Parlare di professioni emergenti in astratto mi lascia perples- so: prima di essere codificate le nuove modalità di svolgimento della professione del Media Relator nascono sul campo, in un patchwork di esperienze, corsi, slanci e illuminazioni personali. E anche di fallimenti, che vanno messi in conto. Gli autori accade- mici di queste pagine mi perdoneranno dunque se presenterò la mia esperienza per chiarire alcuni aspetti non solo delle profes- sioni emergenti, ma altresì del loro peculiare modo di emergere. Come molti ragazzi provenienti dal Sud dell’Italia anche io, con un mio bagaglio di idee, sono migrato in direzione di Milano dalla città che viene considerata la Silicon Valley del Sud Italia: Catania, con una Laurea in Relazioni Internazionali e la passione per il mondo del giornalismo. Nel corso della mia vita post universitaria ho ri- scontrato innumerevoli insidie nel portare avanti la mia ambizione di entrare nel campo della carta stampata, così dopo alcune espe- rienze per redazioni che sottopagano i loro redattori, ho deciso di creare un mio progetto editoriale: Social Up. Nell’avventura gior- nalistica avviata con Social Up, ho imparato le competenze basilari che un buon comunicatore digitale deve avere e che mi sono tornate utili nel corso della mia carriera: piano editoriale, tone of voice e strategia. Ho imparato le basi della crescita di un canale di comuni- cazione digitale e quei piccoli trucchi (che oggi si chiamano Growth Hacking) necessari affi nché ogni attività sia vista da quanto più pub- blico possibile.
A questo punto della mia vita mi sono trovato di fronte a una scelta: continuare ad apprendere sul campo per mio conto, o sistematizzare
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le competenze e rilanciarle con l’aiuto di un corso. Ho scelto la se- conda strada e ho deciso di iscrivermi al Master in Media Relation e Comunicazione d’impresa promosso da Almed presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Da questa esperienza ho sen- za dubbio tratto numerose conoscenze e competenze utili sia sotto il profi lo lavorativo che sotto quello relazionale. Mi hanno favorito certamente i numerosi docenti che si sono avvicendati nel corso del Master, ma ho trovato indispensabile introdurmi presso tutta la rete che sta dietro la comunicazione, come FERPI e le altre associazioni di categoria, oltre alle tante realtà che giornalmente si impegnano per promuovere la comunicazione e le tecniche di comunicazione positive28.
Questa opportunità si è conclusa infi ne con l’ingresso nel mondo del calcio ed in particolare in Lega B, dove sono ancora oggi Digital Manager. È iniziata così la terza (e per il momento, ma solo per il momento, ultima) fase della mia avventura professionale. Il Digital Manager è una delle nuove fi gure professionali digitali, che si occupa di tutti gli asset online di una realtà sotto diversi aspetti: dalla comu- nicazione, alla strategia, passando in alcuni casi per l’aspetto tecnico. In Italia siamo in una fase storica che potremmo defi nire Digital Re- volution. La rivoluzione digitale ha toccato ogni settore della nostra società, indipendentemente dal fatto che questo fosse un soggetto pubblico o privato, tutti infatti sono stati chiamati a fare i conti con i nuovi paradigmi della comunicazione sempre più intermediata da algoritmi realizzati dai colossi che detengono le proprietà dei prin- cipali social network occidentali. Le aziende si trovano in diffi coltà perché i tradizionali paradigmi stanno velocemente mutando ed è necessaria la formazione di nuove fi gure professionali in grado di
28 Come ad esempio l’iniziativa Parole O/stili: https://paroleostili.it/.
supportare l’evoluzione del business: la digitalizzazione, la multica- nalità, i social network, i big data e tanto altro. Per merito di questo vento di cambiamento sono diventate necessarie nuove competenze che la precedente generazione fa diffi coltà a assorbire nel proprio bagaglio di competenze, mentre per le generazioni di nativi digitali alcune conoscenze risultano essere quasi naturali. In poche parole fare un post su Instagram per un giovane di sedici anni è quasi un gesto naturale, mentre per un aff ermato responsabile di un uffi cio stampa, questo (in alcuni casi) può essere un gesto estremamente complesso. È chiaro al tempo stesso che le competenze in materia di comunicazione non possono non essere studiate e approfondite, ma questo non preclude che vengano integrate con le conoscenze dei nativi digitali: questa in pratica è la sintesi che ci porta giornalmente a vedere nascere nuove professioni.
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SEZIONE I
LE PROFESSIONI
DELLA COMUNICAZIONE.
TREND E NUOVE SFIDE
CAPITOLO 6
COMUNICAZIONE
E MARKETING DIGITALE
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Negli ultimi due anni il mondo della comunicazione d’impre- sa ha continuato sulla strada di una incessante evoluzione, sia rispetto alla nascita di nuove piattaforme (pensiamo tra gli altri al crescere signifi cativo della presenza nella case di elettrodomestici connessi e con schermi), sia a nuovi device (smartwatch e device comandati vocalmente, come Amazon Echo, Google Home sono sempre più popolari) e nuovi for- mati pubblicitari (negli ultimi mesi si segnalano alcuni interes- santi esperimenti di pubblicità televisiva erogata in modalità programmatic advertising). Al centro di tale evoluzione (per non dire rivoluzione) c’è la pervasiva digitalizzazione che im- patta tutti gli aspetti della comunicazione, sia nel lato pro- duttivo sia distributivo di contenuti mediali e pubblicitari. Tale evoluzione (di carattere tecnologico) si lega fortemente anche a un cambio di paradigma nel rapporto tra aziende e consumatore, dove la dimensione relazione, performativa
29 L’intero capitolo è stato discusso congiuntamente dai due autori. L’introduzio-
ne, il paragrafo 1 e 3.1 sono stati stesi da Simone Carlo, le conclusioni, il paragrafo 2, 3.2 e 3.3 da Elisabetta Locatelli.
e comunicativa è importante almeno quanto la “semplice” vendita del prodotto e del servizio.
A tali innovazioni di tipo tecnologico, economico e culturale si affi anca anche una evoluzione del mercato del lavoro, con la nascita e la ridefi nizione di numerose fi gure professiona- li del mondo della comunicazione d’impresa, la richiesta di nuove competenze, così come la messa in crisi di professio- nalità meno richieste perché obsolete.
Almed – Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, anche attraverso l’osservatorio privilegiato costituito dai propri master dell’a- rea digital communication e advertising30 si è posta l’obiet-
tivo di comprendere come, sotto la spinta della rivoluzione digitale, da un lato le fi liere produttive e le fi gure professio- nali si stanno riorganizzando e dall’altro come cambiano le competenze richieste ai differenti profi li di professionisti.
30 Dell’area digital communication e advertising di ALMED fanno part il Master
in Comunicazione, Marketing Digitale, Pubblicità Interattiva (in collaborazione con IAB – Interactive Advertising Bureau) e il Master in Digital Communication Specialist (in collaborazione con UNA - Aziende della Comunicazione Unite).