ente38, oppure in quelle situazioni in cui la persona poteva avere timore che l’indagine venisse svolta per altri scopi (ad esempio timore di un maggior controllo). Inoltre, il contatto diretto dell’intervistatrice avrebbe consentito, nel caso di obiezioni e di esplicitazioni di perplessità, di chiarire meglio gli obiettivi dello studio e quindi di rassicurare maggiormente le persone. Un limite, con incidenza di pochi casi in cui il ‘mediatore’ che ha preso contatto telefonico con le persone per raccogliere la loro disponibilità era un assistente sociale, è stato che tale modalità può aver provocato una disponibilità ‘indotta’ (finalizzata a ‘non dispiacere’ all’operatore) nella persona. Un altro aspetto critico della prassi che si è stati costretti ad adottare è connessa al fatto che il ‘mediatore’ messo a disposizione dall’Ente svolgeva le telefonate nei momenti per lui possibili e cioè quando era presente in servizio e quando non era oberato da altre incombenze; ciò ha inevitabilmente allungato i tempi di attuazione delle interviste.
Tra le persone selezionate dagli assistenti sociali delle UOT, ne sono state contattate dal ‘mediatore’ 50 secondo i criteri previsti nel campione: soggetti
di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali") e gli altri decreti legislativi, regolamenti precedenti nonché i codici deontologici e porta delle importanti innovazioni sulla base delle indicazioni del Garante e della direttiva UE 2000/58 in materia di riservatezza nelle comunicazioni elettroniche. Tale testo è stato convertito, con modifiche, nella legge del 26 febbraio 2004, n. 45.
38 A tale proposito Bichi (2007, 72) sostiene che “la decisione se cooperare o no dipende anche dalla credibilità che l’ente o gli enti, le istituzioni, in generale i committenti della ricerca hanno agli occhi di chi deve decidere”.
maggiorenni, maschi e femmine che avevano presentato, per la prima volta, richiesta di aiuto economico al Servizio Sociale Comunale nell’anno 2005, appartenenti a nuclei unipersonali, monoparentali, coppie, coppie con figli. Di queste, hanno dato la disponibilità 25 persone e ne sono state intervistate 15 in quanto le restanti persone appartenevano a categorie già rappresentate. Si trattava, infatti, in particolare, di nuclei unipersonali e monoparentali della fascia d’età compresa tra i 36 e i 59 anni, fascia d’età maggiormente rappresentata. Inoltre, con il numero di interviste effettuate, si è raggiunta la saturazione del campione che è stata confermata nella fase di trascrizione ed analisi delle interviste. Due dei soggetti intervistati sono stranieri.
Come detto sopra, l’ipotesi iniziale prevedeva che il campione fosse formato da soggetti che avevano fatto richiesta di aiuto economico per la prima volta nell’anno 2005. Tuttavia, durante le interviste è emerso che alcune persone avevano ricevuto aiuti nel passato dal servizio sociale (intervista a Luciana) od erano in assistenza da qualche anno (interviste a Lea e a Bruno). Tale dato si è potuto constatare soltanto ‘in corso d’opera’, durante le interviste, in quanto si è trattato di un elemento conoscitivo non segnalato dall’Ente durante la fase del campionamento. I soggetti che all’Ente risultano essere entrati per la prima volta in assistenza non sempre corrispondono a tale caratteristica: tale informazione può non risultare alla sede centrale; oltre a ciò, a livello informatico, non sempre viene evidenziato se la persona seguita dal servizio ha cambiato residenza ed è, quindi, seguita da un’altra UOT oppure è assegnata ad un altro operatore, o se la persona era già conosciuta dall’Ente. Come già esplicitato, si è scelto di comprendere anche tali interviste e di modificare leggermente il campione perché i contenuti delle stesse non inficiano il lavoro di ricerca e gli obiettivi conoscitivi perseguiti. Inoltre, tali interviste risultano essere fortemente informative in particolare sugli aspetti riguardanti il percorso di assistenzialismo delle persone e sugli elementi che influiscono nella persistenza della condizione di povertà.