• Non ci sono risultati.

La struttura della ricerca riguardo alla seconda dimensione: il focus group

2. la seconda dimensione riguarda gli assistenti sociali del SSC, ente che

1.15. La struttura della ricerca riguardo alla seconda dimensione: il focus group

Il focus group è anche una delle tecniche che possono essere utilizzate nella ricerca qualitativa. Le considerazioni fatte in particolare nei paragrafi I.1.9. e I.1.10. riguardo il tema dell’ascolto e della comunicazioni sono utili anche per questo tipo di tecnica. A differenza dell’intervista tuttavia il focus group70si realizza in una situazione artefatta, in quanto costruita ad hoc dal ricercatore. Nonostante questo aspetto di ‘non spontaneità’ il focus group risulta utile in quanto consente, con un’economia di tempo rispetto all’intervista individuale, di raccogliere informazioni, opinioni delle persone su un determinato argomento. L’aspetto ‘focalizzato’ di questa tecnica emerge in modo

67 Si vedano i paragrafi I.1.10. e I.1.11.

68 L’Autrice (2007, 24) così afferma: “La sosta, il poter sostare coincide con una iniziativa che richiede fermezza, una buona dose di risolutezza e determinazione, che ci può essere se riusciamo a collegarla a sostanza, a qualcosa per cui e su cui vale la pena investire perché è sostanzioso e sostantivo”.

69 Manoukian (2007, 24) nel suo intervento fa riferimento al concetto di pensosità espresso da Resta (1997), che così afferma: “mentre <<pensare>> stabilisce il nesso più breve tra l’individuazione del problema e la sua soluzione, tanto da non potersi più distinguere dalla tecnologia, la pensosità si muove su ritmi e su tempi diversi. Tergiversa, perde tempo, esita, si sofferma, divaga: è un intoppo per i tempi rapidi di chi ha bisogno di soluzioni immediate. Non importa quali, ma immediate”.

70 Il focus group viene anche denominato intervista di gruppo o gruppo di discussione. E’ una tecnica qualitativa che venne utilizzata da Merton (Merton, Fiske & Kendall 1956) che la denominò focus interview. Si veda anche: Corbetta 1999, 421-422. Dopo tali prime applicazioni il focus group è stato sperimentato in più campi ed anche la metodologia adottata è diventata più articolata e ramificata. A tale proposito si rinvia alla letteratura in materia.

chiaro, consentendo di finalizzare bene il campo esplorativo del ricercatore ed il tipo di notizie che gli sono utili. Un limite che tale tecnica può presentare riguarda la perdita della dimensione soggettiva a favore, invece, della dinamica relazionale che la discussione nel gruppo mobilita. Nel lavoro di ricerca si è scelto di utilizzare tale tecnica con il gruppo professionale degli assistenti sociali in quanto la si è valutata maggiormente efficace rispetto, ad esempio, all’intervista in profondità, in relazione agli specifici obiettivi dello studio. Si esplicitano qui di seguito in modo più articolato le motivazioni che fanno da sfondo, la scelta dello strumento e la metodologia adottata.

Le motivazioni: da una prima analisi del materiale prodotto dalle interviste, ricco di spunti e di riflessioni, è sorto l’interesse di cogliere anche un’altra prospettiva e precisamente quella degli assistenti sociali che intervengono in questo settore. Si è valutato importante raccogliere anche il ‘punto di vista’ degli operatori del settore oltre quello delle persone che usufruiscono degli interventi di aiuto, per esplorare le differenze e le concordanze su alcune ‘questioni chiave’ che hanno guidato le interviste.

La scelta dello strumento: il focus group consente, attraverso la dinamica relazionale, di approfondire la conoscenza di un fenomeno. E’ pertanto utile in particolare nelle situazioni in cui (come quella del presente lavoro) si intende “conoscere la prospettiva di un determinato target sull’oggetto di studio” (Corrao 2000, 93) ed i partecipanti sono coinvolti in un’esperienza comune (Corbetta 1999). Si tratta di una tecnica di rilevazione adatta nello studio in profondità di un determinato problema e il materiale che viene prodotto dai focus group affianca e sostiene il lavoro di analisi del ricercatore (Corrao 2000).

La letteratura in materia indica diversi tipi di focus group con vari gradi di strutturazione. Nel presente progetto il focus group presenta le seguenti caratteristiche:

 composizione del gruppo: precedente conoscenza dei partecipanti; omogeneità interna per titolo professionale; eterogeneità interna per differenza di genere, età, anzianità di servizio, esperienze di lavoro, settore di intervento;

 grado di strutturazione: focus group semi-strutturato con lista di temi dell’intervista;

 ruolo del moderatore: semi-direttivo.

