• Non ci sono risultati.

IL MODELLO DEL DAB+ E LA DIFFUSIONE DEL PODCAST di Sara Franceschini e Matteo di Palma

63

La complessità del settore non sta dunque tanto nell’arti- colazione delle fasi, in buona parte comuni a quelle di altri settori mediali, quanto nelle attività che le compongono e nelle interazioni che si generano tra gli attori coinvolti. Tor- nando alle fasi, la prima è quella di ideazione format e linea

editoriale, la quale vede al suo interno tutte quelle attività

autorali ed editoriali legate alla defi nizione dei format radio- fonici. È il momento che richiede maggiore creatività, infatti è qui che avviene la stesura dei contenuti e si decide buona parte dell’immagine dell’emittente radiofonica, defi nendo i modi che consentiranno di dare coerenza e qualità ai conte- nuti stessi. La seconda fase è quella della produzione, cioè della realizzazione dei programmi radiofonici in termini pra- tici, come la conduzione e la regia. Fanno parte di questa fase anche le attività di raccolta pubblicitaria e l’allocazione oraria degli spot, unita alle attività legate alla gestione dei diritti d’autore. Questa fase si caratterizza anche per una forte interrelazione con la fi liera produttiva musicale.

L’ultima fase del settore è quella della diffusione, dove ven- gono svolte invece attività di playout, control room e proce- dure di diffusione del segnale.

Negli ultimi anni, accanto ai canali di trasmissione tradizionali, sono cresciuti i canali web e le applicazioni per smartphone, le quali sfruttano la rete per diffondere il proprio palinsesto. In alcuni casi si tratta di vere e proprie radio che attraverso le trasmissioni IP ampliano il proprio raggio di ascolto, mentre in altri casi sono emittenti che realizzano i loro programmi e li trasmettono esclusivamente via Internet. Le radio locali, per esempio, possono utilizzare la rete del web per supera- re i confi ni della propria area circoscritta e raggiungere così un pubblico più ampio. La diffusione di nuove tecnologie sta

giocando un ruolo importante anche per il settore dell’audio: si diffonde sempre più il DAB+ (Digital Audio Broadcasting), una tecnologia che ha preso piede in Europa, soprattutto nel Regno Unito, in Svizzera, nei paesi Scandinavi e in Germania. Di fatto si sta assistendo alla progressiva diffusione della di- gital radio, così come è avvenuto anche per la televisione. Vi è però una differenza sostanziale: la digital radio rappresenta un’opportunità per chi ama la radio, ma non prevede l’obbli- go di acquisto di un apparecchio DAB+. Di conseguenza, al momento, non è previsto nessuno switch off dell’analogico (come invece avvenuto per la tv), ad eccezione della Norve- gia che ha decretato il totale spegnimento dell’FM col fi nire dell’anno 2017.

64

2. I PLAYER

Come sopra descritto, nelle diverse fasi della fi liera radiofoni- ca operano innumerevoli attori che svolgono attività spesso anche molto diverse tra loro. Se nella prima fase di ideazione

format e defi nizione della linea editoriale, gli autori ed editori

giocano il ruolo principale; nella seconda fase di produzio-

ne un ruolo di grande importanza è ricoperto dai conduttori.

Il coinvolgimento del pubblico dipende infatti in gran parte dalle loro capacità e abilità di intrattenimento. Non meno fondamentale è il ruolo ricoperto dagli operatori tecnici, qua- li registi, aiuto registi e tecnici del suono.

Le emittenti radiofoniche sono i soggetti che si occupano della fase di diffusione. In questo caso è necessario distin- guere fra radio nazionali (raggiungono la maggior parte del territorio nazionale) e locali (trasmettono solo in un’a- rea circoscritta) in quanto spesso, per quanto riguarda le prime, esiste un’integrazione verticale tra produzione e diffusione. Per le radio locali, invece, risulta più diffi coltoso riuscire a trasmettere 24 ore su 24 programmi di produzio- ne propria, perciò esse si occupano prevalentemente della sola fase di diffusione, trasmettendo semplici brani musi- cali in sequenza o programmi realizzati da altre emittenti. Quest’ultimo processo viene denominato syndication e prevede il riuso di palinsesti già esistenti e già trasmessi, con una sorta di revenue share tra l’emittente che diffonde e quella che produce i contenuti. Complessivamente in Ita- lia si contano una dozzina di radio nazionali e più di mille radio locali.

