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Presidente MEET, Centro Internazionale per la Cultura Digitale

Maria Grazia Mattei lavora dal 1982 come giornalista ed esperta di Cultura Digitale; nel 1995 fonda MGM Digital Communication, successivamente rinominato Mattei Digital Communication, studio di ricerca e consulenza sui nuovi media, specializzato nell’ideazio- ne e nell’organizzazione di servizi di comunicazione sulla cultura digitale. Nel 2005 lancia Meet the Media Guru, piattaforma di con- fronto e dibattito pubblico sui temi della cultura e dell’innovazione. Nella primavera 2018, Meet the Media Guru con il sostegno di Fon- dazione Cariplo dà vita a MEET, il primo centro italiano per la cultu- ra digitale che, dalla primavera del 2019 ha sede nell’ex Spazio Ober- dan, nel cuore di Milano. MEET è un’impresa sociale con la missione di contribuire a colmare il divario digitale nel nostro Paese, nella convinzione che l’innovazione sia un fatto culturale, prima ancora che tecnologico.

Quali sono i principali attori in campo che si muovono intorno a MEET?

Utilizzando MEET come caso per rifl ettere sugli attori coinvolti nel settore della comunicazione e della cultura, possiamo aff ermare che le imprese private sono al centro di progetti culturali innovativi, e possono spesso cooperare fra loro. Il peso del settore privato per sponsorizzazioni e partnership è molto importante, ma un centro come MEET ha innanzitutto relazioni privilegiate con le istituzioni territoriali, a partire dal Comune, alla Camera di Commercio, alla

Cineteca italiana – già ospitata dall’ex spazio Oberdan dove si è in-

sediato anche MEET – fi no ad associazioni, istituzioni formative

per fare rete in modo capillare e lavorare insieme, con una particola- re attenzione al target dei giovani. Le collaborazioni non si limitano però al livello locale ma nazionale, come ad esempio con l’associa- zione Scuola di Robotica di Genova, con la quale si sta sviluppando un progetto per le famiglie, ed internazionale con il George Browne College di Toronto.

In tema di cambiamenti del settore, ci sono signifi cative diff eren- ze tra il mercato italiano e quello estero?

Possiamo aff ermare che nel resto d’Europa gli investimenti in que- sto settore specifi co sono stati decisamente più importanti che in Italia; in altri Paesi sono state approntate in anticipo diverse azioni che hanno funzionato per la circolazione di idee fra vari enti e istitu- zioni per rifl ettere con consapevolezza sui cambiamenti in atto nella società. Un elemento che distingue l’Europa dal resto del mondo è certamente un approccio critico, di rifl essione (si pensi ai temi della cyber security e della privacy) che MEET intende portare in Italia. Se pensiamo, più in generale, al mercato in sé e per sé il peso importante lo hanno gli Stati Uniti e la Cina, dove si collocano le principali im- prese del settore che sono il motore di questi cambiamenti. Va però sottolineato che il concept di MEET è stato adottato anche a Toronto, quindi le sinergie fra mondi diversi sono possibili.

L’ecosistema delle professioni. Quali sono le principali fi gure pro- fessionali all’interno dell’ambito della promozione culturale?

I progetti continuano a basarsi sulle tradizionali fi gure del Project

Manager, dell’ideatore/progettista culturale, del curatore, del responsabile della comunicazione, e del responsabile dell’uf- fi cio stampa che non ignorano competenze digitali avanzate per

confrontarsi con altri professionisti del team e utilizzare nuovi strumenti, ma il cui core rimane ancorato a prassi tradizionali.

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APPROFONDIMENT

Alcune professionalità che già esistevano si sono evolute e de- vono essere più preparate alla cultura digitale: ad esempio sulla figura dell’Art Director i cambiamenti hanno richiesto un’evolu- zione importante, si pensi ad esempio alla visualizzazione dei dati e alla restituzione immediata richiesta dai nuovi media; lo stesso si può dire per l’ufficio editoriale che deve sapere declinare il contenuto, senza snaturarlo, su diversi media cartacei e digitali che rispondono a logiche diverse: la circolazione dei contenuti è alla base di ogni centro culturale e la capacità di scrittura, me- diazione, e coerenza, su piattaforme che chiedono stili diversi è importante.

A queste si aggiungono nuove funzioni legate alla comunicazione attraverso i nuovi media: la diff usione delle nuove tecnologie interat- tive digitali favorisce processi di engagement dei pubblici e processi di co-creazione che sono sviluppati dal responsabile di marketing

innovation che si occupa di marketing non convenzionale, esperien-

ziale basato su strumenti digitali.

Non può mancare un Social Media Manager, un esperto in ICT e di un Data Scientist che analizzi i dati in relazione agli obiettivi che ci si pone (ad esempio per sintonizzarsi sempre più sulla domanda), oltre alla web usability.

Infi ne è importante una fi gura che si dedichi allo sviluppo e all’indivi- duazione di bandi e attività di ricerca a cui l’Istituzione possa par- tecipare e che sappia rispondere alle specifi che di risposta a progetti europei e internazionali.

Quali sono i principali eff etti di tali cambiamenti nella fi liera della comunicazione?

– Modalità di off erta/ricerca del lavoro

Per quel che riguarda i canali di reclutamento e l’off erta di lavoro i contatti si stabiliscono attraverso enti di formazione e tirocini, attra-

verso i social, LinkedIn su tutti, ma anche attraverso l’invio diretto di CV.

– Nascita di nuove aziende, chiusura o ristrutturazione di altre

Più che di nascita di nuove società possiamo parlare di una tra- sformazione ed evoluzione, ma la propulsione del digitale ha certamente allargato le possibilità di lavoro anche in questo set- tore.

– Retribuzione

La retribuzione del mercato della cultura o delle imprese sociali ha dei parametri diversi da quelli dell’industria privata.

Le caratteristiche e le qualità dei nuovi professionisti. Che gene- re di qualità e caratteristiche personali risultano premianti nel nuovo scenario professionale (competenze di natura tecnica, di esperienza lavorativa, di natura caratteriale)?

Per lavorare in quest’ambito è fondamentale essere persone curiose, con la mente aperta, pronte a sperimentare e tentare strade nuove, superare gli schemi già dati. Non sono suffi cienti conoscenze tec- niche, servono competenze umanistiche, e una capacità di visione d’insieme.

Le 3 conoscenze fondamentali in questo contesto professionale sono la capacità di dominare il linguaggio, saper scrivere bene e, natural- mente parlare bene altre lingue.

Le 3 competenze fondamentali sono certamente la capacità relazio- nale, il problem solving, e l’abilità di saper comprendere la comples- sità ma saper poi fare sintesi.

Il sistema formativo e l’evoluzione delle professioni. Quali sono i contesti in cui vengono formate queste fi gure (università, azien- de, corsi di formazione professionali)?

Tali fi gure sono formate dalle università, in Italia e all’estero.

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APPROFONDIMENT

Il rapporto tra università e mondo delle aziende. In che modo le aziende possono collaborare nella formazione all’interno delle università?

Una modalità di collaborazione fra impresa e università che abbiamo sperimentato è la collaborazione a Project work. Noi abbiamo off er- to, come committente, know how, aggiornamento su trend e nuovi sviluppi, e posto problematiche che realmente vanno risolte per lavo- rare in un’istituzione culturale. In cambio abbiamo ricevuto piste di lavoro elaborate da giovani che pensano, come si diceva sopra, fuori dagli schemi.

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