Obiettivo: con la realizzazione del focus group ci si è proposti di raccogliere ed analizzare le osservazioni, le riflessioni degli assistenti sociali sul tema del rischio di povertà e sugli strumenti di intervento economico da loro utilizzati per contrastare tale condizione.

Target: il focus group è stato svolto con un gruppo di assistenti sociali del Comune di Trieste. Il motivo della scelta di questo target è connesso al fatto che tali professionisti costituiscono un osservatorio privilegiato rispetto alla tematica trattata nel presente studio in quanto, per mandato istituzionale, lavorano con persone con problemi di indigenza. Il numero di partecipanti previsti è stato di 12 con adesione spontanea, sulla base della disponibilità. Come sopra detto, il gruppo che è stato costituito ha risposto ai criteri di eterogeneità previsti nella realizzazione di questo tipo di incontri. Il gruppo infatti era eterogeneo per età, genere, esperienza professionale e settore di intervento (minori e adulti). Gli assistenti sociali provenivano dalle due Unità Operative Territoriali (UOT) di riferimento delle persone che sono state intervistate. Affinché la discussione potesse procedere senza eventuali e possibili ‘condizionamenti’ si è ritenuto più opportuno che non fosse presente nessun coordinatore di UOT .

Realizzazione: per l'attuazione del focus group sono state contattate le coordinatrici delle due UOT da cui provenivano le persone intervistate chiedendo loro la disponibilità all'iniziativa e la sede per realizzarla ed è stato inviato loro il progetto. Le coordinatrici hanno informato gli operatori dell'iniziativa ed hanno raccolto le adesioni. L'adesione al focus group è stata spontanea. Ad ogni partecipante è stata inviata una lettera-invito in cui venivano esplicitate nuovamente le finalità dell'incontro, la durata (circa due ore) ed i temi guida. Il giorno dell'incontro è stata distribuita la lista guida delle tematiche che sarebbero state discusse. La seduta è stata registrata e verbalizzata ed è stata condotta dalla ricercatrice che si è avvalsa della collaborazione di una collega con la funzione di co-osservatore e co-verbalista.

Temi guida: i temi guida hanno riguardato gli argomenti affrontati con le persone in sede di intervista e precisamente:

 l’immagine della povertà che gli assistenti sociali hanno attraverso la loro esperienza professionale ('chi sono i poveri oggi', quali le caratteristiche della povertà a Trieste);

 quali sono i fattori che possono contribuire all’innescare un processo che conduca ad una situazione di povertà;

 quali sono le risorse che le persone mettono in atto per contrastare la povertà;  qual è la valutazione degli interventi economici adottati (rispondenza al bisogno);  quale orientamento hanno gli assistenti sociali rispetto al reddito di base per la

Sede e orario: l’incontro è stato organizzato presso una delle due UOT, si è svolto in orario di lavoro per rendere più agevole la partecipazione agli assistenti sociali e, al fine di non creare disagi organizzativi, nella giornata dell’incontro d’èquipe.

Ruolo del conduttore e del co-conduttore: si è utilizzata una modalità di conduzione semi-direttiva al fine di mantenere la discussione sugli argomenti evidenziati. E’stata presente all’incontro anche una co-conduttrice con la funzione di osservatore e verbalista.

Strumentazione: l’incontro è stato verbalizzato e registrato; ciò al fine di cogliere nel modo più completo possibile l’interazione che si è svolta.

La discussione si è svolta in un clima partecipativo ed interessato ed ha offerto elementi di riflessione da approfondire e rielaborare soprattutto riguardo al significato polisemico della povertà ed alla problematica della vulnerabilità71. E’ stato elaborato un verbale dell’incontro in cui sono state riportate, in forma anonima, anche le riflessioni scaturite nell’incontro. Il verbale72, accompagnato da una lettera di ringraziamenti, è stato inviato agli assistenti sociali presenti con la richiesta di eventuali precisazioni, correzioni, integrazioni e, in fase successiva è stato inviato (previo informazione ai partecipanti) alle due coordinatrici delle UOT che, con la loro disponibilità, hanno reso possibile la realizzazione dell’incontro. Si è offerta la disponibilità di effettuare degli incontri di restituzione del lavoro di ricerca presso le due sedi della UOT . A tal fine è stato realizzato un incontro allargato con gli assistenti sociali e la coordinatrice di una delle due UOT dove sono stati presentati i risultati del lavoro di ricerca tramite interviste e del focus group e sono stati raccolti, attraverso la discussione con gli operatori, ulteriori elementi informativi rispetto al tema trattato.