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Il patto biografico

2. la seconda dimensione riguarda gli assistenti sociali del SSC, ente che

1.8. Il patto biografico

Raccolta la disponibilità delle persone, la ricercatrice ha potuto prendere contatto telefonico per fissare l’appuntamento e concordare il luogo dove si sarebbe svolta l’intervista. È stato privilegiato il domicilio in quanto luogo che può favorire la produzione mnestica dell’intervistato mettendolo a proprio agio e consentire all’intervistatore di cogliere anche la dimensione della domesticità (Guidicini 1991;

Guidicini, Pieretti (curr.) 1992;Francesconi 2000; Castrignano 2000), sia sotto il profilo del vissuto che delle condizioni di vita. Già da queste prime azioni con cui si raccoglie l’adesione all’intervista e si fissa l’appuntamento comincia a costruirsi il patto biografico (Bertaux 1998/2005; Bichi 2002; Diana, Montesperelli 2005) o contratto di comunicazione (Demazière, Dubar 1997/2000) cioè l’accordo che regola l’intervista. Tale accordo aiuta nel creare un clima favorevole alla narrazione: chiarezza sui motivi dell’incontro da parte dell’intervistatore, sincerità e completezza da parte della persona il cui racconto non potrà che essere selettivo (nell’individuazione/’scelta’dei ricordi), non obiettivo (perché riguarda il suo sé) e 'lacunoso' (non completo perché alcuni ricordi non affiorano e per i limiti temporali dell’intervista). Il ricordo, che evoca il passato e lo fa diventare presente, ‘reale’, può assumere, attraverso la rielaborazione dell’esperienza, un diverso significato per la persona.

La memoria, quindi, appare come “…un tessuto discontinuo e sempre incompiuto e variabile e costellato di strappi, e allo stesso tempo fabbricato con tanta pazienza e con estrema cura, ondeggiante e mutevole…” (Marías 1994/1998, 27). Le immagini, che le parole dello scrittore suscitano, danno l’idea di come la narrazione possa procedere a balzi, ad andirivieni, essere parziale. Il recupero dell’informazione non è quindi una semplice rievocazione ma un processo di retroazione che può essere sollecitato attraverso il richiamo libero o guidato oppure tramite il riconoscimento, quest’ultimo connesso alla ricostruzione dei fatti attraverso uno stimolo39. La rievocazione non può essere disgiunta dagli aspetti emozionali che il presentificare il passato comporta né dall’immagine che la persona desidera dare (o che ritiene l’intervistatore si aspetti) al suo interlocutore.

Le interviste hanno avuto durata di un’ora fino ad un massimo di due ore; si sono svolte in prevalenza presso il domicilio delle persone tranne che in tre casi: due intervistati hanno esplicitato la preferenza che l’intervista si svolgesse in sede diversa e, nell’altro caso, la persona è priva di alloggio40 . In questo caso l’incontro, su richiesta degli interessati, si è svolto presso una stanza della sede delle UOT concessa dalle coordinatrici del servizio.

Come già evidenziato, nel corso delle interviste è stato anche utilizzato lo strumento della rete egoica che si riporta, in allegato, per ciascuna intervista. L'obiettivo

39 Non è oggetto del presente studio un approfondimento circa la tematica inerente i diversi tipi di memoria: autobiografica, semantica, a breve e lungo termine, ecc; a tale proposito si rinvia alla vasta letteratura in materia.

è stato quello di rilevare, anche attraverso una visualizzazione grafica, come le persone percepiscono la loro rete relazionale e quale intensità viene da loro attribuita. Si desiderava infatti rilevare i dati relazionali e cioè i legami più significativi per le persone. Si è partiti dal presupposto che le caratteristiche della rete (la natura dei nodi e quella dei legami41) sono d'aiuto nel comprendere meglio la realtà di vita delle persone e i loro comportamenti sociali (Ferrario, F. 1992). Non si è quindi utilizzato lo strumento per effettuare una network analysis, lavoro di analisi non inerente il presente studio. L’utilizzo della rete egoica ha avuto invece la funzione di supporto all’intervista consentendo sia di superare eventuali momenti di empasse sia di approfondire maggiormente gli aspetti inerenti la rete relazionale. Si tratta perciò di uno strumento che coadiuva e sostiene l’elaborazione dei contenuti emersi negli incontri e può offrire degli spunti di ulteriore riflessione.

La rete egoica risulta essere uno strumento che può avere una struttura abbastanza semplice e quindi comprensibile per le persone (Ferrario, F. 1996). Sono stati adottati 4 settori (relazioni familiari e parentali; rapporti amicali e di vicinato; rapporti con colleghi di lavoro; rapporti con i servizi pubblici e agenzie del volontariato) per evitare una complessificazione che avrebbe potuto generare confusione e, in tutti casi, sarebbe risultata poco utile ai fini della ricerca. I cerchi concentrici indicano la distanza dei soggetti rispetto ad ego; ciò consente di rilevare l'intensità del legame. Si ritiene che il numero di cerchi concentrici che è stato adottato rispetta l'equilibrio tra analiticità e generalizzazione in quanto offre una immagine piuttosto nitida dei legami sociali della persona.

Gli intervistati hanno compilato lo schema con un atteggiamento di curiosità e di partecipazione. Tale schema si è rivelato anche utile al fine di chiarire punti emersi durante il racconto della persona e, in alcuni casi, a rilanciare la narrazione.

Le interviste sono state tutte registrate (e a tale proposito nessuno degli intervistati ha posto obiezioni) e durante l’intervista sono stati presi appunti schematici. A conclusione della stessa, in sede diversa, sono state annotate alcune osservazioni.

Le persone hanno aderito volentieri ed hanno partecipato all’intervista in modo interattivo. Ne sono emerse delle narrazioni molto coinvolgenti, delle traiettorie biografiche dense e con numerosi spunti di riflessione. A conclusione dell’intervista è

41 Per nodi della rete si intendono i singoli, gli insiemi sociali più o meno grandi costituiti da più di un individuo; per legami si intende ciò che unisce le persone e può variare in natura o contenuto, univocità o molteplicità, direzione, intensità, durata, frequenza (Vargiu 2001, 22-27).

stato chiesto alle persone un’ulteriore disponibilità, in una fase successiva, per la verifica del materiale raccolto e per avere chiarimenti aggiuntivi. Tutti hanno dato la loro disponibilità