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Non è facile, per chi è nuovo del settore, muoversi con disinvoltura nel complesso mondo dei mercati dei contenuti televisivi. Tale com- plessità è aumentata in misura esponenziale negli ultimi anni, così da apparire come una vera e propria giungla a chi muove i primi passi all’interno di essi. Tanto per cominciare c’è, molto semplice- mente, il problema dello spazio, ovvero dei luoghi fi sici in cui si svolge l’evento. L’area espositiva del MIPCOM di Cannes (il princi- pale mercato di contenuti al mondo) è enorme, disposta su molte- plici livelli, suddivisa in migliaia e migliaia di stand, alcuni micro- scopici, altri faraonici; e questo solo per limitarci al Palais. Alcuni espositori stanno però anche fuori, lungo la celebre Croisette; senza contare che molti preferiscono incontrarsi in uno dei tantissimi caf- fè tutt’intorno, nelle hall dei numerosissimi alberghi, o perfi no negli stabilimenti balneari. Insomma, spesso è diffi cile perfi no trovare il posto dell’appuntamento o quantomeno arrivare per tempo. Ma il problema principale è chi incontrare. Al contrario delle altre fi e- re o mercati, in quella dei format bisogna prendere appuntamento prima che abbia inizio. I partecipanti però sono moltissimi, pro- venienti da ogni angolo del globo, spesso appartenenti ad aziende di cui si sa poco o nulla (ma magari estremamente importanti nel loro Paese) e non è aff atto facile entrare in contatto con loro. Senza contare che il sistema è regolato da una complessa rete di rituali e “cerimonie” che bisogna conoscere per riuscire a farsi accettare e fare aff ari in questo mondo.

Non stupisce quindi che chi si è affacciato da poco a questa realtà si senta completamente disorientato. Per questa ragione, negli

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ultimi anni, agli operatori “classici” (case di produzione, bro- adcaster e distributori) si sono aggiunti professionisti e società di nuovo tipo, che possiamo etichettare col generico nome di facilitatori. Il ventaglio di competenze che mettono a disposizio- ne dei loro clienti è ampio e variegato. Alcuni, come l’americana The format people o la danese The missing link, svolgono il ruo- lo di vere e proprie guide e di Matchmaker. Ovvero, preparano l’agenda (prendendo gli appuntamenti sulla base delle esigenze di chi si rivolge a loro) e accompagnano quindi fisicamente le persone a incontrare i loro interlocutori all’interno del mercato, facendo talvolta anche da “intermediatori culturali”, nel caso di clienti non abituati a muoversi in certi contesti (per esempio le sempre più numerose case di produzioni cinesi, o di altri stati del Far East che frequentano Cannes solo da poco). Altri, come per esempio la francese Widenn, sono specializzati nell’aspetto legale – contrattualistica e negoziazione in particolare –, affian- cando chi non ha tali competenze a orientarsi tra opzioni, licence fee, consultancy fee, adaption fee e altre tematiche similari, estre- mamente complesse e delicate. Altri ancora, come gli americani della Formation Television Consultants, aiutano gli operatori, in particolare quelli non di madrelingua inglese, a scrivere corretta- mente le cosiddette “bibbie”, ovvero le istruzioni per l’uso che il produttore di un format deve fornire al compratore per metter- lo in grado di ricreare il format stesso nel suo Paese. C’è infine chi, come Paul Boross, meglio conosciuto come “the pitch doc- tor”, spiega come fare pitch efficaci, ovvero come presentare nel miglior modo possibile i propri progetti ai potenziali acquirenti (attività molto più cruciale di quanto non si pensi). Insomma, queste nuove professioni, che si sono sviluppate di recente, co- stituiscono già adesso una fetta importante degli operatori com- plessivi dei mercati internazionali di contenuti. Ed è lecito atten-

dersi che, data la crescente difficoltà dei contesti e l’aumento dei partecipanti, i facilitatori cresceranno ancora, specializzandosi sempre più per bacini d’utenza.

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APPROFONDIMENT

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SEZIONE I

LE PROFESSIONI

DELLA COMUNICAZIONE.

TREND E NUOVE SFIDE

CAPITOLO 3

MANAGEMENT

DI MUSICA E RADIO

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1. LA FILIERA

Anni ’70: un discografi co vola a Las Vegas. Dopo essersi giocato una considerevole somma di danaro al tavolo ver- de, si intrufola nella stanza di Elvis Presley, che si è esibito nel Casinò. Quello che una volta era il Re del rock ’n’ roll ora è un uomo sovrappeso, il fi sico nascosto da una tuta

oversize. Dice di voler rilanciare la sua carriera. Il discogra-

fi co gli fa un discorso, e parlando lo convince: facciamo un disco del ritorno, senza orpelli, solo tu e i tuoi musicisti sto- rici. Elvis è conquistato dall’idea: può funzionare. Ma arriva Tom il “Colonnello” Parker, il manager: “Elvis, vai a dormi- re, da bravo. Qua ci penso io”. Appena Elvis va nell’altra stanza della lussuosa suite, il “Colonnello” caccia il disco- grafi co: ha tentato di fregarlo, lavorando con l’artista alle sue spalle.

È una scena di fi nzione, ma verosimile, contenuta in Vinyl, la serie tv di HBO ideata da Martin Scorsese e Mick Jagger sul- le peripezie di Richie Finestra, eccentrico discografi co new- yorchese che cerca di reinventarsi negli anni precedenti alla nascita del punk.

Il “Colonnello” Parker è una fi gura reale del music business: è l’uomo che ha gestito il talento di Elvis e, attraverso intuito e un uso spregiudicato dei media, lo ha reso un fenomeno di massa. Richie Finestra è una fi gura di fi nzione, basata sulla mitologia del discografi co: personaggi reali come Ahmet Er- tegun, Clive Davis, David Geffen. Talent scout, imprenditori e rockstar a loro volta.

Oggi il mercato e la fi liera della musica sono profondamente cambiati rispetto a questa rappresentazione a metà tra il ro- manticismo, il romanzesco e la realtà.

Per dare un’idea del cambiamento del mercato: secondo la Federazione Internazionale dell’Industria Fonografi ca (IFPI), tra il 2000 e il 2015, l’industria della musicale registrata ha perso il 40% delle sue entrate, a causa dell’arrivo del digitale, di mo- delli di business nuovo e meno remunerativi e della pirateria. Solo nel 2015 il mercato mondiale ha ricominciato a cresce- re; oggi il digitale rappresenta più di metà del mercato: la musica in streaming è ora la principale fonte di guadagno e consumo per la musica registrata.

3.1 LE PROFESSIONI DELLA COMUNICAZIONE

DELLA MUSICA

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