Per quanto riguarda le opportunità di sviluppo, le innovazioni tecnologiche introdotte con l’avvento del digitale conferma-

no la radio come strumento attivo e diffuso di intrattenimen- to, informazione e cultura. La diffusione del DAB+, ovvero del Digital Audio Broadcasting, è una leva potente di cre- scita delle audience. Per un verso esso consente di ovviare alle criticità presenti nel sistema analogico che, in seguito alla mancanza di una corretta pianifi cazione, vede ancora zone di interferenza tra emittenti e confl itti di attribuzione delle frequenze. Esso inoltre consente un accesso facilitato ai con- tenuti radiofonici, con un conseguente aumento delle ore di ascolto e un’estensione dei pubblici. In confronto al resto d’Europa, l’Italia presenta infatti dati di ascolto notevolmen- te inferiori e il DAB+ può costituire certamente un’opportu- nità di sviluppo e di rilancio per il settore. Si pensi che già nel 2015 il segnale radiofonico digitale ha raggiunto com- plessivamente il 65% della popolazione, eppure la copertu- ra della digital radio ad oggi è ancora incompleta. Le zone maggiormente coperte si trovano al Nord Italia e al centro sul versante tirrenico.

La nuova radio digitale potrebbe essere quindi determinante per il rilancio del settore radiofonico, costituendo un fattore chiave di rivitalizzazione persino per l’elettronica di consumo. In Germania e in Francia si vendono ogni anno oltre 5 milioni di ricevitori audio, 4-5 volte più che in Italia. La parallela espe- rienza dell’alta defi nizione nel mondo della tv ha infatti dimo- strato che la qualità tecnica dei contenuti premia in termini di ascolto e la tecnologia DAB+ potrebbe ottenere lo stesso risultato per il settore radiofonico. In Italia, per lo sviluppo della digital radio, si è puntato soprattutto sul cosiddetto outdoor in quanto, per il settore radiofonico, le auto valgono circa il 60% del tempo di ascolto. Anche la diffusione della copertura del segnale sul territorio denota tale impostazione.

I PL

65

Attualmente, infatti, sono già coperti dal segnale circa 50.000 km della rete autostradale italiana.

La natura multicanale che sta assumendo la programmazione radiofonica non è destinata a scalzare la radio tradizionale:

identity e stationality continueranno ad essere due valori fon-

damentali ed elementi distintivi dell’esperienza radiofonica. Come ha fatto notare il conduttore e ideatore di Caterpillar Massimo Cirri in una lezione tenuta in Università Cattolica, i tablet e i dispositivi elettronici in generale non colmano quel bisogno di vicinanza e familiarità che costituisce viceversa una delle leve principali dell’ascolto radiofonico. E se anche il podcast saprà trovare una sua formula per agganciare e coin- volgere l’ascoltatore, essa sarà comunque diversa da quella della radio FM.

I PL

66

3. LE PROFESSIONI

Le professioni radiofoniche nate negli ultimi 10 anni sono molteplici. Lo sviluppo tecnologico costante e l’evoluzione dei gusti dell’ascoltatore hanno reso necessarie nuove skills, le quali a loro volta si sono trasformate in nuovi ruoli profes- sionali.

In cima alle nuove professioni radiofoniche vi sono le profes- sioni connesse ai social network. Il Social Media Manager è la persona addetta alla cura delle pagine social radiofoniche sulle diverse piattaforme nel pre, durate e postdiretta di ogni programma. L’interazione con l’ascoltatore avviene sempre più sul web e sui social network, rete e ambienti social sono anche degli importanti termometri del gusto e degli orienta- menti degli ascoltatori e richiedono quindi anche competen- ze di analisi e di gestione dei dati.

Altra fi gura, che in alcune radio ha affi ancato le professioni più tradizionali, è quella del responsabile web radio, cioè colei o colui che si occupa dell’implementazione e della cura delle piattaforme di rilascio del contenuto radiofonico in rete. Come si è scritto le web radio possono essere collegate a un broadcast che trasmette in FM, come ulteriore canale di de- livery o come luogo in cui rendere disponibili le trasmissioni in podcast o ancora come spinoff della radio, di cui aggrega alcuni contenuti, di solito secondo una logica tematica (es. un certo genere musicale). La gestione di una web radio ri- chiede una serie di competenze aggiuntive che riguardano il funzionamento degli ambienti di rete, gli insight, la gestione dei pubblici e il loro sviluppo.

Una terza fi gura professionale che sta crescendo di rilevanza nell’organico delle radio è quella del Video Maker, Photo-

maker e del fotografo professionista per shooting, realiz- zazione di video promo e artistici. Naturalmente la crucialità di questi profi li professionali è legata al carattere multicanale della comunicazione radiofonica.

Con riferimento alle professioni legate alla fase ideativa e creativa, i fattori sottolineati in precedenza hanno porta- to ad una mutazione del lavoro di redazione e scrittura dei programmi stessi, con la crescita di competenze connesse ai nuovi formati della rete.

Outline

Documenti correlati